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      by Rodja
      
      
      
      Penso che, più del semplice numero di copie vendute, sarebbe più interessante conoscere le strategie adottate dagli autori per raggiungere certi risultati. Capire quali meccanismi pubblicitari funzionano davvero potrebbe aiutarci a evitare spese inutili e a investire con maggiore consapevolezza. Dopotutto, chiunque voglia diffondere il proprio libro oltre la ristretta cerchia di amici e parenti si trova inevitabilmente a confrontarsi con la necessità di promuoverlo, che sia in autopubblicazione o con una casa editrice dalle risorse limitate.
In questo senso vorrei portare la mia esperienza, non perché io abbia avuto successo – tutt’altro – ma perché i miei errori potrebbero servire da monito per altri autori esordienti o emergenti. Lo scopo di queste righe non è capire come vendere per fare soldi – non credo che nessuno qui scriva con questo intento – ma piuttosto come riuscire a essere letti. Perché un libro diventa davvero tale solo tra le mani di un lettore, anche se la spinta a scrivere nasce spesso da un’idea che ci tormenta o da un’urgenza espressiva di cui sentiamo il bisogno di liberarci.
La prima volta che ho pubblicato il mio romanzo ho venduto 15 copie, tutte a parenti e amici. Tuttavia, alcuni di loro non sono riusciti nemmeno a finirlo: lo trovavano troppo complesso, lontano dallo stile paratattico fatto di frasi brevi e semplici a cui sono abituati molti lettori. Allora, ripensando alle critiche dell’editor che lo aveva letto per conto di un’agenzia, ho deciso di rivederlo: ho eliminato intere pagine, riscritto interi passaggi e cercato di rendere il mio stile ipotattico più accessibile. Poi l’ho ripubblicato.
Questa volta, però, non potevo aspettarmi che chi lo aveva già acquistato lo comprasse di nuovo. Ho venduto appena quattro copie a persone che non erano a conoscenza della prima edizione, poi il nulla. Il tempo passava e le vendite restavano ferme. Non essendo presente sui social – perché refrattario a qualsiasi forma di esposizione personale – mi restava solo la pubblicità a pagamento. Ho deciso di provare con le Amazon ADS, cercando di impostare una campagna che fosse mirata e con un budget contenuto, puntando su lettori interessati a romanzi simili al mio.
Ma anche questo tentativo si è rivelato un fallimento. A fronte di 465.951 impressioni, solo 209 persone hanno cliccato sulla pagina del libro, e di queste una sola lo ha acquistato. Dubito che nemmeno le due recensioni ricevute possano fare la differenza: chi visiterà la pagina probabilmente si limiterà a guardare e poi passerà oltre. Così mi ritrovo ad aver speso denaro senza essermi avvicinato minimamente all’obiettivo. 
A questo punto mi convinco sempre più che l’unica vera arma in grado di spingere un lettore all’acquisto sia la visibilità mediatica su larga scala, quella che solo le case editrici con risorse adeguate possono permettersi. Eppure, nonostante tutto, continuo a sperare di essere smentito.