Torno sul vecchio argomento del pacifismo e delle armi all'Ucraina, perché ho trovato quest'articolo del Post a firma di Marino Sinibaldi, che espone, con molta più chiarezza, le stesse idee confuse che avevo io: https://www.ilpost.it/2022/03/28/sinibaldi-resistenza-ucraina/?amp=1
Ne riporto uno stralcio tra le molte frasi che mi hanno colpita:
La realtà è che a questo punto solo la resistenza ucraina può salvare le ragioni della pace e per questo merita tutti gli aiuti possibili. È enormemente importante il ruolo di una opinione pubblica mondiale che mostra di non accettare gli effetti più sanguinosi della guerra (e forse contribuisce perfino – insieme a evidenti difficoltà militari e, oso dire, morali delle sue truppe – a impedire a Putin di adottare la sua consueta strategia di distruzione totale, come in Cecenia o ad Aleppo) e manifesta verso i profughi ucraini quella solidarietà totale e incondizionata che non dovrebbe mancare a nessun uomo, donna, bambino che sfugga guerre e fame.
Se l’Ucraina avesse ceduto subito, come molti profetizzavano (e qualcuno auspicava) avrebbe reso vere le farneticazioni di Putin sul Russkiy Mir, il grande mondo russo da riunificare: un paese che non resiste è un paese che non esiste. E avrebbe chiuso definitivamente la bocca a quel poco di dissenso democratico che la terrorizzata società russa è in grado di generare. Ma gli ucraini da un mese resistono.
Alla resistenza ucraina in queste ore è affidata la possibilità di dimostrare che la guerra è uno strumento inaccettabile, inadatto al nostro mondo e perfino inefficace.
Oggi ho trovato anche un altro articolo molto interessante, che mi ha aperto gli occhi sulla situazione di continua allerta in cui i Paesi confinanti con la Russia vivono da trent'anni, nonostante l'indipendenza. In pratica in ogni singolo Paese (Lituania, Lettonia, Estonia, Polonia), non solo in Ucraina, ci sono forze armate indipendenti dall'esercito regolare, più o meno integrate nella vita civile in tempo di pace, ma pronte a entrare in azione in caso di minaccia. Non credo si possano definire tutte ultranazionaliste, almeno non quelle lituane di cui si parla qui, di cui fanno parte anche artisti, intellettuali, politici. Dall'articolo si intuisce che neppure la presenza della NATO riesce a tranquillizzare del tutto questi popoli. Per noi che viviamo in una zona pacifica dell'Europa sono cose forse più difficili da capire, ma solo perché nessuno di noi, credo, teme che prima o poi Francia, Svizzera o Austria ci invaderanno: https://www.ilpost.it/2022/03/31/lituania-armi-russia-paramilitari-unione-dei-tiratori/?amp=1
La storia della dominazione russa e sovietica sulla Lituania ha molto a che fare con il sentimento combattivo e rabbioso che alcune persone nel paese provano da quando è cominciata l’invasione dell’Ucraina.
Per farla estremamente breve: la Lituania, un paese con una grande storia indipendente, fu conquistata dall’impero zarista alla fine del Diciottesimo secolo. Riguadagnò l’indipendenza dopo la Prima guerra mondiale, ma fu riconquistata dai sovietici nel 1940. Un anno dopo fu occupata dal regime nazista, e poi tornò ancora una volta sotto la dominazione sovietica, a partire dal 1944 e nonostante una lunga lotta partigiana, che durò per parte degli anni Cinquanta. In quel periodo migliaia di persone, soprattutto insegnanti e intellettuali, furono deportate nei gulag. Praticamente ogni famiglia lituana ha un parente che subì la persecuzione sovietica: alcuni tornarono a casa dopo la morte di Stalin, molti altri no.
Nel 1991 la Lituania fu il primo stato del blocco sovietico a dichiarare l’indipendenza: in risposta, la Russia inviò i carri armati a Vilnius.
Consapevoli di questa storia di invasioni e dominazioni, molti lituani oggi vedono un esempio negli ucraini che si difendono dall’aggressione russa, e nell’Unione dei tiratori un modo per prepararsi a fare altrettanto, benché un’invasione per ora non sia prevista.
So che non riguarda precisamente la guerra, quindi magari sono un po' OT, ma credo che ne allarghi gli orizzonti, perché i Paesi dell'ex blocco sovietico hanno davvero molte cose in comune, prima fra tutte una fortissima paura di perdere di nuovo la propria libertà e la volontà di fare qualsiasi cosa per impedirlo. Secondo me, se riusciremo, come UE o NATO, a rafforzare il loro senso di sicurezza, le frange più estremiste diventeranno superflue e le democrazie più stabili.
Per chi fosse interessato, sulle deportazioni sovietiche in Lituania consiglio il romanzo di Ruta Sepetys "Avevano spento anche la luna", che a me era piaciuto moltissimo (anche perché tratta argomenti trascurati dai nostri libri di storia).
Re: Situazione Ucraina-Russia
376Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)
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