Re: [MI148] Il coltello e il pestacarne

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@Garrula Macché accanimento, anzi grazie delle tue indicazioni, ne farò tesoro!

@Macleobond Forse mi sono dimenticata di dire che sono mistilingue, più tedesca che italiana 😉

Re: [MI148] Il coltello e il pestacarne

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Ciao @Almissima, hai scritto un bel racconto, difficile in tutti i sensi. Le uniche riflessioni che mi sento di esporti sono di carattere generale.

La prima riguarda le "occhiaie"; anche io ho capito tutto dalla prima volta che le hai usate e poi le ho ritrovate anche con Giulia e non mi hanno fatto un bell'effetto. Cerco di spiegarmi meglio: secondo me hai reso troppo evidente l'indizio, forse avrebbe dovuto essere più sfumato e alla fine fare pop-up nella testa del lettore che lo avrebbe ricercato a ritroso, compiaciuto. Era così evidente che ha tolto un po' di piacere alla lettura. :libro:

La seconda riflessione riguarda la scenda del pestacarne: non sento credibile Sabrina che, nel panico per la sorella, prende il pestacarne e lo usa in quel modo, non credo che l'istinto di una bambina di 11 anni, per quanto voglia aiutare Giulia schiacciata e in pericolo, possa essere così violento. Credo sia difficile per una vittima di abusi così piccola sviluppare un istinto omicida. :mazza:

Sono pensieri che mi hanno portata ad avere un certo distacco con il tuo racconto, che resta scritto molto bene, con un bel tono e coinvolgente, ma fino a un certo punto nel mio caso. Spero di rileggerti presto. :sss:
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars

Re: [MI148] Il coltello e il pestacarne

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@Almissima L'inizio è spettacolare, cruento, eccessivo volutamente. Poi si delinea un orrore di altra natura che emerge gradualmente e si intuisce. Non posso far meno di pensare a tutto quello che non è scritto. Potrebbe essere un prologo, questa storia, e sperare che nel prosieguo, quelle giovani vite abbiano potuto avere anche qualcosa di lieve e dolce. 
Letto d'un fiato! 

Re: [MI148] Il coltello e il pestacarne

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Ciao, @Almissima
Ho trovato il tuo racconto solido nella forma, anche se l'utilizzo delle virgole in alcuni casi non lo capisco, la storia sa un po' di già visto anche se la rivelazione finale della protagonista, prevedibile già da metà racconto, cambia tutto. Mi è piaciuto, spero di leggere ancora qualcosa di tuo.
Ciao.
Barone sbracato che non chiede dazio né gabella.

Re: [MI148] Il coltello e il pestacarne

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Almissima wrote: [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Alcune sottolineavano, che il giudice era stato [/font]ingiusto
Via la virgola
Almissima wrote: Ero stata una pessima madre ed era tutta colpa mia.
Uh, questa è quella frasetta di spiegazione di troppo che rompe l'incanto
Almissima wrote: Era colpa mia, tutto era colpa mia: non sono riuscita a proteggerle.
Idem come sopra

Ciao, @Almissima .
Allora, allora, allora... che sei brava ormai lo abbiamo capito. Penso che il brano sia disomogeneo. L'incipit è perfetto, e lo lascerei com'è: ha una vena comica (involontaria?) che non guasta. La parte centrale si ammoscia un po', sinceramente, diventa un racconto di fatti e cose non troppo interessanti. Poi, nel finale, si capisce che erano funzionali ad andare a parare lì. Sì, nel finale ti riprendi, anche se, a differenza dell'incipit, credo potrebbe dimagrire. Un'idea non originalissima (la madre che si prende le colpe delle figlie) che però sai condurre con bravura. In un'eventuale revisione mi porrei l'obiettivo di dimezzare i caratteri: non te ne servono così tanti per la storia che racconti. Ad esempio la questione del secondo matrimonio è superflua, non ha funzione alcuna nell'economia del brano, e genera confusione: ero convinto che a morire fosse stato il primo e non il secondo marito. Pollice a metà. Per quanto riguarda la scrittura, invece, non posso dirti proprio nulla, se non quella virgola, sei brava davvero
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI148] Il coltello e il pestacarne

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@Edu  ma é proprio il secondo marito l'orco! Oddio se non si capisce allora é proprio un fallimento questo storia!
Grazie per le osservazioni, devo ammettere che hai ragione, forse perché non la sentivo tanto. CI lavoreró grazie!
Graziea

Re: [MI148] Il coltello e il pestacarne

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Ciao @Almissima 

 
Bello è scritto assai bene questo tuo racconto.
L’argomento è di quelli duri, che purtroppo appartengono alla cronaca ahimè assai ricca che segna il nostro tempo.
La mia consuetudine alla lettura di “gialli”, mi ha, come credo per molti altri amici che ti hanno letto, intuire cosa si celasse dietro questo improbabile omicidio, scatenato da un litigio sulla pasta scotta.

So, anche per esperienza personale che tale fato non porta usualmente a conclusioni tanto drammatiche.
Altrimenti mia moglie che ogni tanto si trova la biancheria della lavatrice invasa da frammenti di tabacco da pipa, che la macchiano severamente di giallo, perché ne ho scodato un pacchetto in una tasca dei jeans o di una felpa con tasche, che ha messo a lavare senza avvedersene, mi avrebbe accoltellato da molto tempo.

Scusa la digressione per alleggerire la drammaticità dell’argomento.

Questa tua è una storia di ripugnante squallore per uno dei tanti orchi che vivono sotto mentite spoglie di padri dall’ insospettabile limpida presenza sociale, che solo nel privato rivelano la loro nature deviata e perversa.
Queste storie nella realtà o nella trasposizione letteraria, scatenano in chi le incontra una reazione di nauseante ripugnanza e anche una sorda voglia di violenza sommaria.

E’ certamente un bene che la legge e le convenzioni di civiltà sociale pongano uno sbarramento morale
nell’ affrontare tali situazioni con l’approccio del farsi giustizia da soli.
Perché molti sarebbero i casi, per gli artefici di tali abusi, di finire nello stesso efferato modo con cui finisce il patrigno della tua storia.

Il grande sconforto del nostro tempo è nel vedere ogni giorno, che per la grande maggioranza dei casi, la legge è sovente inefficace a fermare certi reati, i tempi sono lunghi, le pene spesso incerte o inadeguate.
Sovente le vittime subiscono nel corso dei processi una seconda violenza costituita dalle procedure del dibattimento.

In questo non possiamo non sentirci solidali con la madre che nel racconto ha scelto di sacrificarsi per salvare le proprie figlie da una seconda lunga violenza morale.

Bello di difficile digestione interiore questo tuo racconto.
Smuove dentro la parte più primordiale di ogni uomo o donna che ami i propri figli e li difendrebbe con la furia di una belva che protegge i propri cuccioli.
E’ un racconto coinvolgente nel toccare corde sensibili del nostro animo.

Brava. Complimenti. :)

Un saluto, amica mia.

Re: [MI148] Il coltello e il pestacarne

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@Almissima, che bella scrittura e che bel racconto, tutto fila liscio, e sebbene avessi capito le colpe dell'uomo, tu hai saputo usare la suspense e svelare la trama in modo impeccabile. Infatti, non c'era da scoprire che l'uomo fosse il bastardo che era ma che la madre si fosse sacrificata per le figlie che non aveva saputo proteggere. Brava davvero. Complimenti. 
È stato un piacere leggerti. 

Re: [MI148] Il coltello e il pestacarne

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Ciao Almissima,
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]prima di tutto complimenti per come scrivi. Mi piace moltissimo, mi prende, non mi annoia. Doppi complimenti perchè ho letto che sei bilingue e così si spiegano le virgole fuori posto, scrivi benissimo in italiano.
[/font]
Il racconto da piccoli indizi fin da subito ma non è qualcosa che mi ha disturbato, anzi, mi è piaciuto proprio il fatto che qualcosa di così palese non lo fosse agli occhi della madre che, per citarti, è stata "cieca, sorda e muta".
In poche righe mi hai fatto affezionare anche a Susi e la scena di loro due sul letto mi ha commossa, la frase sul supermercato nella sua semplicità mi ha colpita tantissimo.

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Ti faccio solo una domanda, ho capito male o la confessione di come realmente sono andate le cose la fa per la prima volta proprio a Susi? Perchè per me "ero stata una pessima madre" ecc., sono proprio un mea colpa dopo anni di silenzio e non mi stonano affatto. 
[/font]

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