Ogni volta che l'umanità si è trovata davanti a un cambiamento tecnologico che riscrive i paradigmi del quotidiano, ci sono state le fazioni pro e contro. Questo penso derivi dal fatto che sono cambiamenti spesso repentini, che vanno a intaccare quel senso di controllo e sicurezza che si acquisisce negli anni in cui tutto è immutato.
L'IA è paragonabile al motore a scoppio, a mio avviso: è cambiato tutto nel mondo, con i trasporti più semplici, le distanze che si facevano meno impegnative, la connessione tra le persone che aumentava. Il mondo si è letteralmente allargato, le possibilità sono cresciute esponenzialmente.
Di contro, quanti maniscalchi hanno perso il lavoro? E le scuderie che fine hanno fatto?
Ma sono nati i meccanici e le fabbriche di auto.
E in quel periodo in quanti erano convinti che l'automobile fosse il male? Mi piace ricordare una scena di Ritorno Al Futuro Parte III: "ma se tutti usano queste automobili, vuol dire che la gente non cammina più? Non corre più?" "Certo che lo fanno, ma per spasso".
Ora scuderie e maniscalchi ci sono ancora, ma il loro scopo è cambiato. Con l'avvento del digitale, tantissimi mestieri si sono improvvisati, ma l'arte non ha mai smesso di esistere su tela e si è evoluta. Lo farà anche ora. Dubito che l'IA riuscirà mai a sostituire ciò che l'essere umano percepisce come arte. Avremo centinaia di migliaia di scribacchini e copertinisti dell'ultima ora, che però sono paragonabili ai photoshoppari degli anni 2000 - chi fa fotografia vera, artistica, usa ancora reflex e compagnia cantante.
La vera arte non è mai minacciata dal mezzo, a mio parere. Tantopiù che, a sentire gli addetti ai lavori, l'IA sarà comunque sempre imbrigliata in algoritmi prestabiliti, nonostante la capacità di apprendere. Quindi sarà comunque sempre l'essere umano a metterci l'ultima parola.
Penso anche l'IA sia un ottimo strumento di lavoro e che possa diventare per uno scrittore un assistente prezioso, ma solo per chi ci mette davvero la testa e non prende tutto per oro colato.
Ad esempio io per un progetto sto istruendo ChatGPT, in modo che mi trovi del materiale che mi serve e che per ogni chat nuova che apro lui mi chieda se è correlato al romanzo che sto scrivendo. In questo senso ho un assistente che mi fa ricerche sempre più pertinenti. Faccio un esempio con una chat di stamattina:
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Ciao! Tu conosci la lingua ladina delle valli delle Dolomiti?
ChatGPT ha detto:
Ciao! Sì, conosco un po’ la lingua ladina, o meglio,
le lingue ladine, perché in realtà esistono diverse varianti locali parlate nelle valli delle Dolomiti — come la Val Badia, la Val Gardena, la Val di Fassa, Livinallongo (Arabba) e Ampezzo (Cortina).
Il ladino è una lingua retoromanza, quindi imparentata con il romancio della Svizzera e il friulano. Ogni valle ha il suo dialetto, con piccole ma importanti differenze. Per esempio:
- In Val Badia si parla il badiot
- In Val Gardena, il gredenësch
- In Val di Fassa, il fasciàn
- A Cortina d’Ampezzo, l’anpezan
- A Livinallongo, il fodòm
Posso aiutarti con parole, frasi o traduzioni di base, oppure se vuoi inserire qualcosa in ladino nel tuo romanzo ambientato sulle Dolomiti, possiamo cercare insieme la variante più adatta! Ti serve per un progetto in particolare?
sì, mi serve per il mio romanzo, quindi direi di usare l'anpezan
ChatGPT ha detto:
Aggiornamento della memoria salvata completato
Perfetto! L’anpezan è una scelta suggestiva, e darà un tocco autentico al tuo romanzo. Posso aiutarti a creare frasi, nomi, o dialoghi in ladino anpezan — oppure anche solo darti parole chiave o modi di dire per dare colore al testo.
Hai già in mente qualche frase o situazione in cui vorresti usare il ladino? Oppure vuoi una piccola guida con parole e frasi base (tipo saluti, espressioni del quotidiano, nomi della natura, ecc.)?
Dovrei tradurre questa frase in anpezan: "Il tuo viaggio finisce e ricomincia. L’acqua cura il tuo dolore. Vai e non tornare."
ChatGPT ha detto:
Bellissima frase, molto evocativa! Ecco una possibile resa in
ladino anpezan, tenendo conto del tono poetico e solenne:
wrote:"Ta viéra finìs e à l i é n'àutra ch a ciaméda. L'egua t méda da to dulur. Va e no torna."
Spiegazione:
- Ta viéra = il tuo viaggio (lett. “la tua via”)
- finìs = finisce
- à l i é n'àutra ch a ciaméda = e ce n’è un’altra che ti chiama (lett. “e ce n’è un’altra che è chiamata” – uso poetico per indicare un nuovo inizio)
- L'egua = l’acqua
- t méda = ti guarisce (dal verbo “medé” = curare)
- da to dulur = dal tuo dolore
- Va e no torna = vai e non tornare
Vuoi che la rendiamo ancora più arcaica, mistica o simile a un canto rituale? Oppure ti serve anche la pronuncia o una versione più “neutra” (capibile anche da chi non conosce il ladino)?
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Dato che il mio romanzo sarà un fantasy, inutile dire che la richiesta di renderla arcaica, mistica o simile a un canto rituale è una piccola perla difficile da non apprezzare.