mire ha scritto: C’è quindi una contraddizione tra l’essere vegetariani e nutrire (giustamente) i nostri animali carnivori con derivati di animali? O non c’è alcuna contraddizione e noi operiamo scelte etiche fin dove ci è possiblie (per esempio essere vegetariani) ma non possiamo andare oltre?
Più che essere "unpopular" il tuo interrogativo è controverso, e impossibile da risolvere. C'è una contraddizione lampante nel professarsi vegetariani e poi nutrire i nostri animali domestici con cibi di derivazione animale, così come nell'indossare giacche o scarpe di pelle.
Secondo me il punto vero della questione è se tutto ciò sia sostenibile, e fino a quando. Verrà un momento in cui gli allevamenti intensivi saranno non solo inquinanti, ma non riusciranno più a gestire la richiesta, perché saremo troppi al mondo. Si dovranno per forza trovare altre soluzioni (e a quel punto gli animali domestici come cani e gatti non si potranno più tenere).
Io non sono vegetariana, e in passato ho avuto cani e gatti, che giustamente mangiavano scatolette a base animale. Ho sempre mangiato poca carne, ma solo perché non ne vado matta (preferisco una pizza) ma ogni tanto mi tocca prendere integratori di ferro o di vitamine B, e li preferisco alla carne coltivata in laboratorio. Quella volta che mangio una bistecca la voglio mangiare buona, altrimenti ne faccio a meno e mi prendo una pasticca.
Comunque, eliminare la carne vorrebbe dire anche eliminare il prosciutto dalla pizza, il ragù dalle lasagne, la pancetta dalla carbonara, la salsiccia dai crauti, la mortadella dai tortellini, ecc. Se saremo costretti lo faremo, ma non è un cambiamento facile da accettare. Vorrebbe dire cancellare secoli di tradizioni culinarie. La vedo molto difficile.
mire ha scritto: non è crudele per l'insalata in sè stessa, cioè, la carota inzuppata di pesticidi, che mangiamo noi ma anche il coniglio, non mi dà la contraddizione del mangime animale per il gatto
Mia zia teneva i conigli. Da piccola cercavo sempre di infilarmi nella sua cantina per vederli e giocarci. Poi arrivavano sulla nostra tavola, insieme alla polenta, e non l'ho mai vista come una contraddizione. Mia zia era gentile a regalarceli, e mia madre spendeva ore a cucinarli, quindi quei conigli non erano più il giocattolo di una bambina, ma qualcosa che rendeva piacevole il pranzo della domenica. Si fa pace con le contraddizioni solo dando loro un senso. Quel pranzo felice in famiglia dava un senso alla morte dei conigli.
mire ha scritto: no, non è assolutamente giusto modificare la natura degli animali, infatti non mi sognerei mai di far diventare vegetariano il "mio" gatto; a me basterebbe non causare sofferenze atroci agli animali solo per stare dietro a un sistema consumistico assurdo...
Le sofferenze sono un'altra questione. I conigli di mia zia stavano bene, nei limiti del possibile. Quelli allevati nelle grandi aziende, così come i polli o altri animali (tenuti in condizioni disumane in gabbie piccolissime, o tanto grassi da non potersi muovere) sono una cosa diversa. Lì sì, ho visto documentari che mi hanno fatto passare la voglia di mangiarli. Questa è una cosa che si potrebbe risolvere subito, se ci fosse la volontà. Abolire del tutto la carne invece no, ci vorranno decenni.