Wanderer wrote: per arrivare ai big l'agenzia è comunque indispensabile. Quindi, inevitabilmente, ciò che accade è che l'autore finisce per rivolgersi all'agenzia big nella speranza di arrivare all'editore big. Il risultato è che le agenzie big sono subissate di proposte, non meno dei big. In questa situazione, anche con le migliori intenzioni, gli agenti non sono in grado di leggere tutto, e meno che mai di rispondere a tutti (non a caso, le poche agenzie che leggono gratis non rispondono). L'introduzione della valutazione a pagamento, dunque, fa da filtro e consente all'agenzia di motivare i rifiuti (99,5% dei casi). È un sistema virtuoso? No, perché alimenta illusioni. Ma è conseguenza di una realtà di fatto.
Su questo tema mi ci arrovello di più... Le agenzie letterarie non hanno alcun potere decisionale, non sono loro i titolari di una casa editrice, possono però decidere se proporre o meno un'opera presso un editore e operano da filtro. Si tratta, quindi, di avere fiuto per gli affari. Un agente può anche non avere nessuna conoscenza in fatto di editing, impaginazione e ecc., ma deve essere un forte lettore, capace di intravedere i risvolti commerciali delle opere. Inutile ricevere una scheda di valutazione o un editing da chi poi non è il diretto responsabile della pubblicazione. Credo che bisogna conoscere bene la catena editoriale per non inciampare in simili errori.
Voi lo paghereste un editore per essere letti? Il servizio di lettura spesso si tramuta in una scheda di valutazione, questo per garantire che quel testo sia stato effettivamente analizzato. L'editore, così come l'agente letterario, sono "costretti" a dover leggere i testi che gli vengono proposti, questo per produrre in guadagni la loro vera attività, cioè pubblicare libri e curare gli interessi degli autori.
Come si fa a gestire tutti i manoscritti che arrivano? Su questo tema, oltre alle soluzioni a pagamento (inutili, tranne per chi ci guadagna), sono state proposte delle lotterie per pochi fortunati che inviavano uno stralcio dei propri romanzi.
Questo dovrebbe far ridere se non fosse dannatamente vero.
Ora vi propongono degli articoli che forse possono chiarire ancora meglio quanto già esposto:
https://www.ilpost.it/2016/10/03/contratto-libro-diritto/
Qui comprendiamo che l'autore è il "proprietario" del romanzo e l'editore se ne occupa della stampa, pubblicazione e vendita.
https://www.ilpost.it/2015/11/17/agente-letterario-cosa-fa/
Erich Linder, il più importante agente italiano e uno dei più importanti del mondo, a chi gli chiedeva in che cosa consistesse esattamente il suo lavoro, Linder rispondeva: «Faccio contratti».
l’agente – se fa il suo lavoro, per cui prende dal 10 al 20 per cento della quota dei diritti spettanti all’autore – fa tutto il resto: consiglia l’autore sui manoscritti, concorda cambiamenti, discute il titolo, invia (e presenta, possibilmente al meglio) il manoscritto all’editore, cercando di capire quale sia quello giusto, tratta gli anticipi, gestisce i contratti, dice la sua sulla copertina, concorda i piani pubblicitari e di marketing, se ci sono, reclama i pagamenti, se non ci sono, e cerca di vendere all’estero i diritti degli autori italiani e di vendere in Italia quelli degli scrittori stranieri. wrote: l’agente – se fa il suo lavoro, per cui prende dal 10 al 20 per cento della quota dei diritti spettanti all’autore – fa tutto il resto: consiglia l’autore sui manoscritti, concorda cambiamenti, discute il titolo, invia (e presenta, possibilmente al meglio) il manoscritto all’editore, cercando di capire quale sia quello giusto, tratta gli anticipi, gestisce i contratti, dice la sua sulla copertina, concorda i piani pubblicitari e di marketing, se ci sono, reclama i pagamenti, se non ci sono, e cerca di vendere all’estero i diritti degli autori italiani e di vendere in Italia quelli degli scrittori stranieri.Altra novità, l'agente guadagna solo una certa quota dai diritti spettanti all'autore sull'opera pubblicata.
Interessante che i grandi autori internazionali abbiamo bypassato gli agenti per creare dei propri uffici, in modo tale da gestire e vendere i propri diritti sui romanzi in proprio.