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by Alberto Tosciri
Tempo fa vidi un documentario dove si analizzava il degrado di alcune città storiche, ad esempio in caso di piogge, alluvioni, straripamenti di fiumi, rapportando gli stessi accadimenti al passato, che avvenivano comunque, ma talvolta con meno danni.
Ricordo che qualcuno disse che un tempo nessuno avrebbe mai pensato di tagliare indiscriminatamente gli alberi su monti e colline a ridosso delle città e dei paesi per motivi che ora sono ovvi, ma forse lo erano anche allora, nel senso che la pioggia veniva trattenuta e non precipitava a valle e nei centri abitati.
La stessa cura si aveva per fiumi e canali, costruendo e manutenzionando e nei canali di scolo pulendo periodicamente.
Si analizzava l'inquinamento delle acque a Venezia, ma anche in altre città dove internamente scorrono fiumi e saltava fuori, specie a Venezia, che periodicamente i canali di navigazione interna venivano chiusi e puliti mediante il lavoro manuale di centinaia di uomini che entravano fisicamente nel fango con vanghe, carriole e ceste.
Non esistono macchine per fare un lavoro del genere, non in maniera accurata come lo farebbero gli uomini e ad ogni modo saranno un paio di secoli che molti canali non vengono chiusi e puliti.
Oggi non si possono impiegare gli uomini, perché si trattava di un lavoro da servi, da schiavi, da galeotti.
Io ho un piccolo appezzamento di terreno in campagna, una piccola vigna circondata da siepi di macchia mediterranea che danno sulla strada sterrata, dove passano tutti. Periodicamente mi metto a pulire all'interno della mia proprietà e all'esterno sulla strada, sia con la falce a mano e le cesoie, sia con il decespugliatore. Ci sarebbero altre attrezzature meccaniche specifiche, ma non posso permettermele e ad ogni modo non c'è niente di meglio che sfoltire una siepe di rovi e di macchia con le proprie mani. Esce un bel lavoro. Qualche anno fa si fermò un vecchio a osservarmi, era molto curioso e di chiacchiera in chiacchiera mi disse perchè perdevo tempo a pulire, visto che tutti mettevano fuoco alle siepi per pulirle e si faceva prima. Gli spiegai che non mi andava di mettere fuoco. Lui annuì approvando e mi disse che ai tempi andati c'era una legge che obbligava i proprietari terrieri a pulire periodicamente i loro confini, pena una multa se non lo facevano. Chi non ne aveva voglia era costretto a pagare qualcuno che lo facesse. Lo sapevo benissimo, me ne parlavano i nonni e mio padre. Si riferiva a tempi andati del secolo scorso, era un imposizione, un obbligo, ma era una cosa logica, a mio parere, non offendeva la dignità di nessuno.
Ecco, questo breve insignificante apologo per dire che a volte, nonostante tutto, se anziché perdere tempo in trasmissioni e interrogazioni parlamentari sul perché del degrado, in generale, si imponesse con una legge l'obbligo da parte dei comuni e dei privati di riprendere a pulire, manualmente, periodicamente quanto di competenza, nel piccolo le cose ricomincerebbero a funzionare meglio. Dico "obbligo" sapendo che ci sarà sempre qualcuno che insorgerà a dire che non si deve imporre nulla per legge, specie di fare le pulizie e che già si fanno, addirittura con i volontari. Concordo, ma non servono volontari della domenica, ma gente che lo fa per mestiere, sarebbe un obbligo comprensibile, direi quasi naturale.
Ben altri obblighi, ben più invasivi, offensivi, limitanti la libertà e poco piacevoli sono stati imposti quà e là... diciamo negli ultimi venti anni? E pochissimi si sono lamentati.
Ma sono sicuro che se ci fosse l'obbligo per legge di pulire siepi e canali di scolo a mano dove non è possibile usare le macchine, sono sicuro che si solleverebbe una semiondata di indignazione generale e proteste contro i diritti calpestati dei cittadini e la libertà e le leggi che ci sono costati i morti nelle guerre mondiali... e mai più... mai più... (mai più che cosa? sapessero argomentare...)
Non saprei che dire davanti a certe ipocrisie talmente palesi.
In nome della libertà si lascia che il fango e l'immondezza ci sommerga. Non solo metaforicamente.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)