Pulsar wrote: Sat Jan 08, 2022 6:48 pm Ciao @L'illusoillusore e Felice 2022!@Pulsar ciao e buon '22 a te!
Ci proponi un racconto denso e amaro in cui il protagonista - un uomo che ha perso il lavoro - non riesce più a sentirsi punto di riferimento per la propria famiglia. Che ci viene mostrato schiantato dal peso della sua percepita inutilità, impossibilitato, persino, a fare un regalo, anche se di minuscolo valore, alla figlia per il Natale ormai prossimo.
Natale. Se c'è un momento dell'anno in cui i soli si sentono più soli, gli emarginati più emarginati, quello è il Natale. L'ho sempre pensato. Del resto, si sa, "a Natale non soffrire più", proclama la canzone di quando eravamo bambini: è un imperativo, un comandamento che, da ultimo, si coniuga con un consumismo sempre più marcato. Se non puoi essere felice, se non puoi comprare nei negozi addobbati, nei centri commerciali sfolgoranti di lucine, allora non vali niente, sei un diverso, un paria.
Il finale sembra gettare una flebile luce di speranza sull'intera vicenda. Sembra.
Niente, non so cos'altro dire se non che, finito di leggere il tuo testo, mi sono sentito fortunato, io che non ho le ricchezze di Bill Gates e che non contribuisco a decidere i destini del Mondo.
Splendido commento, pregno di riflessioni condivisibili. Sono felice che un mio racconto sia stato uno spunto per condividerle!
Quanto al sentirsi fortunati pur non essendo Gates, sì, concordo: a volte ci aspettiamo che la felicità sia "qualcosa d'altro" e ci dimentichiamo di viverla!
A rileggerti!