[MI145] Alla fine siamo pari

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Traccia di mezzanotte


“Godo, mamma mia quanto godo! Quello stronzo ha avuto ciò che si meritava!”
Anna non ci vede più dalla rabbia. Si sente le guance in fiamme e la testa le fa male.
La cosa è strana, è una ragazza così tranquilla e pacifica, per di più, ha appena passato com ottimi voti un esame che stava preparando da mesi, dovrebbe essere al settimo cielo, eppure non è così. Una tempesta di pensieri tormenta la ragazza, distesa sul suo letto con un pacchetto di patatine in mano, e il piccolo gatto rosso che dorme al suo fianco.
Sono due mesi che il fratello Marco gliene combina di ogni, e lei non lo sopporta più.
“Mai una singola volta che mi abbia aiutata negli ultimi due mesi, mai! Tutto io devo fare, altrimenti quello lì non alza nemmeno un dito. D'altronde, poverino, il ragazzo, lui lavora così duramente, mentre io al contrario passo tutto il giorno a girarmi i pollici, giusto? Evidentemente per lui lo studio è un semplice passatempo, una cosina da nulla, che si fa cosí, per sfizio!”
Il gatto sembra percepire il turbamento della ragazza, perché miagola in modo quasi brontolante e salta giù dal letto.
“Ecco, neanche tu mi capisci piú!” Esclama Anna stizzita.
“Da quando ho iniziato l'università non riesco piú a riconoscere Marco, è… diverso, quasi come se fosse geloso di me. Per colpa sua quasi non lo passavo questo esame!”
Il flusso di pensieri viene interrotto momentaneamente dallo sgranocchiare di qualche patatina, ma non tarda a riprendere.
“D'altronde, anche se abbandonare gli studi è stata una sua libera scelta, a lui non piace per nulla lasciare capitoli aperti, la cosa deve farlo stare molto male”.
Un debole sentimento di compassione pervade momentaneamente Anna, che si intenerisce. Ma la rabbia è davvero tanta e non ci vuole molto a farla prevalere.
“Fanculo! il fatto che ci stia male non lo giustifica a sabotarmi e a urlarmi ogni giorno contro per ricordarmi quanto lui lavori, a differenza mia. Ma ora basta, ho subito abbastanza: lui ha cercato di mettermi in difficoltà! Nessun problema, ma io non dimentico e ora è arrivato il mio turno. D’altronde, se è vero che lavora così tanto e che è così determinato, trovarsi la macchina scarica sarà un piccolo, insignificante dettaglio, che certamente non andrà minimamente a metterlo in difficoltà per l’importantissimo colloquio per il lavoro che sogna che dovrebbe avere oggi. E sì caro mio, stamattina ti sarai ritrovato una bella sorpresina in macchina, ben ti stà!”
Anna è pervasa da un grande sentimento di soddisfazione, si sente potente, grande, nessuno potrà più permettersi di metterle i piedi in testa, nessuno.
Tuttavia, c’è una strana sensazione che la turba, un che di fastidioso, ma non riesce a capire cosa…
Sarà tutta la tensione rilasciata per aver dato l’esame, spesso mi succede, passerà…
Il tempo passa, ma la strana sensazione no. La ragazza si fa una doccia calda con la musica sparata a tutto volume, cucina una torta al doppio cioccolato, come prevede il suo classico rituale post esame e va a coccolare il gatto mentre questa è in forno; ma continua a sentirsi sempre più strana.
“Forse ho esagerato? Chissà come sta Marco, sarà riuscito ad aggirare il problema? Ma sì, sicuramente, lui riesce sempre a risolvere tutto, in un modo o nell’altro.”
La torta è pronta, lo capisce dal profumo buonissimo che avvolge la casa.
“E se invece non ce l’ha fatta?” Non riesce a smettere di pensarci, ormai è un tormento.
“E se per colpa mia ha perso il colloquio? Non me lo perdonerei mai! Avrei dovuto pensare prima di agire, a quel lavoro ci tiene davvero tanto…”
Inizia a tremare, si siede sul divano e prende in braccio il gatto, che è non molto entusiasta della cosa.
“No, no, cosa ho fatto? Sono una persona orribile! A cosa è servita la mia subdola vendetta? Solo a farmi stare peggio! Avrei dovuto parlargli, dirgli come mi sentivo, non tendergli una trappola, non ci si comporta così tra fratelli”
Tutto d’un tratto, un rumore di chiavi che fanno scattare la serratura. Il fratello è tornato a casa.
“Ti prego Marco, dimmi che non hai perso il colloquio”. Questo è tutto ciò a cui ormai riesce a pensare la ragazza.
“Ciao Anna! Non sai quanto sono andato nel panico oggi: a quanto pare ieri sera mi sono scordato di spegnere le luci della macchina e stamattina ovviamente non ne voleva sapere di accendersi”
Marco continua a parlare, ma le sue parole non raggiungono più Anna, che ormai è pronta al peggio, le lacrime iniziano a uscirle dagli occhi.
“Non le hai lasciate accese tu, è stata quell’egoista di tua sorella”. Pensa Anna, non ha il coraggio di dirglielo.
“Ehi, perchè piangi? Non mi hai sentito? Nonostante questo inizio poco promettente sono riuscito ad arrivare in tempo e il colloquio è andato alla grande! Credo proprio che mi prenderanno… a proposito, il tuo esame come è andato?”
Anna rimane a bocca aperta, non riesce a crederci. Si alza e va ad abbracciare di corsa il fratello.
“Oh Marco, ti voglio tanto bene! Possiamo dire di essere pari”.
“Pari? Ma che stai dicendo?”
“Nulla, lascia stare… l’esame è andato benissimo! Vieni, ho preparato una torta”.

Re: [MI145] Alla fine siamo pari

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:) Bentrovate, tu e la tua penna, @LunaNuova

Un racconto simpatico, sviluppato nell'ambito dei rapporti di "affetto combattivo" tra fratelli.
Ho qualche appunto da farti sulla punteggiatura, perché ho notato che privilegi l'uso continuo d virgole, senza alternargli il punto e virgola, quando c'è bisogno di una pausa consequenziale maggiore, o i due punti, che precedono una spiegazione.
Ti faccio un esempio:
La cosa è strana, è una ragazza così tranquilla e pacifica, per di più, ha appena passato com ottimi voti un esame che stava preparando da mesi, dovrebbe essere al settimo cielo, eppure non è così.
Ti suggerirei qualche variazione, così:
La cosa è strana: una ragazza così tranquilla e pacifica che, per di più, ha appena passato com con ottimi voti un esame che stava preparando da mesi, dovrebbe essere al settimo cielo, eppure non è così.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI145] Alla fine siamo pari

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Benvenuta, @LunaNuova
Sei nuova per davvero, giusto? Beh, buona permanenza.
Il racconto è simpatico e leggero. Forse senza enormi pretese, ma anche senza inutili sofisticazioni. Attenta giusto ad alcune imperfezioni (es. Giustificare è transitiva,, non vuole la preposizione "a").
A rileggerti presto :-)
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI145] Alla fine siamo pari

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@LunaNuova È pulita e senza artifici la tua interpretazione della traccia. Una storia semplice, ma che raggiunge l’obiettivo. Cosa non così scontata quando si ha a che fare con un tema proposto e il tempo che scorre...
Dunque, complimenti!

Re: [MI145] Alla fine siamo pari

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Traccia centratissima.
Un bel racconto lieve di come ci si senta a meditare vendetta senza essere davvero dei cattivino patentati. Mi é sembrato di essere entrata per un momento nella testa di mia figlia (che é molto vendicativa). L'ho letto con m molto piacere.
Trovo che i dialoghi siano ben riusciti, il dialogo interiore suona molto naturale e spontaneo. Mi é anche piaciuto molto che i pensieri venissero interrotti da attività molto pratiche.
L'unica cosa che mi ha confuso é lo spazio temporale. Non sono riuscita a capire subito che il tutto avvenisse dopo che il fratello avrebbe già dovuto essere stato al colloquio di lavoro. Mi sembrava quasi che fosse ancora sera tarda e che lei ancora potesse cambiare idea e spegnere i fanali della macchina.
Ma a parte questo, lo trovo un racconto ben riuscito e godibile nella sua freschezza.

Re: [MI145] Alla fine siamo pari

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Un racconto delicato, la tua protagonista me la sono immaginata come fosse davanti agli occhi. Mi ha dato un bel buongiorno a questa giornata.
Grazie @LunaNuova

Re: [MI145] Alla fine siamo pari

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Ciao @LunaNuova .
Rabbia, vendetta e rimorso. Questo mi sembra il percorso del tuo racconto che si svolge quasi interamente nella testa di Anna.
La rabbia ha una giustificazione molto generica, nasce dal fatto che lei non si sente capita dal fratello. l'unica affermazione che sembra riferirsi a un evento specifico è quando dici:
lui ha cercato di mettermi in difficoltà!
ma non si sa in che modo. Magari una semplice frase uscita male che ha fatto infuriare Anna giustificherebbe meglio la sua reazione.
Un'alternativa poteva essere quella di impostare tutto il racconto in prima persone elaborandolo come un flusso di coscienza. Probabilmente avresti incontrato altre difficoltà ma avresti evitato l'intrusione del narratore. Potrebbe essere interessante provarci, e forse la parte che riguarda il rimorso potrebbe uscirne meglio invece di parlare genericamente di "una strana sensazione".
Così com'è rimane un testo scritto in modo corretto, ma senza pretese. La storia c'è, la traccia è rispettata, ma tutto rimane un po' in superficie, mentre sarebbe stato interessante osare di più, anche a costo di sbagliare qualcosa.
Alla prossima.

Re: [MI145] Alla fine siamo pari

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ciao @LunaNuova . Un racconto che lascia in ansia già dalle prime righe. Cosa avrà mai fatto Anna per ricambiare uno sgarbo? Solo dopo aver speso gli ottomila caratteri mostri il tipo di vendetta, che a mio parere, è solo acqua di rose. Diciamo che più che vendetta è solo uno ricambio di sgarbi. Avrei pensato alla vendetta di Anna come qualcosa di più pesante, ma va bene che tra fratelli ci si comporta bene. Ciao a presto :D
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