[MI145] Mal comune mezzo gaudio

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viewtopic.php?p=9059#p9059 Commento.

Traccia di mezzanotte.

Mal comune mezzo gaudio.


Francesca percorre nervosamente il corridoio ricavato tra le strutture delle postazioni .
Si ferma di fronte alla scrivania di Luca: “ Cos'hai? Mi sembri come se ti scappasse da un momento all'altro la pipì! Non che mi dispiacerebbe raccoglierla! Anzi!”, esclama lui squadrandola da capo a piedi. Come rinunciare ai soliti apprezzamenti? Per Luca, trovarsi a contatto di lei, è la cosa che gli fa passare più serenamente la giornata dietro alla scrivania. “ Francesca , bella e fresca”, è il pensiero che ogni volta gli balena appena lei appare.
“ Fossi in te non starei tanto tranquillo”, fa lei con quel tono capace di togliere il sorriso persino ai più spavaldi. “ Non so cosa stia succedendo, ma secondo me, ci sono grane in arrivo per tutti; questa mattina il Gran capo ha già mandato a chiamare nel suo ufficio Alfredo e Pierpaolo e da quanto ho visto, sono usciti verdi e pallidi, direi che hanno ricevuto una gran lavata di capo”, aggiunge andando via e lanciando l'ultima occhiata d'avvertimento.

Luca si blocca, come se fosse colui che di fronte al lanciatore di coltelli, legato mani e piedi alla parete di legno, aspettasse la lama passargli ad un centimetro dalla tempia. “ Quelle due mezze seghe, chissà cosa avranno detto”, prese a pensare in quella tesa atmosfera che regnava silenziosa in tutto l'ufficio, e dove nessuno dei suoi venti colleghi, mostrava segni di vita. Solo i passi frettolosi di Francesca sono percettibili, indicando la sua direzione: nuovamente nella postazione di Luca.

“ Cazzo! che vuoi da me ancora?”, dice lui. “ Vogliono anche te in ufficio fra dieci minuti, appena esce Roberto”. Luca rimane per un attimo immobile pensando ai suoi tre colleghi che hanno già varcato la soglia dell'ufficio del Gran capo. Pensa a cosa mai avrà da dirgli quell'uomo sfruttatore del suo lavoro, che tanto odia e disprezza, e quale attinenza lo lega ai tre colleghi. “ porca troia! Mi auguro che non sia per i contratti extra lavoro”.

Nel mentre i minuti passano, Luca sistema le carte sparse sulla scrivania, e poi si alza in piedi.
I moduli bassi delle postazioni non ostacolano la sua vista, lasciandola libera di spaziare e di ricadere sulla porta, che in fondo, si apre lentamente. Luca capisce che adesso tocca a lui, si incammina verso Roberto. A metà corridoio i due già si guardano in cagnesco, come i due duellanti pronti a sparare in “ mezzogiorno di fuoco”.

Nel silenzio dell'ufficio si sente l'ansia salire e lo sguardo tra i due non passa inosservato al resto dei colleghi.

Luca apre la porta senza bussare: “ Mi ha chiamato, dottore?”.

“ Sì! Venga, Luca, e si sieda pure”. “ L'abbiamo chiamato perché siamo venuti a sapere che lei ha rapporti di lavoro con la Recruter's; e vorremmo delle spiegazioni”.

Luca accavalla le gambe con tranquillità. Il dottor Stigazzi lo scruta attentamente, mentre al suo fianco , il figlio Giulio, pare attento a guardare dei documenti. “ Deficiente figlio di papa! Non sai neanche leggerlo un contratto, che cazzo tieni in mano”, pensa tra di se Luca.

“ Dottore non ho nessun rapporto con la Recruiter's “. Foglio alla volta scivolano sul tavolo di vetro, e si posano in bella mostra alla vista di Luca.

“ Questi contratti hanno la sua firma Luca! “. Uno sguardo fulmineo identifica l'intestazione della Recruiter's e la sua firma in calce. “ Che figura di merda! Ma come hanno fatto a trovare i contratti, chi può avermi fatto questo? Roberto? Alfredo? Pierpaolo?”, prende a pensare.

“ Dottore, le ricordo che sono a partita IVA e in teoria posso nelle ore mie libere, fare altra attività professionale”.
“ Ma tale attività non deve essere diretta a una nostra diretta concorrente; capisce bene che lei fa concorrenza sleale, avendo dei doveri verso questa società”, ribatte Stigazzi.

“ Dottore! Mi permetto di farle notare che questi contratti sono stipulati con nuovi clienti che io ho espressamente cercato e che non hanno nessuna attinenza a noi. Io devo portare avanti i contratti verso i clienti che ho in elenco, e questo elenco non lo faccio io, me lo passate voi.”

La discussione si protrae per diversi minuti animatamente. Fuori dalla stanza, Roberto, Alfredo e Pierpaolo, pensano alla strigliata ricevuta e aspettano l'uscita di Luca.

Ed eccolo apparire nero di livore, uscire dall'ufficio, prendere la direzione della sua postazione. Passare di fronte ai suoi colleghi e alzare il dito medio verso di loro: “ merde!”.

Roberto gli ricambia il dito medio: “ ma guarda sto stronzo! Che faccia di merda! Sono sicuro che è stato lui a dire a Stigazzi dei miei contratti con la Recruiter's. D'altronde solo lui ha interesse di farmi fuori, dato che lui vuole diventare il responsabile del settore. Ma mi sa che ti è andata male questa volta.”

Anche Pierpaolo e Alfredo ricambiano il dito medio di Luca. Distintamente i due hanno bene in mente lo scontro al vertice per la poltrona di responsabile settore. Tutti la volevano.

La lista dei richiamati si è conclusa e un leggero vociferare sembra rianimare l'intero ufficio.

Dentro al suo ufficio, il dottor Stigazzi, pare tutto soddisfatto.
“ Papà! Alla fine si sono fatti la forca tra di loro!”
“ Hai detto bene Giulio! Come vedi l'essere umano è sempre pronto a vendicarsi. Ognuno di loro ha pensato che fosse stato tradito e per vendetta ha spiattellato i nomi dei compagni.”

“ Ma papà! Noi comunque avevamo le prove dei contratti fatti da tutti e quattro e loro non lo sapevano e non lo hanno neanche sospettato. La tua è stata una idea geniale; hai mostrato ad ognuno i loro contratti senza far vedere quelli degli altri. Hanno immaginato che solo i loro contratti erano in questione e quando si sono visti scoperti, non hanno fatto che giustificarsi dicendo i nomi di chi facevano altrettanto. Spiegami però perché non li abbiamo chiamati tutti e quattro assieme; che senso ha averli ripresi singolarmente?”.

“ Perché? Ma è chiaro, Giulio. Hai presente il detto “ divide et impera?”. Questi quattro stavano alzando le pretese, le richieste. Volevano essere assunti con contratto di dipendenza a tempo indeterminato e da tempo si lamentavano che lavorando a partita IVA non era per loro conveniente.
Che avremmo dovuto fare? Assumerli? Con le enormi spese dei contratti che ci saremo dovuti accollare? A noi sta bene così, che lavorino ancora a partita IVA per un bel pezzo. Di certo non avranno di che lamentarsi nella loro posizione, dato che sanno che potremmo rompere il rapporto di lavoro e lasciarli a casa.”

“ Ma allora non li licenziamo! Ho capito, ce li lavoriamo per bene con la paura e li facciamo sottostare alle nostre regole; adesso ho capito.”

“ Giulio, è meglio avere dei dipendenti piegati e mortificati per le loro colpe, che dei dipendenti onesti che aspirano a fare richieste di maggiori compensi. L'uomo è più governabile quando è colpevole. Lo stesso atteggiamento vendicativo che hanno messo in scena verso i colleghi, dimostra che sono di poco valore e non meritano altro.”

“ Certo che non avrebbero mai pensato che la Recruiter's è cosa nostra, dato che l'abbiamo acquisita per i suoi numeri che faceva anche grazie a loro. Alla fine con questi contratti extra ci hanno fatto guadagnare!”

“ Li abbiamo fregati alla grande, figlio mio! Bisogna saper gestire il personale per averne il giusto vantaggio. Comunque dobbiamo non esagerare e dopo il bastone dovremmo darci la carota, ma questo al momento debito. Per adesso lasciamoli godere della loro vendetta personale tra di loro e si consoleranno con il mal comune mezzo gaudio.
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI145] Mal comune mezzo gaudio

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Ciao, @bestseller2020 . Non male stavolta, davvero. Hai narrato di una delle tante angherie che si compiono nel mondo del lavoro contemporaneo, il racconto si fa seguire piacevolmente e ha un messoggio di sostanza.
Ovviamente avrai già capito di me che sono un cavapupazzi, quindi qualche osservazione critica ce l'ho e te la dico.
Mi è sembrato un po' eccessivo, per essere un complimento, quello del raccogliere la pipì... potevi andarci giù un po' meno zozzone, direi ;-)
In generale, la figura di Francesca compare all'inizio e poi scompare del tutto... potresti recuperarla e darle una funzione.
La parte che funziona meno è il dialogo finale tra padre e figlio, perché lì il racconto diventa un po' troppo una spiegazione di una dinamica che avevi già sufficientemente mostrato, ovvero il mettere i dipendenti (o pseudo tali) gli uni contro gli altri. Magari potresti alleggerire quel dialogo e recuperare Francesca per far tirare le somme a lei.
Azzeccata, invece, la trovata di far acquisire l'azienda concorrente a Stigazzi, a mio avviso: la beffa finale.
A rileggerci presto ;-)
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI145] Mal comune mezzo gaudio

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Bentrovato anche nel MI del nuovo forum, @bestseller2020 :)

Della serie: Dìvide et ìmpera, molto ben concepito, benché un po' mortificato da una errata punteggiatura.

Di frequente, infatti, separi il soggetto dal verbo e non formuli gli incisi necessari.

Ti faccio qualche esempio tra i tanti, e ti segnalo qualche verbo non al presente, come hai impostato il racconto:
bestseller2020 ha scritto:
Luca si blocca, come se fosse colui che di fronte al lanciatore di coltelli, legato mani e piedi alla parete di legno, aspettasse la lama passargli ad un centimetro dalla tempia. “ Quelle due mezze seghe, chissà cosa avranno detto”, prese prende a pensare in quella tesa atmosfera che regnava regna silenziosa in tutto l'ufficio, e dove nessuno dei suoi venti colleghi, mostrava segni di vita.

togli la virgola dopo colleghi, perché separa il soggetto dal verbo.
Oppure fai l'inciso:
"... dove nessuno, dei suoi venti colleghi, mostrava segni di vita."


Pensa a cosa mai avrà da dirgli quell'uomo sfruttatore del suo lavoro, che tanto odia e disprezza, e quale attinenza lo lega ai tre colleghi. “

quale attinenza lo leghi

I moduli bassi delle postazioni non ostacolano la sua vista, lasciandola libera di spaziare e di ricadere sulla porta, che

virgola (per aprire l'inciso)
in fondo, si apre lentamente.

Luca capisce che adesso tocca a lui, si incammina verso Roberto. A metà corridoio i due già si guardano in cagnesco, come i due duellanti pronti a sparare in “ mezzogiorno di fuoco”.


Luca accavalla le gambe con tranquillità. Il dottor Stigazzi lo scruta attentamente, mentre

virgola (per aprire 'inciso)
al suo fianco, il figlio Giulio, pare attento a guardare dei documenti.

invece, dopo Giulio, quella virgola non ci va, perché separa il soggetto dall'azione di guardare.

Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI145] Mal comune mezzo gaudio

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ciao cavapupazzi :D . Grazie per il passaggio e per le tue osservazioni. A proposito della pipì della Francesca: qualcuno mi fece notare che non bisogna limitarsi nelle schifezze verso le donne, perché in scrittura tutto è lecito. Sono certo che le povere donne che lavorano negli uffici a contatto con colleghi maschi, se ne sentono dire di tutti i colori, specialmente quando sono fiche. Per il resto mi ritengo fortunato solo per il fatto di essere riuscito a scrivere qualcosa su una traccia che mi aveva spiazzato... grazie di nuovo @Edu
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI145] Mal comune mezzo gaudio

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Traccia più che centrata.
Racconto godibilissimo sulle meschine strategie delle aziende a conduzione famigliare.
L'incipit mi sembra un po' fuori luogo rispetto al resto del racconto, come anche l'inizio del secondo dialogo con Francesca mi pare troppo aggressivo e rende un poco antipatico il protagonista. Però ci sta, dato che in questa guerra di meschinerie non si salva nessuno.
L'ho letto con piacere.

Re: [MI145] Mal comune mezzo gaudio

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@bestseller2020, ciao!
Una storia carnosa e vivace: aderente, oltre che alla traccia, anche alla realtà meschina di molti luoghi di lavoro. Le tre osservazioni che avevo in mente le hanno già fatte gli amici sopra: punteggiatura assai capricciosa, spiegone di Giulio ed errato "darci" finale. Riguardo al complimento intriso di volgarità, concordo nel fatto che nella scrittura sia lecito non edulcorare ciò che corrisponde a verità. Oltretutto, in virtù di quella battuta, la pochezza di Luca viene subito alla luce. Non certo migliore di lui, oltre ai colleghi, il capo Stigazzi, il cui nomen omen la dice lunga. Ti si legge sempre con piacere, al netto della fatica dell'interpunzione a singhiozzo. ;) Grazie.
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Re: [MI145] Mal comune mezzo gaudio

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ciao @@Monica grazie per il passaggio sempre gentile e apprezzabile.

ciao @Almissima e grazie per il passaggio. Volevo solo spiegarti che il titolo mi è venuto in mente secondo una interpretazione diversa e cioè: il mal comune non è una disgrazia comune, ma il male vero e proprio, quello che unisce tutti quanti nel mezzo gaudio. Ciao e grazie ancora.

ciao @Ippolita . Ti ringrazio per gli appunti. Devo migliorare la punteggiatura ahimè, ma sono un pò pigro e ogni volta lascio correre.
Ho notato che hai colto il nome di Stigazzi per come l'ho costruito pensando al personaggio: Sti-gazzi... :asd: grazie ancora ..
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI145] Mal comune mezzo gaudio

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Ciao @bestseller2020
Una vendetta molto ben congegnata e meritata. Forse c'è un po' troppo spiegone nel colloquio tra il direttore Stigazzi (...) e il figlio, ma non appesantisce, anche perché si scopre che in fondo il direttore non è poi un sadico torturatore, per quanto pensi solo alla sua causa.
Quella pipì iniziale dei desideri di Luca ci può anche stare, la mentalità dilagante è quella, il preludio al contatto fisico, il non avere remore nell'esternare qualunque impulso é quello. Io non lo avrei messo, ma sono un caso clinico, un'anomalo descrittore di sentimenti e impulsi.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI145] Mal comune mezzo gaudio

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Ciao @bestseller2020 .
@Edu sarà un cavapupazzi, ma anch'io non scherzo. Oltre a condividere le critiche che ti sono già state fatte, provo a darti qualche suggerimento che a mio avviso potrebbe migliorare il testo.
Francesca percorre nervosamente il corridoio
Ogni volta che ti viene da usare un avverbio che finisce in -mente, prova a cercare un'altro modo di descrivere la scena.
Esempio: Francesca percorre il corridoio. Cosa sta facendo per farmi pensare che sia nervosa? Tamburella con le dita? Si morde le unghie? Sbuffa? Vedi tu come descrivere il suo nervosismo e cerca di mostrarmi ciò che mi farà pensare che Francesca è nervosa senza che tu me lo dica.
fa lei con quel tono capace di togliere il sorriso persino ai più spavaldi.
Semplifica. L'attenzione del lettore è nel momento in cui sta avvenendo l'azione. Quello che avviene quando Francesca incontra 'i più spavaldi' qui non c'entra.
Luca si blocca, come se fosse colui che di fronte al lanciatore di coltelli, legato mani e piedi alla parete di legno, aspettasse la lama passargli ad un centimetro dalla tempia.
L'immagine può anche essere suggestiva, ma di nuovo distoglie l'attenzione rispetto a ciò che sta accadendo, interrompendo il ritmo dell'azione. Un conto è dire che Luca si blocca come se avesse ricevuto una coltellata; la metafora ci può stare, ma descrivere il lanciatore di coltelli, la legatura di mani e piedi, la parete di legno ecc. ti porta veramente altrove.
prese a pensare in quella tesa atmosfera che regnava silenziosa in tutto l'ufficio, e dove nessuno dei suoi venti colleghi, mostrava segni di vita. Solo i passi frettolosi di Francesca sono percettibili, indicando la sua direzione: nuovamente nella postazione di Luca.
Qui diverse cose.
"prese a pensare" = passato remoto
"sono percettibili" = presente
Qualcosa non va.
"nessuno dei suoi venti colleghi, mostrava segni di vita"
La virgola tra soggetto e verbo non ci va proprio. Ma poi, sono tutti morti?
"Solo i passi frettolosi di Francesca sono percettibili, indicando la sua direzione: nuovamente nella postazione di Luca."
Non c'è un modo meno arzigogolato di descrivere la stessa cosa?
Non voglio farla troppo lunga. Ho cercato di dirti quello che dal mio punto di vista potrebbe essere migliorabile. Poi è giusto che ognuno cerchi il proprio modo di esprimersi ed elabori uno stile personale, ma è utile partire dalle basi, acquisirle per poi magari riuscire a superarle. Saramago c'è riuscito, ma lui è di un altro pianeta.

Re: [MI145] Mal comune mezzo gaudio

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ciao @Alberto Tosciri e grazie per il gradito passaggio. ciao a presto

ciao @Poldo . Più che un cavapupazzi mi pari un cavatappi! :D Ma sì hai ragione, ma come ben sai, avere una idea e buttarla giù in poche ore e stare pure attenti alla punteggiatura , alle parole di troppo.. io mi ritengo soddisfatto, nonostante gli errori. ciao abbelloooo... :asd:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI145] Mal comune mezzo gaudio

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@bestseller2020, hai ben descritto la classica atmosfera aziendale, dove il più pulito ha la rogna.
La carota non sarebbe strettamente necessaria, per cui sembra di capire che anche il dottor Strigazzi abbia un'anima.
Il figlio, poi, impara presto e in un prossimo futuro farà le scarpe al genitore, gli insegnamenti servono proprio a questo.
Buon racconto agrodolce, più agro che dolce.
Se leggi bene questa riga non hai bisogno degli occhiali da vista
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