Ciao,
@bestseller2020 . La tua opera rispecchia molto la tematica del pregiudizio, che tu stesso hai indicato.
Il nodo concettuale che spero di aver colto è quello dell'amante che si strugge nella ricerca della comprensione dell'amata, che tuttavia sfugge poiché è impossibile contenerla sia fisicamente che idealmente.
Al primo verso, il rifiuto dell'io di nominare l'amata è già sintomo di sofferenza da parte dell'amante di provare un trasporto nei suoi confronti che non vorrebbe provare. La carnalità e semplice carnalità dell'intesa è sottolineata dal sostantivo amore con la a minuscola sempre al primo verso.
Il secondo verso si slancia in tono d'accusa, invettivo quasi contro di lei, ma poi al terzo verso viene chiamata regina del cuore, dove regina più che come titolo regale lo interpreto come domina, padrona dei sentimenti. Ci troviamo, di certo, di fronte a una femme fatale.
I vv. 6-9 conducono allo struggimento interiore dell'Io, trasposto nell'immagine di "voci e cocci rotti" (v. 6) e infine in quella dei "cuori infranti" (v. 9). Al successivo verso 10 abbiamo la rassegnazione dell'amante e nei vv. 11-12 una descrizione dell'amata, che sa tanto di nuova accusa.
I vv. 13-17 continua a venire alla luce quest'amore umano, pieno di tante pecche, definito "malato di se stesso" (v. 13) e che porta l'amante a dirsi "perso" (v. 17), ma v'è la dicotomia della "luce propria" di cui "brilla" (v. 14) quest'amore.
Gli ultimi quattro versi, come ha già sottolineato
@@Monica , mostrano come "l'innamorato rimasto nudo" (v. 21) è rassegnato e al tempo stesso smarrito.
La chiusa è la parte più bella di questa poesia.
Alcuni appunti, se posso, sono anzitutto la punteggiatura. Ti segno in grassetto come modificherei:
Mi rifiuto di nominarti, amore!
Tu
, che ami usarmi e annullarmi
,
sul trono stai
,regina del cuore
,
che hai legato col tuo dolce sussurro
e mani alzate
,che fanno male .
Voci e cocci rotti e tu che implori
,
amore d'inganni, privo di slanci,
per strade desolate ti ritrovi
tra anime perse, cuori infranti.
E tu
, che mai potrai amarmi,
affamata di baci, fronte a dove ti specchi,
trovandoti sempre bella e fiera.
Amore
, che porta il peso malato di se stesso
,
che di luce propria brilla, ma al buio alberga
tra celate stanze, nel recondito di pensieri di diari infiniti;
io
, che un nome non so darti ma vedo
, nelle tue mille facce,
tra le tue maschere il ritrovarmi perso!
Senza riconoscerti, tu che il viso mi nascondi,
come ladro che alla fine tutto porta via, e io
rimango con le mani vuote e senza vita.
Come l'innamorato rimasto nudo,
spoglio di sentimenti, svenduti per una illusione,
gettati al vento come pula di grano
,
Io mi domando se mai potrò capirti.
Si tratta di togliere qualche virgola e punto e metterne altre. Per il resto, ho notato che i versi soprattutto nel corpo centrale si fanno pesanti e sono spesso ripetitivi. Per essere più chiaro, molti versi ripetono gli stessi concetti cambiando di poco le parole, senza portare a una riflessione nuova, come se la poesia volesse giustificare se stessa ripetendosi.
Spero che il mio commento ti sia utile e a rileggerci!

Si finisce col non pensare nel momento in cui si smette di dubitare di tutto ciò in cui si trova il minimo sospetto di incertezza.