NanoVetricida wrote: Ricantatemi con una voce più melodiosa Delitto e Castigo, io penso che non ci siano possibilità di eguagliare un libro del genere. Per me non ha senso seguire sempre il filone, scopiazzare chi si inventa il genere musicale, fare Mare Fuori dopo Gomorra, o tutti libri con il commissario napoletano o le migliori amiche napoletane... belle le voci, bella Napoli, ma è solo mercato, mercato e nulla più.
Prendo solo questo del tuo interessante intervento, che merita tutto una approfondita discussione, tanto è ricco di spunti.
Eguagliare Delitto e Castigo magari no, ma ci sono tanti altri delitti e castighi al giorno d'oggi. Solo che andrebbero saputi raccontare. Purtroppo vedo che in Italia, non so all'estero, appena avviene un delitto "intrigante", come tanti che ne sono avvenuti, inutile fare nomi, si scatena per prima la televisione con servizi speciali, talk show, ricostruzioni dei movimenti di vittime e assassini con attori e quant'altro e il tutto imperversa da qui all'eternità. Stanno rievocando, come tele novelas, delitti di venti anni fa e anche di più, con nuove prove, nuove analisi, nuove... Insomma: ti creano uno stomachevole spettacolo da circo, tra una pubblicità e l'altra. Sinceramente io cambio canale. Non che non mi interessi niente delle vittime, ma sono disgustato per come viene sfruttata e spolpata la loro storia.
Ok: ho parlato di televisione. Ma anche con i libri: scrivono libri, ognuno con la sua verità, la verità su qualsiasi cosa.
Tutto per fare soldi. Nessuno ama la verità. La verità vera dovrebbe saltare fuori nei tribunali, una volta per tutte.
In quanto ai vari commissari... sinceramente mi sembra che si sia fatto il pieno. Non mi pronuncio su alcune serie, su alcuni episodi perché scatenerei una rivolta in chi magari le ama. Ne ho abbastanza di luoghi comuni di certi ambienti tipici di una certa mentalità italiana che non ha vissuto quegli ambienti e li racconta per stereotipi e sentito dire fritti e rifritti fino a essere rancidi se non patetici. Ma nessuno ha mai pensato di scrivere romanzi sulla vita di un semplice Appuntato dei Carabinieri degli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta e anche Ottanta? Nella remota provincia italiana? Magari reduce di guerra addirittura? Ne uscirebbe una Recherche proustiana, te lo assicuro. Conosco molto bene quell'ambiente. Perchè per fare una cosa non banale bisogna anche conoscere l'ambiente, i personaggi di cui si parla. O documentarsi a lungo. Molto a lungo. Altrimenti diventa anche quello una serie di barzellette e luoghi comuni.
Tom Clancy, scrisse
Caccia a Ottobre Rosso, di cui fecero anche il film. Non sapeva niente di sommergibili, di Marina sovietica e americana. Chiese alla Marina USA il permesso di potersi imbarcare su un sommergibile nucleare americano che era molto simile a quello sovietico della classe Ottobre Rosso e visse imbarcato sul sommergibile per due anni. Due anni. Alla fine ne sapeva abbastanza da poter scrivere qualcosa di notevole, direi originale e non per sentito dire, ma per averlo vissuto.
Certamente non bisogna però prendere alla lettera quello che diceva Hemingway, e cioè che uno scrittore debba scrivere solo di ciò che conosce, come faceva lui. Ma non tutti avevano partecipato, come lui, alla Prima e alla Seconda Guerra mondiale, alla Guerra di Spagna, alle corride in Spagna e ai safari in Africa, materia su cui è incentrata buona parte della sua narrativa.
Ma nemmeno Salgari era mai stato nei luoghi che descrisse. Solo che si documentò con una pazienza da monaco certosino.
Penso che si possa scrivere di tutto, anche rielaborando ambientazioni classiche. L'importante è calarsi, totalmente, nei particolari, nell'anima dei personaggi e della storia. Ogni uomo cammina in modo diverso dal suo simile. Su questa diversità bisogna concentrasi.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)