[H25] Il torneo

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[H25] Il torneo

 
Un uomo senza volto, il cappuccio calato come se l’avesse inghiottito, allungò una mano verso di noi.
La sua voce, rabbiosa e lontana, rimbalzò nella nebbia: “Oraa!”
Era l’inizio del torneo. 
Non conoscevo i miei vicini di banco, soltanto qualche nome. Quasi tutti ci nascondevamo dietro pseudonimi: nessuna età, nessun volto, nessun sesso. Nomi finti e parole vere. 
Credo fossimo una decina, ma non potrei giurarci. La nebbia era così bassa da inghiottire tutto, e la luce così fioca da consentirmi appena di guardarmi attorno. In lontananza tutto si perdeva in un chiaroscuro incerto, come se la realtà stessa esitasse a mostrarsi. 
Attorno a me si muovevano voci confuse, un brusio sommesso. Da qualche parte un corvo gracchiò – animale maledetto, condannato a restare corvo per sempre. Abbassai lo sguardo: la mia ombra si era raggomitolata fra le gambe e sembrava tremare. 
La voce lontana ripeté: “Oraa! Comincia il contest di Halloween!”
Sul banco – un vecchio tavolino di formica verde con il foro da calamaio – avevo una piuma di corvo e un vasetto d’inchiostro più scuro del nero. 
Dovevamo scrivere un racconto che facesse paura. 
Non sapendo come cominciare, scelsi il mio solito metodo: quando i pensieri s’ingarbugliano, muovi le mani, muovi-le-mani… il fare in contrapposizione al pensare. Annullare i pensieri per innescare le azioni. Qualche volta funziona.
Mi toccai la testa, pesante più del solito, poi portai le mani alla bocca, respirando in fretta, per rassicurarmi di essere ancora vivo. Sembrava di essere in una cantina: odore di muffa, aria spessa, umidità che si appiccicava alla pelle.
Intinsi la piuma e lasciai che la mano sputasse parole: Halloween, contest, orrore, cari mostri, Lizzie, Shirley. Rabbia. Rabbia. Paura. Zolfo. Ancora rabbia. Ancora paura.
Le parole fuoriuscivano sconnesse, cercando un punto di avvio, quando una voce alla mie spalle si sostituì alla nebbia: “Finito.”
Neppure il tempo di reagire che un sibilo mi sfiorò l’orecchio sinistro.
Fissssssssss.
Mi voltai di scatto. Un urlo. Il mio cuore mi martellava nel petto. Qualcuno aveva lanciato un sasso: un tonfo sordo, poi il colpo secco, e infine il silenzio.
“Na-no-ve-tri-ci-da… eliminato. Sempre il primo a completare...” disse una voce antipatica “...e oggi sei anche il primo a prendertele!” 
Era un concorrente, un mio rivale. Nanovetricida. Lo sentii singhiozzare e poi crollare a terra, sconfitto, perduto. 
Una risata odiosa fece da eco alle sue lacrime.
Mi pentii di essermi iscritto. No, io non sono fatto per gareggiare. Ho paura del giudizio. Ho troppa paura…
Un altro fischio. Fisssssss.
Un secondo sasso. Un altro urlo. 
“Zaza, Poeta sciagurata! Tutta di catrame è la vita. E-li-mi-na-ta.”
Lei provò a ribattere, a protestare… ma di bocca le uscirono soltanto parole abbozzate, senza direzione, e alla fine crollò, dolorante e in lacrime. 
Quel riferimento al catrame non lo capii.
Uno dopo l’altro, i miei avversari sparivano nella foschia. Non riuscivo a capire se fosse un torneo o un gioco sadico di quell’individuo senza volto. 
Intanto, non mi riusciva di scrivere nulla.
Altre urla del giudice, fredde come una lama tagliente, questa volta erano dirette a una donna che protestava in sostegno del regolamento: 
“Smettila, Kikki! Va a chiamare i tuoi Disobbedienti, se non ti piace il mondo degli adulti. Vai, vai!” 
Un nuovo silenzio. La nebbia sempre più gonfia, il respiro del buio.
E poi un altro sasso. 
“Questa è per te, Tosciri!”
“Ouch!” lo udii inginocchiarsi a terra, e poi soccombere. Tosciri… quel nome lo ricordavo: era stato uno dei primi a darmi il benvenuto sul forum. Ora la sua voce scompariva, risucchiata da un crepaccio invisibile.
Poi, non vidi più nulla. Né sentii altri sassi. Era passata meno di un’ora, e il silenzio aveva invaso tutto. 
Fu in quel momento che lo sentii, dietro di me. 
L’uomo col cappuccio. La cosa senza volto. Il giudice.
Quel cappello lo faceva sembrare un membro di una setta dimenticata.
Portai le mani davanti agli occhi, d’istinto.
“Non hai scritto nulla” disse. “Fai schifo, lo sai? Ma sei l’unico sopravvissuto… quindi ti meriti il premio.”
Un grosso ragno gli zampettava sulla manica, producendo un fruscio leggero, come di unghie sulla stoffa. Saltai su dalla sedia come un tappo di spumante, terrorizzato che quel ragno potesse toccarmi.
Sentii mani afferrarmi alle spalle: le anime dei miei avversari, svuotate, mi spingevano a sedermi.
"Apri" disse il giudice, con voce calma.
Finsi di non capire.
"La bocca! Aprila! Lo devi mangiare!!" urlò. Gli occhi erano gialli come il fuoco.
Scossi la testa, tentai di divincolarmi, ma fui costretto a obbedire. Un’anima mi prese per il mento, un’altra per la fronte. Una donna raccolse la bestia e me la infilò in bocca.
Era caldo. Lo sentivo muoversi sulla lingua, sfiorare il palato, quel suo corpo gonfio, sporco. Vivo. 
Mi chiusero la bocca, tenendomi stretto alla sedia con mani avvinghiate. Il sapore. Zolfo e ferro. Tossii, gli occhi disperati. Cercavo di liberarmi, ma ero bloccato. Li sentivo ridere, sgraziati, e non riuscivo a respirare. 
Poi venne il conato. Il vomito. Il buio.
Mi svegliai di colpo.
La maglietta incollata alla schiena, la fronte lucida, il cuore che batteva storto. In casa non c’era nessuno. L’aria nella stanza era fredda – come avevo potuto dimenticare la finestra aperta in una notte d’autunno? 
Mi tirai su lentamente, cercando di ricucire il respiro.
Solo un sogno. Un maledetto incubo.
Chiusi la finestra. Andai in bagno per sciacquarmi il viso. Lo specchio rifletteva un volto stanco, che sembrava non appartenermi: i capelli schiacciati, la pelle bianca.
In cucina aprii il rubinetto per un bicchiere d’acqua: avevo una gran sete.
Stavo per bere quando mi parve di vedere, con la coda dell’occhio, una zampetta nera sporgere dalle labbra. Poi una seconda. 
Mi portai la mano al viso… niente. Suggestione. Solo suggestione.
Provai a bere, ma non mi riuscì. Tossii, sputando nel lavandino.
Un groviglio scuro giaceva sul fondo. 
Era un ragno, appallottolato. 
Giaceva immobile. Ma il ventre pulsava ancora.

Re: [H25] Il torneo

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Haha, anche tu ti sei dato al metateatro, very nice... Onorato di essere stato menzionato, il testo è divertente e il finale raccapricciante. Unico appunto, quando citi toshiri io avrei detto: questo cognome giapponese non mi è nuovo 🤣
Hai mai assaggiato le lumache?
Sì, certo
In un ristorante, intendo

Re: [H25] Il torneo

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Gustavo_Van_Pelt wrote: Sat Nov 01, 2025 11:46 am
Un uomo senza volto, il cappuccio calato come se l’avesse inghiottito, allungò una mano artiglio verso di noi.
La sua voce, rabbiosa e lontana, rimbalzò nella nebbia: “Oraa!”
Era l’inizio del torneo. 
Bell'incipit che rimanda al nostro mostro @Stregone, da connotare il meglio possibile.

Gustavo_Van_Pelt wrote: Sat Nov 01, 2025 11:46 am
Non conoscevo i miei vicini di banco, soltanto qualche nome. Quasi tutti ci nascondevamo dietro pseudonimi: nessuna età, nessun volto, nessun sesso. Nomi finti e parole vere. 
Credo fossimo una decina, ma non potrei giurarci. La nebbia era così bassa da inghiottire tutto, e la luce così fioca da consentirmi appena di guardarmi attorno. In lontananza tutto si perdeva in un chiaroscuro incerto, come se la realtà stessa esitasse a mostrarsi. 
Attorno a me si muovevano voci confuse, un brusio sommesso. Da qualche parte un corvo gracchiò – animale maledetto, condannato a restare corvo per sempre. Abbassai lo sguardo: la mia ombra si era raggomitolata fra le gambe e sembrava tremare. 
La voce lontana ripeté: “Oraa! Comincia il contest di Halloween!”
Sul banco – un vecchio tavolino di formica verde con il foro da calamaio – avevo una piuma di corvo e un vasetto d’inchiostro più scuro del nero. 
Dovevamo scrivere un racconto che facesse paura. 
Mi piace il contesto del Contest: bravo!
Gustavo_Van_Pelt wrote: Sat Nov 01, 2025 11:46 am
“Zaza, Poeta sciagurata! Tutta di catrame è la vita. E-li-mi-na-ta.”
Lei provò a ribattere, a protestare… ma di bocca le uscirono soltanto parole abbozzate, senza direzione, e alla fine crollò, dolorante e in lacrime. 
Quel riferimento al catrame non lo capii.
Non mi conosci ancora bene, @Gustavo_Van_Pelt , visto che sei nuovo... (a proposito,  :benvenuto: alle Gare del CdM!  :libro: )

perché la sottoscritta non avrebbe reagito così all'eliminazione, credimi...    :D
Gustavo_Van_Pelt wrote: Sat Nov 01, 2025 11:46 am
“Smettila, Kikki! Va a chiamare i tuoi Disobbedienti, se non ti piace il mondo degli adulti. Vai, vai!” 
Un nuovo silenzio. La nebbia sempre più gonfia, il respiro del buio.
Su cento lettori, poniamo, forse in dieci sanno di cosa parli e gli altri no. Ti consiglio di usare riferimenti più "popolari" di questo.
Gustavo_Van_Pelt wrote: Sat Nov 01, 2025 11:46 am
mi parve di vedere, con la coda dell’occhio, una zampetta nera sporgere dalle labbra. Poi una seconda. 
Mi portai la mano al viso… niente. Suggestione. Solo suggestione.
Provai a bere, ma non mi riuscì. Tossii, sputando nel lavandino.
Un groviglio scuro giaceva sul fondo. 
Era un ragno, appallottolato. 
Giaceva immobile. Ma il ventre pulsava ancora.
Ok, @Gustavo_Van_Pelt   :)

Scrivi bene (non ti ho toccato la punteggiatura, mai!), hai un sufficiente (7) sguardo ironico sulle cose, c'è dell'horror nella tua prova.
Soprattutto, c'è dell'originalità che (parlo solo per me, ovvio) è la cosa che conta di più in un testo.
A rileggerti: spero che tu non voglia saltare nessuna delle prossime Gare!  :libro:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [H25] Il torneo

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Grazie per la lettura e per le belle parole, @Poeta Zaza!
Sono contento che l’idea del contest nel contest ti sia piaciuta. Mi piace molto questa sezione del forum: un'arena dove si duella con le storie, e poi ci si stringe la mano a fine gara.
Alla prossima gara… con la piuma di corvo ben temperata!  

Re: [H25] Il torneo

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Ciao, @Gustavo_Van_Pelt,  
mi è piaciuto molto come hai trasformato il contest stesso in un’arena narrativa: l’idea del contest nel contest è originale e crea subito un’atmosfera sospesa tra gioco e incubo. 
La nebbia, i corvi, i nomi evocati come in un rituale danno al testo un tono da incubo collettivo, dove i concorrenti diventano personaggi di un sacrificio. La parte finale con il ragno è disturbante e ben riuscita: il dettaglio fisico del corpo che si muove in bocca lascia davvero schifosa.
Molto  efficace anche il ritmo: alterni momenti di descrizione lenta (la sala, la nebbia, il banco) a esplosioni improvvise di violenza (i sassi, le eliminazioni), e questo mantiene viva la tensione.
Certo, alcuni riferimenti interni al forum rischiano di essere un po’ criptici per chi non conosce bene i nomi ma tu lo hai creato per la delizia di Stregone perciò… 
Nel complesso, hai scritto un racconto che unisce meta‑gioco, ironia e horror corporeo, con un finale che resta impresso. Una prova originale e ben calibrata.
Complimenti!

Re: [H25] Il torneo

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Ciao @Gustavo_Van_Pelt, originale interpretazione del contest.
All'inizio ho sofferto la mancanza di emozioni forti a beneficio di un giocoso metterci in gioco, ma devo dire che hai recuperato alla grandissima con il premio... Che lo stregone mi prenda pure a sassate, per favore!
Hai unito ironia e pura schifezza, decisamente orripilante il finale, quindi bravo!
Buon contest.
<3

Re: [H25] Il torneo

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Ciao @Gustavo_Van_Pelt

Hai creato un labirinto di inchiostro e incubi. Un meta horror che si mastica da solo, un Palio delle Contrade Morte (Fruttero e Lucentini).
Mi piace molto questo tipo di sfida, dove io perisco, ma ti assicuro che è soltanto una delle innumerevoli volte che mi è capitato e che mi capiterà ancora.
Il Moderatore Infernale ha un suo discutibile passato, quel grido di “Oraa!” è anche la sua condanna, ma lui risorge sempre dalle sue ceneri, come la fenice.
Rimane il Narratore, l’Olandese Volante (Van Pelt?) che con i Pirati dei Caraibi attraversa il grande confine dei ghiacci Artici, verso nuovi Oceani e nuove Terre che non conosciamo, interdette, ancora per un po’.
 Il Narratore che ha scritto ma non ha scritto, mentre gli altri, che hanno eseguito gli ordini, sono periti, io fra i primi.
Ma proprio questo salva il Narratore.  Potrebbe  passare a un ulteriore Torneo dove vince chi riesce a esprimere il Nirvana.
 Possiamo ragionarci: l’assenza di parola, di storia, come riparo dal Male. Ingerire ciò che si è evitato di creare. 
Un ragno è un ottimo simbolo (Si mangia senza condimento?) in quanto tesse reti per antonomasia e genera orrore dal proprio corpo. (Forse era meglio una rana? Rane fritte, la sagra delle rane che fanno in un paesino del Friuli intorno a Cividale e Remanzacco…) O magari una tribù di lumache, lasciate a smaltire una settimana nella crusca e poi cucinate in un sugo con il peperoncino..)
Un artista costretto a inghiottire il suo stesso mostro, a farsi incubatore di ciò che temeva…
Forse, ma correggimi se sbaglio, hai anche giocato al confine tra creazione e dannazione? (Esageriamo, tanto non si paga niente, al massimo un carcere con cella singola, cortile privato e biblioteca borgesiana annessa, con ottimo vino a disposizione; il massimo).
Ok. Il mio fornitore è un tipo in gamba, tanto che ho fatto finta di credere che sia davvero naufragato con il suo cellulare da duemila euro e lui è felice.
Ok. Vedo il surreale metafisico e i gesuiti euclidei al di fuori dell’ortodossia, come un Sant’Agostino al quale siano riconosciute le sue elucubrazioni eretiche.
Siamo tutti figli di altri meta universi paralleli. Contempliamo e combattiamo e aneliamo ai giardini perduti dell’Eden.

Ah, dimenticavo: volevo semplicemente dirti che ho apprezzato il tuo testo. :)
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

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