Cheguevara wrote: Lavoravo in una banca, ma non a Piazza Castello. Era il Banco di Napoli a Piazza Italia.
Bellissimo posto, a fianco di Piazza Castello.
Cheguevara wrote: Dopo una serie di scontri, finimmo per stimarci reciprocamente, al punto che, quando fui nuovamente trasferito in continente, mi invitò a pensarci bene, offrendosi di mediare con la Direzione Generale perché io rimanessi a Sassari. Avevo troppi legami familiari nella mia zona di provenienza, per cui dovetti rifiutare. Me ne sono pentito mille volte.
Certo, la famiglia viene prima di tutto.
In un altro contesto, se fossi rimasto, penso che ti saresti comunque trovato molto bene.
dyskolos wrote: Per esempio, a Messina può capitare di sentire persone che non si alzano dal letto, ma sorgono
: usano il verbo "sùrgiri", che di solito si attribuisce al Sole o ad altri corpi celesti. Io invece, come in quasi tutta la Sicilia, uso il verbo "standard" susírisi (="alzarsi" in italiano)("alzarsi" si può anche dire "aisàrisi" in siciliano), però ci capiamo lo stesso: il messinese sorge dal letto, mentre io mi alzo dal letto 
Mi affascinano le diversità dialettali. Mi hanno sempre colpito i suoni e i significati. Nella tua parlata è intuibile il significato di
"surgiri", con la differenza
"susírisi". Mi piace il suono.
Nella mia parlata, per curiosità, io mi sono alzato dal letto si dice
"min de soe pesau de su lettu" con S molto aspirata, come in Emilia.
"pesau",
"pesare" sta a significare come togliere, levare. Togliersi, levarsi dal letto.
Oppure si può dire anche: "
min de soe altiau de su lettu" dove "altiau" sta per alzarsi...
Ricordo da piccolo, quando con dei cuginetti correvamo nella veranda all'aperto dei nonni, mia nonna che usciva e per dirci di andarcene urlava:
"Spesadíos!" - toglietevi! - Che sarebbe il verbo
"pesare" - togliersi, ma anteponendo la S assume un tono imperativo, un ordine perentorio.
dyskolos wrote: Quest'ultima cosa è vera, però non penso che tutte le parate militari siano feste. Lo sono se non si espongono armi (anche finte, ma su questo si può ragionare…
). Avrai notato le parate militari in Corea del Nord, dove espongono armi a profusione e poi ti fanno vedere un grande oggetto tubolare verdastro e dicono che quello è un missile con testata nucleare. Per me è solo un grande pezzo di plastica vuoto, ma la propaganda la fa da padrona da quelle parti. Ecco, la differenza tra la sfilata nordcoreana e quella della Brigata Sassari è netta. Poi, certo, si possono studiare e magari sono pure interessanti dal punto di vista storico e uniformologico (ora mi sono incuriosito
), ma io non penso che le parate siano tutte festose.
Le parate sono sempre composte da soldati che sfilano armati. (Anche se senza munizioni...). Poi ci sono pezzi d'artiglieria e missili ripuliti, ma poca roba. Le parate dovrebebro essere coreografie orchestrate da registi e in molti casi lo sono state e lo sono. Naturalmente i registi sono sempre militari.
Tieni conto delle sfilate dei tedeschi del tempo passato, assolutamente perfette e micidiali come coreografie. Mi riferisco alla teatralità, non all'ideologia. Mi riferisco alle uniformi dell'epoca, le migliori e più funzionali del mondo. E tieni conto delle sfilate dei russi, anche quelle odierne. Di una bellezza unica. E anche le fisionomie sorridenti dei soldati, tutti giovanissimi.
Non posto niente per non suscitare allarmi satellitari

e un pò mi dispiace perchè si potrebbero intavolare discussioni e saggi interessanti sulla tipologia delle sfilate, sulle uniformi, sugli atteggiamenti, per quanto costruiti.
M.T. wrote: Penso dipenda da persona a persona. Ne ho conosciuti alcuni, ma solo uno come dici tu (più che sardo, sarebbe da definirsi pidocchio rifatto, perché ha la puzza sotto il naso perché ha fatto qualche soldo e si ritiene meglio di chi ha meno soldi di lui, ma di queste persone è piena l'Italia: emiliani, romagnoli, lombardi, veneti... c'è da dire che ha litigato con tante persone, finendo anche per vie legali, quindi è lui che ha qualcosa che non va), gli altri erano tutte persone pacate e tranquille.
Gira e rigira, tutto il mondo è paese...
M.T. wrote: succede anche in Emilia, specie se si va nei paesi di montagna, dove il dialetto è usato di più, soprattutto con persone anziane, che sono un po' sospettose. M'è capitato diverse volte quando ero giovane e rispondendo in dialetto (pronuncia non il massimo, ma capisco bene quello che si dice), dopo ti trattavano come uno del posto
Io capisco bene tre diversi dialetti sardi, oltre al mio. Il sassarese (che non è facile) il nuorese (molto duro, bellissimo) e il cagliaritano.
Il cagliaritano lo parlo un po', ci ho vissuto da bambino, ma lo parlo solo fino a un certo punto. Nel mio dialetto, che parlo raramente ma capisco tutto, sono in grado di usare termini arcaici ormai in disuso, sconosciuti ai giovani.
Spesso mi vanto (con me stesso) di parlare un ottimo italiano, ma andando in un'altra cittadina a fare spese e chiedendo informazioni in una ferramenta, una commessa del mio paese, una ragazza che non conoscevo, mi ha immediatamente riconosciuto come suo paesano dal "particolare" accento in italiano che, giuro, non mi rendevo conto di avere

Certe cose sono insite nella nostra natura

Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)