Pena capitale

1
Commento

Dov'eri Legge
quando Lisa bambina
imparava la vita?
Dov'eri quando
i suoi maestri
erano prevaricazione
e violenza,
abuso e ansia?
Quando ha reso al mondo
ciò che aveva imparato
nel silenzioso buio
della trascuratezza,
tu giocavi a golf,
probabilmente.
E due vite innocenti
hanno pagato
perché pensavi solo
alla prossima buca.
Adesso che Lisa
ha ricevuto la tua pena,
Legge
(non certo un regalo
diverso da sempre)
fanno tre vite
morte ammazzate.
La poesia trae ispirazione dalla condanna, avvenuta nello stato dell'Indiana, di Lisa M. Montgomery all'iniezione letale e dalla sua storia, che è stata diffusa da molti giornali in occasione dell'esecuzione avvenuta nel gennaio 2021

Re: Pena capitale

2
ciao @Talia . Colgo appieno l'amarezza dei tuoi versi.

Dov'eri Legge
quando Lisa bambina
imparava la vita?
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Se non si conoscesse la storia di questa donna, sarebbe non tanto semplice, l'interpretazione di questi versi. L'esordio vede un processo sommario dove questa volta è la stessa "Legge" sul banco degli imputati. Credo che la legge non è mai ingiusta, in quanto è chi la applica o interpreta ad essere ingiusto.
Quindi io avrei rivolto questo giudizio sugli uomini di legge.

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Dov'eri quando
i suoi maestri
erano prevaricazione
e violenza,
abuso e ansia?
-------------------------------------------------------------------
La formazione alla vita inizia proprio da dove l'hai collocata in modo corretto: l'infanzia. Non credo che questa bambina avrebbe avuto la possibilità di scampare al tragico destino.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Quando ha reso al mondo
ciò che aveva imparato
nel silenzioso buio
della trascuratezza,
tu giocavi a golf,
probabilmente.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Il verbo rendere mi pare molto coerente; d'altronde il male ricevuto non poteva produrre che altro male. Trovo molto d'impatto " tu giocavi a golf". Mi pare di vedere una legge ( uomini) che dediti allo svago, non si rendano conto del mondo circostante, fatto di vite date in preda al degrado, che la stessa legge avrebbe dovuto tutelare.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
E due vite innocenti
hanno pagato
perché pensavi solo
alla prossima buca.
Adesso che Lisa
ha ricevuto la tua pena,
Legge
(non certo un regalo
diverso da sempre)
fanno tre vite
morte ammazzate.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------

La storia che hai usato per i tuoi versi è degna di nota. Ci si potrebbe scrivere montagne di riflessioni, anche se, la prima che mi verrebbe in mente, è l'uso strumentale della legge. Credo che nessuno abbia voluto salvare questa donna dalla morte, per la semplice ragione, di volere per sempre, cancellare una orribile ingiustizia fatta ad una bambina, della quale tutti avrebbero dovuto sentirsi responsabili. Condannandola hanno adottato la via più semplice, scollegarla dalle colpe del sistema giudiziario, come a voler cancellare ogni possibilità di controgiudizio. Sicuramente è stata una condanna politica.
Per quanto riguarda la composizione dei versi, li ho trovati ben organizzati e con la giusta carica emotiva. ciao e a rileggerti. :sss:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: Pena capitale

3
Cara @Talia, bentrovata.
Ho letto con attenzione e mi permetto ora di esprimere la mia opinione sul componimento: mi ha generato alcune perplessità che ho il piacere di condividere con te. Ci conosciamo da molto tempo, e so che apprezzi un giudizio sincero.

Non è facile affrontare dal punto di vista poetico fatti di cronaca: la demagogia è sempre in agguato e, subdola, si insinua indipendentemente dall'intento dell'autore. Immagino che l'unico modo per sottrarsi al suo ampio spettro di giurisdizione sia quello di fissare l'attenzione su un minimo particolare, in cui il lettore possa trovare l'appiglio emotivo per addentrarsi negli accadimenti e da qui trarre conclusioni universali.
Perché il punto, a mio avviso, è proprio questo: l'evento di cui parli è qualcosa di mostruosamente grande, che sfugge in parte alle logiche (complesse, senza ombra di dubbio, e piene di falle, oltretutto) che governano gli ordinamenti giuridici.
Due sono gli elementi utilizzati che mi appaiono controproducenti ai fini di una ricezione limpida del testo: l'uso di domande retoriche e la prosopopea della Legge. La domanda retorica, infatti, costringe il lettore in un'unica strada (può anche darsi che sia quella giusta: ma, secondo il mio davvero modesto parere, la poesia deve sempre guardarsi dalla propaganda, da qualunque parte si collochi), mentre la personificazione della Legge fa distogliere lo sguardo dagli uomini in carne e ossa che la rappresentano. L'accenno reiterato al gioco del golf, notoriamente elitario, veicola inoltre senza filtri un messaggio dicotomico preconfezionato (è chiaro che "preconfezionato" non vuole dire "falso"; vuole solo dire che il lettore si trova di fronte a qualcosa di netto, già deciso, in cui non ha nessun compito da svolgere): ritengo che un dramma terrificante come quello di cui parli non si possa esaurire in questa dicotomia abusata. Forse sempre valida, ma comunque abusata.
Il componimento suona alle mie orecchie come un'arringa moralistico-profetica, ma so perfettamente che ciò era ben lungi dalle tue intenzioni: per questo sottolineavo sopra l'enorme difficoltà di affrontare fatti di cronaca dal punto di vista poetico. Io noto qui una semplificazione, che mal si attaglia a mio avviso alla funzione che ritengo debba avere la poesia. A maggior ragione quando mi trovo in accordo con la tesi propugnata.
Ti ringrazio molto e ti saluto!
https://www.amazon.it/rosa-spinoZa-gust ... B09HP1S45C

Re: Pena capitale

4
Ciao @bestseller2020 e@Ippolita ,
vi ringrazio moltissimo per i vostri commenti :rosa:.

Più sotto rispondo a entrambi.

Prima @bestseller2020
bestseller2020 ha scritto: i. Credo che la legge non è mai ingiusta, in quanto è chi la applica o interpreta ad essere ingiusto.
Quindi io avrei rivolto questo giudizio sugli uomini di legge.
Mi sottolinei una questione, che è poi la stessa cosa che mi dice anche @Ippolita
Ippolita ha scritto: la personificazione della Legge fa distogliere lo sguardo dagli uomini in carne e ossa che la rappresentano.
Ora, il fatto è che, in una prima versione, al posto di "Legge" mi riferivo a "Giudice", ma ho cambiato perdue ragioni. La prima è che la parola "Giudice" aveva un suono che non mi piaceva inserito nei miei versi. E la seconda è stata in seguito a una riflessione che mi ha portato proprio in direzione opposta rispetto alle vostre obiezioni. Ho pensato che se mi riferivo a un uomo in carne ed ossa (giudice o meno) perdeva forza quella che invece è una "colpa collettiva", a cominciare dagli assistenti sociali quando Lisa era bambina fino a tuttii meccanismi burocratici che hanno condotto al tragico esito. In fondo anche la Legge, ho pensato, la fanno gli uomini (anche se scritta maiuscola mi riferisco alla giurisprudenza, non alla legge divina). Cioè ho intravisto più una falla nel meccanismo legislativo e giudiziario che una colpa di un singolo uomo. Però se in due mi dite la stessa cosa, forse il mio ragionamento ha in sè qualcosa di sbagliato.
bestseller2020 ha scritto: Per quanto riguarda la composizione dei versi, li ho trovati ben organizzati e con la giusta carica emotiva. ciao e a rileggerti. :sss:
Grazie mille per l'apprezzamento.
Ippolita ha scritto: Ci conosciamo da molto tempo, e so che apprezzi un giudizio sincero.
Assolutamente sì, e ti ringrazio per averlo espresso.
Ippolita ha scritto: la poesia deve sempre guardarsi dalla propaganda, da qualunque parte si collochi),
Probabilmente hai ragione, ma sono certa di essermi fatta prendere un po' lamanoperchè ho vissuto questa poesia come una sorta di sfogo personale, ecco propaganda no, però.
Ippolita ha scritto: per questo sottolineavo sopra l'enorme difficoltà di affrontare fatti di cronaca dal punto di vista poetico.
Sicuramente, ma se ormai hai imparato a conoscermi un po', saprai che in queste sfide mi tuffo tipo delfino in mare aperto :yupphi:
Farò tesoro di questi tuoi suggerimenti, perchè, nonostante la difficoltà, sono certa che la tentazione di scrivere ancora su temi di questo tipo potrebbe toccarmi.
Ti rinnovo il mio ringraziamento per il tuo giudizio sicero e prezioso.

Talia :happy-sunny:

Re: Pena capitale

5
ciao @Talia . Devo chiarire un punto: trovo corretta la tua osservazione a riguardo che la " Legge" è l'emblema di una organizzazione giuridica che somministra sempre una morale. Infatti ti ho detto che quella che ha condannato Lisa è stata una scelta politica e non la decisione di un uomo. Quindi ti do ragione sulla osservazione, ma facendoti notare che non l'hai portata avanti in modo chiaro. I riferimenti al gioco del golf, alle buche, portano per forza a far quel ragionamento che poi noi ti abbiamo fatto. ciao :love:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio
Rispondi

Torna a “Poesia”