[CE2025] L'alito marcio del male
Sequel di L'ultimo bignè di aladicorvo:
viewtopic.php?p=77226#p77226
Sulla branda della prigione locale, in attesa di processo per l'omicidio dello zio, Alberto Viscardi ripensa all'incontro chiarificatore, dopo l'arresto, con Denise, il suo grande amore.
Nessun "Te l'avevo detto io" o "Cosa hai fatto tu?" in arrivo, ma una donna sconvolta che scende rapida dalla macchina, mentre un agente si fionda in tempo utile a tirare il freno a mano. La t-shirt al rovescio, i leggins per la ginnastica, le ciabatte di casa.
Lui la vede dalla finestra del Commissariato, affiancato dal dottor Nardelli, che gli ha onsentito di chiamarla subito, prima ancora del suo avvocato.
Ha bisogno di lei, di affogare nei suoi occhi mentre le spiega di avere fatto uccidere quel porco di suo zio dai suoi pari: i maiali.
Ha bisogno di lei, per superare un futuro da recluso dove Denise, il suo sole, sarà spesso coperto, ma ci sarà comunque per tutti i giorni a venire,
pieni di lei in ombra e di lei in luce.
- Raccoglierò di te le debolezze, Raccoglierò le forze per riuscirci. Raccoglierai le forze per le mie -
era il loro mantra.
A Denise, nell'arco di dieci anni, aveva raccontato tutta la sua storia, senza segreti, tranne la faccenda della porcilaia, dei maiali, della morte dello zio: caduto dentro per un incidente, aveva liquidato la cosa. Denise sapeva dell'amore che lo aveva legato, nell'adolescenza, a Giuliano, e la sua brutta fine.
Denise gli ha organizzato la nuova vita, senza criminalizzarlo e dandole un indirizzo con un duplice scopo.
Alberto si è iscritto a Giurisprudenza con l'intento di istruirsi sulla sua difesa. Dal codice penale, ha appreso il discorso delle attenuanti
generiche, per e quali confida in un terzo di riduzione della pena.
Se il fatto doloso della persona offesa ha concorso a determinare l'evento, insieme all'azione o omissione del colpevole, può essere riconosciuta un'attenuante.
Circostanze Attenuanti Generiche (Art. 62-bis c.p.).
Si vedono sei volte al mese e lei lo interroga su Diritto pubblico, il primo esame che avrà nel giro di pochi mesi. Sono riusciti ad avere la complicità degli agenti di custodia per la loro serietà e educazione.
Sequel di L'ultimo bignè di aladicorvo:
viewtopic.php?p=77226#p77226
Sulla branda della prigione locale, in attesa di processo per l'omicidio dello zio, Alberto Viscardi ripensa all'incontro chiarificatore, dopo l'arresto, con Denise, il suo grande amore.
Nessun "Te l'avevo detto io" o "Cosa hai fatto tu?" in arrivo, ma una donna sconvolta che scende rapida dalla macchina, mentre un agente si fionda in tempo utile a tirare il freno a mano. La t-shirt al rovescio, i leggins per la ginnastica, le ciabatte di casa.
Lui la vede dalla finestra del Commissariato, affiancato dal dottor Nardelli, che gli ha onsentito di chiamarla subito, prima ancora del suo avvocato.
Ha bisogno di lei, di affogare nei suoi occhi mentre le spiega di avere fatto uccidere quel porco di suo zio dai suoi pari: i maiali.
Ha bisogno di lei, per superare un futuro da recluso dove Denise, il suo sole, sarà spesso coperto, ma ci sarà comunque per tutti i giorni a venire,
pieni di lei in ombra e di lei in luce.
- Raccoglierò di te le debolezze, Raccoglierò le forze per riuscirci. Raccoglierai le forze per le mie -
era il loro mantra.
A Denise, nell'arco di dieci anni, aveva raccontato tutta la sua storia, senza segreti, tranne la faccenda della porcilaia, dei maiali, della morte dello zio: caduto dentro per un incidente, aveva liquidato la cosa. Denise sapeva dell'amore che lo aveva legato, nell'adolescenza, a Giuliano, e la sua brutta fine.
Denise gli ha organizzato la nuova vita, senza criminalizzarlo e dandole un indirizzo con un duplice scopo.
Alberto si è iscritto a Giurisprudenza con l'intento di istruirsi sulla sua difesa. Dal codice penale, ha appreso il discorso delle attenuanti
generiche, per e quali confida in un terzo di riduzione della pena.
Se il fatto doloso della persona offesa ha concorso a determinare l'evento, insieme all'azione o omissione del colpevole, può essere riconosciuta un'attenuante.
Circostanze Attenuanti Generiche (Art. 62-bis c.p.).
Si vedono sei volte al mese e lei lo interroga su Diritto pubblico, il primo esame che avrà nel giro di pochi mesi. Sono riusciti ad avere la complicità degli agenti di custodia per la loro serietà e educazione.
Oggi, Alberto le cita l'articolo 15 della Costituzione, aprendo il volume alla pagina giusta e stampandola sul vetro che li divide:
Art.15
“La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili”.
Al fine di rafforzare la tutela dei dati personali, nel 1996 è stato istituito il Garante per la privacy (Autorità garante per la protezione dei dati personali), il cui scopo è quello di garantire la tutela delle persone per quanto riguarda il trattamento dei loro dati personali.
“La loro limitazione può avvenire solo per atto motivato dall’autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge”.
"Secondo te, il commissario Nardelli ha fatto le cose perbene a leggere le mie lettere prima di me? Tra l'altro, bastava convocarmi prima."
"Hai ragione, qui ci può essere un difetto di procedura che può fare invalidare tutto! Wow, vado subito dall'avvocato. Dammi il cinque, amore mio!"
Inoltre, è lei a fare da tramite con l'ex socio per la chiusura dell'attività di intermediazione immobiliare che è andata male: lo sta aiutando anche nelle procedure di vendita dei beni dei genitori di lui, morti in un incidente, o così era parso, tanti anni prima. Le spese legali saranno consistenti, ma Denise gli ha trovato un fior di avvocato sulla piazza. Il legale viene a trovare Alberto con assiduità, per orchestrare la sua difesa.
Anche le lettere della madre, da lui respinte al mittente in vent'anni, hanno un significato, nell’ottica delle attenuanti, e adesso anche nell'eventuale difetto di procedura col quale il dr. Nardelli le ha lette prima di lui, senza il suo permesso, o quello dell'Autorità giudiziaria.
Alberto si mette a rileggere le parole toccanti di sua madre, in un'altra ottica.
Prima lettera
Caro Alberto,
Figlio mio, lo so sono indegna di chiamarti così e di dirti un "caro" dolce come le carezze che non ti ho fatto, come l'amore che non ti ho mai dimostrato quando ero succube vile della volontà abietta del tuo miserabile padre e di tuo zio.
Motivi economici, di convenienza, di immagine sociale, il peggio del peggio, "pesati" sulla bilancia del profitto contro il peso del tuo schiacciante dolore, della tua mortificazione, della tua lacerante solitudine.
Troppo tardi ho capito, troppo tardi, ma ti scrivo per chiederti PERDONO.
Hai una madre che adesso sa, che adesso capisce quello che ti ha fatto: ti ha dato la vita e ha lasciato che te la distruggessero quasi subito.
Ero immersa dalla testa ai piedi in un mondo ipocrita, dove potevo stare finché l'immagine familiare era salva: quello contava.
Per il bello della diretta sociale, mi sono persa la diretta della crescita di mio figlio, ferma alle prime istantanee.
All''asilo, il disegno che spiccava tra tutti gli altri, a tema Neve era il tuo. - Perché, Alberto? -
- Di notte, cielo bianco fiocchi bianchi. Di notte, cielo nero fiocchi neri. - era stata la tua risposta, tenero piccolo mio.
E il grattasole? Come potrei dimenticarlo?
“Guarda il mio grattasole!”
“Grattacielo, vuoi dire” ti avevo corretto senza riflettere.
“Tutti gli altri grattano il cielo, questo gratta il sole. Guardalo, ce l’ha proprio sopra!”
“Che bello, è vero, scusami se subito non ci avevo pensato. Se ti immagini un grattacielo di notte, potresti vedere un grattaluna.”
“Sì mamma, adesso hai capito” mi rispondesti.
Perché ho smesso di capirti, di voler andare a fondo nei significati delle tue disperate e inespresse domande?
Poi il buio.
Il lato buio di tuo padre; tu che smettevi di avere amici perché significava invitarli a casa tua e vedere fargli del male.
Tu che cambiavi, che mi chiedevi aiuto e io che non sapevo dartelo perché ero già avvinta dalla ragnatela dell'errore e della miseria morale.
Ora ti chiedo aiuto io, e il solo motivo per cui potresti accontentarmi è che hai comunque il dono della vita, grazie a me.
So che lavori, che stai in salute; spero che, chiunque sia, vicino a te ci sia una persona che ti ami davvero.
RispondimI, ti prego
Mamma
Seconda lettera
Caro Alberto,
Sento anche un peso altrui sulla mia coscienza: Giuliano Moncaldi, il tuo amico, tolto di mezzo "perché non si può fare altrimenti, non capisci?" così lui mi ha detto e io non ho parlato. Ho mentito, in nome di una entità "superiore", secondo lui, che sarebbe stata la nostra dignità. Anche lui hai perso, e con lui l'unica amicizia-amore che stavi conoscendo.
Sto facendo auto-analisi e leggendo le opere poetiche da Dante a Leopardi; la poesia mi calma, e scrivere versi miei dà sfogo al mio tumulto interiore,
è una catarsi interiore che mi placa, preziosa per il mio animo. Di più, le cose che voglio esprimere mi riescono meglio in versi che in prosa.
Ti supplico di ascoltarmi: sono una donna che sta morendo dentro per il male che ho lasciato prendesse casa nella mia anima.
E poi ho lasciato si prendesse anche la tua casa dentro, senza darti il buon esempio, anzi, senza neanche dirti o spiegarti, prima, che:
- Il male è buio
tienilo fuori di te
sbagli a dire
- accendo le mie luci e lo faccio sparire -
tienilo fuori
una volta entrato c’è
- s’insinua -
al posto del bene
che si è portato via
le luci. -
Rispondimi, ti prego, cercami, ché adesso ci sono, solo per te ci sono.
Mamma
Terza lettera
L’alito marcio del male
ti serpeggia vicino da sempre,
e capisco
i silenzi e gli sputi,
la tua rabbia e il livore
e il “respinto al mittente”
per me.
Chi ti ha dato la vita
te l’ha devastata:
certo è vero
- purtroppo lo so -.
Ho riflesso allo specchio sociale
quell’immagine onesta di me
che scorgeva la gente,
che volevo vedesse di me.
Mentre ipocrita e sordida mente
cancellava l’amore per te.
Mentre intorno tu avevi il dolore,
addensato in un sordo rancore;
poi in odio per me e per tuo padre:
una vita di gelo e distacco
da noi.
Ma tu hai pronto un vaccino e una cura:
è il corredo di bene che è in te,
che è cresciuto malgrado il tuo ambiente,
nonostante i tuoi foschi natali
e l’assenza di amore da me.
Se lo porti alla luce del giorno,
mai più il male si accosterà a te.
P.S.: Il male che hai avuto in passato oggi si allontana da te. Addio dai tuoi miserabili genitori. Perdona.
Art.15
“La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili”.
Al fine di rafforzare la tutela dei dati personali, nel 1996 è stato istituito il Garante per la privacy (Autorità garante per la protezione dei dati personali), il cui scopo è quello di garantire la tutela delle persone per quanto riguarda il trattamento dei loro dati personali.
“La loro limitazione può avvenire solo per atto motivato dall’autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge”.
"Secondo te, il commissario Nardelli ha fatto le cose perbene a leggere le mie lettere prima di me? Tra l'altro, bastava convocarmi prima."
"Hai ragione, qui ci può essere un difetto di procedura che può fare invalidare tutto! Wow, vado subito dall'avvocato. Dammi il cinque, amore mio!"
Inoltre, è lei a fare da tramite con l'ex socio per la chiusura dell'attività di intermediazione immobiliare che è andata male: lo sta aiutando anche nelle procedure di vendita dei beni dei genitori di lui, morti in un incidente, o così era parso, tanti anni prima. Le spese legali saranno consistenti, ma Denise gli ha trovato un fior di avvocato sulla piazza. Il legale viene a trovare Alberto con assiduità, per orchestrare la sua difesa.
Anche le lettere della madre, da lui respinte al mittente in vent'anni, hanno un significato, nell’ottica delle attenuanti, e adesso anche nell'eventuale difetto di procedura col quale il dr. Nardelli le ha lette prima di lui, senza il suo permesso, o quello dell'Autorità giudiziaria.
Alberto si mette a rileggere le parole toccanti di sua madre, in un'altra ottica.
Prima lettera
Caro Alberto,
Figlio mio, lo so sono indegna di chiamarti così e di dirti un "caro" dolce come le carezze che non ti ho fatto, come l'amore che non ti ho mai dimostrato quando ero succube vile della volontà abietta del tuo miserabile padre e di tuo zio.
Motivi economici, di convenienza, di immagine sociale, il peggio del peggio, "pesati" sulla bilancia del profitto contro il peso del tuo schiacciante dolore, della tua mortificazione, della tua lacerante solitudine.
Troppo tardi ho capito, troppo tardi, ma ti scrivo per chiederti PERDONO.
Hai una madre che adesso sa, che adesso capisce quello che ti ha fatto: ti ha dato la vita e ha lasciato che te la distruggessero quasi subito.
Ero immersa dalla testa ai piedi in un mondo ipocrita, dove potevo stare finché l'immagine familiare era salva: quello contava.
Per il bello della diretta sociale, mi sono persa la diretta della crescita di mio figlio, ferma alle prime istantanee.
All''asilo, il disegno che spiccava tra tutti gli altri, a tema Neve era il tuo. - Perché, Alberto? -
- Di notte, cielo bianco fiocchi bianchi. Di notte, cielo nero fiocchi neri. - era stata la tua risposta, tenero piccolo mio.
E il grattasole? Come potrei dimenticarlo?
“Guarda il mio grattasole!”
“Grattacielo, vuoi dire” ti avevo corretto senza riflettere.
“Tutti gli altri grattano il cielo, questo gratta il sole. Guardalo, ce l’ha proprio sopra!”
“Che bello, è vero, scusami se subito non ci avevo pensato. Se ti immagini un grattacielo di notte, potresti vedere un grattaluna.”
“Sì mamma, adesso hai capito” mi rispondesti.
Perché ho smesso di capirti, di voler andare a fondo nei significati delle tue disperate e inespresse domande?
Poi il buio.
Il lato buio di tuo padre; tu che smettevi di avere amici perché significava invitarli a casa tua e vedere fargli del male.
Tu che cambiavi, che mi chiedevi aiuto e io che non sapevo dartelo perché ero già avvinta dalla ragnatela dell'errore e della miseria morale.
Ora ti chiedo aiuto io, e il solo motivo per cui potresti accontentarmi è che hai comunque il dono della vita, grazie a me.
So che lavori, che stai in salute; spero che, chiunque sia, vicino a te ci sia una persona che ti ami davvero.
RispondimI, ti prego
Mamma
Seconda lettera
Caro Alberto,
Sento anche un peso altrui sulla mia coscienza: Giuliano Moncaldi, il tuo amico, tolto di mezzo "perché non si può fare altrimenti, non capisci?" così lui mi ha detto e io non ho parlato. Ho mentito, in nome di una entità "superiore", secondo lui, che sarebbe stata la nostra dignità. Anche lui hai perso, e con lui l'unica amicizia-amore che stavi conoscendo.
Sto facendo auto-analisi e leggendo le opere poetiche da Dante a Leopardi; la poesia mi calma, e scrivere versi miei dà sfogo al mio tumulto interiore,
è una catarsi interiore che mi placa, preziosa per il mio animo. Di più, le cose che voglio esprimere mi riescono meglio in versi che in prosa.
Ti supplico di ascoltarmi: sono una donna che sta morendo dentro per il male che ho lasciato prendesse casa nella mia anima.
E poi ho lasciato si prendesse anche la tua casa dentro, senza darti il buon esempio, anzi, senza neanche dirti o spiegarti, prima, che:
- Il male è buio
tienilo fuori di te
sbagli a dire
- accendo le mie luci e lo faccio sparire -
tienilo fuori
una volta entrato c’è
- s’insinua -
al posto del bene
che si è portato via
le luci. -
Rispondimi, ti prego, cercami, ché adesso ci sono, solo per te ci sono.
Mamma
Terza lettera
L’alito marcio del male
ti serpeggia vicino da sempre,
e capisco
i silenzi e gli sputi,
la tua rabbia e il livore
e il “respinto al mittente”
per me.
Chi ti ha dato la vita
te l’ha devastata:
certo è vero
- purtroppo lo so -.
Ho riflesso allo specchio sociale
quell’immagine onesta di me
che scorgeva la gente,
che volevo vedesse di me.
Mentre ipocrita e sordida mente
cancellava l’amore per te.
Mentre intorno tu avevi il dolore,
addensato in un sordo rancore;
poi in odio per me e per tuo padre:
una vita di gelo e distacco
da noi.
Ma tu hai pronto un vaccino e una cura:
è il corredo di bene che è in te,
che è cresciuto malgrado il tuo ambiente,
nonostante i tuoi foschi natali
e l’assenza di amore da me.
Se lo porti alla luce del giorno,
mai più il male si accosterà a te.
P.S.: Il male che hai avuto in passato oggi si allontana da te. Addio dai tuoi miserabili genitori. Perdona.