[CE2025] Bengody Planet- sequel del racconto "L'errante"
1Link al racconto L'errante di Modea. https://costruttoridimondi.org/forum/vi ... 81c#p77078
L’anima di Richard lasciò il corpo esanime dell’uomo. Tutti i suoi ricordi si ionizzarono nell’aria pregna della carica gassosa dell’antimateria. Come un download virtuale, prese a vagare per l’atmosfera del pianeta, sino a esondare nel libero spazio del sistema solare K100. Il vissuto dell’assassinato venne captato dal pianeta Eloym Excell.
“Un altro omicidio su Tantra” pensò Yalbos. In funzione di capo del sistema di comunicazione, era stato il primo a decriptare il flusso ionizzato. Sheva gli si era avvicinata preoccupata.
“Non possiamo fare niente” disse la presenza che si celava dentro un ampio vestito fatto di flessuosi veli. “Nonostante tutto, l’essere umano rimane quello, lo sappiamo bene. Dietro la loro natura benigna si nasconde l’istinto distruttivo”.
“Non è mai stata la terra. Era qualcosa che non funzionava in loro. La loro natura non era compatibile al progetto. Eppure li avevamo messi su un pianeta di un colore impossibile da duplicare. Un paradiso verde e animato da splendide creature. Una meraviglia che mi è sempre rimasta nella reminiscenza”.
“Abbiamo fatto il possibile. Non abbiamo colpe” rispose la presenza.
Yalbos, pensieroso, si avvicinò alla lama d’aria ionizzata dove veniva conservata la storia del mondo universale. Nel sentire la sua presenza, questa si accese ed entrò in simbiosi con la sua mente , materializzandosi in immagini. La dura realtà della sconfitta stava sotto i suoi occhi.
Millenni passati tra gli umani a insegnare scienza, arte, cultura. Avevano imparato di certo, ma la necessità di annientare il più debole prevaleva sempre. La sete di potere, quella tara che non riuscivano a eliminare nel comportamento umano, alla fine, aveva reso necessario l’abbandono del progetto e della stessa terra.
“Fecero in fretta a dimenticarsi di noi” disse la creatura alle sue spalle, “Eppure abbiamo lasciato le radici della nostra cultura. Abbiamo lasciato edifici possenti a testimonianza delle nostre capacità. Le abbiamo messe nelle loro mani” aggiunse.
“Adesso non possiamo fare niente per loro” disse sconsolato Yalbos, “Ora che hanno distrutto la terra e si ritrovano a vagare senza una meta, e sono pochi anni di viaggio dal nostro sistema, mi domando dove andranno a ricominciare, semmai ci riusciranno, senza distruggere il pianeta che li potrebbe ospitare. Sono un problema irrisolvibile”.
“Colgo il tuo dolore” osservò la presenza flessuosa, “Il dolore ci era oscuro, lo abbiamo conosciuto vivendo tra loro; ora fa parte della conoscenza universale. Per noi è motivo di studio. Chissà se, una volta compreso il fenomeno, potremo risolvere il problema umano”.
L’elohim tirò un lungo sospiro e disse “Neanche su Polis e Prima Noster, nonostante tutti i nostri sforzi, le cose finiranno bene. Quelli che portammo via con noi in tenera età dalla terra, che abbiamo allevato su quelle nuove terre, hanno manifestato gli stessi problemi sin da subito: sarà un altro fallimento”.
Intanto, a circa il tempo di una rotazione totale di Mega Moon, Ted Bhezof e Alan Bolkestein,
rispettivamente presidenti dei due Stati di Polisi e Prima Noster, Stati confederati dell’anello di pianeti di Opinia, discutevano animatamente in video conferenza.
“Noi non ne vogliamo vedere più neanche uno, figuriamoci tre miliardi di scappati di casa, fancazzisti, spreconi e disturbatori della quiete pubblica” disse Ted.
“Ma così non va bene!” sbottò Alan. “Noi ne abbiamo ospitato duecentomila, li abbiamo rifocillati e poi, come da loro espressa richiesta, li abbiamo riportati a bordo della loro astronave”.
“Ah! Bella questa!” disse sarcastico Ted, “Se ne sono tornati a bordo perché li volevate far lavorare nei campi di cotone..!”
“Non dire idiozie! Li avevamo messi a dare acqua con gli innaffiatoi a un ettaro di campo! Era per tenerli attivi e farli svagare! Duecentomila persone per un ettaro: di quale sfruttamento parli? E poi, ti ricordo la tragedia del Koca&chips, quattro milioni di morti dentro a quella scatola di pura ferraglia, che hai volontariamente fatto finire in collisione sull’asteroide delle dieci, ora di Mega Moon” ribatté Alan.
“Una pura disgrazia” disse Ted, “Vollero lasciare Polis nonostante noi li avessimo informati del rischio”.
“Sì, vero, ma le coordinate in quale lingua erano?” irruppe Alan.
“Senti, lasciamo stare vecchie questioni e cerchiamo di arrivare alla soluzione di questo fottuto problema, una volta per tutte” disse Ted.
“Cosa proponi?” Domandò Alan, “Non mi parlare di quote immigratorie, al massimo sarei disposto a fornire il servizio di “Sicurezza spaziale” per migranti in difficoltà entro certi limiti. Non è che posso fornire cocktail di gamberi e scampi, lasagne al forno, chardonnay. Sono tre miliardi, miseria, mica trecento! Nessuno dei nostri vicini di Opinia ha intenzione di partecipare alle spese. Hanno già dato.. Sono vent’anni che questi qui vivono sulle spalle nostre, apparendo come dei poveri scampati alla tragedia e che si sono messi in viaggio per scampare alla morte. Ti ricordi quando dicemmo loro che in cinque anni di viaggio sarebbero potuti arrivare sul pianeta Little Heart ? Dissero che non avevano combustibile a sufficienza. Balle e balle, avevano capito che avrebbero dovuto lavorare sodo per spietrare i terreni, bonificare per costruire case e infrastrutture”.
“Come darti torto” disse Ted, “Per questo io stavo pensando alla soluzione finale”.
“Sarebbe? Li distruggiamo tutti assieme alle loro astronavi? Che figura facciamo nei confronti degli elohim nostri padri. Sappiamo bene come ci hanno insegnato alla rinuncia della violenza”.
“Faremo in modo che sembri una disgrazia. Ti ricordi di Tantra? Quel pianeta gassoso dove finirono alcuni di loro in fuga, e che vennero risucchiati in modo fortuito in quella magica atmosfera?”
“Certo! Ricordo. Era nei nostri piani impadronircene. Scoprire il segreto e sfruttare il sistema di autorigenerazione delle risorse. Ma è risultato un luogo inaccessibile per noi” notò Alan.
“ Ti devo dare una notizia incredibile. Un nostro ricercatore ha scoperto il sistema per entrarci. Ha capito come funziona il sistema, ma dice che una volta entrati non si esce più. Io pensavo di trasmettere nello spazio un falso messaggio in modo che questi tre miliardi di fankazzisti si mettano in viaggio verso Tantra e vi ci entrino. Chi comanda sul pianeta è un fervente professante umanista di quelle teorie sinistroidi di epoca remota terrestre. Sarà contento di accudirli..”
“E cosa succederà una volta che gli umani entreranno in quel luogo? E come si farà a invogliarli ad andare lì?” disse perplesso Alan.
“Inventeremo ad arte il messaggio che sul pianeta Tantra, a cui noi appiopperemo quello di Bengody Planet, si vive senza lavorare, grazie alla robotizzazione della filiera alimentare, di quella dei servizi di ristorazione, pulizia, di intrattenimento. Lanceremo il messaggio che il pianeta è aperto a tutti e che la Interstellar Corporation mette a disposizione gratuitamente”.
“Che idea geniale. Non sospetterebbero niente. Non sanno della esistenza di quel posto. Ma sei sicuro che non sarà il finimondo a Tantra? Insomma, tre miliardi di umani, miliardi su miliardi di tonnellate di ferraglia, plastica, vetro, in quel piccolo pianeta”.
“Sarà la volta buona che ci impossesseremo di Tantra. In effetti, il nostro ricercatore ha fatto una stima delle conseguenze. Il magnetismo di tutto il ferro delle astronavi consumerà nel giro di una stagione terrestre il fluido miracoloso rigenerante di cui cerchiamo di mettere le mani sopra. Dopo di quello, tutti moriranno per mancanza di cibo, compresi gli abitanti dalla lunga vita. Dopo di cui, noi potremo entrare a Tantra, dato che tutte le barriere protettive d’accesso al pianeta saranno distrutte. Si tratta di aspettare un anno” terminò Ted Bhezof.
“Se la meritano proprio l’estinzione. Adesso che ci penso, potremmo vendere il ferro rottamato alla Galassy&Scrap, il prezzo è in salita..” suggerì Alan Bolkestein.
Alla fine, il piano fu messo in atto e il messaggio lanciato fu captato dalla lussuosa astronave Interprize. Due milioni di tonnellate di stazza con stanze dotate di ogni comfort, tra cui sauna, piscina, panorama sulle costellazioni. Il capitano inserì le coordinate e le indicazione all’attracco e si mise in movimento. Ma poi anche il resto della enorme flotta degli umani gli andò dietro.
Il sistema gassoso della atmosfera di Tantra, attraverso la ionizzazione dei plurimi messaggi che venivano rilasciati dalle astronavi, svegliò di soprassalto gli abitanti, avvisandoli degli inaspettati ospiti. Sofia, Akanke, assieme alla giovane Zahra, corsero ad avvertire Moses. “Bene, finalmente emigranti da rifocillare e da aiutare” disse felice, scrollandosi di dosso l’infelice pensiero su come aveva strangolato Richard.
“Ma sono tre..” fece imbarazzata Sofia.
“Solo tre?”
“No” di più” disse Akanke.
“Trecento?” chiese Moses.
“Non so come dirtelo” disse Sofia, “Guarda fuori e ti renderai conto” esclamò arrossendo la donna.
Moses si affacciò alla finestra e guardò il cielo ricoperto di astronavi, dalle quali provenivano le note di una remota canzone a lui familiare:
“Pe pe pe pe pe
pe pe pe pe pe pe
upa neguinho na estrada
upa pra’ la e pra’ ca’
Virgem que coisa mais Linda
upa neguinho comencando a andar
Zazuera zazuera zazuera zazuera”
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio