La missione segreta
- Ricordi, dunque: deve aprire la busta tra dieci anni esatti, a questa stessa data e alla stessa ora. Non lo faccia né prima né dopo, per nessun motivo. Faccia testamento appena possibile, informando il suo erede più prossimo dell’esistenza e dell’ubicazione della busta, e così dovrà fare anche lui con il proprio erede. In caso di morte del guardiano della busta, deve esserci sempre un altro guardiano pronto a prenderne il posto. Nella busta ci sono gli ordini dettagliati da eseguire e lei può immaginare cosa dipenda da tutto questo, sa quanto l’Organizzazione abbia a cuore i destini dell’umanità.
Il comandante in capo dell’Organizzazione mi consegnò la busta con gesto e barba solenni e mi congedò.
Per dieci anni la busta giacque nascosta in fondo a una cassetta di sicurezza. Ogni tanto la curiosità mi assaliva, ma conoscevo la potenza dell’Organizzazione, sapevo che trasgredirne un ordine è letale.
Giunse il gran giorno, ero in attesa da ore dello scoccare delle 12,00. Lacerai la busta, all’interno c’erano un’altra busta e un foglio di carta: Spettabile Guardiano, per motivi di sicurezza che dieci anni fa mettevano in pericolo l’esistenza stessa dell’Organizzazione, non potemmo dirle quanto segue: dovrà aprire la seconda busta soltanto tra dieci anni, stessa data, stessa ora. Le medesime istruzioni valgono per il suo eventuale erede, qualora lei non sia più tra noi. Rammenti sempre la capitale importanza del suo compito e degli ordini che dovrà eseguire.
Depositai la seconda busta in una cassetta di sicurezza di un’altra banca e gli anni ripresero a scorrere lenti e simili, ognuno un po’ più breve, ognuno un po’ peggiore del precedente; ma io ero fortunato rispetto agli altri: la mia vita aveva uno scopo, uno scopo segreto che mi aspettava, che dava un senso a tutto.
Ventesimo anno, ore12,00: la seconda busta conteneva un foglio e un’altra busta; il foglio aveva l’identico testo di dieci anni prima. Rimasi un po’ sconcertato: che fare? In tutti questi anni non ero mai più stato contattato dall’Organizzazione, né l’avevo più sentita nominare, ma sapevo bene che la segretezza assoluta delle sue attività è alla base della terribile potenza che le consente di dominare il mondo. Il mio compito doveva continuare.
Settantesimo anno, ore 12,00: sono alla settima apertura, ho ottantasei anni, è quasi certo che questa sarà la mia ultima opportunità; mio figlio sa già tutto e si appresta a essere il nuovo guardiano. Per tutta la vita l’ho educato al rispetto e all’obbedienza incondizionata verso l’Organizzazione, sa che da essa dipendono le vite di miliardi di persone. Sto per aprire la busta: come ogni volta, è sempre più piccola, sempre più leggera, più vecchia e ingiallita. Ma davvero non mi pento di essere stato scelto come guardiano: questo compito ha giustificato la mia esistenza.
Leggo le prime parole, rimango folgorato: Caro Guardiano, se lei è ancora in vita cogliamo l’occasione per congratularci per la sua costanza e fedeltà. Lei ha reso all’Organizzazione servigi incalcolabili e il coronamento della sua brillante carriera è ora a portata di mano. Apra subito l'ultima busta: gli ordini che vi leggerà le daranno finalmente la misura della capitale portata della sua missione e il suo scopo fondamentale. Grazie, caro Guardiano.
Le mani tremanti, gli occhi pieni di lacrime, apro l'ultima busta, spiego il foglio e... neanche una parola, il foglio è bianco: in questo momento, solo in questo momento, capisco la capitale portata della mia missione e il suo scopo fondamentale.
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