Spray puzzolente.
"La grande occasione per Mario è arrivata, finalmente: Annalisa della 3^C, la più carina la più cretina (per dirla con Venditti), ha accettato di essere la sua compagna al Gran ballo in maschera nel Salone delle Feste. Ma qualcosa non andrà per il verso giusto."
Lo ammetto, il pollice su di Annalisa Terlizzi mi ha spiazzato.
«Guarda che sono Mario Albizzi della terza F…» emoji faccina stupita.
«Sì, lo so. Non ho sbagliato chat» smile. Emoji cuore che pulsa. «A che ora vieni a prendermi?»
Panico. Possiedo una bicicletta muscolare presa dai miei coi punti al supermercato, uno di quei modelli unisex senza la “canna”. Come dite? Alla mia età solo una bici? No, niente scooter, troppo pericoloso dice mia madre, troppo costoso dice mio padre.
«Che ne pensi di andare a piedi?» emoji uomo e donna legati da un cuore.
«Ma sei fuori?» emoji scarpa rossa col tacco.
Non capisco se mi stia dicendo che mi lancerà le scarpe oppure che indosserà delle scarpe col tacco e le farebbero male i piedi a camminare. Ci rimugino un po’ su. Annalisa stava con un babbeo di quinta. Un babbeo ripetente e patentato, però. Propendo per la versione “mal di piedi” e mento. «Scooter in panne.» emoji faccina che piange a dirotto.
Il tema della festa di Carnevale, “I magnifici anni ‘80” lo ha scelto la madre di Annalisa: è la rappresentante d’Istituto e pare che abbia un certo ascendente sul preside. Sì, se avete pensato male, avete immaginato bene: la madre di Annalisa è una donna appariscente e piuttosto belloccia nonostante l’età, lo devo ammettere.
Da lontano vedo arrivare la sua Mini Cooper fiammante. Annalisa scende e si guarda intorno. Forse si starà chiedendo dov’è il suo cavaliere (ma sono io!?) Osservo la scena nascosto dietro a una siepe del magnifico giardino di Villa Borromini. Abbigliata come una ballerina del Drive In, mi manda già su di giri: body aderente tempestato di paillettes, minigonna fucsia, un paio di pattini a rotelle le pendono dalle spalle e, alla fine di due gambe lunghissime inguainate in calze a rete a maglia larga, scarpe rosse di vernice con tacchi a prova di vertigine. Indossa una cascata di capelli ramati, un trucco pesante che esalta i suoi occhi verde menta e un rossetto da gran diva sulle labbra. Mastica con vigore un chewingum rosa e fa un pallone enorme che risucchia in bocca con grazia solo un attimo prima che le esploda sul viso. Che classe! Immagino già il sapore “fragoloso” dei suoi baci.
Prima di andarle incontro, attendo che la madre sia partita. Non vorrei proprio che mi vedesse combinato così: ho rimediato un vecchio piumino simil Moncler di mio padre che, nonostante mia madre lo abbia stesso all’aria per tre giorni, puzza ancora di naftalina. Indosso un cappellino di lana calato sulla fronte e un paio di occhiali da sole scuri acquistati per cinque euro al negozio cinese di fronte a casa mia.
Come dite? Le mie scarpe? No, niente Timberland, ma tanto, nella confusione, non lo noterà nessuno. Sono il perfetto prototipo del “paninaro” sfigato.
Che ci fa una come Annalisa Terlizzi della terza C, con uno come me? Va bene, adesso vi racconto come sono riuscito a “cuccare”, (si diceva così, no?) la più carina (? fantastica, insuperabile, fighissima) della scuola.
Il più grande (d’età) della scuola, Filippo Duranti, mi aveva ingaggiato per “fare il palo” davanti alla porta dei bagni. Sì, avete capito bene. Si chiudeva lì con le ragazze e io dovevo stare fuori e bussare se vedevo arrivare qualcuno. Avere l’amicizia di uno di quinta e già maggiorenne, ha i suoi vantaggi per cui ho accettato l’incarico senza farmi troppe domande.
Tutto filava a meraviglia finché, una mattina, non l’ho visto arrivare con lei, Annalisa, la ragazza dei miei sogni. Non potevo permettere che la trattasse come tutte: appena chiusa la porta, ho iniziato a bussare, ma lui non ha aperto. Allora ho gridato: “Sta arrivando il preside!” E lui che ha fatto? Mi ha risposto secco: “levati dalle…” Insomma, avete capito non aveva alcuna intenzione di interrompere ciò che stava facendo. Così, sono entrato nel bagno accanto e ho fatto i miei bisogni. Complice la zuppa di fagioli mangiata la sera prima, la faccenda si è rivelata, oltre che rumorosa, parecchio fetida. I due piccioncini sono scappati a gambe levate.
Per non annoiarvi troppo, vi dico che l’amicizia col Duranti finì quella mattina. E, per un po’, finirono anche le sue fughe amorose nei bagni perché andai a denunciare la cosa al preside. Filippo si prese un paio di giorni di sospensione e io mi guadagnai il suo odio eterno.
Annalisa, però, sembrava davvero cotta e continuò a frequentarlo mentre lui, dopo qualche tempo, si scelse altro “palo”.
Cosa potevo fare? Dovevo avvisarla e, credetemi, non è stato facile trovare il coraggio… (infatti ho chiesto aiuto a Cecilia, la mia compagna di banco.)
L’appuntamento era in corridoio, durante la ricreazione, ma Annalisa era sempre circondata da una nuvola di compagni. Avevo perso le speranze quando Cecilia, la mia complice, è riuscita ad accompagnarla vicino a me che stavo proprio sotto alla campanella. Neppure il tempo di presentarmi che quella ha iniziato a suonare. Nel frastuono le ho vomitato addosso la realtà: il suo ragazzo la tradiva. Giuro, non potevo immaginare che si mettesse a strillare così tanto, ma la faccenda era seria e soprattutto le avevo detto la verità, cosa che lei avrebbe potuto constatare presto coi propri occhi. Quando mi chiese il numero di cellulare, mi sentii fiero come un cavaliere nel giorno dell’investitura.
Il Gran ballo di Carnevale a Villa Borromini è l’evento dell’anno: da settimane, non si parla d’altro. Tutte le classi si sono impegnate a organizzare, cercare le musiche, i costumi e, soprattutto, scegliere i compagni di danze. Le coppie si formano e si guastano nel giro di poche ore in un vorticare di emozioni da scuola americana di certi film di scarso valore. Perfino i professori sembrano eccitati all’idea di partecipare a una serata stile anni ’80. Nelle scorse settimane, ho visto la madre di Annalisa sculettare lungo i corridoi per attaccare i manifesti accompagnata dal signor Preside che le stava a fianco come una scimmia ammaestrata.
Detto con sincerità, non avevo alcuna intenzione di partecipare ma… non si dovrebbe mai lasciare incustodito il proprio smartphone. Qualcuno, approfittando di una mia distrazione, lo ha preso e ha chiesto ad Annalisa di fare coppia per il ballo (cioè io gliel’ho chiesto visto che il telefono era il mio). Perché lei abbia accettato resta un mistero. E qui torniamo all’incipit di questa storia.
Dunque, eravamo rimasti con me nascosto dietro la siepe a osservare l’arrivo della mia bella.
Non ve l’ho ancora detto, perché un po’ mi vergognavo a farlo, ma, per l’occasione, ho dato fondo ai miei risparmi per acquistare un mazzolino di fiori per Annalisa. Sì, lo so, i miei compagni mi “perculeranno” all’infinito, ma del resto questa è una festa d’altri tempi e, forse, negli anni ’80 le ragazze si conquistavano ancora così.
Annalisa continua a cercarmi con lo sguardo e lancia un grido quando mi vede balzare fuori dal nascondiglio e inciampare su una pietra spuntata (dal nulla, giuro!) nel giardino. Inutile dire che il mazzo di fiori si dissolve in mille petali che ci sono volano addosso come coriandoli.
Noto un capannello di compagni che si fiondano a immortalare il momento mentre Annalisa ride così tanto che le lacrime le sciolgono il trucco. Diventerò un meme virale.
Mi rialzo, barcollo un po’, e cerco di scuotere i petali di dosso. Mi frugo in tasca, prendo un fazzoletto e lo offro ad Annalisa che, nel frattempo, da bomba sexy si è trasformata in un tenero panda.
Decido di andare a darmi una ripulita in bagno mentre nella sala impazza già la festa al ritmo di Wake me up before you gogo.
Entro seguito da un coloratissimo George Michael in calzoncini corti lucidi e ciuffo biondo d’ordinanza che chiude la porta a chiave. Non tardo molto a riconoscere Filippo Duranti. Ci troviamo uno di fronte all’altro in una scena degna di Sergio Leone: lui, alto e muscoloso, io un peso piuma. Affido la mia anima a Dio sperando che non mi pesti troppo forte, ma lui, anziché prendermi a pugni, mi spara addosso il contenuto di una bomboletta di spray puzzolente. Poi, compiuto il misfatto, apre la porta: Annalisa e le sue amiche sono tutte lì davanti a me: qualcuno si tutu il naso con le dita, altre agitano le mani fingendo di svenire per la puzza, ma, l’umiliazione peggiore, è vedere Filippo che prende sottobraccio la mia (quasi) ragazza e la fa volteggiare nella pista.
Qual è la morale di questa triste storia? Non si dovrebbe mai lasciare il proprio smartphone incustodito, specie se una ragazza bella come Annalisa è convinta che il suo ragazzo non la tradirebbe mai e che tu sia solo uno spione sfigato.
A proposito, lo avete capito, vero? Il messaggio d’invito alla festa (dal mio telefono) lo aveva spedito proprio Annalisa. Che cretina! Sarà meglio che la dimentichi, che ne pensate?
Re: [CC25 Inciampi d’amore]
2@Monica wrote: Sat Mar 08, 2025 11:44 amnonostante mia madre lo abbia stesso all’aria per tre giorni,steso
@Monica wrote: Sat Mar 08, 2025 11:44 amadesso vi racconto come sono riuscito a “cuccare”, (si diceva così, no?)Non mi sembra logico lo scritto tra parentesi. Chi parla, al presente, è un ragazzo di oggi, quindi non avrebbe senso neanche il "si dice così, no?".
@Monica wrote: Sat Mar 08, 2025 11:44 amInsomma, avete capito che non aveva alcuna intenzione di interrompere ciò che stava facendo.dimenticanza
@Monica wrote: Sat Mar 08, 2025 11:44 amdopo qualche tempo, si scelse un altro “palo”.dimenticanza
@Monica wrote: Sat Mar 08, 2025 11:44 amil mazzo di fiori si dissolve in mille petali che ci sono volano addosso come coriandoli.
@Monica wrote: Sat Mar 08, 2025 11:44 ame cerco di scuotere i petali di dosso.ti suggerisco "scuotermi".
@Monica wrote: Sat Mar 08, 2025 11:44 amqualcuno si tutu tura il naso con le dita, altre agitano le mani fingendo di svenire per la puzza, ma, l’umiliazione peggiore, è vedere Filippo che prende sottobraccio la mia (quasi) ragazzaQuell'inciso dopo il "ma" isola il soggetto: eliminerei le due virgole.
@Monica wrote: Sat Mar 08, 2025 11:44 amA proposito, lo avete capito, vero? Il messaggio d’invito alla festa (dal mio telefono) lo aveva spedito proprio Annalisa. Che cretina! Sarà meglio che la dimentichi, che ne pensate?Non avevo capito questa cosa. Sei stata brava a inserirla ad hoc nel finale di questo racconto giovane e sbarazzino, così come, con naturalezza, hai inserito la "boa" puzzolente.
Grazie della piacevole lettura, @@Monica

Re: [CC25 Inciampi d’amore]
4Quanto mi sono divertita a questa lettura.
Ci si sente proprio così, coraggiosi e sfigati, increduli davanti alla fortuna, ma non abbastanza da avere il dubbio che sia uno scherzo cattivo, uno di quelli fatti con crudeltà.
Ma il protagonista vince, perché trae un insegnamento e questo gli permette quasi di ignorare il resto.
Non è un granché di insegnamento, una cosa molto pratica, che non gli cambierà la vita, ma che gli permette di superare quel tragico momento, fatto di umiliazione e amore perduto.
Complimenti, mi è davvero piaciuto moltissimo.
Ci si sente proprio così, coraggiosi e sfigati, increduli davanti alla fortuna, ma non abbastanza da avere il dubbio che sia uno scherzo cattivo, uno di quelli fatti con crudeltà.
Ma il protagonista vince, perché trae un insegnamento e questo gli permette quasi di ignorare il resto.
Non è un granché di insegnamento, una cosa molto pratica, che non gli cambierà la vita, ma che gli permette di superare quel tragico momento, fatto di umiliazione e amore perduto.
Complimenti, mi è davvero piaciuto moltissimo.
Re: [CC25 Inciampi d’amore]
5@Monica cara, il tuo racconto mi è davvero piaciuto.
L’inferno di quell’età ingrata è disegnato con una tenerezza che fa perdonare le vigliaccate del povero Mario, sfigato e spione, alla disperata ricerca di quel permesso di esistere che ancora non sa darsi da solo e dunque vittima designata di quanti la natura ha privilegiato senza merito alcuno.
Hai rispettato perfettamente la traccia, per di più dando alla boa dignità e funzione: il gesto crudele di chi può permettersi di annientare i vinti umiliandoli, senza nemmeno sporcarsi le mani con la violenza.
Dispiace soltanto non conoscere lo sviluppo di questo Teen Drama (perdona l'odioso inglesismo) molto più ricco di quello che sembra, ma fermo a un bivio fatale.
Eppure sarebbe bastato lavorare per flashback, magari mostrandoci un Mario adulto e condannato per i suoi delitti seriali. O invece, ormai anziano, che guarda la sua Annalisa spignattare in cucina, lei che di bello non aveva solo le chiappe e l’ha amato e sostenuto per tutta la vita.
Chissà, magari un giorno ti viene voglia di raccontarcelo
L’inferno di quell’età ingrata è disegnato con una tenerezza che fa perdonare le vigliaccate del povero Mario, sfigato e spione, alla disperata ricerca di quel permesso di esistere che ancora non sa darsi da solo e dunque vittima designata di quanti la natura ha privilegiato senza merito alcuno.
Hai rispettato perfettamente la traccia, per di più dando alla boa dignità e funzione: il gesto crudele di chi può permettersi di annientare i vinti umiliandoli, senza nemmeno sporcarsi le mani con la violenza.
Dispiace soltanto non conoscere lo sviluppo di questo Teen Drama (perdona l'odioso inglesismo) molto più ricco di quello che sembra, ma fermo a un bivio fatale.
Eppure sarebbe bastato lavorare per flashback, magari mostrandoci un Mario adulto e condannato per i suoi delitti seriali. O invece, ormai anziano, che guarda la sua Annalisa spignattare in cucina, lei che di bello non aveva solo le chiappe e l’ha amato e sostenuto per tutta la vita.
Chissà, magari un giorno ti viene voglia di raccontarcelo

Re: [CC25 Inciampi d’amore]
6Ciao @Monica
Ho letto il tuo gustoso racconto, quindi ti lascio, con i miei complimenti, questo stringato commento.
Spray puzzolente è un racconto che narra le disavventure di Mario Albizzi, un adolescente goffo e insicuro, che si ritrova inaspettatamente invitato al Gran Ballo in maschera a tema anni ’80 dalla popolare e affascinante Annalisa Terlizzi.
Il racconto, scritto in prima persona, segue Mario mentre cerca di gestire l’opportunità di conquistare la ragazza dei suoi sogni, affrontando però una serie di umiliazioni e imprevisti, culminanti in una beffa orchestrata dalla stessa Annalisa e dal suo ex, Filippo Duranti.
La storia si sviluppa in un contesto scolastico, con un tono ironico e leggero, ma lascia intravedere riflessioni più profonde sull’adolescenza, l’accettazione di sé e le dinamiche sociali.
Analisi strutturale
Il racconto è ben strutturato, con un incipit accattivante che introduce subito il conflitto emotivo di Mario (la sorpresa dell’invito di Annalisa) e prepara il lettore per una storia che si sviluppa attraverso una serie di eventi concatenati. La narrazione segue un arco temporale chiaro, alternando momenti di flashback (l’episodio del bagno e la denuncia al preside) a scene in tempo reale (l’arrivo al ballo e l’incidente con lo spray).
Questa alternanza mantiene il ritmo vivace e aiuta a contestualizzare le motivazioni dei personaggi.
Il climax, rappresentato dall’umiliazione di Mario con lo spray puzzolente e il tradimento di Annalisa, è efficace nel creare un momento di tensione emotiva, anche se la risoluzione arriva rapidamente con una morale esplicita.
La conclusione, con Mario che riflette sull’accaduto e invita il lettore a condividere il suo punto di vista (“Che ne pensate?”), è coerente con il tono confidenziale e colloquiale, ma potrebbe beneficiare di un maggiore approfondimento emotivo per lasciare un’impressione più duratura.
Punti di forza:
Il linguaggio del racconto è volutamente colloquiale, ricco di espressioni gergali (“cuccare”, “perculeranno”, “fighissima”) e riferimenti alla cultura pop (Venditti, Drive In, George Michael), che lo ancorano al contesto adolescenziale e al tema anni ’80.
Questo stile crea un’immediata connessione con un pubblico giovane, grazie a un tono ironico e autoironico che rende Mario un narratore simpatico e relatable.
L’uso delle emoji nel testo iniziale è un tocco moderno che riflette il linguaggio delle chat tra adolescenti, anche se potrebbe risultare datato in futuro.
Le descrizioni sono vivide e colorite, come quella di Annalisa vestita da ballerina del Drive In o del piumino puzzolente di naftalina di Mario.
Questi dettagli aggiungono umorismo e concretezza alla narrazione, anche se a volte rischiano di cadere in stereotipi (es. la madre di Annalisa come “donna appariscente” o il preside come “scimmia ammaestrata”).
L’umorismo, spesso basato sull’autodegradazione di Mario, è efficace ma potrebbe essere bilanciato con momenti di maggiore serietà per dare profondità al personaggio.
Punti di forza:
Mario Albizzi è il cuore del racconto: un adolescente insicuro, ironico e sognatore, che incarna il classico “underdog” delle storie scolastiche. La sua voce narrante è il punto di forza del racconto, poiché il lettore si identifica facilmente con le sue insicurezze e il suo desiderio di essere accettato. Tuttavia, Mario rimane un po’ piatto: la sua evoluzione emotiva è accennata ma non esplorata a fondo, e il suo ruolo di vittima passiva degli eventi potrebbe essere arricchito con momenti di agency o riflessione più marcata.
Annalisa Terlizzi è un personaggio interessante ma bidimensionale: rappresenta l’archetipo della ragazza popolare e inarrivabile, ma il suo tradimento finale la rende più una “antagonista” che un personaggio sfaccettato.
La sua decisione di accettare l’invito di Mario rimane poco spiegata, lasciando il lettore con un senso di incompletezza.
Filippo Duranti, invece, è un bullo stereotipato, funzionale alla trama ma privo di profondità.
Personaggi secondari come Cecilia o la madre di Annalisa sono accennati ma non sviluppati, il che limita il loro impatto sulla storia.
Punti di forza
Il racconto affronta temi tipici dell’adolescenza: il desiderio di accettazione, l’insicurezza, le dinamiche di potere nel contesto scolastico e il primo amore. La storia mette in luce il contrasto tra l’idealizzazione di Annalisa da parte di Mario e la realtà del suo comportamento, suggerendo una critica alle apparenze e alle aspettative irrealistiche.
Il tema della vendetta (lo spray puzzolente come punizione per la denuncia di Mario) e dell’umiliazione pubblica riflette le crudeltà delle dinamiche sociali tra giovani.
La morale esplicita (“Non si dovrebbe mai lasciare il proprio smartphone incustodito”) è efficace per un pubblico giovane, ma potrebbe essere integrata con una riflessione più universale, come l’importanza di imparare dai propri errori o di accettare le delusioni come parte della crescita.
Il riferimento agli anni ’80, oltre a essere un elemento tematico del ballo, aggiunge una nota nostalgica che potrebbe risuonare con un pubblico adulto, ma rimane in superficie senza essere pienamente sfruttato.
Punti di forza
Spray puzzolente è un racconto divertente e ben scritto, che cattura l’essenza dell’adolescenza con un tono ironico e un’ambientazione vivace.
La storia riesce a intrattenere grazie al ritmo serrato e alle descrizioni colorite, ma soffre di una certa prevedibilità nella trama e di personaggi che, pur efficaci, rimangono entro gli archetipi del genere.
L’umorismo e l’autoironia di Mario sono il cuore del racconto, rendendolo un’ottima lettura per un pubblico giovane o per chi cerca una storia leggera e nostalgica.
Tuttavia, un maggiore approfondimento emotivo e una caratterizzazione più sfaccettata dei personaggi potrebbero elevarlo a un livello di maggiore impatto e universalità.
Valutazione finale
Il racconto è un riuscito esempio di narrativa adolescenziale, con un buon equilibrio tra umorismo e riflessione.
Con qualche aggiustamento per arricchire i personaggi e approfondire la crescita emotiva di Mario, potrebbe trasformarsi in una storia ancora più memorabile.
Perfetto per un pubblico giovane o per chi vuole rivivere con un sorriso le dinamiche scolastiche degli anni della scuola.
Suggerimenti per il miglioramento

Ho letto il tuo gustoso racconto, quindi ti lascio, con i miei complimenti, questo stringato commento.
Spray puzzolente è un racconto che narra le disavventure di Mario Albizzi, un adolescente goffo e insicuro, che si ritrova inaspettatamente invitato al Gran Ballo in maschera a tema anni ’80 dalla popolare e affascinante Annalisa Terlizzi.
Il racconto, scritto in prima persona, segue Mario mentre cerca di gestire l’opportunità di conquistare la ragazza dei suoi sogni, affrontando però una serie di umiliazioni e imprevisti, culminanti in una beffa orchestrata dalla stessa Annalisa e dal suo ex, Filippo Duranti.
La storia si sviluppa in un contesto scolastico, con un tono ironico e leggero, ma lascia intravedere riflessioni più profonde sull’adolescenza, l’accettazione di sé e le dinamiche sociali.
Analisi strutturale
Il racconto è ben strutturato, con un incipit accattivante che introduce subito il conflitto emotivo di Mario (la sorpresa dell’invito di Annalisa) e prepara il lettore per una storia che si sviluppa attraverso una serie di eventi concatenati. La narrazione segue un arco temporale chiaro, alternando momenti di flashback (l’episodio del bagno e la denuncia al preside) a scene in tempo reale (l’arrivo al ballo e l’incidente con lo spray).
Questa alternanza mantiene il ritmo vivace e aiuta a contestualizzare le motivazioni dei personaggi.
Il climax, rappresentato dall’umiliazione di Mario con lo spray puzzolente e il tradimento di Annalisa, è efficace nel creare un momento di tensione emotiva, anche se la risoluzione arriva rapidamente con una morale esplicita.
La conclusione, con Mario che riflette sull’accaduto e invita il lettore a condividere il suo punto di vista (“Che ne pensate?”), è coerente con il tono confidenziale e colloquiale, ma potrebbe beneficiare di un maggiore approfondimento emotivo per lasciare un’impressione più duratura.
Punti di forza:
- La struttura a incastro tra passato e presente arricchisce la narrazione, fornendo contesto senza appesantire il ritmo.
- L’incipit cattura immediatamente l’attenzione con il tono sorpreso e ironico di Mario.
- La morale esplicita si adatta al pubblico giovane, rendendo il racconto accessibile e didattico.
- La risoluzione è un po’ frettolosa: il passaggio dall’umiliazione alla riflessione morale avviene senza esplorare a fondo l’impatto emotivo su Mario. Un momento di introspezione più marcato potrebbe rafforzare l’empatia del lettore.
- Alcuni flashback, come l’episodio del bagno, sono narrati in modo un po’ troppo sintetico, rischiando di sembrare aneddotici piuttosto che essenziali per la trama.
Il linguaggio del racconto è volutamente colloquiale, ricco di espressioni gergali (“cuccare”, “perculeranno”, “fighissima”) e riferimenti alla cultura pop (Venditti, Drive In, George Michael), che lo ancorano al contesto adolescenziale e al tema anni ’80.
Questo stile crea un’immediata connessione con un pubblico giovane, grazie a un tono ironico e autoironico che rende Mario un narratore simpatico e relatable.
L’uso delle emoji nel testo iniziale è un tocco moderno che riflette il linguaggio delle chat tra adolescenti, anche se potrebbe risultare datato in futuro.
Le descrizioni sono vivide e colorite, come quella di Annalisa vestita da ballerina del Drive In o del piumino puzzolente di naftalina di Mario.
Questi dettagli aggiungono umorismo e concretezza alla narrazione, anche se a volte rischiano di cadere in stereotipi (es. la madre di Annalisa come “donna appariscente” o il preside come “scimmia ammaestrata”).
L’umorismo, spesso basato sull’autodegradazione di Mario, è efficace ma potrebbe essere bilanciato con momenti di maggiore serietà per dare profondità al personaggio.
Punti di forza:
- Il tono colloquiale e ironico è coerente con la voce di un adolescente, rendendo la narrazione autentica e coinvolgente.
- Le descrizioni visive, come il costume di Annalisa o l’aspetto da “paninaro sfigato” di Mario, sono evocative e aggiungono colore al racconto.
- L’inserimento di riferimenti culturali (es. anni ’80, Drive In) crea un’atmosfera nostalgica che si sposa bene con il tema del ballo.
- Alcuni passaggi risultano troppo caricaturali, rischiando di stereotipare i personaggi secondari (es. Filippo come bullo monodimensionale, la madre di Annalisa come femme fatale).
Un maggiore sviluppo di questi personaggi potrebbe aggiungere complessità. - L’uso delle emoji, pur efficace, è limitato alla parte iniziale; una loro integrazione più coerente nel testo (o una scelta di evitarle del tutto) potrebbe migliorare la fluidità.
- Alcuni termini gergali potrebbero risultare eccessivi o forzati, soprattutto se il pubblico di riferimento non è esclusivamente adolescente.
Mario Albizzi è il cuore del racconto: un adolescente insicuro, ironico e sognatore, che incarna il classico “underdog” delle storie scolastiche. La sua voce narrante è il punto di forza del racconto, poiché il lettore si identifica facilmente con le sue insicurezze e il suo desiderio di essere accettato. Tuttavia, Mario rimane un po’ piatto: la sua evoluzione emotiva è accennata ma non esplorata a fondo, e il suo ruolo di vittima passiva degli eventi potrebbe essere arricchito con momenti di agency o riflessione più marcata.
Annalisa Terlizzi è un personaggio interessante ma bidimensionale: rappresenta l’archetipo della ragazza popolare e inarrivabile, ma il suo tradimento finale la rende più una “antagonista” che un personaggio sfaccettato.
La sua decisione di accettare l’invito di Mario rimane poco spiegata, lasciando il lettore con un senso di incompletezza.
Filippo Duranti, invece, è un bullo stereotipato, funzionale alla trama ma privo di profondità.
Personaggi secondari come Cecilia o la madre di Annalisa sono accennati ma non sviluppati, il che limita il loro impatto sulla storia.
Punti di forza
- Mario è un narratore credibile e simpatico, con una voce che cattura l’empatia del lettore.
- Le descrizioni fisiche e comportamentali di Annalisa la rendono un personaggio memorabile, anche se stereotipato.
- I personaggi secondari, pur poco sviluppati, contribuiscono a creare un microcosmo scolastico realistico.
- Mario potrebbe beneficiare di un arco di crescita più definito, magari mostrando un momento di resilienza o un cambiamento di prospettiva dopo l’umiliazione.
- Annalisa e Filippo potrebbero essere arricchiti con motivazioni più chiare o tratti che li rendano meno prevedibili.
- Cecilia, la complice di Mario, è un personaggio promettente ma sottoutilizzato; un suo maggiore coinvolgimento potrebbe bilanciare la dinamica tra i protagonisti.
Il racconto affronta temi tipici dell’adolescenza: il desiderio di accettazione, l’insicurezza, le dinamiche di potere nel contesto scolastico e il primo amore. La storia mette in luce il contrasto tra l’idealizzazione di Annalisa da parte di Mario e la realtà del suo comportamento, suggerendo una critica alle apparenze e alle aspettative irrealistiche.
Il tema della vendetta (lo spray puzzolente come punizione per la denuncia di Mario) e dell’umiliazione pubblica riflette le crudeltà delle dinamiche sociali tra giovani.
La morale esplicita (“Non si dovrebbe mai lasciare il proprio smartphone incustodito”) è efficace per un pubblico giovane, ma potrebbe essere integrata con una riflessione più universale, come l’importanza di imparare dai propri errori o di accettare le delusioni come parte della crescita.
Il riferimento agli anni ’80, oltre a essere un elemento tematico del ballo, aggiunge una nota nostalgica che potrebbe risuonare con un pubblico adulto, ma rimane in superficie senza essere pienamente sfruttato.
Punti di forza
- I temi adolescenziali sono trattati con leggerezza e umorismo, rendendo il racconto accessibile e relatable.
- La critica alle dinamiche sociali scolastiche è efficace e riconoscibile.
- Il riferimento agli anni ’80 aggiunge un tocco di colore culturale.
- La morale esplicita potrebbe essere affiancata da una riflessione più implicita, che lasci al lettore spazio per interpretare la storia.
- Il tema della vendetta e dell’umiliazione potrebbe essere approfondito esplor Ascoltando il lettore, il racconto potrebbe essere arricchito da una maggiore introspezione di Mario, che mostri come l’esperienza lo abbia cambiato, anche solo in modo sottile, per evitare che la storia si concluda solo con un senso di sconfitta.
Ad esempio, una frase come “Ho capito che non vale la pena inseguire chi non mi rispetta” potrebbe aggiungere un tocco di crescita personale senza appesantire il tono leggero del racconto.
Spray puzzolente è un racconto divertente e ben scritto, che cattura l’essenza dell’adolescenza con un tono ironico e un’ambientazione vivace.
La storia riesce a intrattenere grazie al ritmo serrato e alle descrizioni colorite, ma soffre di una certa prevedibilità nella trama e di personaggi che, pur efficaci, rimangono entro gli archetipi del genere.
L’umorismo e l’autoironia di Mario sono il cuore del racconto, rendendolo un’ottima lettura per un pubblico giovane o per chi cerca una storia leggera e nostalgica.
Tuttavia, un maggiore approfondimento emotivo e una caratterizzazione più sfaccettata dei personaggi potrebbero elevarlo a un livello di maggiore impatto e universalità.
Valutazione finale
Il racconto è un riuscito esempio di narrativa adolescenziale, con un buon equilibrio tra umorismo e riflessione.
Con qualche aggiustamento per arricchire i personaggi e approfondire la crescita emotiva di Mario, potrebbe trasformarsi in una storia ancora più memorabile.
Perfetto per un pubblico giovane o per chi vuole rivivere con un sorriso le dinamiche scolastiche degli anni della scuola.
Suggerimenti per il miglioramento
- Approfondire l’evoluzione emotiva di Mario, mostrando un piccolo passo verso la maturità o l’autostima dopo l’umiliazione.
- Dare maggiore spessore ad Annalisa e Filippo, magari accennando alle loro motivazioni o vulnerabilità, per evitare che risultino stereotipati.
- Integrare il tema degli anni ’80 in modo più organico, ad esempio attraverso riferimenti culturali più specifici o un parallelo tra l’epoca e le emozioni dei personaggi.
- Bilanciare l’umorismo con momenti di maggiore introspezione, per rendere la storia più universale e meno legata a un pubblico esclusivamente adolescenziale.
