[MI187] Le morte stagioni

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Traccia tre. "La galleria dei quadri silenziosi"


    
Carla si era assorta nei pensieri, mentre il conducente del taxi guidava senza degnarle di uno sguardo. Non che avesse qualcosa da dire, anzi, quel silenzio l’aiutava a scendere nel passato di una storia conclusa da un anno con il suo ex compagno di vita: Paolo. L’aveva conquistata col suo modo di fare, strafottente e sicuro. La parlantina decisa e spigliata, sempre in tema con l’argomento del momento. Storia, politica, medicina, sport, cinema.. S’intendeva persino di arte: “L’arte consiste nel fare” - le aveva detto il giorno che si erano conosciuti nella galleria d’arte dove era stata allestita una mostra dedicata a Andy Warhol. E lei, come tanti milanesi, si era messa in fila più per criticare quella orribile pop art, che per interesse artistico. Le piaceva praticare le gallerie d’arte proprio per ridersela di quanti, fingendosi intenditori, parlavano a vanvera, elargendo commenti particolareggiati, al limite del sostenibile. Bauscia! Non aveva altro modo per nominarlo, ora che la storia con lui era finita.
Il tassista si fermò di fronte all’ingresso della sala mostre e l’avvisò che era arrivata a destinazione facendola sobbalzare e uscire dall’amarcord mentale. Pagò la tratta e senza salutare l’uomo con cui aveva condiviso quel quarto d’ora, si diresse sulla scalinata che portava all’ingresso della sala. Arrivata in cima si ritrovò nell’atrio dove stazionavano le locandine delle opere in mostra. Diede una veloce sbirciata e poi entrò all’interno.

C’era un po' di tutto esposto sulle pareti dipinte di un anonimo bianco. Vagò per le varie stanze senza incontrare anima, rimanendo sorpresa del fatto che non vi era anima. Poi pensò che a nessuno interessava, in quanto la gente amava l’arte come momento per sfoggiare l’abito dello stilista del momento. Di certo, il posto in cui era, vi era poco da mettersi in tiro, sfoggiare il meglio di sé. Insomma, l’ennesima dimostrazione di come la pensava lei sulle persone che ogni volta affollavano le mostre; un branco di esibizionisti. Compiaciuta, si diede all’osservazione dei quadri, tenendosi la decisione su quale opera lasciare un degno commento scritto, alla fine del percorso che sembrava essere nell’ultima sala di lì a poco. Quando vi entrò si bloccò. Un uomo era intento a scrutare uno dei quadri e neanche la degnò di uno sguardo, quando lei, piano piano, gli si avvicinò mettendosi di fianco a lui. Simone si spostò a lato di mezzo metro, in modo che anche lei potesse osservare meglio l’opera. Carla fraintese il suo gesto gentile e ironizzò dicendo- “Non si disturbi, lo vedo bene anche da qui”. Simone non rispose e continuò a ignorarla. Aveva colto però il tono polemico di lei: “Secondo me deve essere la solita critica d’arte alla ricerca di opere d’acquistare a pochi euro e da rivendere cento volte il costo. Quanto mi stanno sulle palle queste persone” pensò.
Carla, alquanto infastidita, ebbe modo di squadrarlo da capo a piede. Elegante lo era, ma senza eccessi. Molto diverso da Paolo, certamente. Decise di avvicinarsi al centro, incuriosita dall’insistenza con cui l’uomo osservava il quadro. Prese a scrutarlo e l’attenzione le ricadde sulla figura della donna in piedi, di spalle, in abiti moderni, intenta a guardare la linea dell’orizzonte di un intenso azzurro. Attorno a lei, una natura dai colori scuri dell’autunno, alberi spogli, prati ricoperti di foglie secche. Solo una piccola rosa rossa, resisteva attaccata alla siepe, come l’unico punto di colore, in quel scarno contesto. “ E mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni..” Pensò Carla.
Per lei era una elaborazione grafica romantica dell’Infinito”. Anche se vi era una donna che guardava oltre la siepe, persa nello spazio e nel tempo, l’idea delle stagioni concluse le appariva quella meglio rappresentata. La stagione dell’amore, quello perso, quello che muore al cambio inesorabile della vita, proprio come quella con Paolo. Lei ci si vedeva bene al posto di quella donna. Poi tolse gli occhi dal quadro e prese la borsa che aveva a tracolla tra le mani. La aprì e cercò il block notes e la penna. Trovò subito il primo ma non la penna. “Non mi dire che non ne ho presa una da casa”- pensò. Cercò ancora, nervosamente, al punto che, Simone non poté resistere a girarsi verso di lei. La guardò rovesciare il contenuto della borsa per terra e cercare affannosamente.
“Mi spiega cosa cerca?” Disse incuriosito. Carla sentì la sua voce e rimase interdetta: alla fine le aveva rivolto la parola. Sollevò lo sguardo il tanto giusto per intravedere il viso di lui, i suoi occhi.
“Non trovo la penna”, disse rimettendosi a cercare. Simone ne tirò fuori una dalla tasca della giacca e gliela porse inchinandosi verso di lei.

Carla non osò tirare su lo sguardo. Vide la penna che stringeva tra le dita della mano a pochi centimetri dal suo viso. La prese. Simone si rimise a scrutare il quadro, e Carla, ripresasi dal momento d’impasse, si mise a scrivere sul block notes. Simone fece finta di nulla. Riprese a pensare da dove Carla lo aveva distolto. Quando lei finì di scrivere, gli restituì la penna mettendogliela proprio sotto il naso. Simone non poté che riprendersela, accennando un certo disagio. “Ha già finito?” Disse. “Solo due parole” - rispose Carla, “Che altro ci sarebbe da dire?” Aggiunse lasciando il foglio sopra il tavolino lì vicino.
Simone non rispose, ma la osservò incuriosito. Aveva sbagliato su di lei, non era lì per fare affari.
Carla lo guardò decisa, questa volta volta senza esitazioni: “Non ha ancora deciso cosa scrivere?” Gli chiese. Simone fece un mezzo sorriso, rispose che lui non era qui per lasciare commenti.
Lei, con un certo piglio, ribatté che non era carino e cortese nei confronti dell’autore.
Simone continuò a sorridere. Carla si impuntò: “ Non vedo cosa ci sia da sorridere”.
A questo punto, Simone le disse che se ci teneva tanto che anche lui lasciasse un pensiero sul quadro, l’avrebbe accontentata. Chiese a Carla uno dei fogli del block notes e ci scrisse qualcosa velocemente. Lo piegò in quattro e lo mise sopra quello di Carla. “Contenta?” Le disse.
“Non è che doveva farlo per me! Però sarei curiosa di sapere cosa ha scritto, dato che ci siamo”
“E perché non lo va a vedere da se? Il foglio è lì, guardi pure”- rispose Simone.
Carla non se lo fece ripetere. Sgranò gli occhi sorpresa: “Abbiamo scritto la stessa cosa?” Disse porgendo i due fogli a Simone, il quale ebbe la stessa sorpresa. “Perché hai scritto queste parole?” Chiese. Carla senza mostrare remore parlò della sua esperienza d’amore finita e di come lei si sentisse come la donna del dipinto. Simone rimase colpito dalle sue parole, e dato che lei si era aperta con lui, trovò naturale raccontarle la sua di storia. Le spiegò che quel dipinto lo aveva fatto la sua ex con cui aveva avuto una lunga convivenza durata dieci anni. Lei si chiamava Maura, e amava il suo lavoro di restauratrice di affreschi. Lui invece aveva accettato un dottorato in Australia in quanto biologo. Lei non lo aveva voluto seguire e così si erano lasciati. Dopo tre anni lui era ritornato in Italia, ritrovando lei sposata con un figlio. Lui confessò che ancora non si era ripreso, anche se capiva che aveva sbagliato tutto. Oramai a un anno di distanza, non le rimaneva che passare a guardare il suo quadro che aveva dipinto quando ancora stavano assieme. Lo aveva intitolato “Le morte stagioni”.

Carla era rimasta come catturata dal suo modo di raccontare la sua vicenda: “E pensare che ti avevo scambiato per il solito bauscia che si aggira per le sale mostra, a fare il grande intenditore”- confessò Carla. Simone sorrise ancora: “E pensare che ti avevo presa per la solita razziatrice di opere a quattro soldi da vendere cento volte di più a qualche riccone senza cultura” rispose.

Carla sorrise come non le succedeva da tanto tempo: “Che fai? Mi dai del tu?” Disse a modo di rimprovero”. Simone la fissò serio. Poi le sorrise. “Io devo andare, ho bisogno di prendere un caffè. Che dici, ne prendiamo uno assieme?”.

Da quel giorno Simone non è più tornato a cercare Maura e a perdersi nell’infinito delle stagioni morte. Mentre Carla ha smesso di praticare le sale mostra. Tutti e due sono andati a vivere in Australia. Assieme.
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI187] Le morte stagioni

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Ciao carissimo @bestseller2020 

ho letto il tuo bel racconto e l'ho assai gradito.
Ti lascio il mio piccolo commento, confidando di aver degnamente analizzato questo tuo lavoro.

Il racconto che hai scritto è un breve ma intenso spaccato di vita, che intreccia introspezione, critica sociale e un incontro casuale destinato a cambiare il corso delle vite dei protagonisti.


Atmosfera introspettiva e realismo psicologico

Il racconto si apre con un’immersione efficace nei pensieri di Carla, che si perde nei ricordi della sua relazione con Paolo.
L’uso dell’introspezione permette di delineare rapidamente il carattere della protagonista: una donna riflessiva, disillusa, con un atteggiamento critico verso il mondo dell’arte e le sue convenzioni sociali.
La descrizione del suo passato con Paolo è ben calibrata, con dettagli che suggeriscono una relazione intensa ma ormai esaurita, senza cadere in un’eccessiva esposizione.
Questo approccio crea un’immediata connessione emotiva con il lettore, che percepisce il peso del bagaglio emotivo di Carla.


Critica sociale pungente

Uno degli elementi più riusciti del racconto è la critica ironica al mondo dell’arte e alla superficialità di chi lo frequenta.
L’uso del termine “bauscia” (tipico del gergo milanese) per descrivere Paolo e gli pseudo-intenditori d’arte è azzeccato e dona autenticità al contesto culturale.
Carla si pone come una figura che osserva con distacco e sarcasmo, un punto di vista che aggiunge profondità al racconto e invita il lettore a riflettere sul conformismo sociale e sull’esibizionismo.


Incontro casuale come fulcro narrativo

L’incontro tra Carla e Simone è il cuore del racconto e funziona bene come momento di svolta.
La tensione iniziale, derivante dal fraintendimento reciproco, è resa con dialoghi credibili e un ritmo che mantiene l’attenzione.
La scena in cui i due scoprono di aver scritto le stesse due parole sul dipinto è particolarmente efficace: è un momento di connessione emotiva che segna il passaggio da un atteggiamento di diffidenza a una condivisione profonda. Questo espediente narrativo, pur semplice, è potente e dà al racconto una svolta romantica senza scadere nel melodrammatico.


Simbolismo del dipinto

Il dipinto, con la donna che guarda l’orizzonte e la rosa rossa in un contesto autunnale, è un simbolo forte e ben integrato nella narrazione.
Richiama il tema delle “stagioni morte” (che richiama Leopardi, con il riferimento all’Infinito), rappresentando il senso di perdita e il desiderio di rinascita.
Il fatto che il dipinto sia opera dell’ex di Simone aggiunge un ulteriore strato di significato, legando i due protagonisti attraverso il loro dolore e la loro capacità di riconoscersi in esso.


Conclusione aperta e speranzosa

La chiusura, con Carla e Simone che decidono di andare a vivere insieme in Australia, è poetica e lascia spazio all’immaginazione del lettore.
Non viene spiegato come si arrivi a questa decisione, ma il finale suggerisce una rinascita, un superamento delle “stagioni morte” per entrambi.
Questo lascia una sensazione di leggerezza e speranza, senza bisogno di dettagli superflui.


Punti di miglioramento


Sviluppo dei personaggi secondari

Sebbene Carla e Simone siano ben delineati, i personaggi secondari (come Paolo o Maura) rimangono abbozzati.
Paolo, ad esempio, è descritto attraverso i ricordi di Carla, ma la sua personalità emerge solo attraverso stereotipi (l’uomo strafottente e sicuro di sé).
Un maggiore approfondimento, magari attraverso un episodio specifico del loro passato, potrebbe rendere il personaggio più tridimensionale e rafforzare il contrasto con Simone.
Allo stesso modo, Maura è solo accennata, e il suo ruolo di artista potrebbe essere sfruttato per aggiungere ulteriori dettagli al contesto.


Gestione del ritmo e delle descrizioni

Il racconto alterna momenti di introspezione a dialoghi vivaci, ma in alcuni punti il ritmo rallenta a causa di descrizioni che potrebbero essere più concise. Ad esempio, la descrizione della mostra d’arte e delle riflessioni di Carla sugli “esibizionisti” è efficace, ma rischia di ripetersi, diluendo l’impatto della critica sociale.
Una maggiore sintesi in queste parti potrebbe mantenere il ritmo più fluido e concentrare l’attenzione sul crescendo emotivo dell’incontro con Simone.


Dialoghi e naturalezza

I dialoghi sono generalmente ben costruiti, ma in alcuni casi risultano leggermente forzati o didascalici.
Ad esempio, la battuta di Carla (“Non ha ancora deciso cosa scrivere?”) e la risposta di Simone (“Contenta?”) sembrano un po’ innaturali nel contesto di due sconosciuti che si sono appena conosciuti.
Un dialogo più sfumato o un maggiore uso del non detto potrebbe rendere l’interazione più realistica e coinvolgente.


Chiarezza del contesto

Il racconto non specifica il luogo esatto della mostra (sebbene si possa dedurre Milano dal riferimento ai “bauscia”).
Un maggiore ancoraggio al contesto spazio-temporale potrebbe aiutare il lettore a visualizzare meglio la scena.
Inoltre, alcuni passaggi (come il riferimento alla “elaborazione grafica romantica dell’Infinito”) potrebbero essere più chiari se accompagnati da una descrizione più dettagliata del dipinto o del pensiero di Carla.


Transizione al finale

La conclusione, pur efficace, avviene in modo repentino.
Il passaggio dall’incontro casuale alla decisione di trasferirsi insieme in Australia è narrativamente audace, ma manca di una transizione che lo renda più credibile.
Un accenno a un momento di connessione più profondo (ad esempio, un dialogo più lungo al bar o un gesto significativo) potrebbe colmare questo vuoto e rendere il finale più organico.


Temi e interpretazione


Il racconto esplora temi universali come la perdita, la solitudine e la possibilità di un nuovo inizio.
La metafora delle “stagioni morte” è centrale: sia Carla che Simone sono intrappolati nel rimpianto per le loro relazioni passate, ma l’incontro casuale rappresenta un momento di rottura con il passato.
Il dipinto funge da specchio delle loro emozioni, unendo i due protagonisti in un’esperienza condivisa di vulnerabilità e speranza.
Un altro tema importante è la critica alla superficialità del mondo dell’arte, che diventa una metafora della società in generale.
Carla, con il suo atteggiamento cinico, rappresenta una voce critica che si oppone al conformismo, ma il suo incontro con Simone la spinge a riconsiderare i propri pregiudizi, suggerendo che anche chi si sente disilluso può trovare autenticità e connessione.


Stile e linguaggio


Lo stile del racconto è semplice ma efficace, con un linguaggio che alterna registri colloquiali (come “bauscia”) a momenti più poetici (il riferimento a Leopardi).
Tuttavia, ci sono alcuni momenti in cui il linguaggio potrebbe essere affinato per evitare ripetizioni o clichés (ad esempio, “si era assorta nei pensieri” o “amarcord mentale” risultano un po’ ridondanti).
Inoltre, l’uso di termini milanesi come “bauscia” aggiunge colore locale, ma potrebbe risultare poco chiaro per un pubblico non familiare con il gergo.
(Questo lo segnalo per coerenza critica. Ma sono conscio che nel tuo intento sia un fatto che hai già considerato e ritenuto irrilevante.)


Conclusione


In definitiva, il racconto è una storia ben costruita, che riesce a combinare introspezione, critica sociale e un tocco di romanticismo in uno spazio narrativo ristretto.
La forza del testo risiede nella capacità di creare un momento di connessione autentica tra due personaggi feriti, utilizzando il dipinto come simbolo potente della loro rinascita.
Tuttavia, un maggiore sviluppo dei personaggi secondari, una gestione più fluida del ritmo e una transizione più graduale verso il finale potrebbero elevare ulteriormente la qualità del racconto.
È una narrazione che lascia il lettore con una sensazione di calore e possibilità, dimostrando che anche nelle “stagioni morte” può sbocciare una rosa rossa, simbolo di vita e rinnovamento.

Ti lascio con i miei compimenti e un caloroso saluto (y)

Re: [MI187] Le morte stagioni

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Ciao @bestseller2020, intanto ti cito questo perché mi ci è caduto l'occhio
bestseller2020 wrote: Carla si era assorta nei pensieri, mentre il conducente del taxi guidava senza degnarle di uno sguardo.
Comunque un buon racconto, anche dovuto al fatto che, al contrario di me, hai scelto un modo serio per affrontare la traccia della galleria d'arte. Mi piace come l'introspezione e il modo in cui i ricordi (recenti) si sovrappongono alla scena e ai pensieri dei personaggi. Inoltre apprezzo molto il modo con cui hai trattato determinati punti, tipo l'arrivo alla mostra, e lo scambio di battute in relazione al commento che si può lasciare ai quadri.
Credo solo sia un po' tagliato il finale perché, seppur le intenzioni possano essere quelle, che in due righe viene dato un finale definitivo della storia mi sembra un punto fermo troppo rapido. Avrei visto come naturale un finale un po' più immediato come un "ok, andiamo a prendere un caffè, magari ho/abbiamo trovato qualcosa, forse qualcosa cambierà, ...". Comunque è un'opinione mia e prendila come tale.
Alla prossima lettura.  :libro:
https://www.facebook.com/curiosamate

Re: [MI187] Le morte stagioni

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bestseller2020 wrote: Simone si spostò a lato di mezzo metro, in modo che anche lei potesse osservare meglio l’opera. Carla fraintese il suo gesto gentile e ironizzò dicendo- “Non si disturbi, lo vedo bene anche da qui
perché fraintese? al contrario, aveva intuito che il tizio si era spostato per darle spazio.
bestseller2020 wrote: S’intendeva persino di arte: “L’arte consiste nel fare” - le aveva detto il giorno che si erano conosciuti nella galleria d’arte dove era stata allestita una mostra dedicata a Andy Warhol
Questa frase è troppo lunga, andrebbe snellita o spezzata.
bestseller2020 wrote: “Mi spiega cosa cerca?” Disse incuriosito. Carla sentì la sua voce e rimase interdetta: alla fine le aveva rivolto la parola. Sollevò lo sguardo il tanto giusto per intravedere il viso di lui, i suoi occhi
perché hai usato le virgolette alte per il discorso diretto? Ci vanno le caporali oppure il trattino lungo. Inoltre La frase successiva (quella che inizia con Carla sentì...) va a capo.
bestseller2020 wrote: Carla lo guardò decisa, questa volta volta senza esitazioni: “Non ha ancora deciso cosa scrivere?” Gli chiese. Simone fece un mezzo sorriso, rispose che lui non era qui per lasciare commenti
Anche qui, la frase che comincia com Simone fece... va a capo. Anche in altri paragrafi procedi allo stesso modo. Ma quando il soggetto della frase cambia, occorre andare a capo.
bestseller2020 wrote: vedere da se
ci va l'accento.
 
bestseller2020 wrote: guardi pure"- rispose Simone
quando l'alternanza delle battute è sufficientemente chiara, è meglio alleggerire evitando di conclude con rispose... Inoltre il trattino non serve.
bestseller2020 wrote: Carla non se lo fece ripetere. Sgranò gli occhi sorpresa: “Abbiamo scritto la stessa cosa?” Disse porgendo i due fogli a Simone, il quale ebbe la stessa sorpresa. “Perché hai scritto queste parole?” Chiese. Carla senza mostrare remore parlò della sua esperienza d’amore finita e di come lei si sentisse come la donna del dipinto. Simone rimase colpito dalle sue parole, e dato che lei si era aperta con lui, trovò naturale raccontarle la sua di storia. Le spiegò che quel dipinto lo aveva fatto la sua ex con cui aveva avuto una lunga convivenza durata dieci anni. Lei si chiamava Maura, e amava il suo lavoro di restauratrice di affreschi. Lui invece aveva accettato un dottorato in Australia in quanto biologo. Lei non lo aveva voluto seguire e così si erano lasciati. Dopo tre anni lui era ritornato in Italia, ritrovando lei sposata con un figlio. Lui confessò che ancora non si era ripreso, anche se capiva che aveva sbagliato tutto. Oramai a un anno di distanza, non le rimaneva che passare a guardare il suo quadro che aveva dipinto quando ancora stavano assieme. Lo aveva intitolato “Le morte stagioni
qui, dopo le battute del dialogo, comincia lo spiegone. Tutto risulta troppo raccontanto, se mantenevi  la narrazione sul piano del dialogo, secondo, me avrebbe reso meglio. Anche il finale, dal caffé all'Australia, è senza storia.

Sono sincera, il racconto non mi ha fatto impazzire, l'ho trovato un po'  piatto.
:sss:

Re: [MI187] Le morte stagioni

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bestseller2020 wrote: il conducente del taxi guidava senza degnarle di uno sguardo. N
degnarla
bestseller2020 wrote: Pagò la tratta e virgola senza salutare l’uomo con cui aveva condiviso quel quarto d’ora, si diresse sulla scalinata c
per aprire l'inciso
bestseller2020 wrote: Vagò per le varie stanze senza incontrare anima, rimanendo sorpresa del fatto che non vi era anima
ripetizione ravvicinata
bestseller2020 wrote: Di certo, il posto in cui era, vi era poco da mettersi in tiro, sfoggiare il meglio di sé. Insomma, l’ennesima dimostrazione di come la pensava lei sulle persone
Ti consiglio un altro modo di esprimersi sul posto:
- Di certo, per il posto in cui si trovara, c'era poco da mettersi in tiro, o sfoggiare il meglio di sé.
bestseller2020 wrote: Insomma, l’ennesima dimostrazione di come la pensava lei sulle persone che ogni volta affollavano le mostre; un branco di esibizionisti. 
Invece del punto e virgola, dato che esprimi una spiegazione sul pensiero di lei, vedo meglio i due punti, che sono esplicativi.
bestseller2020 wrote: Solo una piccola rosa rossa, resisteva attaccata alla siepe, come l’unico punto di colore, 
Dopo la rosa rossa, nella frase sopra. non ci va la virgola, perché separa il soggetto dall'azione. wrote: Dopo la rosa rossa, nella frase sopra. non ci va la virgola, perché separa il soggetto dall'azione.
bestseller2020 wrote: Cercò ancora, nervosamente, al punto che, Simone non poté resistere a girarsi verso di lei. 
Anche qui, togli la virgola tra che e Simone
bestseller2020 wrote: “Abbiamo scritto la stessa cosa?” Disse disse porgendo i due fogli a Simone, 
Non bisogna guardare se il discorso diretto finisce o no con un punto: la frase che comincia con un virgolettato continua con la lettera minuscola della prima parola che segue (salvo nomi di persona, città ecc.).
Te lo segnalo solo una volta, perché non sto a ripertermi per tutte le altre occasioni che ho visto a seguire. 
bestseller2020 wrote: Fri May 30, 2025 10:59 pm“E perché non lo va a vedere da se ? Il foglio è lì, guardi pure”- rispose Simone.
Carla non se lo fece ripetere. Sgranò gli occhi sorpresa: “Abbiamo scritto la stessa cosa?” Disse porgendo i due fogli a Simone, il quale ebbe la stessa sorpresa. “Perché hai scritto queste parole?” 
 @bestseller2020 perché non riveli che parole sono? Per il lettore è importante, secondo me.  :si:
time=2025-05-30T20:59:19+00:00 wrote:time=2025-05-30T20:59:19+00:00
bestseller2020 wrote: Carla virgola senza mostrare remore virgola  parlò della sua esperienza d’amore finita e di come lei si sentisse come la donna del dipinto. Simone rimase colpito dalle sue parole, e virgola dato che lei si era aperta con lui, trovò naturale raccontarle la sua di storia. Le spiegò
Per gli incisi necessari
bestseller2020 wrote:  e così si erano lasciati. Dopo tre anni lui era ritornato in Italia, ritrovando lei sposata con un figlio. Lui confessò aveva confessato a Carla che ancora non si era ripreso, anche se capiva che aveva sbagliato tutto. Oramai virgola  a un anno di distanza, non le gli rimaneva che passare a guardare il suo quadro che lei aveva dipinto quando ancora stavano assieme. Lo aveva intitolato “Le morte stagioni”.
bestseller2020 wrote: Fri May 30, 2025 10:59 pmCarla sorrise come non le succedeva da tanto tempo: “Che fai? Mi dai del tu?” Disse a modo di rimprovero”. Simone la fissò serio. Poi le sorrise. “Io devo andare, ho bisogno di prendere un caffè. Che dici, ne prendiamo uno assieme?”.

Da quel giorno Simone non è più tornato a cercare Maura e a perdersi nell’infinito delle stagioni morte. Mentre Carla ha smesso di praticare le sale mostra. Tutti e due sono andati a vivere in Australia. Assieme.
Troppo affrettato questo finale che (ne sono certa perché ho letto molte cose migliori scritte da te) saresti stato capace, con gli stessi elementi, di chiuderlo alla grande.

Grazie della lettura, @bestseller2020   :libro:  e di essere al MI!  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI187] Le morte stagioni

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Bravo, un racconto lineare e di facile lettura. Anche a me esalta il finale ad effetto, il vezzo di un po' di fuochi d'artificio. A volte lo si fa con quel che si ha, in questo caso si è perso il punto di vista della protagonista. Mi ha affascinato la coincidenza delle loro storie finite in parallelo e avrei pigiato di più su quel punto per farli sentire connessi.
Nessuna nota sulla forma, il ritmo è azzeccato.

Re: [MI187] Le morte stagioni

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bestseller2020 wrote: Carla si era assorta nei pensieri,
Direi Carla era assorta nei suoi pensieri, come lo scrivi tu è senza senso.
bestseller2020 wrote: mentre il conducente del taxi guidava senza degnarle

Senza degnarla di uno sguardo, o senza degnarle uno sguardo, in ogni caso è un errore.

Ti faccio comunque presente che il taxista guida un'automobile, e guarda la strada, non i clienti.
bestseller2020 wrote: l’aiutava a scendere nel passato di una storia conclusa
Scendere nel passato non significa proprio un bel nulla. Si scendono le scale, si scende una rampa, una collina, persino un'onda, non il passato. Le parole hanno significati ben precisi e vanno scelte per quel che significano messe insieme e non perché ci piace il loro suono.
bestseller2020 wrote: rimanendo sorpresa del fatto che non vi era anima.
bestseller2020 wrote: sport, cinema..
I puntini di sospensione devono essere tre, altrimenti è un errore. E il punto fermo deve essere uno soltanto.
bestseller2020 wrote: “L’arte consiste nel fare” -
Va bene le virgolette, ma il trattino?
bestseller2020 wrote: Pagò la tratta e senza salutare l’uomo con cui aveva condiviso quel quarto d’ora, s
bestseller2020 wrote: Pagò la tratta e senza salutare l’uomo con cui aveva condiviso quel quarto d’ora
Dopo e va una virgola, perché è un inciso.
bestseller2020 wrote: senza incontrare anima,
Ripeti il concetto, che diventa ridondante, e ripeti l'errore.
La locuzione esatta è senza incontrare anima viva, altrimenti non significa nulla.
bestseller2020 wrote: rimanendo sorpresa del fatto che non vi era anima
bestseller2020 wrote: [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]bestseller2020l’arte come momento per sfoggiare l’abito dello stilista del momento.[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Ripeti la parola momento.[/font]
bestseller2020 wrote: Di certo, il posto in cui era, vi era poco da mettersi in tiro

Ripeti era, ma soprattutto non si capisce cosa vuoi dire. Nel luogo in cui si trovava o il luogo in cui si era recato non sembrava adatto a vestiti eleganti. Si mettono in tiro i cavalli. 
Anche qui la costruzione italiana lascia molto a desiderare.

Mi fermo, perchè secondo me il racconto è da riscrivere per intero. Il lessico è povero, la sintassi lascia a desiderare, a volte anche la grammatica e la coniugazione dei tempi verbali. La consecutio non sempre è rispettata. La struttura narrativa è semplice, quasi infantile, come la scelta del registro linguistico. Piuttosto banale l'intreccio, da romanzo rosa anni Venti, del secolo decimo nono. Lui, lei e l'Australia. 
Ti auguro migliori letture di quelle che sembri aver frequentato fino a questo momento. 

Re: [MI187] Le morte stagioni

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Ciao, il mio commento a caldo era molto stringato, ma penso di poter dare qualche altro contributo.

Innanzitutto riguardo alla forma, da cui mi ero astenuto:

- <Carla lo guardò decisa, questa volta volta senza esitazioni> ripete la parola "volta"
- <Vagò per le varie stanze senza incontrare ~anima~ nessuno , rimanendo sorpresa del fatto che non vi era anima viva.> penso sia più corretto
- ti sei preso diverse "licenze poetiche" colloquiali, che sarebbero azzeccate solo se pronunciate in qualche dialogo iper realistico.

Riguardo al contenuto, il tuo tema e la "strategia" con cui l'hai presentato sono molto interessanti per me, perché molto vicini a come li avrei sviluppati io. Migliorie possibili:

- il cambio di punto di vista, da personale ad esterno, sul finale. È come se ne sminuisse l'importanza per Carla.
- la prima impressione che hanno l'uno dell'altra, errata, non è correlata all'osservazione di un particolare che li tragga in inganno. Avrebbe potuto dare una indicazione sulle loro percezioni nella galleria. 
- la coincidenza della loro "perdita" comune, che suggerisco di integrare con più dettagli e facendo in modo che i protagonisti le diano maggiore importanza. Qui si potrebbe divagare nel metafisico e di quanto l'incontro fosse scritto nel loro destino, anche se su questo non sarei mai veramente esplicito, ne accennerei in più punti per solleticare il lettore.
- hanno scritto le stesse parole sul comento al quadro, ma sei stato ben attento a non rivelarle. Secondo me è una strategia interessante e che paga per accrescere il mistero, ma che avrei citato ancora una volta nel proseguire la vicenda, proprio per dare ancora più peso alla coincidenza

Nel complesso, un racconto di piacevole lettura (e, mi è sembrato, di divertente scrittura) che avrebbe richiesto un'altra revisione e qualche dettaglio mirato, per renderlo ancora più godibile

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