Non ti lascerò morire

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Il mio commento per postare: viewtopic.php?p=72385#p72385 

Mi hai raccolta da terra
quando l’unica cosa che volevo
era lasciare andare
e mi hai tenuta, fin quando non ho smesso di boccheggiare 

Non ci provare a morire
vivi in me
nelle lotte
negli alberi
nell’aria che respiro
non ci provare a morire
parlami in sogno
e quando sono, apparentemente, sveglia

Non ti permetto di morire
vivi in ogni chicco di caffè 
nella prima sigaretta del mattino
che, notoriamente, è la più buona
lo dici spesso anche tu

Vivi in ogni gesto di cura 
in ogni grido di manifestazione 
nella musica 
nelle parole, di chi ha trovato una via
e di chi, come noi, la sta ancora cercando 

Non ti permetto di morire
vivi in ogni passo
dentro questa poesia
con cui cerco disperatamente di trattenerti 

Non ti lascerò morire
perché tu
uno dei più dolci amori della mia vita
Tu! 
Mi hai permesso di vivere 

Re: Non ti lascerò morire

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Ciao @altea,
nella tua poesia c'è un io narrante che, come si evince dalla prima strofa, ha avuto nel passato un momento di difficoltà e ha trovato una mano tesa, un aiuto, da 
altea wrote: uno dei più dolci amori della mia vita
Questo aiuto è stato un sostegno in un momento terribile, dove, come dice l'autore, " l’unica cosa che volevo /era lasciare andare", cioè lasciarsi andare alla sofferenza che in quel momento faceva "boccheggiare" l'io narrante.
Mentre nel presente è l'amore dell'io narrante ad essere in difficoltà e la poesia è un invito ad aggrapparsi all'autore, a vivere in lui, nelle sue passioni (le lotte, le urla alle manifestazioni,... ) oppure nelle sue cose quotidiane (l'aria, il chicco di caffè, la sigaretta,... ) per ritrovare il senso della vita che sempre si perde nei momenti di depressione e tristezza. Come a volte si deve fare con le persone che si sono perse, ci sono anche inviti perentori:
altea wrote: non ci provare a morire
altea wrote: Non ti permetto di morire
perchè a volte serve una scossa, mano ferma, per risollevare un anima persa. Si sente anche la disperazione di un io narrante che non sa come trattenere questo amore, se non con le parole, con la poesia. Spesso quando le persone vivono questi momenti terribili tendono a chiudersi, a non volersi affidare a nessuno e a fuggire anche dai rapporti affettivi. La sofferenza si sente tutta, come si sente la riconoscenza e il senso di impotenza di fronte a questo amore che scivola nel suo nero interiore.
Si può anche percepire un amore giovane, di una coppia giovane, che deve ancora scegliere il binario della propria vita:
altea wrote: nelle parole, di chi ha trovato una via
e di chi, come noi, la sta ancora cercando 
e questo è un ulteriore elemento destabilizzante, perchè da adulti, con un sentiero già tracciato, a volte è più facile attaccarsi ad alcune certezze per risollevarsi, ma da giovani, quando tutto è da costruire, tutto è acerbo, i momenti bui sono difficili da affrontare.

Ho trovato molto, ma molto bella, l'ultima strofa, davvero toccante, mi è arrivata. Si sente che è sentita dall'autore e per questo genuina e naturale. Ho apprezzato anche la scelta ai riferimenti quotidiani, semplici ma molto simbolici, perchè insieme all'accenno alle lotte e alle manifestazioni, dipingono una coppia di giovani impegnati a cercare di dire la loro opinione, a provare a lottare per cambiare il mondo, dei sognatori presi dalla loro genuinità e dal senso dell'indignazione, perchè solo indignandosi di fronte alle ingiustizie si può lottare contro di esse.

Da un punto di vista formale, per quanto abbia trovato la poesia fresca e armonica, avrei delle considerazioni da fare. Mi permetto, è ovviamente il mio punto di vista guidato dal mio gusto, ma tieni conto che vale il giusto e, insomma, prendilo come un consiglio o uno spunto di riflessione, non certo come una correzione (non ho nè le conoscenze nè l'autorità per permettermi di correggere).
farò le mie considerazioni strofa per strofa. 
Partiamo dalla prima
altea wrote: Mi hai raccolta da terra
[quando] anche se l’unica cosa che volevo
era lasciare andare
e mi hai tenuta, fin quando non ho smesso di boccheggiare 
Qui leverei "da terra", oppure userei un sinonimo tipo "Mi hai sollevata", in quanto più incisivo come concetto (mi piace quando con una sola parola si riesce a dipingere un'idea). Poi ci sono due "quando" in poche righe che suonano un po' ridondanti. Forse proverei a sostituire il primo con "anche se".
altea wrote: e quando sono, apparentemente, sveglia
eliminerei l'avverbio in -mente, che appesantisce la fluidità della poesia, e comunque eviterei la punteggiatura da prosa.
altea wrote: nella prima sigaretta del mattino
che, notoriamente, è la più buona
lo dici spesso anche tu
Esattamente come sopra non mi fa impazzire l'avverbio in -mente e la punteggiatura.
altea wrote: Non ti permetto di morire
vivi in ogni passo
dentro questa poesia

con cui cerco disperatamente di trattenerti 
Per quanto riguarda l'avverbio, già detto :P. Invece per la parte in grassetto, è l'unica parte che trovo un "singhiozzante" dal punto di vista delle immagini. Nella seconda riga si ha un'immagine fisica, il gesto del camminare, di muoversi, ma subito dopo si invita a vivere dentro una poesia, quindi un concetto di staticità, rafforzato poi dalla quarta riga in cui compare la parola "trattenerti", personalmente leverei "in ogni passo", che renderebbe più incisiva l'immagine espressa dalla strofa.
altea wrote: Non ti lascerò morire
perché tu
uno dei più dolci amori della mia vita
Tu! 
Mi hai permesso di vivere 
Come ti ho già detto questa è la strofa che prediligo, la più riuscita, ma il secondo "tu" con l'iniziale maiuscola e il punto esclamativo, messo da solo nella riga, lo percepisco come troppo enfatizzato. Lo avrei scritto come un semplice "tu".

Ecco, questo è quanto. spero di aver colto il senso della tua poesia e di esserti stata utile.

Talia

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