T.D.J. Baw wrote: Mon Feb 15, 2021 9:25 pm
@Sunday Times il tuo tono non è stato affatto scherzoso, sincero sì e lo apprezzo. Ti chiedo scusa, la mia intenzione non era quella di prendere il tuo racconto e farne scherno o detrimento, ma proporti un esercizio di riflessione che quando è proposto a me trovo stimolante. Certamente hai ragione quando sottolinei che le scelte spettano all'autrice/autore, certamente sì.
Certamente non ho mai pensato che il tuo intento fosse quello. Altrimenti la mia risposta sarebbe stata diversa. Solo che tu leggi con un intento differente dal mio, e il tuo modo di leggere per me non è più sinonimo di piacere ma di eccessiva costruzione, o distruzione, mentale che in un certo senso va contro il principio stesso della lettura. Cioè di quello che la lettura è per me. Per me è entrare nel mondo di un altro. Ovviamente se ci voglio entrare vuol dire che mi piace, se mi piace non sto a contestare due passaggi su tre perchè li riscriva. Pensa se tutti i lettori che prendono un libro scrivessero all'autore per dire come avrebbero fatto loro.
Non solo le scelte spettano all'autore, ma anche il rispetto per quelle scelte, quando non siano palesi errori.
Le scelte comprendono anche i percorsi mentali, che sono infiniti e che danno colore alla scrittura.
Posso convenire che il mio tono è stato come quegli scherzi che non sempre fanno ridere. Ma devo anche dirti che ad alcune delle domande che mi hai fatto, con un po' di riflessione e leggendo i post che ti avevano preceduto, avresti potuto rispondere da solo.
Questo non per dire che a me non fa piacere parlare, ma dipende di cosa.
Ripetere le risposte vuol dire che chi legge non ha letto veramente, e lo trovo stancante. Tu sei arrivato dopo alcune di queste ripetizioni.
Sei stato un po' sfortunato, mi hai spinto a dire come la penso. Cosa che finora avevo tenuto saggiamente per me.
Per quanto riguarda gli esercizi di riflessione dipende. Faccio già diverse flessioni al giorno, tu non lo puoi sapere, ma mi bastano. Se ho pubblicato in quella forma vuol dire che mi andava bene, propormelo suppone che non abbia riletto, non abbia sentito come rimbalzavano quelle frasi, se erano giuste. Per me lo erano, e non vanno cambiate. Per te esiste una forma diversa, lo posso capire, è normale. Per tizio un'altra ancora. Ma io non sono il tipo che ama dissezionare la sua opera a quattro mani, così come non mi piace la cucina destrutturata. Difatti non penso parteciperò ad eventi analoghi, la parte dello scrivere è bella, quella che viene dopo troppo fine a sé stessa e non so quanto mi possa servire in questo momento. Del resto posso comunque scoprire i racconti che voterei anche senza essere iscritta. Dopo questo secondo attacco di sincerità ti saluto, e ti ringrazio ovviamente della lettura. Ti auguro anche di trovare narratori più disponibili di me.
