Traccia di Mezzanotte: La scomoda poltrona del testimone.
[MI 185] La sospesa verità
Personaggi:
Il turpe Iago
Vito: l'amante clandestino
Oddone: Il testimone
Prologo
Un individuo odioso, Iago, corrotto e impunito, viene accusato di un crimine che non ha commesso.
Oddone può scagionarlo, perché l'ha visto con l'amante Vito altrove, all'ora del delitto.
Iago è stato accusato di omicidio, con accuse probanti (la pistola con le sue impronte, il colpevole apparentemente simile a lui, un pessimo rapporto con la vittima (Ti ammazzerò un giorno...). Vito non vuole essere il suo alibi per salvare se stesso e la sua famiglia dallo scandalo del suo coming out. Comunque Iago, innamorato di lui, non parlerà di Vito, neppure per difendersi dall'arresto e da una lunga condanna.
Oddone conosce entrambi: disprezza Iago per le sue truffe impunite e la sua condotta di vita discutibile, e stima Vito, onesto e laborioso, sposato e padre di due figli piccoli.
Cosa prevarrà? Verità o compassione? Giustizia o vendetta? Equità o minor male?
ATTO UNICO
Sul mio sentiero c’è un solo vero. Questo era il suo motto.
Conosceva i tre filtri di Socrate per orientare le scelte di vita: Verità, Bontà, e Utilità.
"Ma come faccio con la Bontà di quello che dichiarerei? Se è buona cosa per una parte, non lo è per l'altra..."si arrovella il nostro.
Oddone è certo del giorno: era il suo quarantesimo compleanno e alla mattina di quella domenica si trovava per funghi negli anfratti del suo bosco preferito.
Lui ricorda di essere stato messaggiato dalla moglie alle nove e trenta (l'ora gli è apparsa chiara sul cellulare) e, dopo la fine della conversazione, passata forse mezz'ora e una distanza in linea d'aria di forse cento metri, procedendo silenzioso e guardingo come suo solito, col bastone a tastare il terreno per sondare eventuali pericoli di serpi e affini, ecco che sente degli ansiti umani nelle vicinanze... Non volendo palesarsi ma comunque curioso e perplesso, segue i rumori soffocati e li vede.
Sono il turpe Iago e il buon Vito, avvinti in un amplesso in uno spiazzo piano, su un plaid, fra le frasche.
Non vuole fare il guardone e si allontana in silenzio e, alzando piano un piede via l'altro, evita le foglie secche per il crepitio.
Non prima, comunque, della netta sensazione di uno Iago tenero e innamorato. La cosa lo disturba, perché non quadra con il suo assodato e conclamato giudizio sul personaggio.
Tre giorni dopo, al mercoledì, viene a sapere dell'arresto di Iago per omicidio. Il crimine è avvenuto la domenica mattina, verso le dieci, in una località a venti chilometri dal punto dell'incontro degli amanti nel bosco.
Oddone è smarrito in se stesso, in preda agli echi di una coscienza frastornata, che gli manda messaggi contraddittori:
- Sul tuo sentiero c'è un solo vero;
- Se testimoni la verità, una persona buona pagherà e una cattiva si salverà;
- Se non testimoni la verità, una persona non colpevole pagherà;
- Spazia il tuo orizzonte per decidere;
- Se taci, una persona cattiva pagherà per qualcosa che non ha fatto.
- Non farti confondere dai rumori di fondo del pensiero dominante, attraversato da lampi di vendetta, di equità, giustizia o ingiustizia, compassione o vendetta;
- Cerca il silenzio, in te e fuori di te: nel silenzio, appollaiato sui bordi del pensiero, decifra il tuo giudizio;
- Verità, bontà, utilità: non c'è setaccio che non lasci scorie;
- Non farti frastornare mentre pensi; così arriva, intatto e da plasmare, quel giudizio.
Ma gli echi materialistici sgomitano uno sull'altro:
- Iago è un mostro impunito: se taci, ci sono buone possibilità che paghi quello che si è meritato in altre occasioni;
- Iago non ha colpe dell'ultimo crimine: è stato coinvolto e intrappolato: devi parlare per giustizia e verità;
- Non pensi allo scandalo per il buon Vito, al giudizio sferzante della gente benpensante e ipocrita che annienterebbe una famiglia unita?
- Perché Vito non parla per amor di verità e di Iago? Lascia che parli lui;
- Perché Iago non parla? Per amore? E allora lasciagli fare una cosa buona nella vita... Che si consegni alla Giustizia senza opporre un alibi! Se dovessero trovare il vero colpevole (non è escluso) vorrà dire che sarà il Destino a sistemare le cose per bene!
- Potrebbero non credere a Vito, e pensare che lo faccia per salvare Iago: pur essendo vero, verrebbe vanificato il suo doloroso coming out.
Oddone si rivolge alla moglie, fuori campo:
" Hai sentito, cara moglie mia? Cosa devo fare, secondo te?"
"Parla con Vito, rivelagli la verità. Consiglialo di fare coming out con sua moglie il prima possibile, e comunicagli la tua decisione di testimoniare per dare un alibi a Iago. Però, non si sa mai, incontralo in un parco in un'ora di punta."
"Diletta mia, Verità o compassione? Giustizia o vendetta? Equità o minor male?"
"Sul tuo sentiero c'è un solo vero" gli fa eco la moglie.
FINE
Re: [MI 185] La sospesa verità
3Onestamente lo spiegone iniziale, mascherato da prologo, non mi piace; è un'ottima soluzione al terribile limite degli 8.000 caratteri, ma anche se ha questa giustificazione non per questo è gradevole. Apprezzo che tu abbia mascherato tutto come sorta di atto unico vecchio stile, con l'elenco dei personaggi etc., trucco (lo scrivo sorridendo) simpatico e un po' ruffiano che non elimina il problema anzi, in un certo senso, lo evidenzia. Ciò detto il tuo racconto in realtà è un piccolo esercizio morale: la storia è appena accennata e serve come pretesto per spiegare al lettore cosa sia il bene e il male in un caso specifico, cosa la verità e la menzogna, e cose simili. A me personalmente i racconti esplicitamente didattici, a tesi, focalizzati su una questione etica esplicitata a beneficio dell'educazione del lettore non piacciono, mi devi scusare.
Inoltre:
- "Verità, Bontà, e Utilità": seconda virgola superflua;
- "si arrovella il nostro"; quando 'nostro' assume un valore di sostantivo e fa riferimento a una persona specifica, proprio per distinguerlo da un qualunque pronome si mette in maiuscolo: "il Nostro"; vale anche in casi come "l'Autore scrive che" (dove 'Autore' sostituisce il nome e cognome della persona citata), etc.
- "alla mattina di quella domenica"; non mi sembra corretto, meglio 'la mattina';
- Questo periodo è lunghissimo e ricco di subordinate: "Lui ricorda di essere stato messaggiato dalla moglie alle nove e trenta (l'ora gli è apparsa chiara sul cellulare) e, dopo la fine della conversazione, passata forse mezz'ora e una distanza in linea d'aria di forse cento metri, procedendo silenzioso e guardingo come suo solito, col bastone a tastare il terreno per sondare eventuali pericoli di serpi e affini, ecco che sente degli ansiti umani nelle vicinanze..."; forse dovresti considerare un bel punto e virgola o un punto.
- al mercoledì": togli 'al';
- "è smarrito in se stesso": mi sembra una forma un po' involuta; 'è smarrito' basta e avanza;
- l'elenco puntato dopo "gli manda messaggi contraddittori" è decisamente sgradevole sotto il profilo narrativo; va bene per una relazione tecnica, assai meno per una prova letteraria;
- il finale (dialogo di Oddone con la moglie) mi sembra davvero troppo didascalico e fa cadere qualunque accenno di climax che si poteva intravedere.
- "FINE"; sempre sull'onda di un atto unico vecchio stile, ma non necessario e tutto in maiuscolo (brutto).
A rileggerti
Inoltre:
- "Verità, Bontà, e Utilità": seconda virgola superflua;
- "si arrovella il nostro"; quando 'nostro' assume un valore di sostantivo e fa riferimento a una persona specifica, proprio per distinguerlo da un qualunque pronome si mette in maiuscolo: "il Nostro"; vale anche in casi come "l'Autore scrive che" (dove 'Autore' sostituisce il nome e cognome della persona citata), etc.
- "alla mattina di quella domenica"; non mi sembra corretto, meglio 'la mattina';
- Questo periodo è lunghissimo e ricco di subordinate: "Lui ricorda di essere stato messaggiato dalla moglie alle nove e trenta (l'ora gli è apparsa chiara sul cellulare) e, dopo la fine della conversazione, passata forse mezz'ora e una distanza in linea d'aria di forse cento metri, procedendo silenzioso e guardingo come suo solito, col bastone a tastare il terreno per sondare eventuali pericoli di serpi e affini, ecco che sente degli ansiti umani nelle vicinanze..."; forse dovresti considerare un bel punto e virgola o un punto.
- al mercoledì": togli 'al';
- "è smarrito in se stesso": mi sembra una forma un po' involuta; 'è smarrito' basta e avanza;
- l'elenco puntato dopo "gli manda messaggi contraddittori" è decisamente sgradevole sotto il profilo narrativo; va bene per una relazione tecnica, assai meno per una prova letteraria;
- il finale (dialogo di Oddone con la moglie) mi sembra davvero troppo didascalico e fa cadere qualunque accenno di climax che si poteva intravedere.
- "FINE"; sempre sull'onda di un atto unico vecchio stile, ma non necessario e tutto in maiuscolo (brutto).
A rileggerti
Re: [MI 185] La sospesa verità
4Vedo che stavolta hai voluto esplorare la narrativa teatrale, Mariangela.
Ci sta, dunque, giustamente un prologo: la voce del narratore.
Proprio come leggiamo nei copioni teatrale e vediamo, a volte, nelle rappresentazioni.
Toglierei la frase sottolineata e continuerei:
Eccolo, che si arrovella il nostro Oddone:
—Sul mio sentiero c’è un solo vero. Questo è il motto.
Conosco i tre filtri di Socrate per orientare le mie scelte di vita: Verità, Bontà, e Utilità.
Ma come faccio con la Bontà di quello che dichiarerei? Se è buona cosa per una parte, non lo è per l'altra...
In prima, come se gli attori recitassero qui e ora, solo per noi lettori.
La Trama è Intrigante: La storia presenta un intreccio complesso e avvincente, con personaggi ben delineati e un conflitto morale che cattura l'attenzione del lettore.
I personaggi sono ben sviluppati, con motivazioni e dilemmi interiori che aggiungono profondità alla narrazione. Oddone è un personaggio interessante con un forte conflitto interiore, questo è il fulcro della narrativa, il conflitto.
Temi universali come la verità, la giustizia, la compassione e la vendetta, invitano alla riflessione: Una buona lettura
I dialoghi, che sono osservazioni che Oddone rivolge a se stesso, sono abbastanza realistici ma manca una collocazione ambientale, non sappiamo dove immaginare Oddone mentre si arrovella.
La sequenza temporale degli eventi potrebbe essere resa più chiara. In alcuni punti, il lettore potrebbe confondersi riguardo al momento esatto in cui si svolgono le azioni.
Il personaggio di Vito lo avrei sviluppato di più, per dare maggiore profondità alla sua scelta di non fornire un alibi a Iago. Questo darebbe più complessità e tensione alla trama.
In conclusione è una storia avvincente e ben costruita, i personaggi sono complessi ma poco caratterizzati ai fini della lettura: sappiamo di Iago che è un poco di buona senza vederlo all'azione, lo stesso quando lo descrivi innamorato. Sappiamo di Vito che è un buon padre di famiglia ma nel testo le immagini mancano del tutto. Lo stesso vale per le ambientazioni, che in un testo teatrale servono per la sceneggiatura.
Insomma sei rimasta a cavallo tra un genere e un altro. Avevi abbastanza caratteri per migliorarlo, ma si sa, il MI non perdona ed è bello per questo.
Mi è dispiaciuto molto non aver avuto la domenica libera per partecipare.
Ti faccio i complimenti per il coraggio nell'esperimento, per l'idea del conflitto di Oddone.
Alla prossima.
Ci sta, dunque, giustamente un prologo: la voce del narratore.
Proprio come leggiamo nei copioni teatrale e vediamo, a volte, nelle rappresentazioni.
wrote:Un individuo odioso, Iago, corrotto e impunito, viene accusato di un crimine che non ha commesso.Comincerei con: L'invidioso Iago
Oddone può scagionarlo, perché l'ha visto con l'amante Vito altrove, all'ora del delitto.
Iago è stato accusato di omicidio, con accuse probanti (la pistola con le sue impronte, il colpevole apparentemente simile a lui, un pessimo rapporto con la vittima (Ti ammazzerò un giorno...). Vito non vuole essere il suo alibi per salvare se stesso e la sua famiglia dallo scandalo del suo coming out. Comunque Iago, innamorato di lui, non parlerà di Vito, neppure per difendersi dall'arresto e da una lunga condanna.
Oddone conosce entrambi: disprezza Iago per le sue truffe impunite e la sua condotta di vita discutibile, e stima Vito, onesto e laborioso, sposato e padre di due figli piccoli.
Cosa prevarrà? Verità o compassione? Giustizia o vendetta? Equità o minor male?
Toglierei la frase sottolineata e continuerei:
Eccolo, che si arrovella il nostro Oddone:
—Sul mio sentiero c’è un solo vero. Questo è il motto.
Conosco i tre filtri di Socrate per orientare le mie scelte di vita: Verità, Bontà, e Utilità.
Ma come faccio con la Bontà di quello che dichiarerei? Se è buona cosa per una parte, non lo è per l'altra...
In prima, come se gli attori recitassero qui e ora, solo per noi lettori.
La Trama è Intrigante: La storia presenta un intreccio complesso e avvincente, con personaggi ben delineati e un conflitto morale che cattura l'attenzione del lettore.
I personaggi sono ben sviluppati, con motivazioni e dilemmi interiori che aggiungono profondità alla narrazione. Oddone è un personaggio interessante con un forte conflitto interiore, questo è il fulcro della narrativa, il conflitto.
Temi universali come la verità, la giustizia, la compassione e la vendetta, invitano alla riflessione: Una buona lettura
I dialoghi, che sono osservazioni che Oddone rivolge a se stesso, sono abbastanza realistici ma manca una collocazione ambientale, non sappiamo dove immaginare Oddone mentre si arrovella.
La sequenza temporale degli eventi potrebbe essere resa più chiara. In alcuni punti, il lettore potrebbe confondersi riguardo al momento esatto in cui si svolgono le azioni.
Il personaggio di Vito lo avrei sviluppato di più, per dare maggiore profondità alla sua scelta di non fornire un alibi a Iago. Questo darebbe più complessità e tensione alla trama.
In conclusione è una storia avvincente e ben costruita, i personaggi sono complessi ma poco caratterizzati ai fini della lettura: sappiamo di Iago che è un poco di buona senza vederlo all'azione, lo stesso quando lo descrivi innamorato. Sappiamo di Vito che è un buon padre di famiglia ma nel testo le immagini mancano del tutto. Lo stesso vale per le ambientazioni, che in un testo teatrale servono per la sceneggiatura.
Insomma sei rimasta a cavallo tra un genere e un altro. Avevi abbastanza caratteri per migliorarlo, ma si sa, il MI non perdona ed è bello per questo.
Mi è dispiaciuto molto non aver avuto la domenica libera per partecipare.
Ti faccio i complimenti per il coraggio nell'esperimento, per l'idea del conflitto di Oddone.
Alla prossima.
Re: [MI 185] La sospesa verità
5Cara @Poeta Zaza apprezzo sempre la tua fantasia nell’architettare storie che aderiscano, tempo per tempo, alle tracce proposte.
Anche in questo caso i’idea potenziale per scrivere un racconto centrato c’è tutta ma, quello che non mi convince, è la realizzazione.
Prima di tutto utilizzare la struttura di atto unico teatrale. Se si dovesse mettere in scena questa storia, sarebbe parecchio improbabile riuscirci.
Preferibile immaginare lo svolgimento in un’aula di tribunale. Allora i fatti sarebbero potuti emergere dai vari interrogatori. Ma così no… neppure nel, teatro verità di avanguardia.
Il fatto che @queffe avesse già delineato una traccia piuttosto precisa doveva liberare l’autore e non imbrigliarlo in una sorta di spiegone (a uso di chi? Degli eventuali attori? ) che toglie del tutto il gusto della lettura successiva.
La rivelazione dell’o omosessualità di Vito e Iago non l’avrei spoilerata ma fatta emergere in altro modo con un racconto e non con un simil testo teatrale. Come pure il dubbio del testimone; poteva essere un racconto molto intrigante.
Quindi penso che potresti, fuori dal contest, riscrivere questo testo come racconto breve oppure, vista la tua passione per i testi teatrali, scrivere un testo teatrale pensando anche a una sua concreta e possibile realizzazione sul palco.
Un abbraccio e spero di non averti offesa.
Anche in questo caso i’idea potenziale per scrivere un racconto centrato c’è tutta ma, quello che non mi convince, è la realizzazione.
Prima di tutto utilizzare la struttura di atto unico teatrale. Se si dovesse mettere in scena questa storia, sarebbe parecchio improbabile riuscirci.
Preferibile immaginare lo svolgimento in un’aula di tribunale. Allora i fatti sarebbero potuti emergere dai vari interrogatori. Ma così no… neppure nel, teatro verità di avanguardia.
Il fatto che @queffe avesse già delineato una traccia piuttosto precisa doveva liberare l’autore e non imbrigliarlo in una sorta di spiegone (a uso di chi? Degli eventuali attori? ) che toglie del tutto il gusto della lettura successiva.
La rivelazione dell’o omosessualità di Vito e Iago non l’avrei spoilerata ma fatta emergere in altro modo con un racconto e non con un simil testo teatrale. Come pure il dubbio del testimone; poteva essere un racconto molto intrigante.
Quindi penso che potresti, fuori dal contest, riscrivere questo testo come racconto breve oppure, vista la tua passione per i testi teatrali, scrivere un testo teatrale pensando anche a una sua concreta e possibile realizzazione sul palco.
Un abbraccio e spero di non averti offesa.

Re: [MI 185] La sospesa verità
6@Monica wrote: Mon Dec 09, 2024 2:35 pmCara @Poeta Zaza apprezzo sempre la tua fantasia nell’architettare storie che aderiscano, tempo per tempo, alle tracce proposte.
Anche in questo caso i’idea potenziale per scrivere un racconto centrato c’è tutta ma, quello che non mi convince, è la realizzazione.
Prima di tutto utilizzare la struttura di atto unico teatrale. Se si dovesse mettere in scena questa storia, sarebbe parecchio improbabile riuscirci.
Preferibile immaginare lo svolgimento in un’aula di tribunale. Allora i fatti sarebbero potuti emergere dai vari interrogatori. Ma così no… neppure nel, teatro verità di avanguardia.
@Monica wrote: Mon Dec 09, 2024 2:35 pmLa rivelazione dell’o omosessualità di Vito e Iago non l’avrei spoilerataSai anche tu quanto mi piaccia sperimentare. Ringrazio per la traccia @queffe, che mi ha rimandato a Socrate, e poi a Shakespeare.
Ho voluto, indegnamente certo, ma ho provato a discettare e a costruire il mio mondo su certi parametri comuni.
Ho preso l'dea della costruzione teatrale siffatta dal Prologo- spiegone del "Romeo e Giulietta", una sinossi con tanto di finale. Uno spoiler voluto.
Lo copio-incollo qui, perché tutti conoscete l'opera:
Traduzione prologo Romeo e Giulietta
Coro: due famiglie, nobili del pari,
nella bella Verona, ov'è la scena,
per antica rivalità, rompono in una
nuova lite, e il sangue dei cittadini
imbratta le mani dei cittadini.
Dai lombi fatali di questi due nemici
toglie vita una coppia d'amanti
avventurati, nati sotto maligna stella,
le cui pietose vicende
seppelliscono, mediante la lor morte,
la guerra d'odio dei loro genitori.
I casi invero spaventevoli del loro
amore segnato come preda della morte,
e la collera protratta dei loro
genitori, che,cove non si fosse data
la morte dei loro figliuoli,
null'altro avrebbe potuto arrestare,
costituiscono ora l'argomento delle
due ore di rappresentazione sulla
nostra scena;e se farete tanto di
prestarvi orecchio paziente, tutto
quello che ad essa manchi cercherà
di rimediarlo il nostro zelo.
Ho soltanto preso dal Sommo l'idea di riassumere la trama. Lui per i suoi fini, io, nel mio piccolo, per comunicare ai lettori il rovello del testimone,
e quindi presentargli i personaggi e gli aspetti controversi della questione (se testimoniare o no) che macerano la sua coscienza, che lo spinge a riflettere sulle connessioni e sulle conseguenze di una scelta o di un'altra..
Certo, ho incentrato il tutto o quasi nei ragionamenti che hanno portato Oddone alla decisione, e ho fatto intervenire la moglie fuori campo, per aiutarlo a decidersi. Perché, senza il nostro aiuto, spesso il pensiero degli uomini resta "sospeso" e inefficace al "dunque".

Grazie, cara @@Monica.
Last edited by Poeta Zaza on Mon Dec 09, 2024 3:57 pm, edited 1 time in total.
Re: [MI 185] La sospesa verità
7Cara @Poeta Zaza ti sei cimentata in un nuovo genere, brava!
Il testo, nonostante tu abbia voluto omaggiare le sceneggiature di tempi andati, scorre veloce e piacevole.
Un bel risultato a mio parere.
Il prologo non lo definirei tale, è piuttosto un sunto della storia, sembra quasi a beneficio di un attore che debba scegliere se accettare o meno la parte.
Il punto dolente è che aderisci alla traccia, ma non la sviluppi, fai rimanere sospese le domande della traccia, la sinossi che hai chiamato prologo, la perfezioni, ma non c'è il finale. Capisco che possa essere una scelta, ma la traccia suggeriva una presa di posizione per lo sviluppo del testo.
Comunque, molto brava per l' esperimento riuscito.
Il testo, nonostante tu abbia voluto omaggiare le sceneggiature di tempi andati, scorre veloce e piacevole.
Un bel risultato a mio parere.
Il prologo non lo definirei tale, è piuttosto un sunto della storia, sembra quasi a beneficio di un attore che debba scegliere se accettare o meno la parte.
Il punto dolente è che aderisci alla traccia, ma non la sviluppi, fai rimanere sospese le domande della traccia, la sinossi che hai chiamato prologo, la perfezioni, ma non c'è il finale. Capisco che possa essere una scelta, ma la traccia suggeriva una presa di posizione per lo sviluppo del testo.
Comunque, molto brava per l' esperimento riuscito.

Re: [MI 185] La sospesa verità
8Modea72 wrote: Mon Dec 09, 2024 3:37 pm Cara @Poeta Zaza ti sei cimentata in un nuovo genere, brava!La decisione è presa alla fine! Lui testimonierà per l'alibi del sospettato Iago e lo scagionerà. Avviserà prima Vito per correttezza.
Il testo, nonostante tu abbia voluto omaggiare le sceneggiature di tempi andati, scorre veloce e piacevole.
Un bel risultato a mio parere.
Il prologo non lo definirei tale, è piuttosto un sunto della storia, sembra quasi a beneficio di un attore che debba scegliere se accettare o meno la parte.
Il punto dolente è che aderisci alla traccia, ma non la sviluppi, fai rimanere sospese le domande della traccia, la sinossi che hai chiamato prologo, la perfezioni, ma non c'è il finale. Capisco che possa essere una scelta, ma la traccia suggeriva una presa di posizione per lo sviluppo del testo.
Comunque, molto brava per l' esperimento riuscito.
Grazie per i complimenti cara @Modea72

Re: [MI 185] La sospesa verità
9Grazie per la spiegazione @Poeta Zaza, ma per quanto dovrebbe essere SEMPRE così
non avevo dato per scontato che seguisse le indicazioni della moglie!




Re: [MI 185] La sospesa verità
10Modea72 wrote: Mon Dec 09, 2024 3:47 pm Grazie per la spiegazione @Poeta Zaza, ma per quanto dovrebbe essere SEMPRE cosìHai ragione. Ho cercato di fare capire che l'avrebbe fatto, visto che l'ha cercata lui, la chiama "diletta mia" e sembrano all'unisono, ma forse ci stava una conclusione più chiara. Grazie cara.non avevo dato per scontato che seguisse le indicazioni della moglie!
Re: [MI 185] La sospesa verità
11Albascura wrote: Mon Dec 09, 2024 1:58 pmLa Trama è Intrigante: La storia presenta un intreccio complesso e avvincente, con personaggi ben delineati e un conflitto morale che cattura l'attenzione del lettore.Cara @Albascura
I personaggi sono ben sviluppati, con motivazioni e dilemmi interiori che aggiungono profondità alla narrazione. Oddone è un personaggio interessante con un forte conflitto interiore, questo è il fulcro della narrativa, il conflitto.
Temi universali come la verità, la giustizia, la compassione e la vendetta, invitano alla riflessione: Una buona lettura
I dialoghi, che sono osservazioni che Oddone rivolge a se stesso, sono abbastanza realistici ma manca una collocazione ambientale, non sappiamo dove immaginare Oddone mentre si arrovella.
La sequenza temporale degli eventi potrebbe essere resa più chiara. In alcuni punti, il lettore potrebbe confondersi riguardo al momento esatto in cui si svolgono le azioni.
Il personaggio di Vito lo avrei sviluppato di più, per dare maggiore profondità alla sua scelta di non fornire un alibi a Iago. Questo darebbe più complessità e tensione alla trama.
In conclusione è una storia avvincente e ben costruita, i personaggi sono complessi ma poco caratterizzati ai fini della lettura: sappiamo di Iago che è un poco di buona senza vederlo all'azione, lo stesso quando lo descrivi innamorato. Sappiamo di Vito che è un buon padre di famiglia ma nel testo le immagini mancano del tutto. Lo stesso vale per le ambientazioni, che in un testo teatrale servono per la sceneggiatura.
Insomma sei rimasta a cavallo tra un genere e un altro. Avevi abbastanza caratteri per migliorarlo, ma si sa, il MI non perdona ed è bello per questo.
Mi è dispiaciuto molto non aver avuto la domenica libera per partecipare.
Ti faccio i complimenti per il coraggio nell'esperimento, per l'idea del conflitto di Oddone.

Grazie per le tue pertinenti osservazioni e i tuoi apprezzati consigli!

Quello che voglio "in primis" è non annoiare, anzi, sorprendere, e talvolta ci riesco, lo so.

Re: [MI 185] La sospesa verità
12bezzicante wrote: Mon Dec 09, 2024 1:03 pmOnestamente lo spiegone iniziale, mascherato da prologo, non mi piace; è un'ottima soluzione al terribile limite degli 8.000 caratteri, ma anche se ha questa giustificazione non per questo è gradevole. Apprezzo che tu abbia mascherato tutto come sorta di atto unico vecchio stile, con l'elenco dei personaggi etc.,Ti rimando al prologo-spiegone di Shakespeare per Romeo e Giulietta, di cui parlo nella risposta a Monica, sopra.
bezzicante wrote: Mon Dec 09, 2024 1:03 pmCiò detto il tuo racconto in realtà è un piccolo esercizio morale: la storia è appena accennata e serve come pretesto per spiegare al lettore cosa sia il bene e il male in un caso specifico, cosa la verità e la menzogna, e cose simili. A me personalmente i racconti esplicitamente didattici, a tesi, focalizzati su una questione etica esplicitata a beneficio dell'educazione del lettore non piacciono, mi devi scusare.Lo so, è un mio grosso limite fare brani didascalici di fondo. Ogni tanto la vecchia Zaza sembra salire in cattedra: me l'hanno detto in tanti.

bezzicante wrote: Mon Dec 09, 2024 1:03 pm- "si arrovella il nostro"; quando 'nostro' assume un valore di sostantivo e fa riferimento a una persona specifica, proprio per distinguerlo da un qualunque pronome si mette in maiuscolo: "il Nostro"; vale anche in casi come "l'Autore scrive che" (dove 'Autore' sostituisce il nome e cognome della persona citata), etc.Hai ragione. Ti ringrazio di avermelo segnalato, perché lo sapevo ma mi è sfuggito il refuso.

Mi ha fatto piacere il tuo commento, @bezzicante

Re: [MI 185] La sospesa verità
13ciao @Poeta Zaza
Lo sai che non mi piacciono questi testi, ma dico che ci hai lavorato sodo e per questo hai il mio plauso
Non capisco il nome che hai scelto per Iago, mi suona troppo male, perché assomiglia alla parola lago... è una questione stupida, lo so, ma se il nome fosse stato diverso, leggendo, e con il cervello in presa, mi avresti creato meno confusione. Ciao a presto.
Lo sai che non mi piacciono questi testi, ma dico che ci hai lavorato sodo e per questo hai il mio plauso

Non capisco il nome che hai scelto per Iago, mi suona troppo male, perché assomiglia alla parola lago... è una questione stupida, lo so, ma se il nome fosse stato diverso, leggendo, e con il cervello in presa, mi avresti creato meno confusione. Ciao a presto.

Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio
Re: [MI 185] La sospesa verità
14bestseller2020 wrote: Mon Dec 09, 2024 6:30 pm ciao @Poeta ZazaGrazie del passaggio, @bestseller2020
Lo sai che non mi piacciono questi testi, ma dico che ci hai lavorato sodo e per questo hai il mio plauso
Non capisco il nome che hai scelto per Iago, mi suona troppo male, perché assomiglia alla parola lago... è una questione stupida, lo so, ma se il nome fosse stato diverso, leggendo, e con il cervello in presa, mi avresti creato meno confusione. Ciao a presto.

Re: [MI 185] La sospesa verità
15Ciao @Poeta Zaza, ho letto il tuo racconto sul quale si potrebbe dire di tutto e di più. Il testo ha una rapidità che comprime il conflitto in poche righe, quando l'esplorazione avrebbe necessitato di più spazio (ma visto il breve lasso di tempo a disposizione, ha fatto bene @queffe esonerandovi: " non c’è bisogno che vi soffermiate a descriverli in modo approfondito". Quindi inutile dire che dovevi descrivere di più.) Il conflitto c'è tutto, le condizioni e le motivazioni sono serie e realistiche.
Il finale io l'ho compreso come "la verità va detta" accada quel che accada. Il prologo non mi pare altro che una ripresa della traccia con la specifica della trama che intendevi buttare giù, e l'ho reputato attinente.
Nel complesso mi sembra un lavoro più che accettabile. La scrittura in forma teatrale agevola e giustifica la narrazione rapida e sintetica. Viene da dire: il meglio verrà dagli attori.

Il finale io l'ho compreso come "la verità va detta" accada quel che accada. Il prologo non mi pare altro che una ripresa della traccia con la specifica della trama che intendevi buttare giù, e l'ho reputato attinente.
Nel complesso mi sembra un lavoro più che accettabile. La scrittura in forma teatrale agevola e giustifica la narrazione rapida e sintetica. Viene da dire: il meglio verrà dagli attori.

Re: [MI 185] La sospesa verità
16Adel J. Pellitteri wrote: Tue Dec 10, 2024 9:19 am Il finale io l'ho compreso come "la verità va detta" accada quel che accada. Il prologo non mi pare altro che una ripresa della traccia con la specifica della trama che intendevi buttare giù, e l'ho reputato attinente.@Adel J. Pellitteri
Nel complesso mi sembra un lavoro più che accettabile. La scrittura in forma teatrale agevola e giustifica la narrazione rapida e sintetica. Viene da dire: il meglio verrà dagli attori.

Ma grazie! Pensa che mi immagino di vederlo rappresentato!

Magari con le siepi e le frasche del bosco a fare un "vi vedo non vi vedo" intorno ai due amanti...

Meglio di no... Che dici?

Re: [MI 185] La sospesa verità
17Carissima @Poeta Zaza , Il tuo bel racconto mi ha un po’ spiazzato.
Non tanto per la trama in sé, che sviluppa correttamente la consegna della traccia, quanto per il registro narrativo.
Un lessico retrò, carico di suggestioni e atmosfere incantevoli come solo tu sai fare, stride con messaggi al cellulare e coming out.
Aggiungo che al dialogo interiore di Oddone con la moglie forse sarebbe spettata maggior articolazione. Lo avrei reso più serrato, a tratti conflittuale, magari adombrando qualche coinvolgimento ambiguo con il losco Jago, e solo alla fine risolutivo.
Dico questo, non per puro gusto di complicare la faccenda, ma perché secondo me è proprio la tematica ad essere più complessa.
C’è un solo vero sentenzia la moglie. Ma non è così, non lo è mai, Rashomon insegna. Così come non c’è una sola colpa né una sola innocenza. E questo Oddone lo sa, deve saperlo, come lo sa la moglie, metafore entrambi del nostro bisogno disperato di essere dalla parte giusta.
E allora Jago, infame già dal nome, è il colpevole perfetto, quello che come Giuda sembra fatto apposta per consentire ai buoni di dormire in pace. E poco importa se dà la sensazione di saper essere tenero e innamorato, anzi, la cosa disturba perché offusca il quadro.
Un raccontone, amica mia, che ti ha fatto tremare i polsi come farebbe a chiunque.
A rileggerti
Non tanto per la trama in sé, che sviluppa correttamente la consegna della traccia, quanto per il registro narrativo.
Un lessico retrò, carico di suggestioni e atmosfere incantevoli come solo tu sai fare, stride con messaggi al cellulare e coming out.
Aggiungo che al dialogo interiore di Oddone con la moglie forse sarebbe spettata maggior articolazione. Lo avrei reso più serrato, a tratti conflittuale, magari adombrando qualche coinvolgimento ambiguo con il losco Jago, e solo alla fine risolutivo.
Dico questo, non per puro gusto di complicare la faccenda, ma perché secondo me è proprio la tematica ad essere più complessa.
C’è un solo vero sentenzia la moglie. Ma non è così, non lo è mai, Rashomon insegna. Così come non c’è una sola colpa né una sola innocenza. E questo Oddone lo sa, deve saperlo, come lo sa la moglie, metafore entrambi del nostro bisogno disperato di essere dalla parte giusta.
E allora Jago, infame già dal nome, è il colpevole perfetto, quello che come Giuda sembra fatto apposta per consentire ai buoni di dormire in pace. E poco importa se dà la sensazione di saper essere tenero e innamorato, anzi, la cosa disturba perché offusca il quadro.
Un raccontone, amica mia, che ti ha fatto tremare i polsi come farebbe a chiunque.
A rileggerti

Re: [MI 185] La sospesa verità
18aladicorvo wrote: Fri Dec 13, 2024 11:13 amUn lessico retrò, carico di suggestioni e atmosfere incantevoli come solo tu sai fare, stride con messaggi al cellulareMa dove? La coscienza gli manda messaggi contraddittori ma non ha ancora Whatsapp.

La moglie è la voce "fuori campo" in senso teatrale.

aladicorvo wrote: Fri Dec 13, 2024 11:13 amCarissima @Poeta Zaza , Il tuo bel racconto mi ha un po’ spiazzato.Grazie @aladicorvo
Non tanto per la trama in sé, che sviluppa correttamente la consegna della traccia, quanto per il registro narrativo.
Un lessico retrò, carico di suggestioni e atmosfere incantevoli come solo tu sai fare, stride con messaggi al cellulare e coming out.
Aggiungo che al dialogo interiore di Oddone con la moglie forse sarebbe spettata maggior articolazione. Lo avrei reso più serrato, a tratti conflittuale, magari adombrando qualche coinvolgimento ambiguo con il losco Jago, e solo alla fine risolutivo.
Dico questo, non per puro gusto di complicare la faccenda, ma perché secondo me è proprio la tematica ad essere più complessa.
C’è un solo vero sentenzia la moglie. Ma non è così, non lo è mai, Rashomon insegna. Così come non c’è una sola colpa né una sola innocenza. E questo Oddone lo sa, deve saperlo, come lo sa la moglie, metafore entrambi del nostro bisogno disperato di essere dalla parte giusta.
E allora Jago, infame già dal nome, è il colpevole perfetto, quello che come Giuda sembra fatto apposta per consentire ai buoni di dormire in pace. E poco importa se dà la sensazione di saper essere tenero e innamorato, anzi, la cosa disturba perché offusca il quadro.
Un raccontone, amica mia, che ti ha fatto tremare i polsi come farebbe a chiunque.
A rileggerti

Re: [MI 185] La sospesa verità
19Ciao @Poeta Zaza
che freschezza questo racconto! Sono dell'idea che innovazione e originalità diano i loro frutti solo se utilizzate con padronanza, e per me questo è il caso. Scelta audace il prologo, non è da tutti snocciolare tutta la faccenda nelle prime 8 righe e poi riuscire comunque a tenere incollato il lettore fino alla fine. E poi quella nota d'altri tempi (non solo del prologo, ma di varie scelte lessicali nel testo) mi ha affascinata. Quindi per me brava e coraggiosa. Mi trovo però d'accordo con @aladicorvo sull'effetto stridente di termini appartenenti ad epoche e contesti distanti tra loro.
Infine, pur riconoscendo un certo grado di stereotipia dei personaggi, ciò non mi ha disturbato (il protagonista arrovellato nel dilemma etico, il cattivo tenero in amore, etc...), in quanto pienamente coerente con il tipo di testo. Mi ha fatto tanto pensare a certe commedie classiche, Menandro, Terenzio e compagnia.
A presto, ti rileggerò con piacere!
che freschezza questo racconto! Sono dell'idea che innovazione e originalità diano i loro frutti solo se utilizzate con padronanza, e per me questo è il caso. Scelta audace il prologo, non è da tutti snocciolare tutta la faccenda nelle prime 8 righe e poi riuscire comunque a tenere incollato il lettore fino alla fine. E poi quella nota d'altri tempi (non solo del prologo, ma di varie scelte lessicali nel testo) mi ha affascinata. Quindi per me brava e coraggiosa. Mi trovo però d'accordo con @aladicorvo sull'effetto stridente di termini appartenenti ad epoche e contesti distanti tra loro.
wrote: aladicorvo Un lessico retrò, carico di suggestioni e atmosfere incantevoli come solo tu sai fare, stride con messaggi al cellulare e coming out.Mi distanzio da altri commenti per dire che il formato è una delle cose che ho preferito del tuo racconto. Persino l'elenco puntato. Se ne leggono talmente tante di cose tutte simili, che dopo qualche ora sono già passate nel dimenticatoio. Solo alcune piccole ridondanze:
wrote:Poeta Zaza- Sul tuo sentiero c'è un solo vero;Ciò che ho messo in grassetto (una cattiva si salverà e una persona cattiva pagherà) è tautologico, una frase è il contrario dell'altra, e la ripetizione appesantisce il testo. Ciò che ho sottolineato è un po' criptico dal mio punto di vista, e quindi interrompe il flusso di coscienza di Oddone e con esso il ritmo della lettura. Ho dovuto rileggere quei passi più volte.
- Se testimoni la verità, una persona buona pagherà e una cattiva si salverà;
- Se non testimoni la verità, una persona non colpevole pagherà;
- Spazia il tuo orizzonte per decidere;
- Se taci, una persona cattiva pagherà per qualcosa che non ha fatto.
- Non farti confondere dai rumori di fondo del pensiero dominante, attraversato da lampi di vendetta, di equità, giustizia o ingiustizia, compassione o vendetta;
- Cerca il silenzio, in te e fuori di te: nel silenzio, appollaiato sui bordi del pensiero, decifra il tuo giudizio;
- Verità, bontà, utilità: non c'è setaccio che non lasci scorie;
- Non farti frastornare mentre pensi; così arriva, intatto e da plasmare, quel giudizio.
Infine, pur riconoscendo un certo grado di stereotipia dei personaggi, ciò non mi ha disturbato (il protagonista arrovellato nel dilemma etico, il cattivo tenero in amore, etc...), in quanto pienamente coerente con il tipo di testo. Mi ha fatto tanto pensare a certe commedie classiche, Menandro, Terenzio e compagnia.
A presto, ti rileggerò con piacere!
Re: [MI 185] La sospesa verità
20Per favore,@Sira
puoi sistemare le parti non comprensibili del post qui sopra di @Mirna Lacadai ? Grazie cara
puoi sistemare le parti non comprensibili del post qui sopra di @Mirna Lacadai ? Grazie cara

Re: [MI 185] La sospesa verità
21@Mirna Lacadai
Grazie mille!
Grazie mille!

Mirna Lacadai wrote: Fri Dec 13, 2024 2:55 pmche freschezza questo racconto! Sono dell'idea che innovazione e originalità diano i loro frutti solo se utilizzate con padronanza, e per me questo è il caso. Scelta audace il prologo, non è da tutti snocciolare tutta la faccenda nelle prime 8 righe e poi riuscire comunque a tenere incollato il lettore fino alla fine. E poi quella nota d'altri tempi (non solo del prologo, ma di varie scelte lessicali nel testo) mi ha affascinata. Quindi per me brava e coraggiosa. Mi trovo però d'accordo con @aladicorvo sull'effetto stridente di termini appartenenti ad epoche e contesti distanti tra loro.Comunque i messaggi al cellulare che cita aladicorvo non ci sono nel mio testo...
Poeta Zaza wrote: Sun Dec 08, 2024 8:51 pmSe testimoni la verità, una persona buona pagherà e una cattiva si salverà;Sono frasi complementari ma non una il contrario dell'altra. Però, fanno ridondanza, hai ragione.
- Se non testimoni la verità, una persona non colpevole pagherà;
- Spazia il tuo orizzonte per decidere;
- Se taci, una persona cattiva pagherà per qualcosa che non ha fatto.
Mirna Lacadai wrote: Fri Dec 13, 2024 2:55 pmMi distanzio da altri commenti per dire che il formato è una delle cose che ho preferito del tuo racconto. Persino l'elenco puntato. Se ne leggono talmente tante di cose tutte simili, che dopo qualche ora sono già passate nel dimenticatoioQuesto è quello che voglio! Che i miei racconti non si scordino! Che bello, grazie di

Re: [MI 185] La sospesa verità
22aladicorvo wrote: Fri Dec 13, 2024 11:13 amUn lessico retrò, carico di suggestioni e atmosfere incantevoli come solo tu sai fare, stride con messaggi al cellulare e coming out.Carissima @aladicorvo

scusami se ti sollecito una risposta, ma dove li hai letti i messaggi al cellulare nel mio testo?

Re: [MI 185] La sospesa verità
23Come hai fatto notare, è un errore: ho frainteso i messaggi contraddittori della sua coscienza con un fantasmatico cellulare, in effetti mai citato.
Errore mio, chiedo venia
Errore mio, chiedo venia

Re: [MI 185] La sospesa verità
24Ciao, @Poeta Zaza , eccomi a commentare la tua interpretazione della mia traccia (e scusa il ritardo).
Nulla da dire sul fatto che tu non abbia seguito il "consiglio" di tralasciare l'antefatto. Consentivo di darlo per scontato perché il limite degli ottomila caratteri avrebbe potuto essere causa di finali frettolosi, ma non era un obbligo. Anzi: poteva rivelarsi un trappolone, perché rischiava di minare l'autoconsistenza del racconto. Tuttavia, pensavo avrebbe potuto anche portare a soluzioni interessanti, magari un po' carveriane, passami l'aggettivo un po' presuntuoso.
Questa è una piccola pièce, piuttosto che un racconto, ma anche su questo non ho nulla da dire. No, qualcosa da dire ce l'ho: è un raconto didascalico fin dal prologo che ripropone quasi letteralmente la traccia, ma gli hai dato l'unica forma nella quale le didascalie sono ammesse. Di più: indispensabili. Bella trovata.
Unica mia formale e risentita protesta (scherzo riguardo il risentimento
) è per il finale: ma che mi combini? "C'è un solo vero" !? Tu vuoi far rivoltare nella tomba un esercito di drammaturghi! (uno in particolare
, il sommo, a mio parere).
Allora: se vuoi essere coerentemente didascalica, devi offrire la tua interporetazione del vero (laddove il vero è - per umanime, odierna convinzione - che non esiste una sola verità). Mettimela come vuoi: con un richiamo all'interpretazione a molti mondi della fisica, con una citazione di Karl Popper, con l'apparente follia di una novella Sig.ra Frola... Ne hai un sacco di possibili agganci, e un disorientante miscuglio sarebbe la ciliegina sulla torta.
Oppure (e, nel caso, non avrei nulla da dire, anzi: m'inchinerei al tuo coraggio e alla tua proposta davvero rivoluzionaria), picchia forte con la visione della moglie (e tua, se tua è) e proponimi un convincente ribaltamento. Cioè, ribalta il senso comune di tutto un filone della drammaturgia moderna: no, non è così, se vi pare: è così e basta. (sottotitolo: Vi hanno ingannati!)
Ma non senza alcuna spiegazione, alcuna argomentazione. Un finale come quello che hai dato qui mi sembra davvero sbrigativo e poco convincente. Dogmatico, direi. Così sminuisci tutta la tua trovata narrativa...
Così, non conclude (il che è molto pirandelliano, d'accordo), ma non conclude perché fai rifiutare al lettore la conclusione, non perché gl'insitilli un fastidioso dubbio.
Nella logica del racconto, la moglie butta lì a Oddone un suo parere che sembra volutamente senza alcun valore, lavandosene, così, erodianamente [EDIT: è un lapsus: volevo dire pilatescamente] le mani. Non credo volessi far recitare quella parte alla moglie, e potrai obiettare che la mia intepretazione è assolutamente arbitraria. Ma questo è il gusto che mi lascia il finale.
Attenuante (non da poco): il tempo limitato che avevi a disposizione. Che mi ha fatto comunque apprezzare la tua prova. Ma se, come ti capita spesso, non hai intenzione di lasciar "morire" qui il tuo lavoro fatto per un contest, potresti provare a raccogliere la mia "sfida"...
A rileggerti.
Nulla da dire sul fatto che tu non abbia seguito il "consiglio" di tralasciare l'antefatto. Consentivo di darlo per scontato perché il limite degli ottomila caratteri avrebbe potuto essere causa di finali frettolosi, ma non era un obbligo. Anzi: poteva rivelarsi un trappolone, perché rischiava di minare l'autoconsistenza del racconto. Tuttavia, pensavo avrebbe potuto anche portare a soluzioni interessanti, magari un po' carveriane, passami l'aggettivo un po' presuntuoso.
Questa è una piccola pièce, piuttosto che un racconto, ma anche su questo non ho nulla da dire. No, qualcosa da dire ce l'ho: è un raconto didascalico fin dal prologo che ripropone quasi letteralmente la traccia, ma gli hai dato l'unica forma nella quale le didascalie sono ammesse. Di più: indispensabili. Bella trovata.
Unica mia formale e risentita protesta (scherzo riguardo il risentimento


Allora: se vuoi essere coerentemente didascalica, devi offrire la tua interporetazione del vero (laddove il vero è - per umanime, odierna convinzione - che non esiste una sola verità). Mettimela come vuoi: con un richiamo all'interpretazione a molti mondi della fisica, con una citazione di Karl Popper, con l'apparente follia di una novella Sig.ra Frola... Ne hai un sacco di possibili agganci, e un disorientante miscuglio sarebbe la ciliegina sulla torta.
Oppure (e, nel caso, non avrei nulla da dire, anzi: m'inchinerei al tuo coraggio e alla tua proposta davvero rivoluzionaria), picchia forte con la visione della moglie (e tua, se tua è) e proponimi un convincente ribaltamento. Cioè, ribalta il senso comune di tutto un filone della drammaturgia moderna: no, non è così, se vi pare: è così e basta. (sottotitolo: Vi hanno ingannati!)
Ma non senza alcuna spiegazione, alcuna argomentazione. Un finale come quello che hai dato qui mi sembra davvero sbrigativo e poco convincente. Dogmatico, direi. Così sminuisci tutta la tua trovata narrativa...
Così, non conclude (il che è molto pirandelliano, d'accordo), ma non conclude perché fai rifiutare al lettore la conclusione, non perché gl'insitilli un fastidioso dubbio.
Nella logica del racconto, la moglie butta lì a Oddone un suo parere che sembra volutamente senza alcun valore, lavandosene, così, erodianamente [EDIT: è un lapsus: volevo dire pilatescamente] le mani. Non credo volessi far recitare quella parte alla moglie, e potrai obiettare che la mia intepretazione è assolutamente arbitraria. Ma questo è il gusto che mi lascia il finale.
Attenuante (non da poco): il tempo limitato che avevi a disposizione. Che mi ha fatto comunque apprezzare la tua prova. Ma se, come ti capita spesso, non hai intenzione di lasciar "morire" qui il tuo lavoro fatto per un contest, potresti provare a raccogliere la mia "sfida"...
A rileggerti.
Re: [MI 185] La sospesa verità
25@queffe Grazie del passaggio ma ti rispondo eccome! 
Le contorsioni mentali dei personaggi di Pirandello in Così è se vi pare, con tre personaggi che illustrano la propria verità sulle loro relazioni interpersonali e che darebbe la stura a questa asserzione filosofica:
la conoscenza della realtà è relativa (relativismo conoscitivo), nel senso che ognuno di noi ha una propria visione della realtà per cui la conoscenza di una realtà certa è impossibile.
Ma non si prestano queste contorsioni mentali al mio testo. Qui i fatti sono incontrovertibili e quindi? Come fa a non esserci una sola verità?
Tu dici:
Se il presunto colpevole è stato visto in un posto "molto" lontano da quello del delitto, alla stessa ora, questo è l'unico, il solo vero. Il fatto è uno solo, non possono essercene due o tre. C'è una sola verità qui: ed è quella dei fatti.
Le uniche circonvoluzioni mentali sono quelle che si fa la coscienza del testimone. Parlare o tacere?
convinzione. Soltanto, Luca, hai travisato, nel mio testo, l'applicazione di questa "asserzione".
Il mio è un testo molto più semplice e lineare, con un unico fatto reale, che non si può fraintendere nel suo significato: il presunto assassino era qui,
ergo, nello stesso momento non poteva essere là. Un solo vero, un solo fatto reale.
La moglie lo spinge a dire la verità: tutto qui.
Ho sbagliato a farglielo dire in modo ridondante? Sì, visto che nella vita, in molti casi, non c'è una sola verità. Ma qui, in questo racconto, sì!
Grazie di avermi dato la possibilità di chiarire il mio pensiero, @queffe

Le contorsioni mentali dei personaggi di Pirandello in Così è se vi pare, con tre personaggi che illustrano la propria verità sulle loro relazioni interpersonali e che darebbe la stura a questa asserzione filosofica:
la conoscenza della realtà è relativa (relativismo conoscitivo), nel senso che ognuno di noi ha una propria visione della realtà per cui la conoscenza di una realtà certa è impossibile.
Ma non si prestano queste contorsioni mentali al mio testo. Qui i fatti sono incontrovertibili e quindi? Come fa a non esserci una sola verità?
Tu dici:
queffe wrote: Mon Dec 23, 2024 7:06 pmAllora: se vuoi essere coerentemente didascalica, devi offrire la tua interporetazione del vero (laddove il vero è - per umanime, odierna convinzione - che non esiste una sola verità).Qui non sI tratta di vicende come Così è se vi pare o Sei personaggi in cerca d'autore.
Se il presunto colpevole è stato visto in un posto "molto" lontano da quello del delitto, alla stessa ora, questo è l'unico, il solo vero. Il fatto è uno solo, non possono essercene due o tre. C'è una sola verità qui: ed è quella dei fatti.
Le uniche circonvoluzioni mentali sono quelle che si fa la coscienza del testimone. Parlare o tacere?
queffe wrote: Mon Dec 23, 2024 7:06 pmproponimi un convincente ribaltamento. Cioè, ribalta il senso comune di tutto un filone della drammaturgia moderna: no, non è così, se vi pare: è così e basta. (sottotitolo: Vi hanno ingannati!)Io non voglio ribaltare niente. Persino sulla mia pelle ho sperimentato un caso di verità distorta e quindi non mi permetterei di ribaltare questa
convinzione. Soltanto, Luca, hai travisato, nel mio testo, l'applicazione di questa "asserzione".
Il mio è un testo molto più semplice e lineare, con un unico fatto reale, che non si può fraintendere nel suo significato: il presunto assassino era qui,
ergo, nello stesso momento non poteva essere là. Un solo vero, un solo fatto reale.
La moglie lo spinge a dire la verità: tutto qui.
Ho sbagliato a farglielo dire in modo ridondante? Sì, visto che nella vita, in molti casi, non c'è una sola verità. Ma qui, in questo racconto, sì!
Grazie di avermi dato la possibilità di chiarire il mio pensiero, @queffe
