Marcello wrote: Sono positive tutte le schede dei lettori che ti hanno mandato allo step successivo; in teoria l'ultima, quella di chi ti ha bloccato, dovrebbe contenere delle critiche.
È vero, ed è un po' spiazzante; quando partecipai, non sapevo di questa procedura e la scheda mi sembrò scritta da un dissociato mentale: piena di elogi e molto positiva la prima parte, freddina e liquidatoria la seconda.
In seguito appresi (forse proprio nell'allora WD) che in realtà la scheda non è scritta da una sola persona, salvo che uno non venga bocciato già dal primo lettore, però magari questo lo si potrebbe dire in partenza agli autori, per non disorientarli.
Comunque a mio parere il Premio Calvino pecca di snobismo, e in ciò non fa onore alla persona cui è intitolato, proprio perché esclude la letteratura di genere, evidentemente considerata di serie B.
Se provate a scorrere l'albo d'oro dei vincitori, non troverete un solo titolo che sia poi divenuto un caso editoriale, di cui abbiano parlato diffusamente i mezzi d'informazione o che (orrore!) sia stato un best seller. Nella quasi totalità dei casi, si tratta di libri del tutto sconosciuti e di autori che al di fuori della ristretta cerchia di addetti ai lavori nessuno ha mai sentito nominare.
Possibile che in quaranta anni o giù di lì non sia capitato tra le mani dei giurati un solo manoscritto che avesse i requisiti per (doppio orrore!) diventare un successo commerciale e/o mediatico?
Insomma, anche il Calvino sembra far parte del sistema editoriale bipolare italiano: a un polo le barzellette di Totti o le ricette di cucina del personaggio tv, all'altro il pretenzioso mainstream di grandi ambizioni letterarie che quasi nessuno legge.