Aldo non si preoccupò neanche di chiudere la porta di casa quando entrò: raggiunse il salotto con tre passi, accese il giradischi e vi sistemò il 45 giri appena comprato. La musica riempì il piccolo appartamento e con essa la risata di Aldo. Delle note lente e una voce calda.
“Senti che musica!” esclamò il giovane percependo la presenza di Nena alle sue spalle.
I capelli raccolti in uno chignon mezzo disfatto, il grembiule che cominciava a starle stretto attorno al pancione e un sorriso che nemmeno le caviglie gonfie e l’afa dell’estate riuscivano a levarle.
Guardava divertita suo marito che faceva finta di cantare.
Oh mondo
Soltanto adesso io ti guardo
Nel tuo silenzio io mi perdo
E sono niente accanto a te
Aldo la indicò con un gesto ampio da palcoscenico e la prese tra le braccia guidandola nella danza. Appena potevano muoversi nel salotto, tra l’armadio e le due poltrone a fiori, ma per loro era tale e quale una pista da ballo. Ed era tutta loro.
Nena gli fece cenno di fermarsi e riprese fiato reggendosi la pancia. “Dove l’hai recuperato questo disco?”
Facendola accomodare su una delle sue poltrone e sedendosi sull’altra, Aldo continuò a canticchiare anche se non sapeva affatto le parole: “Il mondo, lalalala... ed il giorno... lalalala.”
Le prese i piedi in grembo, cominciando a massaggiarglieli. “Al bar del Bezzi.”
Nena divenne seria e rimise i piedi a terra. “Mi avevi detto che non ci saresti tornato.”
La canzone finì e il disco continuò a girare a vuoto.
“L’altra sera sono passato con dei colleghi, solo per un bicchiere dopo il lavoro. Passavano la canzone alla radio e mi è piaciuta. Mi ha fatto pensare a te. Così il Bezzi mi ha detto che poteva recuperarmi il disco e di passare a prenderlo oggi. Tutto qua. Ti sembra un problema?”
La spiegazione non aveva rincuorato Nena, la quale si alzò senza rispondere e tornò nella camera da letto.
Aldo allargò le braccia, guardò al cielo e la seguì. “Nena! Guarda che non mi sono mica fermato a giocare né niente. Ho bevuto un bicchiere con Giovanni e Umberto prima di venire a casa. Quindici minuti siamo stati dentro.”
Nena piegava, o meglio ripiegava, una pila di vestiti ordinatamente impilati sul letto, facendo finta di ignorarlo.
“Va be’, va. Fa’ come ti pare.” Aldo levò il braccio in un gesto eloquente e se ne andò. “Tanto quando ti metti a tenere il muso non ti batte nessuno.”
La giovane donna buttò sgraziatamente una camicia sul copriletto e lo seguì. “Non è per il bar, né per il bicchiere dopo il lavoro. È perché quando si fa una promessa la si mantiene!”
“Eh, la si mantiene... Guarda che mica ci sono andato a giocare. Tra l’altro Giovanni e Umberto sono due che se gli dai le carte in mano sanno solo farsi aria. Ma cosa ne vuoi sapere tu. Mi sembra di essere io quello che ogni santo giorno va al lavoro a farsi un mazzo così per comprarti tutte le cose... e le poltrone a fiori, e il giradischi...”
“Aldo, guarda che dopo l’ultima volta, se non interveniva mio padre a sistemare le cose con l’amico tuo, altro che le poltrone e il giradischi, la casa perdevamo! Andate in un altro bar.”
Aldo girava e rigirava su se stesso nel corridoio, incapace di decidere se andare in cucina o tornare nella camera da letto.
“Ma cosa cambia a te se andiamo in quel bar o in un altro. Un bar è un bar.”
“No, un bar non è un bar!”
Aldo si sentì portato all’esasperazione e, prima di dire qualcosa di cui si sarebbe pentito, uscì di casa.
Incespicò giù per le scale mentre provava ad accendersi una sigaretta, ma appena fu fuori ed ebbe fatto i primi due tiri, si sentì meglio. Si appoggiò alla facciata del palazzo e si concentrò sui gesti ripetitivi del fumare. Ogni volta che buttava fuori il fumo chiudeva gli occhi.
“Posso rubarle un tiro?”
Ancora prima di riaprire gli occhi, Aldo riconobbe la voce rauca di Marcello, il custode. Cosa custodisse non era ben chiaro, visto che il cancello che dava al cortile, così come il portone principale, erano sempre aperti e poteva andare e venire chi voleva. Tuttavia, quando c’era da fare qualche piccola riparazione, Marcello era sempre a disposizione e stava simpatico ai condomini.
Aldo gli porse la sigaretta.
“Lavoro o famiglia?” chiese l’altro, prendendola tra due dita.
“Famiglia.”
“La signora la fa disperare?”
Aldo si limitò a un cenno del capo.
Fumarono per un po’ in silenzio. Marcello rispettò il desiderio di Aldo di non voler condividere altro dei problemi che lo rendevano così cupo.
Il custode finì la sigaretta e la schiacciò sotto il tacco. “Secondo me, lei ha bisogno di un’ora o due di svago. Vedrà che se lascia alla sua signora il tempo di calmarsi, quando torna il problema si sarà risolto da solo.” Gli fece cenno di seguirlo. “La porto io nel posto giusto.”
Era forse la prima volta che Aldo si fermava ad osservare per davvero l’ippodromo, nonostante ci passasse davanti almeno una volta a settimana. Tuttavia, Marcello non gli lasciò più di qualche secondo, prima di spingerlo dentro, assieme a una piccola folla che si sparpagliò tra le tribune e un piccolo bar, dove si diressero i due uomini.
Dentro, l’ambiente era moderno, quasi interamente bianco. Sulla parete, un grande tabellone mostrava i risultati e una voce trasmessa da altoparlanti annunciava le prossime corse.
Con un atteggiamento di familiarità, Marcello alzò due dita in direzione del barista che annuì.
“Grappa va bene?” chiese indicando ad Aldo uno sgabello dove sedersi. “Che te ne pare?”
Ad Aldo non era sfuggito che erano passati ad un tratto al tu, ma approvò in silenzio. “Non ci ero mai venuto. Non ci capisco nulla di cavalli!”
“Non serve capirci: devi trovare il tuo cavallo fortunato e restargli fedele. Ecco il segreto. Il tuo cavallo fortunato. Aspettami qui per favore.”
Marcello si allontanò e, nell’attesa, Aldo cominciò a sfogliare un libricino trovato sul bancone: conteneva lunghi elenchi di nomi cavalli, uno più strano dell’altro. Ogni tanto si sentivano esclamazioni di gioia o di delusione che gli facevano alzare lo sguardo, ma per lo più si annoiava.
Dopo qualche minuto, Marcello tornò e si sedette accanto a lui. “Trovato qualcosa di interessante?” chiese mentre piegava con cura un foglietto di carta e lo riponeva nella tasca interna della giacca.
Aldo scosse la testa e gli consegnò il libretto, rivolgendo l’attenzione al bicchiere che il barista gli aveva servito.
“Guarda,” riprese il suo nuovo amico. “Questa comincia tra poco.”
Aldo guardò la pagina con poco interesse, ma quasi immediatamente un nome colse la sua attenzione: Filomena. Un cavallo portava il nome della sua Nena. Il giovane sentì un fremito nel petto, la familiare sensazione della sorte che gli sorrideva. Era un segno.
Quando tornò a casa, Aldo trovò la sua cena tenuta al caldo dentro una pentola e Nena che leggeva seduta in cucina.
La giovane donna non mosse un muscolo per salutarlo, ma lui sapeva che non stava leggendo per davvero e che stava solo facendo l’ostinata. Le accarezzò le spalle e la baciò sulla guancia.
“Mi dispiace,” le sussurrò. “Non volevo litigare. Volevo fare una cosa bella, per una volta, per te! Abbiamo preso il giradischi e abbiamo solo due dischi, entrambi di canti di chiesa, che ti ha regalato tua zia. Quaresimali per giunta!” Riuscì a strapparle una risata silenziosa. “E adesso, con il bambino, non si può mica fargli ascoltare canti quaresimali tutti i giorni. Se noi poi cresce triste!”
Uscì dalla cucina e dopo qualche secondo, la voce di Jimmy Fontana tornò a scorrere tra le stanze. Aldo porse una mano a sua moglie che lo guardò per qualche secondo con la fronte aggrottata prima di accettare.
“Sono un vero idiota, Nena,” le sussurrò mentre ballavano nel corridoio. “Ma sono sicuro che nostro figlio prenderà da te e sarà intelligente e responsabile.”
Continuarono a danzare lentamente e abbracciati anche quando la canzone era ormai finita.
“Ti prometto che non torno più dal Bezzi.”
Nena non rispose. Sospirò e appoggiò la guancia alla spalla di Aldo.
Re: [CE24-2] Il mondo - Nonno Aldo
2Il vizio del gioco: gran brutta bestia @SilviaVera e tu ce ne fai percepire tutta la devastazione. Il racconto è scritto molto bene, si accorda perfettamente con quello scritto da @Bef . Freschi e naturali i dialoghi, struggenti certe immagini. Bello il movimento impresso in alcune scene. Tutto è pervaso da un sentimento malato nei confronti del vizio che rischia d’inquinare ogni rapporto. Anche la stessa canzone assume un tono quasi malevolo con quel mondo che gira di continuo per tornare sempre al punto di partenza. In conclusione, un lavoro di coppia davvero ben riuscito. Complimenti.
Re: [CE24-2] Il mondo - Nonno Aldo
3Brava @SilviaVera. Piaciuto davvero molto.
Potrebbe esserci il rischio di ripetere quello che ho già detto a @Bef, quanto a struttura, armonia lessicale e ottima coordinazione del lavoro in tandem. Ma entrambi i racconti camminano sulle loro gambe. E vanno lontano, direi.
La tua storia, infatti, trascende la negatività del contenuto, pervasa com’è di dolcezza e ci obbliga ad abbassare il ditino giudicante che ci avrebbe illuso di essere migliori.
Così la rappresentazione del legame sincero tra Aldo e la sua Nena, condannata ad amarlo e dunque a stargli accanto e far finta di credergli (quasi) sempre.
Persino l’incontro col Lucignolo Marcello, che lo accompagna alla sua nuova perdizione, camuffata da presagio benevolo.
Tutto ci intenerisce.
Invece no, stacco sapiente: il cambio scena che ci riporta tutti a casa senza riuscire a saperlo. Ma che importa? Aldo è tra le braccia di lei, a promettere, forse a mantenere, comunque ad amarla.
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Potrebbe esserci il rischio di ripetere quello che ho già detto a @Bef, quanto a struttura, armonia lessicale e ottima coordinazione del lavoro in tandem. Ma entrambi i racconti camminano sulle loro gambe. E vanno lontano, direi.
La tua storia, infatti, trascende la negatività del contenuto, pervasa com’è di dolcezza e ci obbliga ad abbassare il ditino giudicante che ci avrebbe illuso di essere migliori.
Così la rappresentazione del legame sincero tra Aldo e la sua Nena, condannata ad amarlo e dunque a stargli accanto e far finta di credergli (quasi) sempre.
Persino l’incontro col Lucignolo Marcello, che lo accompagna alla sua nuova perdizione, camuffata da presagio benevolo.
Tutto ci intenerisce.
SilviaVera wrote: Sun Sep 01, 2024 9:05 pmFilomena. Un cavallo portava il nome della sua Nena. Il giovane sentì un fremito nel petto, la familiare sensazione della sorte che gli sorrideva. Era un segno.E vorremmo davvero che vincesse cavalcando per sempre la Fortuna.
Invece no, stacco sapiente: il cambio scena che ci riporta tutti a casa senza riuscire a saperlo. Ma che importa? Aldo è tra le braccia di lei, a promettere, forse a mantenere, comunque ad amarla.
SilviaVera wrote: Sun Sep 01, 2024 9:05 pmNena non rispose. Sospirò e appoggiò la guancia alla spalla di AldoHai scritto un piccolo gioiello, @SilviaVera

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Re: [CE24-2] Il mondo - Nonno Aldo
4Racconto molto, molto bello, tenero e terribile nella sua umanità.
Re: [CE24-2] Il mondo - Nonno Aldo
5@SilviaVera Bella storia, scritta con sensibilità e delicatezza. La forza sta nella percezione, l'allusione al dramma, tra tragedie sfiorate nel passato e altre da aspettarsi nel futuro.
L'amore, la tenerezza e la speranza nella famiglia però sembrano superare l'oblio del gioco anche se tutto rimane sospeso lasciando presagire anche altri scenari.
Questa parte mi sembra fatta molto bene. Lasci molte aspettative sul prosieguo...
Non vedo l'ora di leggere il resto.
Complimenti
L'amore, la tenerezza e la speranza nella famiglia però sembrano superare l'oblio del gioco anche se tutto rimane sospeso lasciando presagire anche altri scenari.
Questa parte mi sembra fatta molto bene. Lasci molte aspettative sul prosieguo...
Non vedo l'ora di leggere il resto.
Complimenti
Re: [CE24-2] Il mondo - Nonno Aldo
6Ciao @SilviaVera
È la prima volta che commento un tuo racconto. Una piacevole sorpresa questo stile pulito d’altri tempi. Io mi ostino a rifugiarmi in molte cose del passato.
Anche il tuo racconto, se male non ho capito ambientato negli anni della canzone, primi anni Sessanta, risente, sei stata molto brava nel mostrarlo con lievi tocchi comportamentali dei vari personaggi, dell’atmosfera di quei tempi.
Aldo è in fondo un brav’uomo anche se il vizio del gioco potrebbe portare alla rovina lui e la sua Nena, che tra l’altro è incinta.
Belli e realistici i dialoghi fra i due sposi, con il patetico scusarsi e giustificarsi di Aldo che non andrà più al bar degli amici, dove si gioca, e Nena che non gli crede.
Mi è piaciuta la scena dove Nena, per darsi un contegno “offeso” si mette a ripiegare i vestiti già impilati sul letto, fingendo di essere arrabbiata con Aldo.
Ottima la scena di Aldo che fuma e l’avvicinarsi del custode Marcello, l’iniziale darsi del lei e poi del tu confidenziale fra i due.
Hai saputo ricreare, quasi senza descrivere, l’atmosfera dell’ippodromo dove i due si recano, accennando anche a qualche modalità del gioco ma senza soffermarti.
Non è dato sapere se Aldo dalle carte passerà ai cavalli, ma la cosa bella è che tornerà dalla sua Nena e riuscirà a strapparle un sorriso, seppure un po’ forzato, ballando con lei al suono della canzone e parlandole del loro figlio che deve nascere.
Complimenti.
È la prima volta che commento un tuo racconto. Una piacevole sorpresa questo stile pulito d’altri tempi. Io mi ostino a rifugiarmi in molte cose del passato.
Anche il tuo racconto, se male non ho capito ambientato negli anni della canzone, primi anni Sessanta, risente, sei stata molto brava nel mostrarlo con lievi tocchi comportamentali dei vari personaggi, dell’atmosfera di quei tempi.
Aldo è in fondo un brav’uomo anche se il vizio del gioco potrebbe portare alla rovina lui e la sua Nena, che tra l’altro è incinta.
Belli e realistici i dialoghi fra i due sposi, con il patetico scusarsi e giustificarsi di Aldo che non andrà più al bar degli amici, dove si gioca, e Nena che non gli crede.
Mi è piaciuta la scena dove Nena, per darsi un contegno “offeso” si mette a ripiegare i vestiti già impilati sul letto, fingendo di essere arrabbiata con Aldo.
Ottima la scena di Aldo che fuma e l’avvicinarsi del custode Marcello, l’iniziale darsi del lei e poi del tu confidenziale fra i due.
Hai saputo ricreare, quasi senza descrivere, l’atmosfera dell’ippodromo dove i due si recano, accennando anche a qualche modalità del gioco ma senza soffermarti.
Non è dato sapere se Aldo dalle carte passerà ai cavalli, ma la cosa bella è che tornerà dalla sua Nena e riuscirà a strapparle un sorriso, seppure un po’ forzato, ballando con lei al suono della canzone e parlandole del loro figlio che deve nascere.
Complimenti.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
(Apocalisse di S. Giovanni)
Re: [CE24-2] Il mondo - Nonno Aldo
7Ciao @SilviaVera
Racconto basato sul vivere quotidiano di questa giovane coppia. L'ombra del vizio del gioco che terrorizza lei. Sul lontano orizzonte vi è l'arrivo di un figlio. Nonostante tutto si respira aria serena dentro alla casa. Sembrano due veri innamorati che non chiedono tanto alla vita, e dove la stessa vita, pare si sia tenuta lontana con le sue terribili prove. Anch'io mi sono posto la domanda come mai non descrivevi il finale sulla corsa dei cavalli. Pareva un fatto destinato a cambiare qualcosa, poi, invece, nulla è saltato fuori. Aldo non ne poteva parlare alla giovane moglie, come avrebbe potuto. Tale fatto porta a concludere che la corsa sia finita senza una vittoria del cavallo! Ma perché chiamarlo Nena, dato che poi non sarebbe stato vincente e neanche avrebbe influito sulla storia? Per il resto, noto solo l'utilizzo continuo del nome di Aldo, e di lei che chiami spesso- giovane donna. Anch'io cascavo spesso in questo voler continuamente identificare il personaggio, specialmente nel dialogo. Si risolve cercando di dare un ordine e di mantenere i dialoganti bene in vista. Sono certo che ci riuscirai, sei pronta per il passo in avanti. Fidati del lettore! Questo è un consiglio che ti do e che ti giro, dato che mi è stato dato a me a suo tempo! Poi spiegami il perché del titolo " Nonno Aldo". Aldo è giovane. Ciao a presto
Racconto basato sul vivere quotidiano di questa giovane coppia. L'ombra del vizio del gioco che terrorizza lei. Sul lontano orizzonte vi è l'arrivo di un figlio. Nonostante tutto si respira aria serena dentro alla casa. Sembrano due veri innamorati che non chiedono tanto alla vita, e dove la stessa vita, pare si sia tenuta lontana con le sue terribili prove. Anch'io mi sono posto la domanda come mai non descrivevi il finale sulla corsa dei cavalli. Pareva un fatto destinato a cambiare qualcosa, poi, invece, nulla è saltato fuori. Aldo non ne poteva parlare alla giovane moglie, come avrebbe potuto. Tale fatto porta a concludere che la corsa sia finita senza una vittoria del cavallo! Ma perché chiamarlo Nena, dato che poi non sarebbe stato vincente e neanche avrebbe influito sulla storia? Per il resto, noto solo l'utilizzo continuo del nome di Aldo, e di lei che chiami spesso- giovane donna. Anch'io cascavo spesso in questo voler continuamente identificare il personaggio, specialmente nel dialogo. Si risolve cercando di dare un ordine e di mantenere i dialoganti bene in vista. Sono certo che ci riuscirai, sei pronta per il passo in avanti. Fidati del lettore! Questo è un consiglio che ti do e che ti giro, dato che mi è stato dato a me a suo tempo! Poi spiegami il perché del titolo " Nonno Aldo". Aldo è giovane. Ciao a presto
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio
Re: [CE24-2] Il mondo - Nonno Aldo
8Ciao @SilviaVera.
È il mio primissimo commento su questo sito, e su un forum di scrittura in generale.
Comincio con un pensiero "a caldo", con uno dei complimenti migliori che, secondo me, uno scrittore può ricevere: cavoli, vorrei averlo scritto io!
Ho amato soprattutto la circolarità del racconto, il ballo con cui tutto inizia e tutto finisce. È così evocativa della circolarità della dipendenza dal gioco, il tornare sempre sul punto di partenza, con gli stessi cortocircuiti mentali, gli stessi errori.
Che altro... Mi piacciono i finali aperti, e con essi la possibilità data al lettore di immaginare ciò che gli pare e piace.
Da un punto di vista più tecnico, mi sono impigliata per un microsecondo in una ripetizione (loro) [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]che ha un po' interrotto il flusso della lettura: [/font]
Spero di rileggerti presto, ciao!
È il mio primissimo commento su questo sito, e su un forum di scrittura in generale.
Comincio con un pensiero "a caldo", con uno dei complimenti migliori che, secondo me, uno scrittore può ricevere: cavoli, vorrei averlo scritto io!
Ho amato soprattutto la circolarità del racconto, il ballo con cui tutto inizia e tutto finisce. È così evocativa della circolarità della dipendenza dal gioco, il tornare sempre sul punto di partenza, con gli stessi cortocircuiti mentali, gli stessi errori.
Che altro... Mi piacciono i finali aperti, e con essi la possibilità data al lettore di immaginare ciò che gli pare e piace.
Da un punto di vista più tecnico, mi sono impigliata per un microsecondo in una ripetizione (loro) [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]che ha un po' interrotto il flusso della lettura: [/font]
SilviaVera wrote: SilviaVerama per loro era tale e quale una pista da ballo. Ed era tutta loroNei dialoghi, in generale vivi e intriganti, ho trovato alcune espressioni a mio avviso un po' anacronistiche, e ciò ha provocato in me un effetto-distacco dalla scena in cui ero immersa. Mi riferisco a cose come:
SilviaVera wrote: “Posso rubarle un tiro?”Non è così che parlano i giovani d'oggi, piuttosto che le persone del tempo di Nonno Aldo?
Spero di rileggerti presto, ciao!
Re: [CE24-2] Il mondo - Nonno Aldo
9Complimenti, bella scrittura, ottima struttura e contenuto. Dialoghi naturali e spontanei. Si percepisce l'ispirazione con la quale è stato scritto. Un dolce-amaro realistico.
Brava!
Non si comprende bene perchè questo titolo: non mi pare sia la nipote a raccontare la storia. Immagino sia stata una scelta obbligata.
Brava!
Non si comprende bene perchè questo titolo: non mi pare sia la nipote a raccontare la storia. Immagino sia stata una scelta obbligata.