[CE24-2] Il mondo - Aldo (il nipote)

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Atterra sulle ginocchia, le mani in avanti per non cadere bocconi. L’erba e il terriccio hanno attutito l’urto. Si rialza spazzandosi i jeans. Da ragazzo se la sarebbe cavata meglio, ne ha scavalcati di muri, anche più alti di questo. Si guarda intorno: non veniva da tanto, nemmeno entrando dal cancello, come i visitatori normali. Il settore in cui si trova era ancora vuoto, l’ultima volta. Ora ci stanno tre fila di pietre tombali. Si può contare anche così il tempo, dal numero di morti.
Scuote la testa: non è venuto per filosofeggiare sulla caducità dell’esistenza. Nonostante il tempo trascorso, ricorda perfettamente dove si trova la tomba del nonno e imbocca il vialetto sulla destra a passo svelto.
Il giorno del funerale cadeva una pioggia fine e continua, si sentiva prigioniero del completo scuro, il primo della sua vita, che l’umidità gli incollava alla pelle.
La lapide è impeccabile, come nuova di zecca. Il granito nero brilla sotto i tiepidi raggi del sole calante, due enormi vasi di azalee bianche e rosa addolciscono il rigore della pietra. Nemmeno un fiore secco, e le foglie di un intenso verde brillante.
«Vedo che papà viene a trovarti più spesso di quando eri vivo. Certo, con un morto è più semplice. Sei finalmente diventato il genitore ideale che ha sempre voluto.»
A lui invece manca il nonno in carne e ossa, con i suoi difetti. Forse perché era in quelli che si riconosceva. Osserva la fotografia al centro della lapide. I suoi stessi occhi grigi, le stesse ciglia lunghe, la piccola ruga all’angolo della bocca. «Quanto ti assomiglio, nonno. Più passano gli anni e più ti rivedo in ogni specchio. "Il suo ritratto". Non era un complimento, in bocca a papà, ma lo era per me.»
Aldo Borghi, 1941-2013
Strana sensazione leggere i propri nome e cognome su una tomba. La foto, poi, rafforza l’impressione. Chiude gli occhi e immagina due nuove date: 1989-2024.
Chissà se papà si prenderebbe cura con tanta abnegazione anche della mia tomba. Probabilmente sì, gli sarebbe meno penoso che affrontare tutte le delusioni che gli ho dato nella vita.
Sbuffa e riapre gli occhi: non è lì per commiserarsi o tessere fantasie macabre.
È venuto per parlare con il nonno, spiegare, chiedere il permesso e forse anche scusa. Bella prova di coraggio, cercare comprensione e perdono da chi non c’è più. Ma sa che anche da vivo glieli avrebbe offerti. Nonno Aldo è stata il solo da cui si sia sempre sentito accettato. Perché siete uguali. Uguali. L’astio con cui suo padre l’affermava. Chissà perché ha voluto dare al proprio primogenito il suo nome, se lo disprezzava tanto. Scaramanzia? O quella stupida ossessione di dover seguire le tradizioni, le regole, il decoro. L’uomo irreprensibile.
«Eh già, nonno. È irreprensibile, tuo figlio, mica come noi. Quante volte lo ha ribadito? Quante volte mi hai accolto quando lui non voleva più saperne? Avevi fiducia in me, ripetevi. Mi sa che ti sbagliavi. Non l’ho mai messa la testa a posto, né trovato la mia strada. O meglio… sto sempre sulla stessa, anche a te piaceva percorrerla, ogni tanto. Tu sei riuscito a gestirla, io invece…
Sono nei debiti fino al collo, nonno. Anzi, annaspo con la testa sotto. Non ho più soluzioni, o, piuttosto, me ne resta una sola. E imploro la tua comprensione. Devo vendere la casa. La tua, nonno. Quella che hai voluto lasciarmi, come un porto sicuro. Quella che tante volte hai rischiato di perdere per amore del gioco, come ti rinfacciava nonna quand’era arrabbiata.
Hai rischiato ma ti sei sempre fermato sull’orlo del baratro. Io sono rotolato nel fondo del burrone.
Vorrei ci fosse un altro modo, te lo giuro. Ci sta un po’ di te in ogni muro. Non ho cambiato quasi nulla, sai? Sulla mensola c’è ancora il tuo vecchio giradischi degli anni Sessanta. L’ho fatto rimettere a nuovo. Ho ancora tutti i tuoi 33 giri. Voglio bene alla mia casa.  Mi si strappa il cuore a dovermene separare. Ma potrei saldare tutti i debiti e mi resterebbe abbastanza per trovare un bilocale decente, e ricominciare.»
Ricominciare? O si giocherà anche quelli? Sa che deve smetterla, è arrivato al punto di non ritorno. Ho perso tutto, trentacinque anni buttati tra dadi, bische e scommesse. Smettere, per davvero, è l’unica via. Ma che gli resterà, poi? Non c’è nulla che ami più del gioco. Non c’è mai stato nulla. L’eccitazione, la sensazione inebriante di stringere il destino nella mano…
«La conosci, nonno, so che mi capisci. L’elettricità che ti vibrava dentro quando prendevi in mano le carte. Ti brillavano gli occhi anche solo a parlarne. Non c’è nulla di meglio, per me. Nemmeno il sesso.»
Già a sedici anni, quando i suoi amici parlavano solo di femmine, li imitava, si lasciava trascinare, scherzava, immaginava di provarci con questa o quella, di metterle le mani sotto la gonna… ma bastava che uno dicesse “scommettiamo che riesco a farmela” e tutto il suo interesse si concentrava lì: quanto sei disposto a scommettere?
«Forse sono davvero malato, come diceva Alice. Dovrei farmi curare. Ha avuto un bambino, Alice, sai? Qualche mese fa, non ricordo bene. Mi ha mandato un Whatsapp… abita a Torino, adesso. Non so che effetto mi faccia, non ho mai voluto figli, non rimpiango… Se lo merita, sarà una madre fantastica. È una persona fantastica, ero io quello sbagliato dei due. Le cose sono andate come dovevano andare, insomma. Come diceva la tua canzone, nonno? Il mondo non si è fermato mai un momento… quello di Alice è andato avanti, solo io resto fermo.»
L’ha sentita pochi giorni fa, la canzone del nonno. Girava in macchina, senza meta, ripensava alle minacce del capo-settore, alle lettere di sollecito della banca, si diceva che forse era ora di darci un taglio. A chi mancherei, pensava, basta debiti, basta scommesse, basta domeniche da solo alle macchinette… e dalla radio è spuntata la voce di Jimmy Fontana.
E intorno a me
Girava il mondo come sempre
Gira, il mondo gira
Nello spazio senza fine
Con gli amori appena nati
Con gli amori già finiti
Con la gioia e col dolore
Della gente come me

Un segno, ha pensato. Quando mai passa alla radio, quel pezzo, è un cimelio da museo.
«Un segno. Era come sentire la tua voce che diceva: “certo che c’è la soluzione, c’è sempre.” Non mi ero reso conto di quanto mi mancasse non avere più un rifugio a cui tornare, quanto mi mancassi tu.
Te la ricordi la prima volta che papà scoprì che m’ero giocato la paghetta a poker? Era fuori di sé.
“È colpa tua!” Non mi guardava nemmeno, urlava solo contro di te quando venne a riprendermi. “Sei marcio dentro e glielo hai trasmesso, il tuo marcio!”
Non so se ci credesse davvero, forse era il suo modo per discolparsi, lui non c’entrava, era una tara ereditaria, la mia.
Lo è? Non credo, non sentirti in colpa. Anche se la nonna ti sgridava quando mi insegnavi a giocare a bestia, quando ti accompagnavo al bar a fare due mani con i tuoi amici. Non ce l’ho nel DNA. È una passione, come quelli che sfidano le onde con il surf. Ma le mie onde non le cavalco più, sono loro ad avermi messo sotto, hanno vinto la partita.»
È buio fatto ormai. Aldo si guarda intorno, si chiede cosa succederebbe se dovessero vederlo: un pazzo dentro un cimitero chiuso, accovacciato su una tomba a straparlare. Ma con chi altri potrebbe confidarsi? Non ha più nessuno, anche gli amici li ha persi al gioco.
E se fosse sorvegliato? Ormai ci sono telecamere ovunque, anche al cesso, perché non al camposanto.  Potrebbero arrestarmi per violazione di proprietà?
Non sarebbe questo ad aggravare la sua situazione, peggio di così… «Pensa la faccia di papà se mi faccio arrestare dai carabinieri come un barbone che bivacca sulle tombe.»
Poco gli importa, ha bisogno di essere lì, concedersi un’ultima notte di tregua protetto dal nonno. Domani deciderà. Sa di non poter più rimandare, sarà il momento dell’ultima scelta: fold o all-in. Domani. Adesso vuole solo restare in pace, avvolto dal buio.
Perché in fondo vuole ancora pensare che la notte insegue sempre il giorno.
Ed il giorno verrà.
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)

Re: [CE24-2] Il mondo - Aldo (il nipote)

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Ciao @Bef e grazie per questo splendido, splendido racconto che unisce in modo impeccabile la tecnica di scrittura e l’anima. Mi ẽ piaciuto moltissimo anche per la tematica delicata che hai affrontato. Un racconto duro e morbido al contempo in cui i sentimenti emergono prepotenti e le descrizioni offrono immagini immersive. Ottima la elaborazione dei personaggi. Ho letto anche il racconto della tua compagna di scrittura e trovo che si accordi molto bene al tuo. Lavoro eccellente per quanto mi riguarda. Solo complimenti e grazie perché leggere storie così ben scritte fa “scuola”.

Re: [CE24-2] Il mondo - Aldo (il nipote)

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@Bef , ma che bel racconto!  Ben strutturato, ben scritto, ottimamente coordinato con quello di @SilviaVera.
Appena un filo ruvidi i passaggi dal dialogo interiore all’io narrante, forse sarebbe bastato ripetere qua e là il nome di Aldo o magari fare un scelta univoca, non so…
Bef wrote: Sun Sep 01, 2024 6:42 pmSi può contare anche così il tempo, dal numero di morti. 
Certo, non è andato lì per filosofeggiare, ma il pensare viene da sé perché l’hai fatto sbocciare denso di vita, naturale e necessario come un respiro.
E quanto hai saputo rendere struggente la scelta di vendere la casa, così estrema da dover chiedere il permesso, da scusarsi, e però consolata dalla certezza di essere una sola anima, una sola carne.
E questo è il nodo centrale del racconto, il suo punto di forza, poiché non si accontenta di mettere in scena la rovina di un ludopatico scriteriato, croce e dannazione di ogni epoca ben prima del Giocatore di Dostoevskij ma, come tutte le storie di valore, parla di molto altro.
Parla del sentire, del riconoscersi e quindi dell’appartenersi. Parla d’amore, di quel chiarore che ci tiene vivi tra le ombre dell’umana fragilità e ogni volta ci fa sperare perché
Bef wrote: Sun Sep 01, 2024 6:42 pm
la notte insegue sempre il giorno.
Ed il giorno verrà.
 Brava davvero!
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Re: [CE24-2] Il mondo - Aldo (il nipote)

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Che magone!
Entrambe siete riuscite a far emergere questa nota cosí umana e tenera, la complessitá della relazione fra la dipendenza da gioco e l'amore per la famiglia e se stessi.
Complimenti a entrambe.

Re: [CE24-2] Il mondo - Aldo (il nipote)

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@Bef una ottima continuazione della parte di @SilviaVera. Siete state molto brave a far percepire la distanza temporale trasmettendo soprattutto le sensazioni.
In quello precedente anche con semplici mirabili particolari come le poltrone ricamate a fiori, la sigaretta che viene passata e altri, deliziosi.
La solitudine del nipote di fronte alla tomba del nonno è commovente. L'unico da cui si sente compreso. E il silenzio del cimitero potenzia questa sensazione.
Forse da quest'ultimo gesto, sofferto, al quale mai sarebbe voluto arrivare, si accende una speranza. La cosa più importante che saprà trasmettergli il nonno.
Piaciuto molto. Brave

Re: [CE24-2] Il mondo - Aldo (il nipote)

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Bef wrote: Sun Sep 01, 2024 6:42 pmSi rialza spazzandosi i jeans.
meglio "spazzolandosi" i jeans
Bef wrote: Sun Sep 01, 2024 6:42 pmOra ci stanno tre fila di pietre tombali
tre file
Bef wrote: Sun Sep 01, 2024 6:42 pmNonno Aldo è stata stato il solo da cui si sia sempre sentito accettato.
refusino 
Bef wrote: Sun Sep 01, 2024 6:42 pmO quella stupida ossessione di dover seguire le tradizioni, le regole, il decoro. L’uomo irreprensibile.
Invece del punto fermo, avrei fatto la scelta dei due punti esplicativi.
Bef wrote: Sun Sep 01, 2024 6:42 pmRicominciare? O si giocherà anche quelli? Sa che deve smetterla, è arrivato al punto di non ritorno. Ho perso tutto, trentacinque anni buttati tra dadi, bische e scommesse. Smettere, per davvero, è l’unica via. 
C'è un po' di prima persona e un po' di voce narrante nel tuo brano, in diversi punti, ma va bene così, nell'alternanza che hai proposto.
Bef wrote: Sun Sep 01, 2024 6:42 pm
la nonna ti sgridava quando mi insegnavi a giocare a bestia
Il termine del gioco di carte lo metterei in corsivo o tra virgolette.
Bef wrote: Sun Sep 01, 2024 6:42 pmfold o all-in.
passare o giocarsi tutto?

Per la mia preferenza, in italiano lo capirebbero tutti.
Bef wrote: Sun Sep 01, 2024 6:42 pm
Perché in fondo vuole ancora pensare che la notte insegue sempre il giorno.
Ed il giorno verrà.
Brava @Bef:)

Mi hai trasmesso la sensazione che il nipote di Aldo il giocatore ce la farà. Solo, nel cimitero su cui scende la notte, il nonno gli trasmetterà, in qualche modo, la forza per vedere il nuovo giorno con occhi diversi. E per cambiare...
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [CE24-2] Il mondo - Aldo (il nipote)

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Ciao @Bef . Solo dopo aver letto il tuo ho capito come mai @SilviaVera ha chiamato il suo personaggio "nonno Aldo". Infatti gli ho chiesto pure spiegazioni. Non ho colto il fatto che era una storia ambientata nel passato, ma questo è stato per la mancanza di quegli  indizi che @SilviaVera non ha seminato per far entrare il lettore negli anni in cui si svolgeva la storia. Quindi, tornando a te, noto che il "nipote Aldo" ha lo stesso problema del nonno, ma a parte questo, le due storie hanno una trama per conto proprio. Non è una storia unica con due vedute diverse, un punto di vista a due, ma due storie ben distinte, unite da un problema e una canzone.  Per il resto, scrittura di ampio respiro come tue caratteristiche. Ciao.
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [CE24-2] Il mondo - Aldo (il nipote)

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Poeta Zaza wrote: Thu Sep 05, 2024 4:05 pmpassare o giocarsi tutto?

Per la mia preferenza, in italiano lo capirebbero tutti.
Avevo pensato a "lascia o raddoppia" o "passare la mano o rilanciare" "passare o giocarsi tutto"... Ma ho cercato di usare il punto di vista di uno che ha passato tutta la vita a giocare, sicuramente anche a black jack e poker, dal vivo come on line, e pensando alla "mano decisiva" della sua vita mi sembrava logico che usasse i termini da pokerista. Ero indecisa con lasciare o fare all in, ma i due termini ufficiali in inglese mi sembravano i più adatti.

@@Monica @aladicorvo @Almissima @Kasimiro @Poeta Zaza @bestseller2020 : grazie a tutti. Sono felice che la lettura vi sia stata gradita.
Non è stato facile per me e @SilviaVera riuscire a coordinarci, il nostro tempo disponibile era poco e per nulla sincrono, abbiamo temuto seriamente di non riuscire a pubblicare niente. E ringrazio tanto la sua bozza su Aldo e Nena che mi ha svegliato una scintilla di storia.
Sono felice che siate ottimisti sul futuro di Aldo, fino quasi alla fine quel "ed il giorno verrà" finale si concludeva con un punto interrogativo. Come sempre, l'ottimismo in me scarseggia, affido al vostro le sorti del buon Aldo :)
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)

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