Traccia 2 "Ma è ovvio! No?"
Adele era una bambina di sei anni. Una mattina di un giorno d'estate, dopo essersi svegliata, chiese alla mamma: “Dobbiamo morire anche noi?”
Colta di sorpresa, la mamma non sapeva cosa rispondere: “Ma, Adele... non ci pensare, sei una bambina.”
“Però dobbiamo morire. Ho paura di morire” ripeteva.
La mamma fece una pausa. Imbarazzata, spiazzata, si sentiva una stupida; non riusciva a dare una risposta a una delle poche certezze sulla vita. Le uscirono alcune parole, le prime che le vennero in mente.
“Non ti devi preoccupare, la morte non esiste finché c'è la vita. E poi io sarò sempre al tuo fianco e ti proteggerò.”
“E quando morirai come la nonna?”
“Beh... vorrà dire che sarai diventata mamma anche tu e dovrai preoccuparti soprattutto della cura dei tuoi piccolini.”
“Oh sì, ne vorrei avere almeno dieci.”
“Ma perché dobbiamo morire?” continuava la figlia.
Ancora una pausa.
“Perché non facciamo una bella colazione con la torta al cioccolato che ti piace tanto? Poi, dopo il centro estivo andiamo a prenderci un bel gelato .
“Sììì” rispose contenta Adele.
La giornata trascorse lentamente, sembrava infinita. Pensieri come macigni la tenevano sospesa in uno stato catatonico sul divano. Sudava come non le era mai capitato trasudando liquidi sui cuscini. Si prese una giornata di riposo, non aveva la forza di muoversi. Quelle semplici domande l'avevano messa in uno stato di crisi esistenziale, oltre al momento particolare che stava vivendo.
Sempre indaffarata, un'unica figlia alla quale dedicava mille attenzioni, nata quando aveva 45 anni dopo tanto dolore per la perdita prematura di altre due creature che non avevano fatto in tempo a staccarsi da cordone ombelicale. Poi il miracolo.
Con il lavoro di programmatrice, estenuante per occhi e mente, la figlia, le faccende di casa, il marito quasi sempre in trasferta: Maria alla sera era sfinita.
Non aveva tempo di pensare alla morte.
Si confidò al telefono con la sua amica Giusy, mamma di un compagno di Adele.
“Caspita! È una bimba molto sensibile e profonda per aver espresso queste riflessioni. Giuseppe pensa solo al calcio e a rubarmi il cellulare per giocare.”
“Lo penso anch'io, ma il problema è che mi sento così ridicola, inadeguata, sembra quasi che debba essere io a cercare risposte da lei.”
“La saggezza dei bambini.”
“Tu cosa faresti al mio posto?”
“Le direi che la morte è un passaggio a una vita migliore.”
“A sei anni, dirle che ci sarà una vita migliore...”
“Hai ragione. E farle capire che la morte fa parte della vita?”
“Non è così facile da accettare. Il problema è che ne ho paura anch'io, ora che Adele mi ha tramesso questo pensiero. Tu non ce l'hai?”
“Sinceramente no, con la vita noiosa che faccio, sacrifici, sclerate, pensare che un giorno sarà finita mi dà quasi sollievo.”
Maria rimase tutto il giorno sdraiata in un bagno di sudore, seminuda, fortuna che aveva una bottiglia d'acqua a portata di mano; sentiva un bollore su tutto il corpo con la pelle arrossata. Mai avuto aria condizionata, non la sopportava, e poi quella casa era invidiata da tutti per il clima fresco che si respirava. Si sventolò con il Guerin sportivo, rivista sportiva lasciata in giro dal marito, unica utilità che aveva riscontrato in dieci anni di abbonamento del periodico.
“Porca miseria sono le già le quattro!”
Si infilò la veste più leggera che aveva trovato e via a prendere Adele.
“Questo è il gelato più buono del mondo” disse Adele dopo aver dato l'ultima leccata al cono: “Ne possiamo prendere un altro domani?”
“Mm... considerato il caldo eccezionale di questi giorni... direi di sì”
“Evviva!”
Maria non aveva una fede religiosa che potesse darle delle risposte confortanti. Non aveva neanche una gran cultura filosofica, nessun interesse verso l'esoterismo o pratiche di meditazione. Ricorda però che un'amica, da quando era diventata buddhista, era molto più serena, affrontava la vita con entusiasmo. Le ritornò alla mente un episodio in cui rimase colpita: di fronte a uno scarafaggio la esortò a non compiere qualsiasi azione cruenta, affermando che avrebbe potuto reincarnarsi in quell'insetto.
Al rientrò del marito, alla sera, dopo aver messo a letto Adele, decise di condividere l'esperienza vissuta con la figlia.
“Posso dirti una cosa riguardo Adele?”
“Certo.”
“Ieri mattina, dopo che si è svegliata mi ha detto una cosa.”
“Cosa?” rispose come se la questione non lo interessasse più di tanto, a differenza della partita che stava guardando.”
“Mi ha detto che ha paura di morire.”
“Ah. Fa bene. Ci sono ancora quelle crocchette di ieri? Erano squisite.”
“Ok, domani le dico di affrontare la questione con te, visto che ti interessa molto.”
“Eh... scusa, cos'hai detto? Porca miseria. Palo!”
Maria aprì il divano letto.
Mentre cercava un po' di conforto nella lettura le tornò in mente la sua amica buddhista e le mandò un messaggio.
“Ciao Luisella, come stai? Ci possiamo incontrare? Volevo chiederti un consiglio riguardo Adele.”
“Certo, ma è successo qualcosa?”
“No, niente di particolare, mi interessava il punto di vista buddhista nell'affrontare certe tematiche.”
“Oh! Certo, se sono in grado. Domani alle 19 al Bar Colonna?”
“Ok, dovrei trovar qualcuno che stia con Adele.”
“Carlo?”
“Buonanotte! Però... domani finisce prima. Ma sì, per una volta ci può stare. A domani.
Quella notte Maria non riusciva proprio a dormire. Un senso di soffocamento con un'oppressione allo stomaco la attanagliava. Si girava di continuo come se le mancasse il respiro. Sudava ormai da ventiquattro ore ininterrottamente: giorno e notte non facevano differenza. Si sarà alzata almeno dieci volte con sosta in bagno controllando ogni volta la camera di Adele, che dormiva placidamente.
Stremata, spaventata all'idea che la figlia potesse rifarle le stesse domande: sarebbe rimasta al punto del giorno precedente.
Non successe. Si svegliò assonnata come sempre, pronta per andare al centro estivo, anzi per lamentarsi di doverci andare. Ne fu sollevata, da un lato; dall'altro continuava a essere spossata.
Al lavoro tutti a chiederle se stava bene, la vedevano con una faccia pallida e due profonde occhiaie.
“Prenditi un'altra giornata di riposo” si rivolse il capoufficio.
“Grazie, ma a casa sto peggio.”
“Infatti non devi stare a casa” intervenne Gianna, la sua cara collega. “Vai a farti un giro da qualche parte. Anzi, quasi, quasi, mi prendo una giornata anch'io e andiamo insieme.”
“Cosa prendi?” borbottò il capo che aveva ascoltato la conversazione.
Poi un boato. Lampadari che ondeggiavano, cataloghi e raccoglitori che cadevano a terra, computer in tilt, pareti che oscillavano.
TERREMOTO.
Uscirono di corsa per le scale. Il pensiero era solo per Adele. Cellulari bloccati. Si diresse di corsa verso la scuola, quando iniziò a piovere. Una pioggia fitta, di vermicelli. Cadevano e ricoprivano ogni cosa, come se il mondo stesse andando in putrefazione, Non si poteva evitare di schiacciarli. Le loro budella erano gialle fosforescenti. Creavano una poltiglia che ricopriva ogni cosa.
L'unica preoccupazione era per la figlia ma Maria non riconosceva le strade attorno: le case erano tutte uguali e dello stesso colore. “Ma dove sono finita!” Disperata chiese a un signore: “Scusi, dove si trova la scuola elementare Rodari?”
Le sorrise senza pronunciare parola.
Il cellulare riprese a fare bip.
Maria, io sono al bar Colonna, ti aspetto.
“L'appuntamento buddhista! Me n'ero dimenticata. Ma allora è già sera!” pensò preoccupata.
“Oddio!”
Riprese a correre schiacciando i vermicelli che schizzavano liquidi a mezz'aria. Un signore con un elegante cappotto di cashmere venne inondato trasformando il paltò a pois giallo acido. Ma non si scompose e commentò: “È inutile che corre, si arriva sempre al punto di partenza.”
“Adeleeee! Adeleee!” Urlò a squarciagola. Ma nessuno sembrava sentirla. Una vecchia raccoglieva la poltiglia gialla con scopa e paletta immersa fino alle caviglie.
Il blob fluorescente si stava alzando di livello, arrivava ormai alle ginocchia. Poi dal nulla emerse una colonna greco romana: il bar dell'appuntamento.
Un Buddha, nella posizione del loto galleggiava a livello della superficie gialla, aveva la faccia di Luisella. “Vieni, ti stavo aspettando” le disse.
“Non posso, devo trovare Adele.”
“Qui troverai tutte le risposte.”
Si sedettero su un tappeto e il Buddha, incarnato nel corpo della donna, o viceversa, tirò fuori tre carte.
“Ass de bastoni vince. U re e la donne perdone. Statte accourt che se pesche u re o la donne, tu ha murì.
È semplece, l'ass se sposte de qua e mò de là. A do sta l'ass?” disse il buddha.
“Ma se indovino, cosa vinco?”
“A creature.”
“Qua!” pose la mano sulla carta alla sua destra.
“È sicure?”
“Sicuro!”
Il buddha girò la carta a rallentatore... e l'asso di bastoni apparve accompagnato da un applauso che non si sa da dove provenisse.
La melma gialla venne risucchiata verso le viscere della terra. Una porta stagliata nel cielo si aprì e un pettirosso ne uscì adagiandosi sulla spalla di Maria.
“Siamo destinati a fluttuare” disse il Buddha prima di pietrificarsi.
Maria provò a scuoterlo: “Luisella, Luisella!” Era di granito.
Si diede uno schiaffo, ma la sua mano passò attraverso il viso, tra le gambe e il petto. Era inconsistente. La terra la vedeva dall'alto.
Stava fluttuando.
“Aveva ragione” dovette riconoscere. Ora riusciva a vedere tutto. Non resse all'emozione quando vide un gruppo di bambini che giocava e riconobbe Adele.
La chiamò, urlò a squarciagola ma lei non sentiva. Non riusciva a scendere a terra, come se il suo corpo fosse sospeso a mezz'aria, al di là di una barriera invisibile. Versò lacrime su lacrime, sperando che almeno queste potessero farle alzare lo sguardo. Sentiva di perdere altri liquidi: urina, ma evaporava prima che potesse giungere a terra.
Vedeva la sua figlioletta e non poteva farci nulla. Poi per un attimo alzò gli occhi e fece un sorriso. Maria si rasserenò e si sciolse tutta la tensione.
Il letto era bagnato, non solo di sudore. Ebbe così tanta vergogna che appallottolò subito le lenzuola per infilarle in lavatrice. Fortuna che era sul divano letto. Era arrivata. La stava ormai aspettando da tanto, giusto in tempo per aver portato alla luce la sua splendida figlia.
Si svegliò anche Adele, stranamente fu quasi contenta di andare al campo estivo: “Non vedo l'ora di mangiarmi un altro bel gelato fragola e cioccolato.”
“Oh... anch'io.” Le diede un bacio.
“Mamma, perché quando si muore si finisce in cielo?”
“Perché il cielo è immenso e c'è posto per tutti. Ritroviamo le persone a noi care. Ci guardano da lassù e vegliano su di noi. È un posto speciale dove si vive in pace e in armonia.”
“Che bello! Andremo anche noi?”
“Certo, ma prima dobbiamo ancora passare un sacco di tempo insieme qui.”
“Ciao Maria, perdonami ma per stasera ho avuto un imprevisto. Ci possiamo incontrare domani?”
“Non c'è problema Luisella, comunque credo di aver risolto il dubbio. Ti richiamo io. Un abbraccio.”
Re: [CE24] Il tempo per ogni cosa
2Ciao @Kasimiro i bambini e la loro legittima curiosità. Una domanda semplice e razionale (come solo i bambini sanno essere) mette in difficoltà la madre. Una madre che all’improvviso si rende conto che la morte è più vicina di quanto possa sembrare. Lei ha già più di cinquant’anni e dunque per età è più vicina al momento fatidico. Forse neppure ci aveva riflettuto quando ha deciso di tentare una nuova gravidanza in età avanzata.
Per gli adulti, vai a sapere perché, è sempre difficile e a volte imbarazzante rispondere ai bambini. Basta dire loro la verità o non caricarli delle nostre “paturnie”. La madre vive un momento di puro terrore, un vero e proprio terremoto emotivo che si materializza in un incubo. Ma alla fine troverà il modo di dare la risposta alla piccola Adele.
Bravo come sempre!
Per gli adulti, vai a sapere perché, è sempre difficile e a volte imbarazzante rispondere ai bambini. Basta dire loro la verità o non caricarli delle nostre “paturnie”. La madre vive un momento di puro terrore, un vero e proprio terremoto emotivo che si materializza in un incubo. Ma alla fine troverà il modo di dare la risposta alla piccola Adele.
Bravo come sempre!
Re: [CE24] Il tempo per ogni cosa
3Ciao @Kasimiro
In questo racconto ho notato, percepito, un inaspettato e molto piacevole cambio di stile. Ero abituato alle tue storie e al tuo tono incentrato molto su un’ambientazione favolistica, alla quale sei molto sensibile e bravo nel saperla rendere. Qui inizi con un tono da racconto realistico, che sembra non avere spazio per la fantasia, pienamente incentrato sul presente, illustrando problemi quotidiani come le domande talvolta imbarazzanti che fanno i bambini, nella loro drammatica semplicità e ovvietà.
La storia comincia però a prendere una piega diversa quando la madre della bambina, per trovare una risposta al quesito della figlia, se dobbiamo morire tutti, pensa di rivolgersi a una conoscente di fede buddista.
Con il terremoto, che tra l’altro scrivendolo a lettere tutte maiuscole ne accentui la drammaticità, avviene una sorta di spartiacque nella storia e un tuo graduale ritorno alla dimensione favolistica. Non so se siano eventi reali il fatto che piovano vermicelli in quelle proporzioni e con quegli effetti, ma la scena del signore con il cappotto di cashmere è magistrale, come quella della signora che raccoglie i vermicelli con la scopa, immersa con i piedi nella loro poltiglia.
La parte che mi è piaciuta di più è quando la madre incontra il Budda, o la sua rappresentazione incarnazione, che parla napoletano e fa il gioco delle tre carte per predire il futuro.
L’uso della lingua napoletana, la drammatica imperturbabile flemma del personaggio, l’ineluttabilità delle cose che dice mi hanno fatto venire in mente libri e film del grande Luciano De Crescenzo, che ammiro e che sicuramente conosci meglio di me.
Al di là della storia, all’apparenza molto semplice a cominciare dalla domanda della bambina, ma sono proprio le cose più semplici che complicano la vita con la loro ricchezza di spunti e squarci di vita nei quali ti sei addentrato magnificamente, ho ammirato la tua straordinaria capacità di muoverti in ambiti che almeno non mi pare di ricordare di averti visto in altre occasioni e per me te la sei cavata davvero alla grande.
Con questo tuo stile hai davvero un mondo davanti.
Ti faccio i miei complimenti.
In questo racconto ho notato, percepito, un inaspettato e molto piacevole cambio di stile. Ero abituato alle tue storie e al tuo tono incentrato molto su un’ambientazione favolistica, alla quale sei molto sensibile e bravo nel saperla rendere. Qui inizi con un tono da racconto realistico, che sembra non avere spazio per la fantasia, pienamente incentrato sul presente, illustrando problemi quotidiani come le domande talvolta imbarazzanti che fanno i bambini, nella loro drammatica semplicità e ovvietà.
La storia comincia però a prendere una piega diversa quando la madre della bambina, per trovare una risposta al quesito della figlia, se dobbiamo morire tutti, pensa di rivolgersi a una conoscente di fede buddista.
Con il terremoto, che tra l’altro scrivendolo a lettere tutte maiuscole ne accentui la drammaticità, avviene una sorta di spartiacque nella storia e un tuo graduale ritorno alla dimensione favolistica. Non so se siano eventi reali il fatto che piovano vermicelli in quelle proporzioni e con quegli effetti, ma la scena del signore con il cappotto di cashmere è magistrale, come quella della signora che raccoglie i vermicelli con la scopa, immersa con i piedi nella loro poltiglia.
La parte che mi è piaciuta di più è quando la madre incontra il Budda, o la sua rappresentazione incarnazione, che parla napoletano e fa il gioco delle tre carte per predire il futuro.
L’uso della lingua napoletana, la drammatica imperturbabile flemma del personaggio, l’ineluttabilità delle cose che dice mi hanno fatto venire in mente libri e film del grande Luciano De Crescenzo, che ammiro e che sicuramente conosci meglio di me.
Al di là della storia, all’apparenza molto semplice a cominciare dalla domanda della bambina, ma sono proprio le cose più semplici che complicano la vita con la loro ricchezza di spunti e squarci di vita nei quali ti sei addentrato magnificamente, ho ammirato la tua straordinaria capacità di muoverti in ambiti che almeno non mi pare di ricordare di averti visto in altre occasioni e per me te la sei cavata davvero alla grande.
Con questo tuo stile hai davvero un mondo davanti.
Ti faccio i miei complimenti.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
(Apocalisse di S. Giovanni)
Re: [CE24] Il tempo per ogni cosa
5Grazie @@Monica per le tue parole, molto apprezzate.
Grazie @Alberto Tosciri molto lieto del tuo commento e dell'apprezzamento in particolare di alcuni passaggi, sono di grande stimolo per cercare di continuare.
Ho letto alcune cose di Luciano de Crescenzo e le ho trovate molto spassose. Trovo assolutamente legittimo, anche se molti credo siano contrari, al suo intento di far avvicinare alla filosofia greca persone che non ne hanno mai sentito parlare, con un'operazione di attualizzazione del pensiero e dei contenuti. (magari seguendo anche uno scopo commerciale, ma chi non lo segue nel profondo?)
Grazie ancora di cuore.
@Monica wrote: Fri Aug 09, 2024 8:33 amLa madre vive un momento di puro terrore, un vero e proprio terremoto emotivo che si materializza in un incubo. Ma alla fine troverà il modo di dare la risposta alla piccola Adele.Oltre alla crisi data dalle domande della figlia mi sono immaginato che questo terremoto emotivo poteva coincidere con l'arrivo della menopausa (ma non so se ci sono riuscito)
Grazie @Alberto Tosciri molto lieto del tuo commento e dell'apprezzamento in particolare di alcuni passaggi, sono di grande stimolo per cercare di continuare.
Ho letto alcune cose di Luciano de Crescenzo e le ho trovate molto spassose. Trovo assolutamente legittimo, anche se molti credo siano contrari, al suo intento di far avvicinare alla filosofia greca persone che non ne hanno mai sentito parlare, con un'operazione di attualizzazione del pensiero e dei contenuti. (magari seguendo anche uno scopo commerciale, ma chi non lo segue nel profondo?)
Grazie ancora di cuore.
Re: [CE24] Il tempo per ogni cosa
6Oh, @Kasimiro, la menopausa, ecco che mi mancava! Messa così la storia funziona molto meglio.
Aggiunge piani di lettura a metafore come il terremoto che prendono consistenza e spiegano il disorientamento di Maria, lasciata sola a lenire le sue caldane sventolandosi col Guerrin Sportivo, che annaspa nella fanghiglia dei luoghi comuni, persino nella metafisica alternativa in cerca di un appiglio che invece era sempre stato lì, a portata di mano, semplice e profondo allo stesso tempo.
Crisi, spiazzamento, senso di inadeguatezza. Ci sta tutto e la faccenda dell'umana mortalità, da inquietante tenebra diventa laico passaggio a un'altra vita.
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma, santo Lavoisier.
Mi chiedo perché questo nodo così importante tu l'abbia lasciato in ombra.
Contiene tematiche straordinarie, come la questione dell'identità, signora e padrona di ogni tipo di relazione.
Non voglio pensare sia stata una remora ad entrare nell'universo femminile. Hai la sensibilità per maneggiarlo con la giusta cura e, in ogni caso, sarebbe bastato mutare Maria in Mario e dare un’occhiata dall'altra metà del cielo.
Insomma, più che un bel racconto, perché lo è, la promessa di un racconto bellissimo.
Aggiunge piani di lettura a metafore come il terremoto che prendono consistenza e spiegano il disorientamento di Maria, lasciata sola a lenire le sue caldane sventolandosi col Guerrin Sportivo, che annaspa nella fanghiglia dei luoghi comuni, persino nella metafisica alternativa in cerca di un appiglio che invece era sempre stato lì, a portata di mano, semplice e profondo allo stesso tempo.
Crisi, spiazzamento, senso di inadeguatezza. Ci sta tutto e la faccenda dell'umana mortalità, da inquietante tenebra diventa laico passaggio a un'altra vita.
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma, santo Lavoisier.
Mi chiedo perché questo nodo così importante tu l'abbia lasciato in ombra.
Contiene tematiche straordinarie, come la questione dell'identità, signora e padrona di ogni tipo di relazione.
Non voglio pensare sia stata una remora ad entrare nell'universo femminile. Hai la sensibilità per maneggiarlo con la giusta cura e, in ogni caso, sarebbe bastato mutare Maria in Mario e dare un’occhiata dall'altra metà del cielo.
Insomma, più che un bel racconto, perché lo è, la promessa di un racconto bellissimo.

Re: [CE24] Il tempo per ogni cosa
7ciao @Kasimiro
La le cose ovvie della vita vi è la morte: traccia centrata.
Ma è altrettanto ovvio e collegato alla nostra vita che si debba parlare della morte. Siamo destinati a pensarci appena ci rendiamo conto del piacere di vivere, ma anche quando siamo nella sofferenza. Parrebbe che la morte abbia un ingresso con due porte; una per chi è felice, una per chi non lo è. Così ci troviamo a farci domande, a cercare la parte più che ci accomoda per risolvere i nostri conflitti. L'idea della rincarnazione buddista non mi attrae tanto.
Invece è fin troppo affascinante l'idea di essere eterni in un mondo di pace e serenità. Con gli occhi dei bambini non è possibile rendersi conto di tutto questo, ci vuole l'età matura e non solo. Ci vuole un lungo percorso, irto di spine e prove di ogni sorta. Spero tanto che tra le ovvietà di noi umani ci possa stare anche la nuova vita. Grazie. Ciao
La le cose ovvie della vita vi è la morte: traccia centrata.
Ma è altrettanto ovvio e collegato alla nostra vita che si debba parlare della morte. Siamo destinati a pensarci appena ci rendiamo conto del piacere di vivere, ma anche quando siamo nella sofferenza. Parrebbe che la morte abbia un ingresso con due porte; una per chi è felice, una per chi non lo è. Così ci troviamo a farci domande, a cercare la parte più che ci accomoda per risolvere i nostri conflitti. L'idea della rincarnazione buddista non mi attrae tanto.
Invece è fin troppo affascinante l'idea di essere eterni in un mondo di pace e serenità. Con gli occhi dei bambini non è possibile rendersi conto di tutto questo, ci vuole l'età matura e non solo. Ci vuole un lungo percorso, irto di spine e prove di ogni sorta. Spero tanto che tra le ovvietà di noi umani ci possa stare anche la nuova vita. Grazie. Ciao

Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio
Re: [CE24] Il tempo per ogni cosa
8aladicorvo wrote: Sun Aug 11, 2024 9:08 amAggiunge piani di lettura a metafore come il terremoto che prendono consistenza e spiegano il disorientamento di Maria, lasciata sola a lenire le sue caldane sventolandosi col Guerrin Sportivo, che annaspa nella fanghiglia dei luoghi comuni, persino nella metafisica alternativa in cerca di un appiglio che invece era sempre stato lì, a portata di mano, semplice e profondo allo stesso tempo.@aladicorvo

Re: [CE24] Il tempo per ogni cosa
9Ciao @Kasimiro questo racconto mi ha fatto sorridere perché il mio secondogenito il periodo delle domande sulla morte l'ha attraversato a 5 anni (con tanto di vera angoscia della morte, perdita, ecc, in largo anticipo rispetto alla media, ci disse la pedopischiatra: sempre avanti, noi!
) e 11 anni dopo mi ricordo quella prima sera in cui al momento della buonanotte mi chiese: "ma quando sarete morti tu e papà, vi metteranno sotto terra?" e la paresi facciale che mi colse. Quindi, il tormento della tua protagonista l'ho assai sentito, anche se le caldane ancora non le ho :lol:
Come al solito, rompo le scatole e sottolineo gli aspetti che mi hanno convinto di meno: probabilmente era funzionale al racconto in cui lei è la figura centrale, ma ho trovato davvero unidimensionale e al limite della macchietta il padre. Lei che non gli parla di una cosa del genere per 48 ore, che non lo considera in grado di badare alla figlia una mezza giornata, lui che si interessa solo al calcio e se ne infischia della bimba. Per carità, esistono anche i tipi caricaturali così, ma, soprattutto in una coppia che ha affrontato due gravidanze infelici, che ha tanto aspettato e lottato per avere infine un figlio, oltretutto non più giovanissimi, in genere il padre è coinvolto e anzi più che centrato sul pargolo. Anche in caso contrario, penso che avresti potuto delinearlo con un po' più di spessore.
Non so, potrebbe stupirsi di non averci pensato prima, davanti ai sintomi, dopo averla temuta per anni quando cercava di avere un figlio, per esempio, ma che lo scioglimento dei nodi sia così sbrigativo e poco esplicito non mi convince appieno.
Detto questo, il racconto è più che gradevole, e il Budda parte nopeo e parte napoletano che tira le carte è fantastico!
Un saluto

Come al solito, rompo le scatole e sottolineo gli aspetti che mi hanno convinto di meno: probabilmente era funzionale al racconto in cui lei è la figura centrale, ma ho trovato davvero unidimensionale e al limite della macchietta il padre. Lei che non gli parla di una cosa del genere per 48 ore, che non lo considera in grado di badare alla figlia una mezza giornata, lui che si interessa solo al calcio e se ne infischia della bimba. Per carità, esistono anche i tipi caricaturali così, ma, soprattutto in una coppia che ha affrontato due gravidanze infelici, che ha tanto aspettato e lottato per avere infine un figlio, oltretutto non più giovanissimi, in genere il padre è coinvolto e anzi più che centrato sul pargolo. Anche in caso contrario, penso che avresti potuto delinearlo con un po' più di spessore.
Kasimiro wrote: Tue Aug 06, 2024 10:48 pmEra arrivata. La stava ormai aspettando da tanto, giusto in tempo per aver portato alla luce la sua splendida figlia.Questo è l'altro punto che mi lascia perplessa: senza leggere i commenti, cosa fosse arrivato non l'avevo capito. Sarà che con il caldo di queste settimane non avevo capito che le sue fossero vampate di calore, ma all'inizio ho pensato che fosse la sua morte ad essere arrivata, ma poi era chiaro che era viva e vegeta e quindi no. Insomma, sarò tarda io, ma non capisco perché non esplicitare un po' di più, menopausa mica è una parolaccia. Perché fare pipì a letto non è il segnale ufficiale, io l'avevo preso per un effetto del panico dovuto al sogno.
Non so, potrebbe stupirsi di non averci pensato prima, davanti ai sintomi, dopo averla temuta per anni quando cercava di avere un figlio, per esempio, ma che lo scioglimento dei nodi sia così sbrigativo e poco esplicito non mi convince appieno.
Detto questo, il racconto è più che gradevole, e il Budda parte nopeo e parte napoletano che tira le carte è fantastico!
Un saluto
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)
(Groucho Marx)
Re: [CE24] Il tempo per ogni cosa
10Grazie @aladicorvo i tuoi commenti sarebbero da ritagliare e farci un bel manifesto.
Sul papà macchietta hai ragione, però ti assicuro che ne conosco e purtroppo esiste ancora lo stereotipo del figlio maschio.
Grazie, alla prossima
bestseller2020 wrote: Sun Aug 11, 2024 9:58 amLa le cose ovvie della vita vi è la morte: traccia centrata.Grazie per questa tua riflessione @bestseller2020
Ma è altrettanto ovvio e collegato alla nostra vita che si debba parlare della morte. Siamo destinati a pensarci appena ci rendiamo conto del piacere di vivere, ma anche quando siamo nella sofferenza. Parrebbe che la morte abbia un ingresso con due porte; una per chi è felice, una per chi non lo è. Così ci troviamo a farci domande, a cercare la parte più che ci accomoda per risolvere i nostri conflitti. L'idea della rincarnazione buddista non mi attrae tanto.
Invece è fin troppo affascinante l'idea di essere eterni in un mondo di pace e serenità. Con gli occhi dei bambini non è possibile rendersi conto di tutto questo, ci vuole l'età matura e non solo. Ci vuole un lungo percorso, irto di spine e prove di ogni sorta. Spero tanto che tra le ovvietà di noi umani ci possa stare anche la nuova vita. Grazie. Ciao
Bef wrote: Sun Aug 11, 2024 11:12 amCiao @Kasimiro questo racconto mi ha fatto sorridere perché il mio secondogenito il periodo delle domande sulla morte l'ha attraversato a 5 anni (con tanto di vera angoscia della morte, perdita, ecc, in largo anticipo rispetto alla media,@bef ma guarda le coincidenze! Ricordo come fosse ieri che anch'io all'età di 5 anni esordisco dicendo una mattina "Ho paura di morire" e la mia anziana vicina (i miei erano al lavoro e mi faceva da babysitter) che mi risponde stupita "Hai solo 5 anni" Il racconto è nato da questo ricordo.
Bef wrote: Sun Aug 11, 2024 11:12 am Questo è l'altro punto che mi lascia perplessa: senza leggere i commenti, cosa fosse arrivato non l'avevo capito. Sarà che con il caldo di queste settimane non avevo capito che le sue fossero vampate di calore, ma all'inizio ho pensato che fosse la sua morte ad essere arrivata, ma poi era chiaro che era viva e vegeta e quindi no. Insomma, sarò tarda io, ma non capisco perché non esplicitare un po' di più, menopausa mica è una parolaccia. Perché fare pipì a letto non è il segnale ufficiale, io l'avevo preso per un effetto del panico dovuto al sogno.Cogli come sempre il punto nevralgico della storia. Ci ho riflettuto su cosa potesse essere meglio. All'inizio pensavo di intitolare il racconto "La menopausa" ma poi mi sembrava eccessivo e avrebbe tolto la sorpresa. Però avrei potuto essere più esplicito a un certo punto. Comprendo che è ridicolo parlare di questo evento che si aspetta come il tram. Ho cercato di cogliere anche l'aspetto simbolico del cambiamento che ovviamente non si esaurisce in una notte.
Non so, potrebbe stupirsi di non averci pensato prima, davanti ai sintomi, dopo averla temuta per anni quando cercava di avere un figlio, per esempio, ma che lo scioglimento dei nodi sia così sbrigativo e poco esplicito non mi convince appieno.
Sul papà macchietta hai ragione, però ti assicuro che ne conosco e purtroppo esiste ancora lo stereotipo del figlio maschio.
Grazie, alla prossima
Re: [CE24] Il tempo per ogni cosa
11Sono nonna: della morte hanno chiesto figli e nipoti. Credo lo facciano tutti i bambini intorno all'età del tuo personaggio.
In famiglia siamo laici; le risposte hanno toccato esempi di animali e piante, la persistenza della memoria e simili. Altri adulti, a scuola o altrove, si sono espressi talvolta in modo fideistico, ma i bambini, riferendone, non sembravano granché spiazzati.
Un maschietto sui sette anni ha accettato con apparente soddisfazione che si muore tutti, ma da vecchi-vecchi, salvo incidenti (stai attento!), e poiché non sappiamo cosa succede dopo, sono state raccontate e scritte storie diverse. Risposta corretta, dal mio punto di vista.
Insomma avrei fatto meno tragica la tua mamma "attempata". Quanto alla parte centrale del testo, non avevo pensato alla menopausa: non è certo un tabù, potevi essere più esplicito.
Un po' eccessivo lo stereotipo paterno, ma ne esistono, molto divertente il Buddha che fa le carte.
Un racconto nell'insieme ben riuscito.
In famiglia siamo laici; le risposte hanno toccato esempi di animali e piante, la persistenza della memoria e simili. Altri adulti, a scuola o altrove, si sono espressi talvolta in modo fideistico, ma i bambini, riferendone, non sembravano granché spiazzati.
Un maschietto sui sette anni ha accettato con apparente soddisfazione che si muore tutti, ma da vecchi-vecchi, salvo incidenti (stai attento!), e poiché non sappiamo cosa succede dopo, sono state raccontate e scritte storie diverse. Risposta corretta, dal mio punto di vista.
Insomma avrei fatto meno tragica la tua mamma "attempata". Quanto alla parte centrale del testo, non avevo pensato alla menopausa: non è certo un tabù, potevi essere più esplicito.
Un po' eccessivo lo stereotipo paterno, ma ne esistono, molto divertente il Buddha che fa le carte.
Un racconto nell'insieme ben riuscito.
" ...con mano ferma ma lenta sollevò la celata. L'elmo era vuoto." (Calvino)
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