Silverwillow wrote: Se la regola è davvero così, probabilmente è dovuta al pensiero che le donne di quell'età spesso avranno dei figli piccoli, ma è assurda: la madre sta coi figli mentre il padre lo mandi a morire?
Ieri c'era mia sorella a casa mia con i due bambini: il maschio ha quasi sei anni (li compie tra quache giorno), la femmina ne ha cinque. Sono nati tra il 2018 e il 2019. Nella stanza c'eravamo io, lei, mio padre, il bambino e la bambina e dissi
"Tra noi che siamo in questa stanza, il più probabile soldato è il bambino. Infatti io sono fuori-età (ho 46 anni), papà pure (83 anni), tu e la bambina non ci andate…"
Mia sorella (35 anni): "Perché siamo donne, giusto?"
Io: "Esattamente! Tu saresti nella fascia d'età 'papabile' ma non vai in guerra, mentre tuo marito sarebbe obbligato a partire per le guerra in quanto ha 43 anni"
Io (mentre il bambino giocava con le macchinine): "Purtroppo Vincenzino fra dodici anni diventerà arruolabile". Poi mi è uscita la solita battutaccia: "Vincenzi', al prossimo Carnevale mettiti l'elmetto e la mimetica, giusto per abituarti un po' al futuro". (Credo che non mi abbia sentito, meno male!)
Certo fa molta impressione che un bambino, che oggi gioca a terra con le macchinine, è quasi arruolabile, ma è così a legge vigente.
Dovrebbe funzionare così. Appena l'Italia entra in guerra, il parlamento si riunisce, dichiara lo stato di guerra, il presidente della repubblica controfirma ed entra in vigore la legge marziale. A quel punto la leva ritorna obbligatoria e tutti i cittadini maschi (solo maschi) nella fascia 18-45, qualunque cosa facciano, entro pochi giorni devono presentarsi a visita militare. Ai miei tempi si andava al distretto militare a Palermo in piazza Indipendenza (ricordo pure il luogo fisico). Poi il distretto ti inviava alla caserma in corso Calatafimi (molto vicina, con il filo spinato sul muro e un soldato con il mitra spianato ad altezza d'uomo) e da lì, in alcuni casi, ti mandavano all'ospedale militare (anche questo a due passi). Io ho fatto la visita di leva per due volte perciò mi ricordo così bene.
Durante le guerre mondiali del secolo scorso, le donne giovani
di fatto facevano le infermiere e si prendevano cura dei maschi che tornavano malconci dal fronte. Basta chiedere ai miei nonni. Mio nonno paterno (padre di mio padre) morì nel 1966 a causa delle ferite di guerra. Mio nonno materno (padre di mia madre, si chiamava
pippinu) fu addirittura preso come ostaggio dai Russi durante la seconda guerra mondiale e lì è rimasto per quasi due anni finché non lo hanno liberato (gli Americani, se ricordo bene ma non mi fiderei molto della mia memoria

).
Scusa se sono monotono, ma se vai sul sito ufficiale dell'Eurovision Song Contest, nella parte in cui vengono presentati gli artisti (collegamento:
https://eurovision.tv/event/malmo-2024/participants ) noterai la novità assoluta sulla sinistra, dove a ogni artista è associato il pronome con cui vogliono essere indicati. Nemo (il vincitore svizzero) si è dichiarato "non-binario" e sul sito c'è "They / Them". L'artista irlandese Bambie Thug, anche lei non-binaria, ha sul sito "They / Them / Fae". Se guardi l'Australia trovi "Michael Ross (He/Him), Zaachariaha Fielding (She/Her & He/Him)". Okay, io rispetto tutti ovviamente, ma mi è venuto in mente "riguardo alla guerra, con i non-binari italiani che facciamo?" Spero che la domanda non si ponga mai seriamente perché ciò implicherebbe che siamo ufficialmente in guerra, ma, visti gli ultimi sviluppi della situazione, comincio a pensarci…
Cheguevara wrote: 
Ci hanno fregati

Ieri sentivo una in TV che diceva che la cintura di sicurezza delle macchine non rispetta l'anatomia femminile. "E certo, sono solo maschi cattivi che progettano le auto", sembrava dire. Non rispondo per carità di patria. So solo che, se a una di queste chiedi "okay, allora come dovrebbero essere?", NON LO SANNO e di conseguenza non ottieni riposta!
M.T. wrote: Parlando di cose serie, la Russia vuole cambiare unilateralmente i confini con Finlandia-Lituania
Non posso leggere l'articolo in quanto non sono abbonato all'Ansa, ma due cosette posso dirle sperando che l'articolo non ne parli. Alcuni anni fa, quando era presidente Matteo Renzi, l'Italia (in quanto membro della NATO) inviò soldati al confine Lituania-Russia proprio con lo scopo di respingere i Russi all'interno dei loro propri confini.
Quanto alla Finlandia, la mia ex finlandese mi diceva spesso che l'esercito finlandese (molto moderno ed efficientissimo), e in particolare l'aviazione, era costretto ad allontare gli aerei russi che sconfinavano. I Russi dicevano che erano esercitazioni di confine e che loro non invadevano mai lo spazio aereo finlandese, ma
di fatto "ogni due per tre" passavano dall'altra parte.
Inoltre, sempre parlando di confine finno-russo, lì c'è la storia della Karelia, terra in origine finlandese e poi annessa dalla Russia unilateralmente durante la seconda guerra mondiale, con russificazione dei toponimi. Se non ricordo male, la città principale della Karelia passò dal finlandese Viipori al russo Vyborg (o Vyburg).