Provo a commentare, per me è difficile visto che è un giallo abbastanza “intrecciato”, nonché quelli che per me rappresentano ragionamenti tecnici e perciò complicati.
Chiedo scusa se magari alcune mie osservazioni potrebbero non essere pertinenti.
Ti dico quello che io cerco in un giallo, che propenderebbe più verso un noir di scuola francese del quale lessi parecchio da ragazzo. I francesi sono dei maestri di atmosfera e ambientazione.
Secondo me il personaggio di Giorgia Feletti meriterebbe un po’ più di attenzioni nei suoi movimenti. Ha la fortuna di vivere a Firenze, che certo sarà anche cambiata da quando la vidi io di sfuggita negli anni Settanta, proprio in giornate di pioggia e certe atmosfere le ricordo ancora, pur avendo visto molto poco, purtroppo.
Giorgia vede la cupola del Brunelleschi dal bar e così io lettore vedo una bella cartolina; la farei passeggiare a fianco della chiesa, la giornata è di pioggia, l’acqua piovana ravviva i colori, accentua gli odori intorno. Mentre cammina pensando al caso affidatole farei sentire l’odore della pietra bagnata della piazza, la lucentezza del marmo bianco e verde della chiesa, l’odore del caffè e delle paste dei bar intorno, proprio questi odori frammisti in varie maniere che danno un rimando, un richiamo alla gioia, alla vita, a una giornata che si assapora anche per la novità e il caso che le è stato affidato da Paolini, considerando che Giorgia non si trova in un favorevole momento economico.
Dovresti mettere uno stacco quando Giorgia si reca a trovare Eva in carcere. Inserire almeno due righe descrittive dell’atmosfera del carcere, quello è un mondo completamente diverso dall’esterno. Le carceri hanno un odore particolare, come i collegi, le caserme, i monasteri. Corridoi, stanzoni di parlatorio, colori delle pareti azzurri, verdi o celesti, luce cupa. Eva, considerata la vita che faceva prima, è fuori posto in quell’ambiente ma momentaneamente inserita suo malgrado, abituata ma non rassegnata. Qualcosa di queste attribuzioni caratteriali dovrebbero trapelare oltre al fatto di non essere truccata.
@Monica wrote:Anche se Giorgia vesse bisogno di soldi e sembrerebbe averne dalle parole di Paolini, Giorgia non dovrebbe toccare quell’argomento, non con Eva in ogni modo. Però fa piacere sentire un avvocato che si interessa della ricerca della verità. Infatti Eva non le crede.«Non lo faccio per i soldi. Mi interessa la verità.»Eva abbozza un sorriso beffardo: «Una vera santa…»
@Monica wrote: «Le prove però dimostrano altro. L’uomo è stato strangolato con delle calze di seta e gli hanno trovato un perizoma conficcato nella gola. Su quegli indumenti c’è il suo DNA.»Il DNA naturalmente viene preso a tutti i possibili sospettati di un delitto, anche se sono incensurati, per l’acquisizione e comparazione di prove e indizi sul luogo in cui avviene un determinato reato. Plausibile.
Poi su questo club Kamakore (bel nome) sulla lista clienti frequentatori che Paolini da a Giorgia e poi sulla lista aggiornata da Nesti mi sono venuti dei dubbi, avresti dovuto mettere qualche ulteriore particolare.
C’entra qualcosa Nesti?
E alla fine come fa Giorgia a capire che l’assassino è Paolini? Anche se Paolini si adopera per salvare Eva risulterà sempre che c’è un assassino sconosciuto a piede libero e non potrà dormire sonni tranquilli.
Giorgia si sta ancora basando su congetture, anche se poi risulteranno vere, eppure chiama la polizia.
Secondo me avrebbe dovuto aspettare un’ammissione di colpa da parte di Paolini.
Però l’intreccio di un giallo c’è tutto, con più spazio potresti aggiungere ulteriori scene.