Cheguevara wrote: Anche la nostra legislazione, al pari di quella tedesca, stabilisce che il reato di apologia di fascismo sia perseguibile penalmente, ma nella pratica non risulta che qualcuno sia mai stato arrestato o multato per aver fatto il saluto romanoSuccede perché la nostra costituzione tutela anche l'espressione del pensiero. Punisce anche, come dici, l'apologia del disciolto partito fascista, ma il problema è se il saluto fascista va considerato una libera espressione del proprio pensiero o la volontà di ricostituire un gruppo o un movimento politico ispirato al fascismo nei metodi e nelle idee. La seconda cosa è reato, ma purtroppo è praticamente indimostrabile. La Cassazione ha stabilito che si può parlare bene di Mussoloni e/o del fascismo anche in pubblico e che il saluto a scopo puramente commemorativo è permesso se non contiene minacce di violenza e se non c'è la presenza di armi, bastoni e cose simili. Persino tatuarsi una svastica gigante su un braccio e andare in giro dicendo "io sono fascista" non è reato. C'è sempre la possibilità che ti venga risposto che quello è solo un modo di espressione del proprio pensiero e pertanto la legge lo permette.
Casomai c'è un reato che sarebbe più appropriato e più grave, quello di "manifestazioni fasciste", ma purtroppo anche in questo caso il saluto fascista, e altro, può essere descritto come una libera espressione del pensiero: dimostrare che è, nell'animo di chi lo fa, un modo per ricostituire il fascismo è praticamente impossibile, purtroppo. In più la nostra legge vieta solo l'adoperarsi concretamente per il fascismo, non il semplice dirlo. Insomma, chi fa il saluto fascista sa bene che gli basta dire "Ma io voglio esprimere il mio pensiero" e non rischia nulla.
Cheguevara wrote: Oggi, che abbiamo una fascista presidente del consiglio e un fascista presidente del senato, i rigurgiti camerateschi si moltiplicano, nella convinzione di fare cosa grata al governo e nella certezza di impunitàQuesto è il vero problema. Il clima odierno permette a quelli di alzare la testa e fare ciò che vogliono. Per me, Iosonogiorgia e Ignazio Benito La Russa almeno dovrebbero dire in pubblico parole chiare, ma non possono, li capisco. Più facile dire che non c'entrano. Così succede che uno alla Scala di Milano viene schedato dalla Digos per aver gridato "Viva l'Italia antifascista", mentre i tizi che fanno saluti fascisti a tinchitè possono fare come credono e nessuno gli dice niente. Complimenti!