Cheguevara wrote: Così funziona la giustizia in questo Paese, a parte i tempi (6 anni per un solo grado di giudizio nel primo caso, 8 anni nel secondo). La giustizia italiana è una cosa per ricchi.
Anche la sanità sta diventando cosa per ricchi. La scuola invece lo è sempre stata (borse di studio a parte, che non hanno risolto l'abbandono già alla terza media per lavorare o delinquere). Se dobbiamo sperare nella buona salute, nella giustizia e in una qualche prospettiva futura di vita e lavoro è meglio che andiamo all'estero, a questo punto (io andrei in Germania o in Svezia, se potessi).
M.T. wrote: E poi voglio aggiungere questo video sulla bestialità di certe persone: https://www.youtube.com/shorts/3qcJaBEWvkA
"Due cose mi stupiscono sempre: l'intelligenza degli animali e la bestialità degli uomini" (citazione incerta, come tutto il resto in rete, ma credo di Tristan Bernard). Ieri sera ho visto delle foto dell'attacco a un kibbutz il 7 ottobre. Orrore su orrore, che non voglio nemmeno analizzare. Ma c'era la foto di un cane colpito da diversi proiettili, e mi ha fatto più impressione dei dettagli macabri noti: stupri, decapitazioni, persone arse vive, ecc. L'uccisione o la tortura di esseri umani poteva al limite rientrare nella propaganda (molto deviata) dei terroristi. E il mio cervello si è subito messo d'impegno per cercare di inquadrare queste cose indicibili in qualcosa di orrendo ma quantomeno coerente, logico.
Ma il cane? Che cosa c'entrava? Era ebreo anche lui? Che motivo c'era per sparargli più colpi? Rompe qualunque tentativo di schema, è qualcosa di incomprensibile, anche sforzandosi, di disumano. Non trovo un termine più preciso.
Chi ha fatto del male a quel gatto l'avrei messo dentro per minimo vent'anni. Neanche per la colpa in sé (la cui gravità magari è soggettiva) ma perché è evidentemente un sociopatico, un pericolo concreto per tutti gli altri esseri viventi.
Cheguevara wrote: Non essere ingiusto: tanti giovani scelgono la via del volontariato e danno una mano agli ultimi, e non sappiamo se siano meno di quelli che percorrono le vie sbagliate. Più semplicemente, chi porta da mangiare a un barbone non fa notizia, contrariamente a quelli che gli danno fuoco e mettono il video online.
Del tutto d'accordo: le mele marce fanno più notizia di quelle buone. Per me non sono i social il problema, mettono solo in luce problemi che prima non vedevamo. Vederli bene, anche in tutto il loro squallore, può essere però una buona opportunità per capire come risolverli.
Io vedo tanti ragazzi che mettono foto e video dove fanno volontariato, o comunque fanno qualcosa di buono, di originale, di creativo. Magari avranno meno follower di qualche cretino che corre con la macchina per sfida, ma non è questa la gara che conta. Conta mantenere viva una certa visione della vita, dove i più "fighi" non sono quelli che tirano cavi d'acciaio in mezzo a una strada, ma quelli che si inventano un laboratorio creativo rivolto a donne che hanno avuto problemi, e riescono anche a sopravvivere. Faranno meno notizia, ma fanno molta più luce (per chi riesce a vederla).