[CN23-2] Le montagne nella nebbia (sequel)

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Genere Thriller


Luce, buio, luce, buio, luce… La porta che dava al corridoio si muoveva sospinta dalla corrente d’aria, rivelando, sullo sfondo, la finestra che dava sull’esterno. Anche questa assecondava lo stesso ritmo di apri e chiudi della porta come se fossero collegate a un unico meccanismo. E poi entrambe continuarono a chiudersi e aprirsi: buio, luce, buio, luce, buio. Distesa per terra, qualcosa, tra il raggio di movimento della porta, si contrapponeva al suo totale chiudersi. Andava e tornava, toccava l’ostacolo raggiunto al massimo della corsa, per poi tornare indietro, sbattere sulla parete e ripetere il movimento. Ombre oscure, l’aria agitata, il silenzio rotto solo dal ronzare di uno sciame di mosconi prigionieri contro il vetro della finestra. Questi, disorientati dai cambiamenti repentini di luce e dall’invertirsi della spinta d’aria, volavano percorrendo come impazziti il corridoio, senza via di uscita.

Quando uscirò da questo intreccio di rami morti e irti di spine?”
T. era in marcia per il bosco sin dalle prime luci dell’alba e non si era reso conto di quante ore fossero passate. Non aveva con sé nessun orologio, nessun cellulare. Il tempo non gli importava: lo trovava inutile. Arrivare alla tanto agognata meta era il suo unico obbiettivo. Ma le montagne ancora non si vedevano, la selva ancora appariva ostacolarlo a ogni passo del suo cammino.

“Perché questa voglia di andartene? Sei sicuro di trovare le tue montagne e che quando le troverai starai meglio?” T. replicava “sono stanco di questa nebbia e di questo posto”.
“Parlami di come è andata questa settimana, ti sei sentito più positivo? E l’ansia?” Le domandava spesso Vera.

Un rumore di rami calpestati provenne da dietro di lui attirando la sua attenzione.
Dal fondo della vegetazione qualcosa si animava e avanzava. “Un animale?” Pensò raccogliendo da terra un pezzo di ramo ricurvo e sottile, che prese a far sibilare per l’aria “ fatti sotto che ti sistemo!”  T. aspettò guardingo che si rivelasse l’ignota presenza. Serena! Ma sei tu?”
Era proprio lei; si fece strada con difficoltà tra i rovi spinosi che le ferirono le mani nel tentativo di scansarli. I due si guardarono con insistenza mentre si muovevano circolarmente, come se si volessero affrontare. “Te ne sei andato lasciandomi sola...”


Trieste. Seduta del 15 gennaio 2023. Paziente Timotej Dragu. Anni 22.
Presenta tutti i segni di grave disturbo psicotico schizofrenico. Eloquio disorganizzato e incoerente. Pensiero confuso. Movimenti con postura insolita. Perdita di interesse nell’igiene personale. Perdita di interesse nelle attività. In passato, problemi scolastici e relazionali. Rimuginazione patologica con disturbo delirante. Da sei mesi trattato con TCC (terapia cognitivo-comportamentale) senza modifiche sostanziali del quadro clinico. Assume Amisulpride-Clozapina.
Dott.ssa Vera Furlan

T. “Non voglio averti tra i piedi, non l’hai ancora capito? “
S. “Te ne vai da solo a cercare i nostri prati verdi?”
T. “Non ho niente da dividere con te!”
S. “Ti sbagli! Abbiamo fatto tutto insieme, sempre!”
T. “Beh, adesso non più!”
S. “Ma dove andrai senza di me? Io sono i tuoi occhi, la tua voce, le tue orecchie. Non senti queste voci che ci circondano? Sono gli spiriti maligni che vogliono trattenerci. Come i nostri genitori e quella malefica dottoressa…”

“Vera?” per un attimo ricorda “ A Vera, il cui sguardo spazza via ogni velo di nebbia residuo”. Gli aveva scritto questa dedica su un pezzo di carta ma senza mostrarglielo: non ne ebbe il coraggio.

“Quella stronza voleva portarti via da me. E tu a credere a quello che ti raccontava come un alloco, povero scemo! ” rise.

Timotej ebbe uno scatto di ira e la guardò con occhi di fuoco “ stronza! Sei solo stronza! Vera conosce la strada per uscire da qui, che cazzo dici!”

“Davvero? E quale sarebbe?” lo incalzò.

La luce, il buio, la luce e ancora il buio. La porta e l’adiacente finestra si muovevano sospinte dalla corrente d’aria. A fatica qualcuno ha raggiunto la porta trascinandosi faticosamente sul pavimento. “Puttana, pensavi di fregarmi” sono le ultime parole che sentirà e poi solo luce e buio, una porta che sbatte sul suo piede.

Trieste. Seduta del 18 gennaio 2023. Paziente Serena Degrassi anni 22.
Schizofrenia ebefrenica. Intrattabile a qualsiasi terapia. Rapido evolversi in pejus del quadro patologico. Si consiglia immediato…

S. “Secondo lei noi siamo malati. Siamo noi a non vedere il verde e i fiori dei prati e ci immaginiamo montagne che non esistono. La tua dottoressa era tale e quale alle nostre madri. Streghe che ci volevano tenere sotto le loro magie malefiche. Prendi le medicine se no non guarisci! Ci volevano imbambolati a vita, per sempre sotto le loro grinfie! Ma come sei buona mammina! Grazie mammina! Che bella bambola mammina! Che bella torta hai fatto mammina!”

“Io non volevo farlo, ma non è stato difficile strangolarla, alla fine”, disse T. senza emozione.
“Quella bocca l’ha chiusa per sempre. Raccontami di nuovo, dai raccontami di nuovo come hai strangolato la tua: dai dai! Fammi ridere” esultò S.

“Ma! Non ha tirato fuori una sola parola. Io la guardavo mentre stringevo forte ma lei aveva gli occhi grandi e senza felicità, quella che invece tirava di solito fuori quando usciva di casa per andare dalla amica”.

“Sei stato grande! Per la mia non è stato facile.. Si dimenava come un toro mentre tu tiravi la fune legata al soffitto senza riuscire a sollevarla di un dito. Il miscuglio di pillole che le ho messo nella minestra di cavoli non l’hanno rintronata quanto serviva. Correte, correte, la mammina è appesa con una strana fune al collo. Era tutto sotto controllo. Tu non hai la minima cazzo di forza, a cosa mi è servito chiamarti? Ma il coltellaccio che gli ho piantato dietro ha funzionato. Anche il suo sangue era nero, come quello delle streghe. Sai cosa l’ho sentita dire mentre parlava con la tua amica? Dottoressa, se lo ritiene necessario faccia i fogli per il ricovero! Strega! Hai capito la mia dolce mammina, pronta a disfarsi di me e rinchiudermi da qualche parte”.

Timotej sembrò infastidito “ ma quanto sei noiosa, che palle che sei. Mai una volta con qualcosa di interessante!”

Lei prese a ridere, e a ridere ancora, tanto che T. rimase colpito da quella risata diversa dalle solite
Ma che hai da ridere?”
“Vuoi sapere? Ah! Sei curioso, ora!”
“Vaffanculo, Serena!”

S. cambiò repentinamente espressione e atteggiamento. “ Sai che sono riuscita a non farle finire di scrivere la sua letterina? Quella con cui ci avrebbero rinchiusi?”
T. Rimase immobile e dubbioso “ e come avresti fatto a convincerla? A parte che hai poco da vantarti, a me mi ascolta e non lo farà mai, sei solo gelosa..”

“Ho la lettera qui con me! Che credi? Bugie e solo bugie! Leggila con calma e poi mi dirai che ho fatto bene”. S. gesticolò agitata e gli porse il foglio accartocciato e sporco.

Lui neanche lo aprì ma si mise a osservarlo “ perché è così sporco?”
S. “Ma è il sangue nero di quella puttana”
T. “Vero! É come quello di tua madre”.
“Come ci è finito sopra?” domandò.
S. “ Cretino! Ci ho pulito il pavimento, almeno ci ho provato, ma tanto ne ha tirato fuori che ho lasciato stare, qualcuno pulirà”.

T. divenne rigido e prese a contorcersi. La mandibola prese a premere forte contro la mascella, impedendogli di parlare. Nella sua mente un ricordo potente e misterioso: distruttivo A Vera, il cui sguardo spazza via ogni velo di nebbia residuo”.

Serena gli fu addosso e lo guardò indispettita “ Proprio adesso ti metti a far la bava? Come al solito non vuoi dirmi che sono brava a toglierti dai casini”.

Poi i due si misero a riposare fino a quando cominciò a imbrunire e Timotej si svegliò. Si mise in piedi e guardò Serena. “Beh! Ti saluto, io vado”.

Lei lo lasciò andare, come faceva di solito, quando si affidava a lui come un cieco al suo cane. Ancora una volta distanti ma assieme. Verso le loro montagne dai campi fioriti. Fuori dalla nebbia.
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [CN23-2] Le montagne nella nebbia (sequel)

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bestseller2020 wrote: Thu Jan 04, 2024 11:27 ammentre tu tiravi la fune
mentre tiravo la fune (mi pare sia lei che sta raccontando.) oppure lui l’ha aiutata ad ucciderla? 

Oddio… mi sono persa nella nebbia. E ho perso tutte le annotazioni.

Carissimo @bestseller2020 scusa le pulci ma vorrei utilizzare questo commento per postare.
Vengo al sequel.
Mi pare che tu abbia fatto una scelta molto azzeccata col genere thriller. La storia è inquietante e mi piace come hai utilizzato i personaggi S e T. Hai trovato anche una collocazione originale per Vera.
Detto questo non so se sono riuscita a comprendere bene tutto l’accaduto e se S. e T. siano in realtà la stessa persona. Voglio pensare che sia così.
Una duplice personalità che si libera sia della terapista (per la quale provava dei sentimenti - forse per transfert) sia della propria madre. 
L’evento scatenante dovrebbe essere stato un dialogo tra le due donne  che T ha ascoltato e dal quale ha capito che entrambe avevano deciso di farlo internare in qualche struttura. Da qui lo scatto di follia pura e lo sdoppiamento.
Un racconto con un grande potenziale che fossi in te riprenderei fuori dal contest per ampliarlo senza i vincoli delle battute. Potresti ricavarne perfino un romanzo. Bravo @bestseller2020!

Re: [CN23-2] Le montagne nella nebbia (sequel)

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Cerco di ripetere le note che ti avevo scritto @bestseller2020
bestseller2020 wrote: Thu Jan 04, 2024 11:27 amLuce, buio, luce, buio, luce… La porta che dava al corridoio si muoveva sospinta dalla corrente d’aria, rivelando, sullo sfondo, la finestra che dava sull’esterno. Anche questa assecondava lo stesso ritmo di apri e chiudi della porta come se fossero collegate a un unico meccanismo. E poi entrambe continuarono a chiudersi e aprirsi: buio, luce, buio, luce, buio. Distesa per terra, qualcosa, tra il raggio di movimento della porta, si contrapponeva al suo totale chiudersi. Andava e tornava, toccava l’ostacolo raggiunto al massimo della corsa, per poi tornare indietro, sbattere sulla parete e ripetere il movimento. Ombre oscure, l’aria agitata, il silenzio rotto solo dal ronzare di uno sciame di mosconi prigionieri contro il vetro della finestra. Questi, disorientati dai cambiamenti repentini di luce e dall’invertirsi della spinta d’aria, volavano percorrendo come impazziti il corridoio, senza via di uscita.
In questa descrizione c’è qualcosa che non mi torna. I mosconi (considerato che la finestra di apriva e si chiudeva) avrebbero senz’altro trovato la via d’uscita.

Comunque l’immagine è molto efficace e inquietante al punto giusto.

bestseller2020 wrote: Thu Jan 04, 2024 11:27 amti sei sentito più positivo? E l’ansia?” Le domandava spesso Vera.
forse gli domandava (visto che sta parlando di lui) oppure il Le è una scelta precisa? Un campanello che fai scattare nel lettore per fargli capire la duplice personalità di T? (Sarebbe geniale)


bestseller2020 wrote: Thu Jan 04, 2024 11:27 amEra proprio lei; si fece strada con difficoltà tra i rovi spinosi che le ferirono le mani nel tentativo di scansarli. I due si guardarono con insistenza mentre si muovevano circolarmente, come se si volessero affrontare.
Bella questa immagine!


bestseller2020 wrote: Thu Jan 04, 2024 11:27 amMa come sei buona mammina! Grazie mammina! Che bella bambola mammina! Che bella torta hai fatto mammina!”
Metterei le virgole dei vocativi (es. Grazie, mammina!)


bestseller2020 wrote: Thu Jan 04, 2024 11:27 amIo non volevo farlo, ma non è stato difficile strangolarla, alla fine”, disse T. senza emozione
Se dici io non volevo farlo, fai trasparire un senso di rimorso quindi stona parecchio quando dici “senza emozione”

Forse sarebbe più efficace se tu asciugassi la frase.
«Non è stato così difficile strangolarla» disse.

Ci sono altre quisquilie, ma come ti ho detto, il racconto è molto azzeccato. Di nuovo complimenti.🎉 

Re: [CN23-2] Le montagne nella nebbia (sequel)

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  wrote:bestseller2020Luce, buio, luce, buio, luce… La porta che dava al corridoio si muoveva sospinta dalla corrente d’aria, rivelando, sullo sfondo, la finestra che dava sull’esterno. Anche questa assecondava lo stesso ritmo di apri e chiudi della porta come se fossero collegate a un unico meccanismo. E poi entrambe continuarono a chiudersi e aprirsi: buio, luce, buio, luce, buio. Distesa per terra, qualcosa, tra il raggio di movimento della porta, si contrapponeva al suo totale chiudersi. Andava e tornava, toccava l’ostacolo raggiunto al massimo della corsa, per poi tornare indietro, sbattere sulla parete e ripetere il movimento. Ombre oscure, l’aria agitata, il silenzio rotto solo dal ronzare di uno sciame di mosconi prigionieri contro il vetro della finestra. Questi, disorientati dai cambiamenti repentini di luce e dall’invertirsi della spinta d’aria, volavano percorrendo come impazziti il corridoio, senza via di uscita.
L'incipit è inquietante e misterioso, molto bello, la parte sottolineata mi sembra superflua.


  wrote:bestseller2020il silenzio rotto solo dal ronzare di uno sciame di mosconi prigionieri contro il vetro della finestra.
Ma la finestra si apre e si chiude, forse meglio dire: il silenzio rotto da alcuni mosconi disorientati, come impazziti cercavano una via d'uscita.

La via d'uscita negli sprazzi di luce c'è.


  wrote:bestseller2020alla tanto agognata meta
Cerco sempre di evitare frasi fatte, quando me ne accorgo cerco sempre un modo diverso di esprimere l'idea: Arrivare a soddisfare il suo desiderio
  wrote:bestseller2020Il tempo non gli importava: lo trovava inutile. Arrivare alla tanto agognata meta era il suo unico obbiettivo. Ma le montagne ancora non si vedevano,
  Oppure: Non gli importava del tempo, raggiungere il suo obiettivo era il suo unico interesse. Ma le montagne ancora non si vedevano,


  wrote:bestseller2020“Perché questa voglia di andartene? Sei sicuro di trovare le tue montagne e che quando le troverai starai meglio?” T. replicava “sono stanco di questa nebbia e di questo posto”.
“Parlami di come è andata questa settimana, ti sei sentito più positivo? E l’ansia?” Le domandava spesso Vera.
Trovare Vera qui, come personaggio della storia mi ha spiazzato. Nel racconto di @Joyopi sembrava una dedica a una persona reale, io ho pensato fosse sua figlia, :aka:
bestseller2020 wrote: Thu Jan 04, 2024 11:27 amUn rumore di rami calpestati provenne da dietro di lui attirando la sua attenzione.
Dal fondo della vegetazione qualcosa si animava e avanzava. “Un animale?” Pensò raccogliendo da terra un pezzo di ramo ricurvo e sottile, che prese a far sibilare per l’aria “ fatti sotto che ti sistemo!”  T. aspettò guardingo che si rivelasse l’ignota presenza. Serena! Ma sei tu?”
Era proprio lei; si fece strada con difficoltà tra i rovi spinosi che le ferirono le mani nel tentativo di scansarli. I due si guardarono con insistenza mentre si muovevano circolarmente, come se si volessero affrontare. “Te ne sei andato lasciandomi sola...”
Hai dato nome alle lettere puntate, perché non usare sempre il nome completo? In prima lettura la cosa mi ha confuso: pensavo che T. e Timotej fossero due persone, lo stesso per serena e S.  Ho realizzato subito ma la cosa interrompe un momento la lettura.

Sono fissata anche con i gerundi, L'azione secondo me non va raccontata:
Pensò, raccolse un ramo da terra e lo fece sibilare nell'aria
Un rumore di rami calpestati attirò la sua attenzione, si voltò.  Dal fondo della vegetazione...
bestseller2020 wrote: Thu Jan 04, 2024 11:27 amTrieste. Seduta del 15 gennaio 2023. Paziente Timotej Dragu. Anni 22.
Presenta tutti i segni di grave disturbo psicotico schizofrenico. Eloquio disorganizzato e incoerente. Pensiero confuso. Movimenti con postura insolita. Perdita di interesse nell’igiene personale. Perdita di interesse nelle attività. In passato, problemi scolastici e relazionali. Rimuginazione patologica con disturbo delirante. Da sei mesi trattato con TCC (terapia cognitivo-comportamentale) senza modifiche sostanziali del quadro clinico. Assume Amisulpride-Clozapina.
Dott.ssa Vera Furlan
Dopo questo pezzo ho dovuto rileggere indietro dove nomini Vera, questa parte così lunga, una diagnosi scritta, non si sa da dove spunta, chi sta leggendo una cartella clinica o altro....sono confusa. Non credo che serva. Troverei un modo per mostrare il disturbo di T. e S durante gli avvenimenti della storia. Hai perfino messo tra parentesi la definizione di TCC, chi scrive una cartella clinica non ha bisogno di farlo, qualunque medico sa di cosa si tratta. 

Il resto del racconto, devo chiederti scusa, per colpa mia sicuramente o è solo questione di gusti, non lo so, mi appare tutto confuso, anche se ho capito la trama,  non sono riuscita a mettere a fuoco del tutto immagini e avvenimenti. Hanno ucciso le rispettive madri? E poi S. ha ucciso la dottoressa.
Hai creato l'atmosfera giusta all'inizio ma poi mi sono persa, il collegamento con la dedica arriva tardi, Collocata prima, la frase con la dedica, avrebbe giustificato l'intenzione di T. , quella di voler andar via da solo e perché si guardano e si affrontano dopo l'incontro nel bosco. Li avevamo lasciati amici nel racconto di Joyopi.
S. è innamorata di T. Ed è gelosa della dottoressa, poi avanti, ci fai scoprire che s ha ucciso Vera.
bestseller2020 wrote: Thu Jan 04, 2024 11:27 amVera?” per un attimo ricorda “ A Vera, il cui sguardo spazza via ogni velo di nebbia residuo”. Gli aveva scritto questa dedica su un pezzo di carta ma senza mostrarglielo: non ne ebbe il coraggio.
 Le aveva scritto. 

Ok, mi fermo qui, la mia impressione è che l'idea è davvero ottima. Sembrava tutto così bello nel racconto che hai ricevuto in regalo, invece scopriamo che sono due ragazzi con gravi problemi, Sono due assassini. Lui insegue un sogno e lei scappa con un altro cadavere alle spalle.
Si potrebbe migliorare la fruizione della storia con alcuni cambiamenti ma in sostanza è un buon racconto.

Re: [CN23-2] Le montagne nella nebbia (sequel)

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Ciao @bestseller2020,
oohhh che inquietudine. Eravamo partiti così bene con questi due ragazzi che si volevano bene e camminavano uno dietro l'altra e guarda tu dove siamo andati a finire...
A Trieste.
Con persone disturbate nella maniera più crudele possibile. 
Anche io non sono sicura di aver capito tutto bene bene, quello che è certo però, è che il tuo racconto mi ha lasciato un gran senso di angoscia, per cui bravo.
Penso fosse quello che volevi trasmettere, no?
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [CN23-2] Le montagne nella nebbia (sequel)

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Be', racconto molto interessante, best, niente male. Mi è piaciuto come hai gestito la metafora della nebbia, e come hai dato un ruolo attivo al personaggio di S. Lo vedi che quando ti ci metti sai scrivere qualcosa che suscita emozioni?

Re: [CN23-2] Le montagne nella nebbia (sequel)

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Ciao @bestseller2020 complimenti per la creatività con cui sei riuscito a sviluppare la storia precedente. Il collegamento con la nebbia  dell'animo umano è calzante.

Una considerazione del tutto personale riguarda questo passaggio:
bestseller2020 wrote: Thu Jan 04, 2024 11:27 amS. “Secondo lei noi siamo malati. Siamo noi a non vedere il verde e i fiori dei prati e ci immaginiamo montagne che non esistono. La tua dottoressa era tale e quale alle nostre madri. Streghe che ci volevano tenere sotto le loro magie malefiche. Prendi le medicine se no non guarisci! Ci volevano imbambolati a vita, per sempre sotto le loro grinfie! Ma come sei buona mammina! Grazie mammina! Che bella bambola mammina! Che bella torta hai fatto mammina!”
Mi sembra un'analisi piuttosto lucida anche se tendente al delirante. Di primo acchito non mi verrebbe di associarla a una persona sofferente di gravi patologie psichiatriche.  Ma parlo per sensazioni. Come il fatto che nel caso che commettano un omicidio, difficilmente vedrei un'autoanalisi sulle motivazioni.
Devo dirti che comunque il racconto mi ha colpito e mi ha trasmesso delle sensazioni forti. E non è per niente è poco.
Complimenti anche per la capacitò di scrittura che hai di spaziare da un genere all'altro non lasciando mai indifferente il lettore.
Alla prossima

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