Silverwillow wrote: Chi non ha pregiudizi non ha bisogno di essere politicamente corretto a tutti i costi: può essere semplicemente sincero. Ciò non significa offensivo, si tiene sempre conto della sensibilità altrui, ma non ci si arrampica sugli specchi per evitare offese immaginarie (perché è facile sconfinare nell'assurdo). Se sei a posto con la coscienza e coerente nel comportamento, nessuno si offenderà se non metti l'asterisco a fine parola, o se per sbaglio definisci una donna sindaco anziché sindaca. La malignità, molte volte, è solo nell'occhio di chi guarda.
Forse possiamo allora dire che il male sta nell'
eccesso di politicamente corretto, non nel politicamente corretto in sé. Tutto, se esagerato, è dannoso. Io lo vedo come il sale: se è poco, la pietanza non si può mangiare; lo stesso succede se è troppo. Se però è nella giusta quantità, insaporisce la pietanza. Altrimenti dovremmo accettare il
politicamente scorretto e per coerenza non dovremmo parlare male dei droni persiani sul Mar Rosso. Comunque io personalmente non ho mai messo l'asterisco alla fine delle parole, ma lo vedo: per esempio, frequentando il forum di Medicitalia, vedo una psicologa che dice "l* psicolog*". Mia cognata ha vinto il concorso all'Agenzia delle Entrate. Ieri, poco prima di ripartire per la provincia di Monza e Brianza (MB), dove vive, mi ha mostrato la foto del timbro che le avevano attribuito e c'era scritto "IL FUNZIONARIO Maria Rossi" ("Maria Rossi" è inventato

). Ho tirato un sospiro di sollievo nel non vedere asterischi e schwa. Lei indossava la mascherina e aveva febbre e tanto mal di gola, ed era positiva al covid, ma credo che abbia detto "preferivo 'la funzionaria'". Io ho detto "secondo me 'la funzionaria' sarebbe stato più corretto e avrei creato il timbro di conseguenza", ma non ne abbiamo fatto un dramma nazionale.
Ricordo anni fa quando nel tribunale di Milano un avvocato fece ricorso (con conseguente allungamento dei tempi) perché una donna si era firmata su un documento ufficiale con "L
A MAGISTRAT
A Maria Rossi" (anche qui "Maria Rossi" è inventato

) eccependo un vizio di forma in quanto nella lingua ufficiale non c'è MAGISTRAT
A ma solo MAGISTRAT
O. In effetti il vocabolario Treccani non riporta la versione femminile (magistrata). Questa per me è un'esagerazione da redarguire. Non avrei mai pensato che i ricorsi si incentrassero sul vocabolario
M.T. wrote: occorre sempre valutare caso per caso. Mi viene in mente quello di Twain, con le sue opere "ripulite" dalla parola "negro" perché ritenuto un termine offensivo. E in effetti, come viene usato oggi, lo è, ma occorre capire
Questa è la "cancel culture", l'ennesima americanata che ci piace sostenere. Pensa che qualche "genio" vorrebbe emendare anche la Divina Commedia. Ma dai! Anche io deciderei caso per caso. In certi casi per me cancellare certi nomi non sarebbe sbagliato.
Ti faccio due esempi. Nel mio paesello c'è il corso Garibaldi. Nella lastra di marmo all'inizio della via c'è scritto "Corso Garibaldi" e sotto piccolo piccolo "già Via Grande". Ecco, io sostengo che bisogna togliere "Corso Garibaldi" (e magari tornare al vecchio "Via Grande") perché per me Garibaldi non è un uomo da osannare. Tanto è già sui libri di storia e nessuno lo cancellerà mai nei secoli dei secoli (amen!).
Altro esempio, nel 2017 nel mio paesello intitolarono una piazza a Giorgio Almirante. La sera stessa qualcuno con una bomboletta di vernice "cancellò" Giorgio Almirante. Per me lui non doveva essere cancellato. Intrandiamoci! Io non condivido quasi nulla di quello che diceva Giorgio Almirante! Ma penso anche che sia sbagliato ricordare solo chi è simpatico a chi decide di cancellare altri. Così oggi abbiamo il "Corso Garibaldi" e la "Piazza (scarabocchio)". Garibaldi sì e Giorgio Almirante no! Scempio! Secondo me, per coerenza elementare, chi ha cancellato Almirante doveva allungare il giro e cancellare anche Garibaldi o doveva cancellare solo Gary.
Silverwillow wrote: Ma la sostituzione con cucù (degna di un editor da incubo)
Davvero nessuno ha notato la E accentata?