Middle grade -9-12
Giorgio è sempre puntuale, arriva sotto casa mia con la precisione della campanella della scuola, quando segnala la fine delle lezioni. Spesso ho ancora tra i denti la mela che i miei mi costringono a mangiare tutti i giorni; dicono che è per la mia salute: una mela al giorno toglie il mal di pancia di torno... No! Forse toglie il vomito, il sonno, mannaggia, non ricordo cosa!
Io scendo velocemente le scale per andare ad aprirgli e me lo vedo davanti, secco come un chiodo, con il suo sorriso buffo da coniglio. Passiamo tutto il pomeriggio assieme a fare i compiti e poi ci mettiamo a giocare come vogliamo. Va così da quando siamo diventati amici, perché prima non lo eravamo, nonostante facessimo le elementari assieme. Adesso che siamo in prima e, dopo certe cose successe, facciamo coppia fissa. Non mi frega di Lorenzo e Gabriele, o di Alberto e gli altri. “Esci con Cacca secca?” Mi fanno, deridendolo per la sua magrezza e aspetto. E io rispondo che esco con chi voglio. Ero stanco di averli sempre in casa a fare casino e passare il tempo a prenderci in giro inventandoci soprannomi e risposte in rima: il gioco che piaceva tanto a Lorenzo. A me mi avevano appiccicato quello di Melinda. Io, quello di Homer a Lorenzo: pochi capelli, tanta pancia, e la faccia da cretino. Gabriele si era preso quello di Pista , dato che non parla d’altro al di fuori delle moto. “Ciccio bomba cannoniere s’è seduto sul bicchiere, il bicchiere s’è sfondato, Ciccio bomba s’è cacato”. Stavamo anche un’ora a risponderci, sino alla nausea “ Adesso che hai fatto rima, sei cretino più di prima”, “Rima si o rima no, fregato t’ho”, “Rimando, rimando, il cavolo ti sei mangiato”… Che rottura! Ci ho dato un taglio.
Giorgio è in effetti un semplicione, crede a tutto e a tutti. Ma ha dimostrato di avere carattere quando vuole. Un giorno, stanco di essere preso in giro, deve avere scritto sulla lavagna la rima che è finita sul tavolo del preside: non c’era voluto molto per capire che era stato lui, dal suo inimitabile corsivo: “ Filastrocca cacca, sotto il piede s’attacca, ai fessi per strada, col naso all’insù, dalle scarpe non togli più e merda diventi pure tu”. L’insegnante d’italiano aveva pensato che fosse rivolto a lui, e per questo la cosa era finita dal preside. Lui era stato coraggioso e aveva ammesso di essere l’autore, ma aveva chiarito che era rivolto ai compagni che lo angosciavano. Alla fine, eravamo finiti tutti accompagnati dai nostri genitori a colloquio dal preside, per una normale tirata d’orecchi. Tutto era poi finito lì e qualcuno si era dato una regolata, vedendo che tale azione aveva suscitato simpatia verso di lui, anche dalle fighe della classe, Genny e Bea. I miei si erano scusati con i suoi, e tra di noi era nata l’amicizia. Noi abbiamo invitato Giorgio a casa per una merenda, e poi, anche per studiare. Da sei mesi lui viene a casa mia, e io vado a casa sua, una settimana da me, una settimana da lui. Lui preferisce divertirsi in modo diverso da me, che di certo non mi mancano i giochi della play. Quando vado alla cascina dove vive, portiamo il labrador Rocky in giro per i campi. Giorgio non ha problemi a farsi leccare da lui, quando per premiarlo di avergli riportato il legno, gli rifila la polpetta che si conserva nella tasca dei pantaloni per la campagna, come dice lui, per giustificare l’unto e il fango che tanto abbonda su di essi. Quando poi imbrunisce, o ci infiliamo nel capanno degli attrezzi e ci mettiamo a costruire qualcosa, o ci mettiamo a giocare con i semi di albicocca. Ma dato che lui vince sempre, io mi sono stancato di perdere anche se devo stare al gioco. D’altronde, lui, perde sempre alla play e non si lamenta, anzi mi dice che sono audace e troppo forte, facendomi tanti complimenti. Lui è rimasto ai giochi, che dice essergli stati insegnati dal nonno, tra cui quello dei semi. Si prendono cinque semi di albicocca, (quelli della pesca sono troppo grandi), e si mettono a terra sparpagliandoli. Poi uno alla volta si devono raccogliere usando una sola mano e questa deve essere sgombra. Sembrerebbe semplice ma non lo è, perché li devi raccogliere tenendo quelli già raccolti per aria. Il primo è facile, in mano non hai niente, ma Il bello comincia quando passi al secondo, al terzo, al quarto, e al quinto seme. Non è facile prendere al volo i semi, dopo averne raccolto uno da terra. Il barba trucco, come lo chiama lui, è essere veloci a raccogliere, fare la mano a forma di coppa, attento a lanciare quelli che hai per mano non troppo in alto, e tenendoli uniti senza farli scomporre; diversamente qualcuno scapperebbe alla presa e il gioco sarebbe perso. Però dopo tanto tempo, anch’io sto cominciando a riuscire a portare al termine il gioco, raccogliendoli tutti e cinque , ma senza batterlo nel punteggio finale che finisce a chi arriva per primo a cinquanta. Io rimango sempre parecchio indietro, quattro, è il mio record.
Mi rifaccio sempre quando giochiamo a tiro a segno con il fucile di legno a mo' di fionda, anche questo vecchio gioco del nonno. Questi li abbiamo fatti nel capanno con delle tavolette di legno. Li abbiamo messo due chiodi per tenere l’elastico di caucciù. I proiettili li facciamo tagliando delle strisce di carta che rigiriamo un paio di volte su se stesse, e dopo che abbiamo fatto questi grissini di carta li pieghiamo in due per agganciarli sull’elastico. Non volevo crederci quando ho messo alla prova il mio, appena finito. Anche se di carta, riuscivano a sfondare un cartoncino, mentre sul cartone rimbalzavano, facendo un gran botto. Non immaginavo quale male potessero fare sino a quando ne ho preso uno sul fianco, tirato da Giorgio in risposta a quello che gli avevo tirato io per vedere l’effetto su di lui. “Ma sei scemo?” Mi aveva detto, massaggiandosi la parte colpita. Anche il suo mi aveva fatto un male cane, anche se non lo avevo dato a vedere, per non ammettere che avevo fatto una fesseria. Ogni tanto andiamo a caccia di lucertole, o tiriamo alle lattine vuote. Devo riconoscere che, anche se sono dei giochi da sfigati, mi diverto tanto senza pure stancarmi.
E oggi tocca a me organizzare il divertimento a casa. Basta con la play tutto il pomeriggio. E tanto per stare in tema di giochi divertenti e originali, abbiamo in corso la rivincita che spetta a Giorgio, dato che ieri l’ho stracciato al gioco “le invenzioni inutili”. Vince chi ne inventa di più, ma abbiamo bisogno di un giudice, che sarà mia mamma. La regola è che non si scrive niente di pronto e le invenzioni inutili devono nascere al momento. Però niente vieta di memorizzarle, e credo che Giorgio lo farà, per cercare di andare alla pari. Avevo in mente qualcosa tipo: la piscina dove non si può annegare: ha solo dieci centimetri d’acqua. Il motorino che non consuma niente: non ha la pedalina per accenderlo. La lampadina che non si brucia: non ha il filamento. Le scarpe che vanno bene anche quando il piede cresce...Mmmm! No! Questa è fattibile, me la sgamano. Intanto Giorgio, che è sotto casa mentre aspetta che lo apra, già lavora di mente, e quando gli apro, è già che ride: “pensavo a un campanello che non disturba!”. Come sarebbe fatto? Gli rispondo io, anche se già me lo immagino e rido.
Re: [Lab11] Il mio amico Cacca secca
2@bestseller2020, complimenti.
Sei riuscito a farmi rivivere il 90% della mia infanzia nel tuo racconto. A parte il gioco dei semi, credo di aver fatto tutto quello che hai descritto, quand'ero bambino.
Comincio con i refusi che ho trovato, che sono pochini.
Non c'è un vero e proprio "racconto", nel senso che non ci sono un'introduzione, uno sviluppo e un finale. Ma va benissimo così: sembra quasi uno spaccato di vita. Potrebbe benissimo essere un estratto di un romanzo per ragazzi.
Mi è piaciuta molto la caratterizzazione che hai dato ai personaggi: sono tutti vividi. Ci sono un paio di eccezioni (per esempio la mamma, o le due fighette della classe), che non aggiungono granché alla narrazione, ma siccome danno un po' di profondità all'ambientazione possono andare.
Dei giochi ho già parlato.
Mi ricordo in particolare questo:
Il più delle volte con l'elastico tra pollice e indice, ma in un paio di casi avevamo anche costruito un "fucile" proprio come quello descritto nel racconto.
Un mio compagno ha rischiato di essere sospeso dopo aver mancato di un soffio l'insegnante che stava scrivendo sulla lavagna. Genio.
Poco altro da dire. Il testo funziona, è divertente, e devo dire uno di quelli che ho più apprezzato tra i tuoi.
A rileggerti.
Sei riuscito a farmi rivivere il 90% della mia infanzia nel tuo racconto. A parte il gioco dei semi, credo di aver fatto tutto quello che hai descritto, quand'ero bambino.
Comincio con i refusi che ho trovato, che sono pochini.
bestseller2020 ha scritto: di certo non mi mancano i giochi della Play. [maiuscolo perché diminutivo di una marca, compare un paio di altre volte nel testo]
bestseller2020 ha scritto: Si prendono cinque semi di albicocca [,] (quelli della pesca sono troppo grandi), [niente segni di punteggiatura prima di aprire una parentesi]
bestseller2020 ha scritto: Le scarpe che vanno bene anche quando il piede cresce... Mmmm! No! [spazio mancante dopo i puntini di sospensione]Ora passo alla struttura del testo.
Non c'è un vero e proprio "racconto", nel senso che non ci sono un'introduzione, uno sviluppo e un finale. Ma va benissimo così: sembra quasi uno spaccato di vita. Potrebbe benissimo essere un estratto di un romanzo per ragazzi.
Mi è piaciuta molto la caratterizzazione che hai dato ai personaggi: sono tutti vividi. Ci sono un paio di eccezioni (per esempio la mamma, o le due fighette della classe), che non aggiungono granché alla narrazione, ma siccome danno un po' di profondità all'ambientazione possono andare.
Dei giochi ho già parlato.
Mi ricordo in particolare questo:
bestseller2020 ha scritto: Mi rifaccio sempre quando giochiamo a tiro a segno con il fucile di legno a mo' di fionda, anche questo vecchio gioco del nonno. Questi li abbiamo fatti nel capanno con delle tavolette di legno. Li abbiamo messo due chiodi per tenere l’elastico di caucciù. I proiettili li facciamo tagliando delle strisce di carta che rigiriamo un paio di volte su se stesse, e dopo che abbiamo fatto questi grissini di carta li pieghiamo in due per agganciarli sull’elastico.Noi lo facevamo in classe.
Il più delle volte con l'elastico tra pollice e indice, ma in un paio di casi avevamo anche costruito un "fucile" proprio come quello descritto nel racconto.
Un mio compagno ha rischiato di essere sospeso dopo aver mancato di un soffio l'insegnante che stava scrivendo sulla lavagna. Genio.
Poco altro da dire. Il testo funziona, è divertente, e devo dire uno di quelli che ho più apprezzato tra i tuoi.
A rileggerti.
Re: [Lab11] Il mio amico Cacca secca
3Hai scelto di raccontare senza mostrare molto, @bestseller2020 il racconto non è un vero racconto ma un'immagine ben definita.
Il protagonista parla di una serie di giochi, li descrive nei minimi particolari ma la storia svanisce nei dettagli.
Un lettore di nove, dodici anni di oggi come vedrebbe questa storia?
La domanda che mi viene in mente è questa: un ragazzino abituato a giocare con giochi elettronici, vedere cartoni, video... Sarà interessato e continuerà a leggere la spiegazione del gioco dei cencioli? Io lo conosco con questo nome il gioco dei semi.
Se confronto i giochi che illustri in questa storia con quello che viene offerto loro in termini di giochi, e non parlo solo di Play ma di tutto ciò che si trova sul mercato, non so se i figli di oggi li trovino interessanti.
Più interessante è il modo in cui è cominciata l'amicizia tra i due protagonisti; di quelli come Giorgio ce ne sono uno per ogni aula. Le relazioni positive, a volte, nascono da una svolta che si dà alla propria vita e con l'aiuto dei genitori, i due ragazzi ce la fanno a scendere dal treno.
Cominciano a sperimentare cose nuove nelle ore di svago e fin qua tutto bene, è la parte dei giochi e la loro spiegazione, che ricorda quasi un elenco che si potrebbe migliorare.
Forse mostrando la difficoltà coinvolgendo il lettore?
Giorgio fece un respiro profondo mentre si concentrava, teneva la mano a coppa, lanciò con precisione i tre céncioli in aria e in un millesimo di secondo era già pronto a raccoglierli con gli ultimi due nel palmo della stessa mano.
Non so, se l'effetto migliori e se in questo modo i bambini restino presi dalla lettura, ci vorrebbe un esperto per saperlo. Un novenne disposto a farci da cavia.
Il protagonista parla di una serie di giochi, li descrive nei minimi particolari ma la storia svanisce nei dettagli.
Un lettore di nove, dodici anni di oggi come vedrebbe questa storia?
La domanda che mi viene in mente è questa: un ragazzino abituato a giocare con giochi elettronici, vedere cartoni, video... Sarà interessato e continuerà a leggere la spiegazione del gioco dei cencioli? Io lo conosco con questo nome il gioco dei semi.
Se confronto i giochi che illustri in questa storia con quello che viene offerto loro in termini di giochi, e non parlo solo di Play ma di tutto ciò che si trova sul mercato, non so se i figli di oggi li trovino interessanti.
Più interessante è il modo in cui è cominciata l'amicizia tra i due protagonisti; di quelli come Giorgio ce ne sono uno per ogni aula. Le relazioni positive, a volte, nascono da una svolta che si dà alla propria vita e con l'aiuto dei genitori, i due ragazzi ce la fanno a scendere dal treno.
Cominciano a sperimentare cose nuove nelle ore di svago e fin qua tutto bene, è la parte dei giochi e la loro spiegazione, che ricorda quasi un elenco che si potrebbe migliorare.
Forse mostrando la difficoltà coinvolgendo il lettore?
Giorgio fece un respiro profondo mentre si concentrava, teneva la mano a coppa, lanciò con precisione i tre céncioli in aria e in un millesimo di secondo era già pronto a raccoglierli con gli ultimi due nel palmo della stessa mano.
Non so, se l'effetto migliori e se in questo modo i bambini restino presi dalla lettura, ci vorrebbe un esperto per saperlo. Un novenne disposto a farci da cavia.
Re: [Lab11] Il mio amico Cacca secca
4bestseller2020 ha scritto: Passiamo tutto il pomeriggio assieme a fare i compiti e poi ci mettiamo a giocare come vogliamo. Va così da quando siamo diventati amici,Mi sembra esagerato tutto il pomeriggio a fare i compiti in prima media! Forse volevi scrivere:
Passiamo tutto il pomeriggio insieme: prima, facciamo i compiti e poi ci mettiamo a giocare come vogliamo.
bestseller2020 ha scritto: Ma ha dimostrato di avere carattere quando vuole.Ti suggerirei di cambiare questa frase così:
Ma, quando vuole, sa dimostrare di avere carattere.
bestseller2020 ha scritto: bestseller2020per capire che era stato lui, dal suo inimitabile inconfondibile corsivo: “ Filastrocca cacca, sotto il piede s’attacca, ai fessi per strada, col naso all’insù, dalle scarpe non togli più e merda diventi pure tu”.Stai parlando del corsivo come modo di scrivere manuale di Giorgio, oppure del corsivo come versi delle filastrocche? Perché a me viene il dubbio e tu sai perché...
bestseller2020 ha scritto: I miei si erano scusati con i suoi, e tra di noi era nata l’amicizia un'amicizia.
bestseller2020 ha scritto: Noi abbiamo invitato Giorgio a casa, all'inizio per una merenda, e virgola poi, anche per studiare.
bestseller2020 ha scritto: Lui preferisce divertirsi in modo diverso da me, che di certo non mi mancano non mi faccio mancare i giochi della play. Quando vado alla cascina dove vive, portiamo il labrador Rocky in giro per i campi.
bestseller2020 ha scritto: Ma virgola dato che lui vince sempre, io mi sono stancato di perdere anche se però devo stare al gioco.
bestseller2020 ha scritto: Poi virgola uno alla volta si devono
bestseller2020 ha scritto: Però virgola dopo tanto tempo, anch’io sto cominciando a riuscire riuscendo a portare al termine il gioco, raccogliendoli tutti e cinque , ma senza batterlo nel punteggio finale che fi
bestseller2020 ha scritto: Mi rifaccio sempre quando giochiamo a tiro a segno con il fucile di legno a mo' di fionda, anche questo un vecchio gioco del nonno.Il nonno di chi? Il suo?
bestseller2020 ha scritto: E oggi tocca a me organizzare il divertimento a casa. Basta con la play tutto il pomeriggio. E tanto per stare in tema di giochi divertenti e originali, abbiamo in corso la rivincita che spetta a Giorgio, dato che ieri l’ho stracciato al gioco “le invenzioni inutili”. Vince chi ne inventa di più, ma abbiamo bisogno di un giudice, che sarà mia mamma. La regola è che non si scrive niente di pronto e le invenzioni inutili devono nascere al momento. Però niente vieta di memorizzarle, e credo che Giorgio lo farà, per cercare di andare alla pari. Avevo in mente qualcosa tipo: la piscina dove non si può annegare: ha solo dieci centimetri d’acqua. Il motorino che non consuma niente: non ha la pedalina per accenderlo. La lampadina che non si brucia: non ha il filamento. Le scarpe che vanno bene anche quando il piede cresce...Mmmm! No! Questa è fattibile, me la sgamano. Intanto Giorgio, che è sotto casa mentre aspetta che lo apra, già lavora di mente, e quando gli apro, è già che ride: “pensavo a un campanello che non disturba!”. Come sarebbe fatto? Gli rispondo io, anche se già me lo immagino e rido.Bravo @bestseller2020 ! Il target di lettori e il tema sono rispettati.
L'unico appunto che mi sento di muoverti è che non è un vero e proprio racconto, ma la cronistoria di un periodo fatto di giochi "veri" che, purtroppo, oggi non s'usano più... Ma è bello, secondo me, scrivere il più possibile di quel mondo, perché si trasmette ai moderni lettori la "vera" fantasia, la magia dell'infanzia, quando la gioia di crescere era accompagnata da ginocchia sbucciate e da facce sporche, dai confronti e dalla compagnia dei coetanei che ci riempiva le giornate.
Grazie della simpatica lettura, caro @bestseller2020
Re: [Lab11] Il mio amico Cacca secca
5@Poeta Zaza @Albascura @Mid ciao a tutti e grazie del vostro passaggio.
Il racconto vi è, almeno come eventi descritti. Ho scelto, o pensato, di scegliere un percorso narrativo e una struttura semplificata, dato che come scrive @Kikki , questa fascia è quella dove i lettori si perdono. Ho puntato al fatto goliardico, e come i giochi antichi siano/o possano essere, ancora una attrattiva per i giovani. Poi vi è il discorso su come, alla fine, si cambino le vecchie amicizie, per passare a quelle che diventeranno quelle della vita.
Ciao ciao
Il racconto vi è, almeno come eventi descritti. Ho scelto, o pensato, di scegliere un percorso narrativo e una struttura semplificata, dato che come scrive @Kikki , questa fascia è quella dove i lettori si perdono. Ho puntato al fatto goliardico, e come i giochi antichi siano/o possano essere, ancora una attrattiva per i giovani. Poi vi è il discorso su come, alla fine, si cambino le vecchie amicizie, per passare a quelle che diventeranno quelle della vita.
Ciao ciao
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio
Re: [Lab11] Il mio amico Cacca secca
6Ciao @bestseller2020
Ho respirato una bella atmosfera di amicizia, pensieri e giochi di ragazzi. Mi sono ricordato alcuni episodi, proprio alcuni della mia prima infanzia ancora normale, comunque alle elementari, perché dalle medie in avanti la mia vita ha dovuto seguire un altro percorso, come dice una canzone tedesca
“Und ein Weg den keiner will,
Tagein tagaus, wer weiß wohin
Verbranntes Land und was ist der Sinn?”
È stato preferibile per me vivere appartato.
Mi sono incantato davanti ai pensieri e ai ricordi di questo ragazzo che sceglie come amico Giorgio, scelto quest’ultimo proprio perché nessuno lo voleva e Giorgio ha avuto una grande fortuna a ragione di ciò in questo mondo; sarà cresciuto sereno.
Mi sono incantato ai racconti dei piccoli grandi scontri fra ragazzini, alle loro innocenti battute in rima.
Il gioco dei semi non lo conoscevo, io giocavo a ”palline” – le biglie di vetro – e pochi altri giochi che mi sono rimasti impressi, che all’epoca mi riempivano piacevolmente le giornate trascorrendole in una sorta di tempo eterno, immutabile. Ma il tempo, anche se non esiste, cambia gli uomini e quelle sensazioni non si rivivono più.
Mi sarebbe piaciuto vedere nel tuo racconto, ma per me può essere intuibile fra le righe, non si può scrivere tutto in poco spazio, vedere oltre i sogni di quell’età, ma si sarebbe usciti dal contesto, vedere quei sogni, quei ragazzi, tutti, crescere, seguire i loro percorsi di vita. Ma questa è pura digressione che esula dal binarium petitum.
Un’infanzia così, proseguire una vita senza sobbalzi… per me spesso la lettura di favole spazia oltre e sarebbe interessante, così, tanto per, approfondire questo aspetto, anche letterariamente.
La tua favola oltre al piacere della lettura e delle sue immagini mi ha portato anche una sorta di struggimento per tutto quello che avrebbe potuto essere, parlo in generale, un testo serve anche ad andare oltre le righe, come un quadro visto da cento persone ha cento interpretazioni.
In un certo senso tutto questo fa compagnia.
Grazie per la lettura.
Ho respirato una bella atmosfera di amicizia, pensieri e giochi di ragazzi. Mi sono ricordato alcuni episodi, proprio alcuni della mia prima infanzia ancora normale, comunque alle elementari, perché dalle medie in avanti la mia vita ha dovuto seguire un altro percorso, come dice una canzone tedesca
“Und ein Weg den keiner will,
Tagein tagaus, wer weiß wohin
Verbranntes Land und was ist der Sinn?”
È stato preferibile per me vivere appartato.
Mi sono incantato davanti ai pensieri e ai ricordi di questo ragazzo che sceglie come amico Giorgio, scelto quest’ultimo proprio perché nessuno lo voleva e Giorgio ha avuto una grande fortuna a ragione di ciò in questo mondo; sarà cresciuto sereno.
Mi sono incantato ai racconti dei piccoli grandi scontri fra ragazzini, alle loro innocenti battute in rima.
Il gioco dei semi non lo conoscevo, io giocavo a ”palline” – le biglie di vetro – e pochi altri giochi che mi sono rimasti impressi, che all’epoca mi riempivano piacevolmente le giornate trascorrendole in una sorta di tempo eterno, immutabile. Ma il tempo, anche se non esiste, cambia gli uomini e quelle sensazioni non si rivivono più.
Mi sarebbe piaciuto vedere nel tuo racconto, ma per me può essere intuibile fra le righe, non si può scrivere tutto in poco spazio, vedere oltre i sogni di quell’età, ma si sarebbe usciti dal contesto, vedere quei sogni, quei ragazzi, tutti, crescere, seguire i loro percorsi di vita. Ma questa è pura digressione che esula dal binarium petitum.
Un’infanzia così, proseguire una vita senza sobbalzi… per me spesso la lettura di favole spazia oltre e sarebbe interessante, così, tanto per, approfondire questo aspetto, anche letterariamente.
La tua favola oltre al piacere della lettura e delle sue immagini mi ha portato anche una sorta di struggimento per tutto quello che avrebbe potuto essere, parlo in generale, un testo serve anche ad andare oltre le righe, come un quadro visto da cento persone ha cento interpretazioni.
In un certo senso tutto questo fa compagnia.
Grazie per la lettura.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
(Apocalisse di S. Giovanni)
Re: [Lab11] Il mio amico Cacca secca
7Ciao @bestseller2020 è stata una piacevole lettura con un bellissimo messaggio. La scrittura scorre bene e si legge senza intoppi.
La prima parte mi sembra coinvolgente: le rime, i nomignoli, la filastrocca con il finale dal preside. L'inizio dell'amicizia e della consapevolezza del vuoto passato con quelli che pensava fossero amici.
Trovo molto affascinante il ritrovo nella cascina di Giorgio, un mondo che anche i più restii, immersi nella tecnologia, non possono rimanere indifferenti. Anche il capanno degli attrezzi può riscuotere un grande interesse. Invece, a mio avviso, partire subito senza spiegazione (che verrà comunque poco dopo) con il gioco dei semi di albicocca. (ero un campione, si facevano tornei nelle colonie estive che odiavo ma mi ci portavano lo stesso) potrebbe non suscitare interesse nel ragazzo medio iperattivo, convulso dalla tecnologia o da visioni di video shorts. Poi dipende dal periodo in cui avevi pensato di ambientare la storia, ma non essendo specificato immagino al presente. In questo caso è singolare che non si faccia riferimento ai cellulari. In prima media si entra in un vortice pericoloso, che senz'altro Giorgio poteva restarne fuori, ma per gli altri sarebbe stato difficile. Trattandosi di una cascina di campagna, oltre a menzionare i giochi con il cane, è probabile che ci siano stati altri animali, magari mucche, galline, conigli, capre ecc. trovare una forma di gioco con loro poteva essere interessante.
L'idea del recupero dei giochi di una volta è bellissima, però solo chi li ha vissuti (immagino noi) può capirne il vero valore. È un'impresa davvero ardua riuscire a trasmettere ai ragazzi in poche righe quelle sensazioni che provavamo quando c'era solo l'ingegno e la fantasia a disposizione.
Coi noccioli risulta veramente difficile capire il meccanismo e le sensazioni se non si provano a usarli. Con il fucile a elastico lo trasmetti molto bene e si presta maggiormente alla descrizione. Magari per introdurre il tema dei giochi antichi si poteva coinvolgere un adulto, il padre, i nonno o uno zio e farsi raccontare quello che si provava, per trasmetterlo alle nuove generazioni. Un po' di sapienza dei vecchi è sempre un piacere ascoltarla.
La parte finale delle invenzioni inutili l'ho trovata molto bella. Da un tocco di poesia, per questo intramontabile; inoltre risulta ironica e questo può essere interessante per giovani sempre in cerca di battute.
Mi è piaciuto leggerlo e ho trovato una bella scrittura.
Alla prossima.
La prima parte mi sembra coinvolgente: le rime, i nomignoli, la filastrocca con il finale dal preside. L'inizio dell'amicizia e della consapevolezza del vuoto passato con quelli che pensava fossero amici.
Trovo molto affascinante il ritrovo nella cascina di Giorgio, un mondo che anche i più restii, immersi nella tecnologia, non possono rimanere indifferenti. Anche il capanno degli attrezzi può riscuotere un grande interesse. Invece, a mio avviso, partire subito senza spiegazione (che verrà comunque poco dopo) con il gioco dei semi di albicocca. (ero un campione, si facevano tornei nelle colonie estive che odiavo ma mi ci portavano lo stesso) potrebbe non suscitare interesse nel ragazzo medio iperattivo, convulso dalla tecnologia o da visioni di video shorts. Poi dipende dal periodo in cui avevi pensato di ambientare la storia, ma non essendo specificato immagino al presente. In questo caso è singolare che non si faccia riferimento ai cellulari. In prima media si entra in un vortice pericoloso, che senz'altro Giorgio poteva restarne fuori, ma per gli altri sarebbe stato difficile. Trattandosi di una cascina di campagna, oltre a menzionare i giochi con il cane, è probabile che ci siano stati altri animali, magari mucche, galline, conigli, capre ecc. trovare una forma di gioco con loro poteva essere interessante.
L'idea del recupero dei giochi di una volta è bellissima, però solo chi li ha vissuti (immagino noi) può capirne il vero valore. È un'impresa davvero ardua riuscire a trasmettere ai ragazzi in poche righe quelle sensazioni che provavamo quando c'era solo l'ingegno e la fantasia a disposizione.
Coi noccioli risulta veramente difficile capire il meccanismo e le sensazioni se non si provano a usarli. Con il fucile a elastico lo trasmetti molto bene e si presta maggiormente alla descrizione. Magari per introdurre il tema dei giochi antichi si poteva coinvolgere un adulto, il padre, i nonno o uno zio e farsi raccontare quello che si provava, per trasmetterlo alle nuove generazioni. Un po' di sapienza dei vecchi è sempre un piacere ascoltarla.
La parte finale delle invenzioni inutili l'ho trovata molto bella. Da un tocco di poesia, per questo intramontabile; inoltre risulta ironica e questo può essere interessante per giovani sempre in cerca di battute.
Mi è piaciuto leggerlo e ho trovato una bella scrittura.
Alla prossima.
Re: [Lab11] Il mio amico Cacca secca
8ciao @Alberto Tosciri e @Kasimiro , grazie del passaggio e dei gentili commenti.
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio
Re: [Lab11] Il mio amico Cacca secca
9Ciao @bestseller2020
Al tuo racconto darei una struttura un po' più forte che di solito esce chiara quando scopri il pregio e il difetto del tuo protagonista. Gli chiedi cosa desidera e la sua risposta diventa il tuo scopo narrativo. Nel tuo testo questo un poì manca. Hai scritto un bello spaccato d'epoca, anche tu, come tanti altri, hai deciso di andare a frugare nel passato. Niente di male in questo, solo che ho paura che qualche volta ci dimentichiamo per chi stiamo scrivendo. Io credo che questo pezzo si inserirebbe bene in una storia più lunga scritta al passato, magari raccontata da un adulto che ricorda. Ci trovo il gusto di Stand by me.
La parte delle invenzioni inutili è troppo forte e credo che mi piacerebbe moltissimo leggere una storia che ha al centro questo argomento.
Per iil resto, per una qualche ragione hai deciso di raccontare e creare quasi un resoconto di questi episodi. Anche la forma grafica che hai adottato non aiuta molto perché presenti il testo molto compatto. La cosa migliore sarebbe aggiungere dei diaaloghi; tutto quanto può essere detto in un dialogo dovrebbe diventare tale perché smuove il testo e tiene alta l'attenzione e il coinvolgimento.
Al tuo racconto darei una struttura un po' più forte che di solito esce chiara quando scopri il pregio e il difetto del tuo protagonista. Gli chiedi cosa desidera e la sua risposta diventa il tuo scopo narrativo. Nel tuo testo questo un poì manca. Hai scritto un bello spaccato d'epoca, anche tu, come tanti altri, hai deciso di andare a frugare nel passato. Niente di male in questo, solo che ho paura che qualche volta ci dimentichiamo per chi stiamo scrivendo. Io credo che questo pezzo si inserirebbe bene in una storia più lunga scritta al passato, magari raccontata da un adulto che ricorda. Ci trovo il gusto di Stand by me.
La parte delle invenzioni inutili è troppo forte e credo che mi piacerebbe moltissimo leggere una storia che ha al centro questo argomento.
Per iil resto, per una qualche ragione hai deciso di raccontare e creare quasi un resoconto di questi episodi. Anche la forma grafica che hai adottato non aiuta molto perché presenti il testo molto compatto. La cosa migliore sarebbe aggiungere dei diaaloghi; tutto quanto può essere detto in un dialogo dovrebbe diventare tale perché smuove il testo e tiene alta l'attenzione e il coinvolgimento.
Re: [Lab11] Il mio amico Cacca secca
10@Kikki ciao e grazie dei tuoi consigli.
Vorrei chiederti se dovrei rivedere il titolo, dato che è abbastanza "colorito". Questo soprannome potrebbe creare una sorta di repulsione, di inciampo del lettore?
Grazie ancora
Vorrei chiederti se dovrei rivedere il titolo, dato che è abbastanza "colorito". Questo soprannome potrebbe creare una sorta di repulsione, di inciampo del lettore?
Grazie ancora
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio
Re: [Lab11] Il mio amico Cacca secca
11bestseller2020 ha scritto: Questo soprannome potrebbe creare una sorta di repulsione, di inciampo del lettore?Al contrario, il tuo titolo è attraente per la fascia d'età che hai scelto; tutto ciò che riguarda cacca e tutto quello che "non sta bene" dire è fonte di grosso interesse e risate per i bambini. Più le cose fanno schifo e più stai sicuro che rideranno e saranno interessati