La letteratura per bambini e ragazzi non esiste, e se proprio deve esistere, è un genere letterario a se stante che si suddivide a sua volta in mode, per esempio realismo o fantasy.
Bambini e ragazzi non sono tutti uguali, anzi, sono persone molto diverse tra loro, soprattutto a seconda della loro età. Avete presente che cambiamenti avvengono in una persona tra i 3 e i 18 anni? E non solo dal punto di vista fisico.
In principio, non sappiamo leggere, qualcuno legge per noi, poi iniziamo a incespicare su frasi semplici, poi i testi si fanno via via più complicati, così come i contenuti.
Per questo, e per motivi di mercato che non indagheremo, esistono le fasce d’età che determinano i temi, i personaggi, il linguaggio, la presenza di illustrazioni e la lunghezza dei testi.
Prime letture 6-7 anni: sono veri e propri romanzi brevi di 10-15 cartelle basati su piccoli conflitti quotidiani. Le frasi sono semplificate, corte, i temi sono familiari, i personaggi hanno la stessa età del lettore.
Esempio: A scuola di mostri di Sabrina Guidoreni
Prime letture 7-8: la strutturaa è un po’ più complessa, così come le tematiche che seguono lo sviluppo emotivo del bambino. La lunghezza è di circa 20 cartelle. La trama è lineare e semplice, non c’è sottotrama, il tema è quotidiano. I personaggi mantengono l’età del lettore.
Esempio: Stargirl di Jerry Spinelli
Middle grade 9-12: questo è il momento dello sviluppo fisico, ed è anche il momento in cui si perdono i lettori forti, perché in Italia manca la realtà dello sviluppo dalla letteratura per ragazzi. Lunghezza 100-120 cartelle, 3 o 4 cartelle a capitolo, tematiche anche storiche, biografie. Molto gettonato è l’umorismo da scuole medie. I personaggi sono leggermente più grandi del lettore.
Esempio: 7 minuti dopo la mezzanotte di David Almond (nasce come middle grade ma in Italia viene venduto per più grandi)
Young adult 13+: la lunghezza si aggira intorno alle 150-200 cartelle, di solito i romanzi sono composti da 30/32 capitoli di 3/5 cartelle l’uno. Il pubblico è in maggioranza femminile e i romanzi hanno sempre una storia d’amore. Le tematiche si aggirano nel mondo adolescente, nella scuola, le prime esperienze sessuali, tradimenti, vacanze da soli, conflitto con i genitori e tutto quello che vi viene in mente. I personaggi hanno sempre un paio d’anni in più dei lettori.
Esempio: Colpa delle stelle John Green
TIPS
Al centro della struttura ci sono il personaggio, il suo difetto e il suo background.
La crescita, intesa come cambiamento emotivo, del personaggio è obbligatoria.
Evitare la didattica e la morale.
Non scrivete per i genitori.
Non atteggiatevi a giovani se non lo siete: indagate.
Eliminate gli adulti ingombranti dalla storia, lasciate autonomia ai personaggi.
Rompete i tabù, evitate gli automatismi, fate attenzione ai pregiudizi.
Ponete molte domande, fornite poche risposte.
Chiedetevi continuamente che cosa volete dire con la vostra storia.
La scrittura per ragazzi è simile alla scenografia: scrivete per immagini.
Dieci ingredienti per la buona riuscita di un romanzo/racconto per ragazzi:
- Personaggi: il protagonista deve rispettare le indicazioni di età della fascia d’età dei lettori e questo determina quasi tutto il resto.
- Genere e sesso: devono essere funzionali alla storiaa perché ci forniscono innumerevoli elementi, inclusi tabù che possiamo decidere di infrangere o rispettare.
- Nome: deve esserre funzionale alla storia, evitiamo nomi inflazionati.
- Problemi e difetti: portano i conflitti che determinano l’arco narrativo del personaggio e tutta la trama. Il problema si presenta fin dal principio.
- La voce del personaggio: non è mai quella dell’autore. Tutto quanto si può rendere in forma di dialogo va messo in dialogo. Sono da evitare i blocchi di testo.
- Ambientazione: in stretto contatto con il personaggio che è molto influenzato dal luogo in cui nasce e cresce. È funzionale aalla narrazione.
- Conflitto: è sempre legato al carattere del personaggio. C’è un conflitto principale e uno portato dal difetto principale del protagonista.
- Turning points: piccoli eventi, sempre relativi all’evento scatenante, che mandano avanti la trama. La reazione del protaagonista porta a conseguenze ed effetti. Lo scopo è portare il protagonista a risolvere il suo problema.
- Show don’t tell: più si mostra, meglio è. Non usiamo le descrizioni per dire quello che potremmo mostrare, meglio ancora se è possibile inserirlo in un dialogo.
- Finale: contrapposto all’incipit in cui abbiamo fatto una promessa al lettore e definiamo in che storia ci troviamo. Nel finale è contenuta la visione che l’autore ha del tema.