Luca si alza al mattino.
Marco no.
Luca parla di notte, passeggia di notte, fa la pipì di notte, urla di notte.
Marco no.
Dormono uno di fianco all'altro, da anni, ma non si conoscono.
Luca ascolta la musica a volume altissimo, sempre la stessa.
Marco no.
Lavora, sta fuori di giorno, cena, prende le pastiglie e va a letto, Luca.
Marco no.
Tocca sempre l'orecchio di Marco, Luca.
Marco si irrigidisce digrignando i denti.
E lui gli ritocca l'orecchio.
Una sera il letto di Luca rimase vuoto.
Passò un giorno, due, tre.
Poi una notte entrò qualcuno dalla finestra e si infilò sotto le lenzuola.
Marco vedendo il posto al suo fianco di nuovo occupato tornò nello sconforto: «Non poteva star via ancora un po'?» si chiese.
Ma con sorpresa vide sbucare uno strano essere, con la testa di gallina e il corpo da leone che esclamò: «Grrrrrrrrcocodè!»
Marco chiuse gli occhi e li riaprì dopo qualche secondo.
«Grrrrrrrrcocodè!» ripeté.
«Oh scusa, mi presento:
Leongallina mi chiamo.
Venuto fin qui da molto lontano
viaggio di notte sia in terra che in volo.
Al ruggir un po' chioccio nel mentre sorvolo
savane, foreste e campi di grano.
Leonessa che un dì divenir mamma le manca
il desio la portò ad un uovo scovato.
Le membra posò ancorché molto stanca
finché non si mosse che dopo averlo covato.
Uccelfelino fu sortito dal guscio
mostruoso d'aspetto e buffo lo stesso.
Or vengo in soccorso
di chi non può fare ricorso.
E dico, prevedo ed annuncio perché
da domani qui accanto una sorpresa per te».
Così dicendo, quella strana presenza, si congedò riprendendo il volo dalla finestra.
Marco meravigliato sorrise vedendola uscire, sereno e pacato com'era il suo stile.
La mattina: Toc toc, si udì bussare alla porta e non trovando alcuna risposta dopo un'attesa di pochi secondi di nuovo due colpi. Il silenzio lasciava capire che la stanza non era occupata. Entrò con garbo annunciando: «Permesso?»
Vedendo il ragazzo sdraiato sul letto si presentò: «Piacere Alberto».
Marco sorrise con gli occhi grandi all'insù.
«Posso fermarmi qui per un po'?» continuò.
Annuì il ragazzo, lo aveva aspettato. Dall'emozione, agitato, partì un calcio: «Ahi, che colpo! E chi l'avrebbe detto!» esclamò Alberto.
Si scusò col cuore, non aveva parole. Sdraiati sul letto Alberto chiese: «Ti piace la musica?» Vedendo Marco terrorizzato, cambiò discorso: «Andiamo sul prato?»
Sgranò gli occhi ancora più in su, lo aveva sempre desiderato e al Leongallina pensò, certo che sarebbe tornato.
Da wd 30/03/2020 https://www.writersdream.org/forum/foru ... di-stanza/#
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