[CC23] L'orso - Superman

Contest di Carnevale - Racconti in maschera

[CC23] L'orso - Superman

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.Traccia n. 2 - Luci nella notte
Boa: Deve comparire almeno una maschera
Titolo: L'orso
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All’improvviso in villa si erano spente le luci e nel giardino era esploso un enorme falò. Tutti gli ospiti mascherati si sono precipitati all’aperto. È uno spettacolo notevole vedere damine dell’Ottocento affiancate da cuochi, Catwoman, pulcinella, pagliacci, superman, cappuccetti rossi e la solita sfilza di conigliette di playboy di età avanzata ballare sfrenati attorno al fuoco.
Le feste di Giorgio erano sempre speciali e Lia ed io non ne mancavamo una da anni. Per fortuna il mio socio in affari tollerava la mia scarsa festosità, così potevo far da cavaliere fino alla porta della sua villa e poi infilarmi nella sua biblioteca con un buon whisky e una vasta scelta di libri. Ovviamente mi attenevo a tutte le prescrizioni, non volevo certamente essere un guastafeste.
Così quest’anno ho indossato, senza ribellarmi troppo, il costume che mi ha scelto Lia. A suo dire un costume che rispecchia la mia natura: un orso. E che orso!
L’unica cosa fastidiosa è questo cranio dall’enorme muso. È l’unico pertugio a disposizione e mi ha fatto diventare quasi strabico dover guardare attraverso quelle enormi zanne. Alla mia entrata ho raccolto diversi gridolini spaventati e molti complimenti.
Vedo Lia, travestita da Bonnie a braccetto di Clyde, Giorgio. La luce del fuoco mi abbaglia, ma a guardare bene si stanno baciando. Avvinghiati fanno un mezzo giro e le scintille illuminano Clyde con una mano sul sedere di Bonnie, che non si scosta. Fanno due passi e tornano nell’ombra, ma posso intuire cosa stia succedendo.
Lia proprio non impara mai. Basta uno sguardo eloquente, due parole gentili ed ecco che pensa di aver trovato un nuovo principe azzurro. Certo da Giorgio non me l’aspettavo.
Il primo è stato un bagnino di Rimini. Eravamo sposati da sei anni. Mi diceva sempre di tenere la bambina che andava a fare una passeggiata. Al quarto giorno ho voluto comperare un gelato a mia figlia. Andando al bar sono passato di fianco ad una cabina da cui uscivano inconfondibili rumori. Ero davvero curioso di vedere chi fosse la coppia così impaziente da non arrivare all’albergo. Il primo a uscire fu il bagnino, cinque minuti dopo, come se niente fosse, Lia. Non volevo rovinare il nostro matrimonio e nemmeno la vacanza, volevo perdonarla e riaverla per me. Per quanto doloroso, capivo che uno scivolone poteva capitare, per cui feci finta di niente per i dieci giorni seguenti. L’anno seguente a Rimini non trovammo più lo stesso bagnino.
Poi è stata la volta del maestro di sci, del personal trainer e del massaggiatore. Tutte parentesi che finivano da sé. Questi uomini se ne approfittavano e poi sparivano nel nulla. Lia passava un periodo triste durante il quale io la viziavo come non mai e il nostro amore cresceva.
Io continuavo a fare finta di niente e ad amare Lia con tutto il mio cuore. Lei non mi ha mai fatto mancare nulla, è sempre stata ed è ancora una moglie devota ed amorosa, proprio perfetta.
Semplicemente si lascia distrarre.
Il più duraturo è stato un giardiniere di dieci anni più giovane di lei. Ci ha impiegato parecchio a sparire. Tutti pensavano che fosse partito per la Grecia, invece lo avevano trovato in un dirupo ancora a cavallo della sua moto. Per quanto non ci dicessimo nulla di tutto ciò, percepivo che Lia era davvero inconsolabile. In quell’occasione le regalai una crociera e fu la volta del capitano che appena attraccati al porto di Venezia ebbe la sfortuna di cadere fra molo e nave e rimanere schiacciato. Una vera disgrazia!
Pensavo che invecchiando si calmasse un poco, dedicandomi tutta la sua preziosa attenzione.
Invece toccò a un ginecologo, a cui si ruppero i freni, il meccanico a cui aveva ceduto il cric nel momento sbagliato, un vigile urbano investito da una macchina pirata ed alcuni altri di cui non mi ricordo più.
Lia è sempre stata più che discreta, per cui la scia di incidenti che la seguiva non era mai stata notata. Alle volte mi veniva il dubbio che fosse troppo passionale per l’uomo medio, così da spingerlo a una fine disastrosa. Ma non se lo è mai chiesto nessuno, se non forse lei nella sua intimità.
Comunque sia da Giorgio proprio non me l’aspettavo. Amico e socio da oltre vent’anni, perdere la testa così per una cinquantenne. Dovrei fare un’eccezione per lui.
Avvisarlo.
Dirgli che mia moglie ha qualcosa che non va. Che ha la capacità di far scomparire i suoi amanti, che non durano mai oltre qualche mese.
Ora il giardino è di nuovo illuminato. Li vedo benissimo, due poveri adulti, che, come ragazzini, corrono verso la rimessa per fornicare sotto ai miei occhi.
Mi dispiace per Giorgio e già sto pensando a qualcosa che possa consolare mia moglie, renderla di nuovo felice e perfetta per me.
Chiudo un momento gli occhi in poltrona e Lia mi sveglia.
“Amore, dai, vieni fuori a festeggiare con noi. Fatti vedere con il tuo meraviglioso costume. Ti prego, esci che adesso ci sono i fuochi d’artificio.”
È così eccitata, accaldata e sexy, questa promiscua Bonnie dalla camicetta tutta stropicciata.
“Ti stai divertendo, amore mio?”
“Si, tantissimo. Ma adesso vieni, non lasciarmi sempre sola quando c’è da divertirsi.”
“Hai ragione.”
Allungo la mano per rimettermi la testa dell’orso. Lia mi aiuta a chiuderla bene attorno al collo.
Ad ogni passo mi sembra che stringa sempre di più.
Lia mi trascina quasi correndo con il suo entusiasmo, ma adesso sono certo, c’è qualcosa che mi sta stringendo il collo, troppo.
Ad ogni movimento sempre di più.
“Lia, mi manca l’aria.”
“Respira piano, deve essere il fumo del falò.”
“No, amore, mi sta proprio strozzando.”
“Guarda, c’è Giorgio! Salutalo!”
Sventola il mio braccio e qualcosa taglia la carne del mio collo.
Cerco di liberarmi della maschera. Ma è bloccata, mi attanaglia.
Sempre di più.
Lo sento, mi soffoca e in mezzo ai botti e alle esplosioni di luce dei fuochi d’artificio nessuno mi presta attenzione. Sono tutti con le spalle al falò a fissare il cielo.
Rantolo e mi manca l’aria, sempre di più.
Agguanto Lia per una spalla, gesticolo, mi sento svenire. Il filo d’aria che entra nella mia gola non basta per parlare, ma se capisce mi può salvare.
“Non ti preoccupare, tesoro, è solo un filo di nylon, appena cadrai nel falò scomparirà assieme al resto. Solo un altro funesto incidente.”
Una spinta e cado indietro.
Una caduta eterna che mi permette di immaginare l’orrenda fiammata con cui mi avvolgerà il mio costume. Una caduta che al momento dell’impatto mi fa desiderare di essermi agitato di più per avere il sollievo di una morte per garrota.

Re: [CC23] L'orso - Superman

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ciao Superman del CM...
Dalla tua elegante scrittura e dalla padronanza che mostri puoi essere solo... Superman!  :asd:

Scherzi a parte, benché il tuoi tratti sono quelli di un consumato scrittore di gialli, invecchiato in robuste botti di rovere, dico che ho solo trovato inspiegabile la decisione di lei di far fuori anche il marito, benché questo, avesse sopportato tutte le sue scappatelle.
Magari, lei, lo fa fuori non immaginando che lui sapesse tutto? Comunque, anche il racconto del protagonista che fa la cronaca della sua morte, mi pare una buona conclusione. Forse il tema luci è un po' a margine; come a dire, è solo un condimento sul contesto della storia.

Ciao Superman! :D
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [CC23] L'orso - Superman

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Ciao superman ritardatario!
Menomale che il tuo bel racconto è stato ammesso comunque: sarebbe stato davvero un peccato privarcene.
Sei uno scrittore già abbastanza maturo e la tecnica non ti manca. Per me sei Alberto Tosciri.
Ti faccio un paio di osservazioni, anche se non ho molto da rimproverare al tuo testo che a livello narrativo secondo me funziona benissimo.
Sira ha scritto: lun feb 27, 2023 8:56 pmAll’improvviso in villa si erano spente le luci e nel giardino era esploso un enorme falò. Tutti gli ospiti mascherati si sono precipitati all’aperto. È uno spettacolo notevole vedere damine dell’Ottocento affiancate da cuochi, Catwoman, pulcinella, pagliacci, superman, cappuccetti rossi e la solita sfilza di conigliette di playboy di età avanzata ballare sfrenati attorno al fuoco.
Le feste di Giorgio erano sempre speciali e Lia ed io non ne mancavamo una da anni.
All'inizio salti dal passato al presente, per poi tornare ancora al passato e si crea un po' di confusione. Io riscriverei tutto al presente.
Sira ha scritto: lun feb 27, 2023 8:56 pmL’anno seguente a Rimini non trovammo più lo stesso bagnino.
Qua pensiamo che il bagnino corresse un po' troppo dietro alle belle donne e che sia stato licenziato per questo. Hai seminato bene perché solo dopo scopriamo la verità.
Sira ha scritto: lun feb 27, 2023 8:56 pmQuesti uomini se ne approfittavano e poi sparivano nel nulla.
Anche qui bravo: il lettore non sospetta ancora che siano spariti perché uccisi da Lia, la cosa più naturale da pensare è che fossero uomini che volevano solo una scappatella e nulla più. 
Sira ha scritto: lun feb 27, 2023 8:56 pmLia proprio non impara mai. Basta uno sguardo eloquente, due parole gentili ed ecco che pensa di aver trovato un nuovo principe azzurro
E anche qui ci facciamo un'idea totalmente sbagliata della personalità di Lia: la immaginiamo come donna fragile, quasi una vittima di uomini che la usano non curandosi dei suoi sentimenti. Capiamo solo dopo che razza di assassina sia. Bravo!

Insomma, non mi dilungo di più perché penso che tu ormai abbia capito che ho adorato il tuo testo pieno di colpi di scena. Da Lia che prima sembrava vittima e poi scopriamo essere carnefice; al povero protagonista che già sperava che la moglie assassinasse l'amico Giorgio e tornasse da lui come aveva fatto con gli altri amanti...e invece chi morirà sarà lui. Non sempre le mogli tornano dal marito quando tradiscono, capita anche che restino stabilmente con l'amante. Al povero Orso è andata male stavolta e gli è costato la vita.
Insomma, davvero complimenti! Solo, occhio alle d eufoniche perché ogni tanto te ne scappa qualcuna.

Re: [CC23] L'orso - Superman

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Sira ha scritto: lun feb 27, 2023 8:56 pmAll’improvviso in villa si erano spente le luci e nel giardino era esploso un enorme falò. Tutti gli ospiti mascherati si sono precipitati all’aperto.
Qui c’è la consecutio da correggere. 
in realtà nel testo ci sono disseminate diverse imprecisioni sui tempi verbali e qualche eufonica.
Il testo si legge volentieri ed è ben scritto a parte la necessità di una revisione dei tempi verbali. Il finale è davvero spiazzante. Perché la donna decide proprio quella sera di eliminare il marito?  Non ho trovato una spiegazione plausibile. Un altro aspetto che mi lascia sempre perplessa, quando mi capita d’incontrarlo, è che il protagonista narratore sia morto. 
Basteranno le luci del falò a soddisfare la tematica? 
Comunque mi è piaciuto leggerti, Superman. In fondo tu viaggi più veloce della luce…
Chi si nasconde dietro la maschera? Almissima?

Re: [CC23] L'orso - Superman

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Ciao @Almissima 

Devo dire che se avessi dovuto indovinare, non mi sarebbe riuscito di scoprirti nelle tue mentite spoglie, affidandomi alla lettura di questo racconto.

Hai realizzato un vero thriller condito di una crudele vena ironica che rende la lettura assai godibile.
La scrittura è ottima e la storia risulta originale e con un suo ritmo incalzante, che cattura l’attenzione in maniera perfetta.
Un ritratto a tinte forti di una (futura) vedova nera che prima di eliminare il proprio compagno di vita ufficiale, si è fatta la mano mandando al creatore una fitta schiera d’amanti.

La tua protagonista potrebbe essere un’epigona di Giovanna II d'Angiò, regina di Napoli dal 1414 al 1435.
Detta "Giovanna la cacciatrice di uomini", "Sovrana lussuriosa", o la "regina dai cento amanti".
Amata dal suo popolo, ma allo stesso tempo circondata da mistero, intrighi e tradimenti.
Lussuriosa ma sposata, la leggenda narra che incontrava i suoi innumerevoli amanti all'interno delle mura del castello dove viveva (Castel Novo, o Maschio Angioino a Napoli) e che questi, dopo l'atto, venivano fatti uccidere e scomparire, così da salvare la reputazione della sovrana e, soprattutto, il suo matrimonio.

Il racconto possiede anche quell’aplomb ironico e distaccato di certa narrativa britannica, quando si tratta di Humor nero.
Il marchingegno della garrota nella testa dell’orso, devo dire che è una felice intuizione, e anche decisamente originale come arma del delitto.

Non posso che complimentarmi per la qualità del racconto e per averti letto in una veste narrativa inusuale rispetto alla tua consueta produzione.

Un saluto e un abbraccio. Ciao. <3
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