"La pratica filosofica vuole recuperare questa saggezza greca. Essa guarda l'uomo non come 
colpevole (cristianesimo) o 
malato (psicoanalisi), ma in modo più radicale come 
tragico. Di conseguenza non chiede la 
salvezza o la 
guarigione, ma il 
contenimento del tragico, attraverso le vie della conoscenza e della virtù, qui intesa come coraggio di vivere, nonostante tutte le avversità, grazie al governo di sé, secondo misura (katà métron)."
Umberto Galimberti, 
La casa di psiche - Dalla psicoanalisi alla pratica filosofica
Però vorrei dire la mia opinione riguardo a ciò:
non avremo colpa di essere nati... ma chi mai morirà innocente?? Io penso sia impossibile non cadere prima o poi nel peccato (non intendo il 
peccato originale di cui ci parla la Bibbia) ma intendo dire "nell'errore", se così è più chiaro; ammettetelo... l'avete commessa tutti qualche marachella 

 :D si è innocenti solo finché si è bambini o poco più io credo; in tal senso, io penso che alla fine siamo tutti... "colpevoli", "peccatori", "erranti"... non credo ai santi, insomma 

 :hm:       
 
      
                  
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"Quando sogno io non ho più corpo, volto né pensiero; quando sogno volo via leggero sopra a tutti voi e torno uomo."
Enrico Ruggeri, 
Diverso dagli altri