M.T. wrote: la sinistra non fa la sinistra: dovrebbe stare dalla parte dei lavoratori, tutelare le persone meno ricche, invece non fa che strizzare l'occhio agli imprenditori (ma quelli non avrebbero già la destra dalla loro parte?). Ne è esempio Renzi, che all'interno del PD è stato un cavallo di troia del PDL (Esatto. Non esiste più una sinistra in Italia.
M.T. wrote: Salvini si professa per la pace, è contrario all'invio di armi all'Ucraina, ma non è pacifista, è filo-putiniano, infatti basta vedere le affermazioni che faceva in passato, il suo andare in giro con magliette con la faccia di Putin e ilIn questo caso il giudizio è più che azzeccato. È un atteggiamento ipocrita e fastidioso. Però la gente comune non è Salvini, salvo le dovute eccezioni.
Silverwillow wrote: Io cerco sempre di non offendere nessuno (spesso taglio buona parte di ciò che scrivo, nel timore che possa venire frainteso), quindi mi è utile sapere che anche non volendo ho comunque offeso qualcuno. A mia discolpa posso solo dire che certe posizioni fatico molto a caprile, quindi è del tutto possibile che nel tentare di spiegarmele abbia accusato certe categorie di essere ipocrite o di avere una visione distorta della realtà.Grazie, Laura. Tutto chiarito!
Silverwillow wrote: Mi pare che certe volte ti senti chiamata in causa senza esserlo.Può darsi. Riflettendo di nuovo, dopo questi nostri ultimi scambi di opinioni, può essere che il mio sconforto derivasse dal sentirmi in quasi totale minoranza e quindi dal dover ripetere alcuni concetti o dal dovermi giustificare per un approccio che anche a me pare il più ragionevole.
Silverwillow wrote: facebook, e talvolta leggo ogni sorta di commenti orridi: insulti e minacce di morte a Zelesnky, ai civili feriti (sempre accusati di far finta), gente che è stanca di sentir parlare di guerra e se la prende con chiunque, perfino con i siti di notizie, insulti a chi sostiene l'Ucraina anche solo con un messaggio di pace (te li raccolgo e te li faccio leggere, se vuoi, alcuni sonoA quanto pare l'opinione pubblica in Italia è spaccata a metà sulla questione, quindi è altamente probabile che ci saranno gli sciocchi da entrambi gli schieramenti. Facebook inoltre è spesso uno sfogatoio in cui si scrive di getto, magari senza ragionare. Questo spazio invece è diverso. Forse puoi fare prima un giro qui e poi su Facebook!

Silverwillow wrote: Silverwillowla guerra va avanti e ci sono sempre nuovi sviluppi e nuovi temi di cui discutere.È vero, e le cose cambiano di continuo. Si fa fatica a stare dietro ad una situazione in costante evoluzione ed estremamente complicata di per sé.
Tra l'altro non sempre riesco ad avere un'opinione e di conseguenza una posizione netta (al contrario di quanto magari potrà sembrare). Perché spesso i principi si scontrano con la realtà dei fatti, o con la scelta di un male minore. A questo proposito parlava l'articolo di uno dei tuoi link (quello sul problema del trolley). Ma come capire e scegliere il male minore in una situazione così complessa? Quale strategia politica o militare permette di far morire meno persone? Se fosse certo che l'invio di armi garantisse questo, allora non avrei dubbi. Un altro quesito che si pone a proposito è anche: la vita umana è sacrificabile per una causa giusta come quella ucraina? È meglio la libertà o la morte? E in quest'ultimo caso, è giusto imporre a tutti la scelta in un senso (pensiamo ad esempio alla eventuale possibilità di obiezione di coscienza da parte degli uomini ucraini)?
Io credo che non sia facile rispondere a queste domande. Per lo meno io non so dare una risposta sicura, su cui metterei la mano sul fuoco.
Un altro quesito difficile riguarda l'approccio che dovrebbe avere l'Europa di fronte a una postura aggressiva come quella russa. È meglio compattarsi e assumere una postura altrettanto aggressiva, sebbene solo di difesa (come l'allargamento della NATO) oppure provare strategie diverse (come sta facendo il nostro paese proprio ora con un piano di pace presentato ALL'ONU che prevede una conferenza sulla sicurezza sul modello di quella di Helsinki)? Io proponderei per la seconda ipotesi, ma so di non avere la risposta giusta in tasca. Non credere che io non mi chieda se forse non sia più efficace la prima.
Purtroppo non possiamo sapere quale sia la strategia migliore. Il problema del trolley io qui lo visualizzo in questo modo: tanti binari con delle persone legate sopra che non si riescono a vedere perché sono immerse nella nebbia. Fosse facile da scegliere come nell'esempio che dà l'autore dell'articolo sarebbe solo un problema morale, ma qui è difficile discernere.
Un'ultima considerazione sul pacifismo su cui ho riflettuto recentemente: ho letto un'intervista a Svetlana Aleksievič, un'autrice che amo molto, sulla guerra in Ucraina. Lei è di madre ucraina, di padre bielorusso e diciamo russa di adozione (scrive in russo, ama la cultura russa) ma vive in esilio volontario in Germania. Da dissidente bielorussa ha una posizione di ferma condanna verso la Russia e di appoggio abbastanza incondizionato verso l'Ucraina. È favorevole all'invio di armi e a una postura abbastanza aggressiva (sebbene metta in guardia su un potenziale pericolo nucleare che lei ritiene concreto, nell'intervista dice infatti a un certo punto che ci vuole accortezza, Putin a suo avviso potrebbe anche scatenare una guerra nucleare). Ma da dissidente bielorussa la sua è una posizione condivisibile. La Bielorussia è schiacciata dall'imperalismo russo e lei giustamente lotta contro quest'ultimo. Noi però stiamo dall'altra parte della barricata. Io, da cittadina italiana ed europea, mi sento più in dovere di criticare l'operato del mio lato perché è qui che posso e devo far sentire la mia voce. Insomma, dire peste e corna su Putin da qui è facile (e forse anche un poco inutile), meno scontato è farlo da là. E forse meno scontato è criticare da qui chi governa noi.
Non metto il link all'intervista della Aleksievic perché è un contenuto riservato agli abbonati.
Insomma è una situazione così difficile. Avere un luogo in cui poter riflettere insieme è una risorsa.