dyskolos wrote: u non fai esercizi intellettuali, ma purtroppo questi li vedo in tivvù. Ho l'impressione che, con il passare del tempo, la guerra russo-ucraina stia diventando sempre più argomento da salotto.
Io non li chiamerei esercizi intellettuali. I presunti intellettuali non analizzano affatto la situazione, si limitano a dar voce ai propri pregiudizi e opinioni personali, dettate spesso da interessi o incapacità di cambiare idea anche di fronte al cambiare della situazione.
La discussione è stata da salotto fin dal primo giorno (e infatti io cambio canale quando le trovo, perché non si possono ascoltare le stesse identiche beghe insulse per più di due mesi). Io seguo alcuni talk perché spero di sentire qualche corrispondente sul posto, qualcosa di nuovo (e possibilmente positivo, ma non succede mai).
Peggio di questo c'è solo l'oblio totale, che verrà in modo spontaneo se la guerra si prolunga. In un certo senso, finché se ne discute vuol dire che c'è interesse e quindi c'è speranza.
dyskolos wrote: Ne parleremo in un bel salottino nell'Aldilà mentre San Pietro gusta un espresso seduto su una poltrona tra di noi 
Scusa se prendo spunto, ma mi ricorda molto la battuta che pare vada di moda in Russia sulla guerra nucleare: moriremo tutti, ma loro andranno in paradiso, mentre gli altri moriranno e basta. Per me non faceva ridere nemmeno la prima volta, ma pare che loro la apprezzino. Questo è il livello a cui siamo...
Mi ha ricordato anche la pubblicità del caffè, quella "più lo mandi giù e più ti tira su", ma in questo caso tira su poco
dyskolos wrote: Ci vedo un certo razzismo cavalcato da certi partiti italiani di estrema destra: gli africani hanno la pelle scura mentre gli ucraini no, sono come noi. Mi pare questo il ragionamento di fondo.
Per me è uno di quei casi in cui una cattiva motivazione ne maschera un'altra, altrettanto sgradevole. Se accogliamo più volentieri gli ucraini non è perché hanno la pelle chiara, ma perché tutti si aspettavano che questa guerra non sarebbe durata, e i rifugiati sarebbero tornati a casa loro quanto prima. In parte sta già accadendo: pare che al momento gli ucraini che tornano siano più di quelli che lasciano il Paese. Se invece dovessero stabilirsi qui in pianta stabile, tra non molto qualcuno (molto probabilmente quella destra trasformista di cui si parlava più su) inizierà a dire che ci rubano il lavoro e le case. Non è questione di razzismo, è come al solito questione di convenienza. Se uno ha la pelle nera ma viene qui coi miliardi, sta sicuro che gli stendono un tappeto rosso.
dyskolos wrote: È questione di empatia. Tu pensi di essere distante, che dunque la guerra non sia cosa che ti tocca in prima persona. Okay, io invece mi sento vicino agli altri uomini.
L'empatia non dovrebbe avere a che fare con la distanza. Ma è indubbio che se qualcosa non la vedi e non la sai non puoi starci male.
Le scelte dei media su quali guerre mostrarci e quali no sono senz'altro discutibili, ma è anche vero che ci sono decine di guerre nel mondo al momento, e la nostra misera capacità d'attenzione non potrebbe, neanche volendo, fissarsi su tutte. Io di alcune fatico a seguire gli sviluppi anche perché mancano approfondimenti e notizie mediatiche sulle cause. Ci sono guerre in Africa e in Medio Oriente di cui so poco o nulla, se non qualche articolo trovato qui e là, questo forse perché come Europa, Nato o altro siamo poco coinvolti. Ma l'Ucraina è a due passi, e non vedo una contraddizione nel fatto che sia più coperta dai media (se è più vicino costa anche meno).
Ad ogni modo, la mia reazione è la stessa tua: vedo una guerra, vedo torture, massacri e orrori di ogni genere, e non sto a pensare alla geopolitica degli ultimi anni.
Penso che anch'io, come
@Cheguevara prenderei un fucile se vedessi qualcuno far del male a un bambino (ma a chiunque sia indifeso). Per le prime settimane di guerra ho avuto incubi ogni notte, e ancora adesso mentre mangio mi capita di pensare alle persone che non hanno acqua, cibo, medicine (io prendo pasticche per un banale mal di testa, e sto fisicamente male a pensare a qualcuno malato o ferito che non ne ha) e mi passa la fame. Lo so che non è giusto che succeda per questa guerra e non per altre, ma possiamo preoccuparci solo di quel poco che sappiamo.
È evidente che molto dipende dai media e dagli orrori che ci fanno vedere, sottolineandoli (ma non credo ci sia un complotto, semplicemente fanno notizia) ma anche conoscendone i meccanismi è difficile evitarli del tutto senza sentirsi in colpa.
Gli interessi economici li lascio ai politici e ai mestieranti. Io come cittadina qualsiasi ho solo da perderci da qualunque crisi, compresa questa, ma non posso ragionevolmente prendermela con nessuno se non con chi questa guerra l'ha iniziata, che dovrebbe rispondere di un'infinità di crimini e conseguenze devastanti su buona parte del mondo (si pensi solo a quei paesi che non vedono solo aumenti, ma che dal grano russo-ucraino dipendono per non morire di fame).