Silverwillow wrote: Se tutto ciò che Caracciolo aveva da dire, riguardo il discutibile circo politico e fazioso che si è svolto ieri, è che le due situazioni non vanno paragonate, allora non sarà un fanatico ma non mi pare nemmeno uno che prova a interpretare davvero quel che succede
No, no, non è così. Perdonami se ho fatto un riassunto troppo ristretto, ma ha detto anche altro. Tra cui ciò che accomuna le due resistenze, appunto i valori della democrazia e della libertà. Ti assicuro che ha fatto un discorso molto moderato e ragionevole. Però ha ragionato sul fatto che siano due cose molte diverse come dicevo più sopra.
Quanto al fatto che sia filoatlantista è cosa nota, mica lo dico io. Però pur essendo di quella campana sa che bisogna essere realistici e quindi analizza i fatti. La cosiddetta Realpolitik, il che impedisce di ragionare in maniera idealistica, sulla base di principi come fai tu e tanti altri come te. Assolutamente in buona fede, sia chiaro, perché sono principi giusti. Ma purtroppo cozzano con la realtà.
Silverwillow wrote: Di sicuro ci sono interessi politici ed economici dietro, ma a me piace pensare che sosteniamo l'Ucraina anche per sostenere tutto quello in cui crediamo.
Questa, appunto, è una visione idealistica di questo conflitto ed è la narrazione in cui vogliono farci credere, anche attraverso una forzata interpretazione della resistenza partigiana.
Silverwillow wrote: E non è un'idea campata in aria, perché diritti umani e democrazia vanno spesso a braccetto con espansione economica e politica.
Questa invece me la devi spiegare. Guarda che molti ucraini si sentono schiacciati da due imperialismi, quello russo da un lato con le sue ingerenze politiche e adesso anche militari, e quello occidentale, che attraverso un'economia liberista aggressiva ha permesso l'arricchimento di una oligarchia estremamente corrotta.
Silverwillow wrote: Ci si spingerà fin dove si può arrivare senza causare una guerra mondiale, ma i confini sono molto labili e non dipendono solo da noi. La Russia potrebbe prendere qualunque nostra azione come apertamente ostile, l'unica cosa su cui possiamo contare è che anche loro si rendono conto della follia di una guerra nucleare, che non conviene a nessuno
Questo atteggiamento è molto rischioso e qui infatti interviene la cautela di esperti di geopolitica come Caracciolo. Servirebbe maggiore cautela nell'alimentare una guerra per procura. Insomma stiamo scherzando col fuoco.
Silverwillow wrote: Le domande importanti sono altre: fin dove la Russia è disposta ad arrivare? Dove la repulsione per le armi dovrebbe lasciare il posto all'accettazione della loro necessarietà?
Sono domande importanti alle quali non possiamo rispondere noi. Noi dovremmo concentrarci su quanto è in nostro potere come nazioni occidentali. Se ricordi c'è stato un momento, qualche settimana fa, in cui pareva si fosse arrivati a una svolta nei negoziati, poco dopo l'incontro ad Ankara. I russi avevano stilato delle proposte e Zelensky pareva disposto ad accettare. Bisogna tenere conto che nei negoziati le parti normalmente mettono sul piatto più di quanto effettivamente pensano di ottenere. In particolare la parte più forte, la Russia in questo caso, di solito è quella che cede qualcosa alla controparte. Dunque c'era un'ottima base di partenza per entrambe. Però devono arrivare a sedersi al tavolo e negoziare ossia trovare un compromesso. Così funziona e prima o poi ci si arriverà. È ovvio che prima ci si arriva meglio è. Questo per quanto riguarda i diretti interessati. Gli altri paesi possono cercare di facilitare il dialogo.
Silverwillow wrote: Fin dove siamo disposti a sopportare qualche sacrificio in favore di un popolo che non è il nostro? In che modo pensiamo di poter guidare l'Ucraina verso una democrazia stabile, che renda superflui i nazionalismi estremi?
I sacrifici si possono fare e sono due anni che li facciamo per la pandemia. Ma i nostri governanti devono pensare a proteggere I loro popoli e porre come obiettivo principale il mettere al riparo da una guerra.
L'ultima domanda che fai è la più interessante. Io credo checla priorità adesso sia far cessare la guerra, poiché tramite la distruzione non si può costruire proprio niente. Anzi, non dimentichiamo che le famose armi stanno arrivando proposito al battaglione Azov, che sta ampliando notevolmente le proprie fila e forse il proprio potere. Questo sarà un aspetto problematico del dopo guerra.
Per quanto riguarda questo dunque sarà bene pensare a delle forze internazionali di peacekeeping. La guerra non farà che inasprire le tensioni sociali e interetniche dunque sarà necessario un processo lungo e faticoso per arrivare a consolidare una democrazia.