L wrote: io aspetto ancora che qualcuno mi spieghi la differenza tra comunismo e nazi-fascismo, in termini di conseguenze per i popoli che hanno avuto la gioia di sperimentare sulla propria pelle uno dei due sistemi.
Ciao L'antipatico, volevo risponderti prima ma non ho avuto tempo.
Ti rispondo con le parole di Primo Levi in questo brano sulle differenze tra Gulag sovietico e Lager tedeschi, che possiamo considerare l'espressione più brutale dello stalinismo e del nazismo.
"Accanto ad evidenti somiglianze, fra i Lager sovietici e i Lager nazisti mi pare di poter osservare sostanziali differenze.
La principale differenza consiste nella finalità. I Lager tedeschi costituiscono qualcosa di unico nella pur sanguinosa storia dell'umanità: all'antico scopo di eliminare o terrificare gli avversari nemici, affiancavano uno scopo moderno e mostruoso, quello di cancellare dal mondo interi popoli e culture. A partire press'a poco dal 1941, essi diventano gigantesche macchine di morte: camere a gas e crematori erano stati deliberatamente progettati per distruggere vite e corpi umani sulla scala dei milioni; l'orrendo primato spetta ad Auschwitz, con 24.000 morti in un solo giorno, nell'agosto 1944. I campi sovietici non erano e non sono certo luoghi in cui il soggiorno sia gradevole, ma in essi, neppure negli anni più oscuri dello stalinismo, la morte dei prigionieri non veniva espressamente ricercata: era un incidente assai frequente, e tollerato con brutale indifferenza, ma sostanzialmente non voluto; insomma un sottoprodotto dovuto alla fame, al freddo, alle infezioni, alla fatica. In questo lugubre confronto fra due modelli di inferno bisogna ancora aggiungere che nei Lager tedeschi, in generale, si entrava per non uscirne: non era previsto alcun termine altro che la morte. Per contro nei campi sovietici un termine è sempre esistito: al tempo di Stalin i "colpevoli" venivano talvolta condannati a pene lunghissime (anche 15 o 20 anni) con spaventosa leggerezza, ma una sia pur lieve speranza di libertà sussisteva.
Da questa fondamentale differenza scaturiscono le altre. [...]
In conclusione, i campi sovietici rimangono pur sempre una manifestazione deplorevole di illegalità e di disumanità. Essi non hanno nulla a che vedere col socialismo, ed anzi, sul socialismo sovietico spiccano come una brutta macchia; sono piuttosto da considerarsi una barbarica eredità dell'assolutismo zarista, di cui i governi sovietici non hanno saputo o voluto liberarsi. Chi legge le
Memorie di una casa morta, scritte da Dostoevskij nel 1862, non stenta a riconoscervi gli stessi lineamenti carcerari descritti da Solženicyn cento anni dopo. Ma è possibile, anzi facile, rappresentarsi un socialismo senza Lager. Un nazismo senza Lager invece non è pensabile."
Primo Levi, Appendice all'edizione scolastica del 1976 di
Se questo è un uomo.