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traccia di mezzogiorno
Due calamite nello stesso campo di attrazione. Io di qua dal vetro, lui dall’altra parte, sul marciapiedi.
Portava il casco sottobraccio, un giubbotto nero da motociclista. Capelli lunghi e spettinati.
Da questo e dal suo sguardo indomito ho capito che, insieme, saremmo stati assolutamente bene.
Sì, mi fu subito chiaro: non sarei mai andata con nessun altro.
Ognuno ha la sua natura, ero fatta per una vita intesa, viaggi e scoperte. Ne fu consapevole all'istante.
Se cercava una compagna per vivere grandi passioni, beh, poteva anche smettere di rovistare tra gli scaffali del mondo, ero lì, mi aveva trovata.
Ero attorniata da cinture, zaini e portafogli, eppure, lui non ebbe occhi che per me. Non notò nemmeno l’ombrello della Bugatti, un magnifico Doorman nero da centocinque centimetri, appena arrivato e messo in bella mostra.
Uscimmo insieme dal negozio dove, per la verità, non mi ero trattenuta molto.
Eravamo a inizio di stagione, la stessa che da sempre promette pioggia e brutte grandinate.
Finii in sella, dietro la sua schiena, e non vedevo l’ora di insediarmi nella sua stanza dove progettare, sul suo stesso letto, il giorno a seguire e quelli ancora dopo.
Complice l’asfalto assestato male, continuavo a bussargli sulle spalle, ci scambiavamo, così, piccoli tocchi di presenza, mentre cominciava a venire giù una pioggerella sottile e fastidiosa.
La passeggiata mi sembrava non finire più, pensai avessimo già intrapreso un lungo viaggio, che non mi stesse portando a casa; allora cominciai a fremere, eccitatissima. Ero curiosa di vedere lo scenario scelto. Magari ci saremmo arrestati sul bordo di un precipizio, da lì avremmo misurato l’abbraccio di un panorama con altre cento o mille mete nuove.
Insieme, sebbene a incastro tra due date – visto che il per sempre non esiste – avremmo vissuto intensamente ogni giornata della nostra vita, con il vento in faccia, andando incontro a quello sconosciuto che è il domani.
Ma non si arrivava mai e a un certo punto mi sentii come abbracciata dal nero di un’eclissi. Non riuscivo a capire se stessimo scendendo in un antro o stessimo risalendo un pozzo. Percepii colpi, contraccolpi, voci impaurite, un tramestio esagitato, poi il silenzio.
Il tempo che trascorse fu incalcolabile, mi pareva stessi ormai invecchiando.
Avevo quasi perso ogni speranza.
Lo rivedo e non lo riconosco.
Non ha più lo sguardo indomito, né il casco sottobraccio. I capelli sono rasati a zero.
La sua stanza puzza quanto un ospedale.
Mi coglie lo smarrimento.
Siamo ancora noi?
Ci osserviamo muti, dolenti.
Ma… di nuovo quell’attrazione, quell’ineffabile cortocircuito che si innesca senza spiegazioni, seppure, nei suoi occhi leggo un tormento di domande.
A me viene facile rimettere in piedi un itinerario nuovo, e non prevedo solo questa stanza.
Sa bene che non sono tipo da rimanere in casa, anche se con lui.
Dunque: o con me oppure sarebbe meglio cedermi a qualcun altro.
Lo incoraggio.
Mi prende tra le mani, suola e lacci intonsi, immacolati; mi osserva fiducioso.
Gli insegnerò di nuovo a camminare.
Re: [MI165] La scarpa giusta
2@Adel J. Pellitteri Ciao, definirei poetica l'espressione del flusso di pensieri del punto di vista della protagonista e accattivante il suo modo di essere. La storia scorre e si fa leggere volentieri, vista soprattutto la verve e la voglia di vivere che trasmette. Grazie per la condivisione.
Re: [MI165] La scarpa giusta
3Ciao @Adel J. Pellitteri
Quando inserisci il link per il commento assicurati che si riferisca al tuo commento e non al racconto che hai commentato. L'indirizzo del tuo commento lo trovi sempre nella finestra di dialogo, il cancelletto in alto a sinistra.
Quando inserisci il link per il commento assicurati che si riferisca al tuo commento e non al racconto che hai commentato. L'indirizzo del tuo commento lo trovi sempre nella finestra di dialogo, il cancelletto in alto a sinistra.
Re: [MI165] La scarpa giusta
4Poldo wrote: Ciao @Adel J. PellitteriOk, cercherò di ricordarmene, lo avete sistemato voi? Era inevitabile che commettessi l'errore anche stavolta
Quando inserisci il link per il commento assicurati che si riferisca al tuo commento e non al racconto che hai commentato. L'indirizzo del tuo commento lo trovi sempre nella finestra di dialogo, il cancelletto in alto a sinistra.

Re: [MI165] La scarpa giusta
5Una scrittura vivida, nervosa. Il racconto è concitato, ma ciò nonostante dice tutto in modo chiarissimo, anche quello che è nascosto tra le righe, come l'incidente. Mi pare tu stia provando nella scrittura modalità nuove, originali, di sobria asciuttezza ma ricche di pathos. Ho molto apprezzato.
Ti segnalo qui sotto un piccolo refuso e un piccolo suggerimento.
Grazie per essere qui con noi, @Adel J. Pellitteri.
Ti segnalo qui sotto un piccolo refuso e un piccolo suggerimento.
Grazie per essere qui con noi, @Adel J. Pellitteri.
Adel J. Pellitteri wrote: Sun Mar 27, 2022 6:55 pmper una vita intesaPer una vita "d'intesa", immagino.
Adel J. Pellitteri wrote: Sun Mar 27, 2022 6:55 pmcontinuavo a bussargli sulle spalle, ci scambiavamo,Dopo "spalle" ci vedrei meglio un punto e virgola.
Re: [MI165] La scarpa giusta
6Adel J. Pellitteri wrote: Ognuno ha la sua natura, ero fatta per una vita intesa, viaggi e scoperte.vita intensa?
Ti consiglio una punteggiatura diversa:
Ognuno ha la sua natura: io ero fatta per una vita intensa, per viaggi e scoperte.
Adel J. Pellitteri wrote: Adel J. PellitteriNe fu consapevole all'istante.Ne fui consapevole all'istante. (Così pare di capire).
Poi, nel prosieguo della lettura e nell'incredibile finale rivelatore, sono rimasta a bocca aperta per la sorpresa.
Piaciuta la tua storia che "calza" a pennello alla traccia. Brava, @Adel J. Pellitteri

Re: [MI165] La scarpa giusta
7Domenico S. wrote: @Adel J. Pellitteri Ciao, definirei poetica l'espressione del flusso di pensieri del punto di vista della protagonista e accattivante il suo modo di essere. La storia scorre e si fa leggere volentieri, vista soprattutto la verve e la voglia di vivere che trasmette. Grazie per la condivisione.Grazie per il tuo commento, sono contenta, "accattivante" è un bell'aggettivo.
Ippolita wrote: Una scrittura vivida, nervosa. Il racconto è concitato, ma ciò nonostante dice tutto in modo chiarissimo, anche quello che è nascosto tra le righe, come l'incidente. Mi pare tu stia provando nella scrittura modalità nuove, originali, di sobria asciuttezza ma ricche di pathos. Ho molto apprezzato.@Ippolita grazie, c'è sempre la voglia di essenzialità nei miei racconti, e sono contenta del fatto che, nonstante la sintesi e la telegraficità, il testo sia riuscito a trasmetterti il pathos. Davvero, mille volte grazie. Concordo sul punto e virgola, mentre il refuso va corretto con "intensa". :rosa:Sono contenta di essere riuscita a partecipare, ogni detto popolare ha ragione: Ogni male non viene per nuocere. Rimanere segregati in casa offre le sue opportunità.
Ti segnalo qui sotto un piccolo refuso e un piccolo suggerimento.
Grazie per essere qui con noi, @Adel J. Pellitteri.
Per una vita "d'intesa", immagino.
Dopo "spalle" ci vedrei meglio un punto e virgola.
Poeta Zaza wrote:@Poeta Zaza sono contenta che il finale ti abbia sorpreso positivamente. Per la correzione "Ne fu/fui consapevole", sarei dovuta andare a capo e scrivere "Lui ne fu consapevole all'istante". Era questa la mia intenzione. Concordo sulla punteggiatura.
vita intensa?
Ti consiglio una punteggiatura diversa:
Ognuno ha la sua natura: io ero fatta per una vita intensa, per viaggi e scoperte.
Ne fui consapevole all'istante. (Così pare di capire).
Poi, nel prosieguo della lettura e nell'incredibile finale rivelatore, sono rimasta a bocca aperta per la sorpresa.
Piaciuta la tua storia che "calza" a pennello alla traccia. Brava, @Adel J. Pellitteri
Oggi proseguirò con la lettura degli altri racconti. Intanto Super grazie per il tuo commento, felice del tuo apprezzamento.
Re: [MI165] La scarpa giusta
8Ciao @Adel J. Pellitteri
La tua interpretazione della traccia è orginale, le emozioni sono rappresentate in modo forte e pacato al tempo stesso
Adel J. Pellitteri wrote: Complice l’asfalto assestato male, continuavo a bussargli sulle spalle, ci scambiavamo, così, piccoli tocchi di presenza, mentre cominciava a venire giù una pioggerella sottile e fastidiosa.Parere personale, non mi convince la parte in neretto, la toglierei oppure la esprimerei in modo diverso. Se lasci pioggerella meglio eliminare l'aggettivo "sottile", è implicito (oppure pioggia sottile)
La tua interpretazione della traccia è orginale, le emozioni sono rappresentate in modo forte e pacato al tempo stesso

Già.
Re: [MI165] La scarpa giusta
9Ed eccomi al tuo racconto @Adel J. Pellitteri , che mi è piaciuto tantissimo!
Padroneggi bene la lingua. Io non cambierei una virgola.
Ci sono diverse espressioni azzeccate e quel che è bello è che paiono come dei lampi qui e là, senza che te ne crogioli un secondo di troppo; quindi la lettura rimane leggera e piacevolmente ritmica.
Potrebbe essere scivoloso adottare il punto di vista della scarpa, facile cadere nello scontato. Eppure tu l'hai sostenuto con originalità. Complimenti!

Padroneggi bene la lingua. Io non cambierei una virgola.
Ci sono diverse espressioni azzeccate e quel che è bello è che paiono come dei lampi qui e là, senza che te ne crogioli un secondo di troppo; quindi la lettura rimane leggera e piacevolmente ritmica.
Potrebbe essere scivoloso adottare il punto di vista della scarpa, facile cadere nello scontato. Eppure tu l'hai sostenuto con originalità. Complimenti!

Re: [MI165] La scarpa giusta
10Otta wrote: Ed eccomi al tuo racconto @Adel J. Pellitteri , che mi è piaciuto tantissimo!Ma che bel commento! Grazie infinite
Padroneggi bene la lingua. Io non cambierei una virgola.
Ci sono diverse espressioni azzeccate e quel che è bello è che paiono come dei lampi qui e là,

Re: [MI165] La scarpa giusta
11@Adel J. Pellitteri anch'io ho trovato il tuo racconto molto poetico; a me era sembrato di capire fin dalle prime righe che non fosse un essere vivente a parlare, ma questo non toglie che la storia sia scritta e articolata in modo molto convincente.
Forse avrei tolto qualche virgola qua e là, ma sono pareri personali, solo perché è una cosa a cui sto molto attenta da un po' di tempo a questa parte, e quindi vedo virgole superflue dappertutto.
I refusi te li hanno già segnalati, inutile che mi ripeta. Racconto poetico e dolce, legato da un filo rosso di speranza: cambiano le aspettative e gli obiettivi, ma il fatto di guardare all'esterno con fiducia rimane. E questo, secondo me, è l'aspetto principale.
Forse avrei tolto qualche virgola qua e là, ma sono pareri personali, solo perché è una cosa a cui sto molto attenta da un po' di tempo a questa parte, e quindi vedo virgole superflue dappertutto.

I refusi te li hanno già segnalati, inutile che mi ripeta. Racconto poetico e dolce, legato da un filo rosso di speranza: cambiano le aspettative e gli obiettivi, ma il fatto di guardare all'esterno con fiducia rimane. E questo, secondo me, è l'aspetto principale.
Tanto la notte capirà: http://www.argentovivoedizioni.it/scheda.aspx?k=capira
"Anna, non fare come quelle band che mi parlano del loro secondo disco quando devono ancora pubblicare il primo!" (cit.)
"Anna, non fare come quelle band che mi parlano del loro secondo disco quando devono ancora pubblicare il primo!" (cit.)
Re: [MI165] La scarpa giusta
12Ciao @Adel J. Pellitteri
Che bello ritrovarti al MI. Il racconto è ben orchestrato, con descrizioni e azioni che rendono partecipe chi legge.
Ti segnalo solo una mia perplessità. Anche se mi pare di essere l'unica ad averla, quindi è probabile che sia io a non cogliere qualcosa!
Prima dici
Ma, ripeto, magari è un problema di lettura mio. Te lo segnalo comunque nel caso possa esserti utile.
Per il resto il racconto mi piace molto.
Alla prossima!
Che bello ritrovarti al MI. Il racconto è ben orchestrato, con descrizioni e azioni che rendono partecipe chi legge.
Ti segnalo solo una mia perplessità. Anche se mi pare di essere l'unica ad averla, quindi è probabile che sia io a non cogliere qualcosa!
Adel J. Pellitteri wrote: Complice l’asfalto assestato male, continuavo a bussargli sulle spalle, ci scambiavamo, così, piccoli tocchi di presenza, mentre cominciava a venire giù una pioggerella sottile e fastidiosa.Il fatto di bussargli sulle spalle mi ha confusa e fuorviata. Come fanno le scarpe a bussare sulle sua schiena?
Prima dici
Adel J. Pellitteri wrote: Finii in sella, dietro la sua schiena, e non vedevo l’ora di insediarmi nella sua stanza dove progettare, sul suo stesso letto, il giorno a seguire e quelli ancora dopo.È in sella dietro alla sua schiena forse dentro a una sacca? Non mi risulta chiara l'immagine. E mi ha confusa anche l'idea che poi le scarpe finissero sul letto di lui.
Ma, ripeto, magari è un problema di lettura mio. Te lo segnalo comunque nel caso possa esserti utile.
Per il resto il racconto mi piace molto.
Alla prossima!
Re: [MI165] La scarpa giusta
13ivalibri wrote: È in sella dietro alla sua schiena forse dentro a una sacca? Non mi risulta chiara l'immagine. E mi ha confusa anche l'idea che poi le scarpe finissero sul letto di lui.Sì, intendevo che la scatola potesse trovarsi in uno zaino che il ragazzo teneva sulle spalle. Ma anche Ilaris ha avuto il tuo stesso dubbio , quindi dovrei rendere più chiara l'immagine.
Grazie per l'approvazione. Sono contenta anch'io di essere riuscita a partecipare. Sempre bello ritrovarvi.
Re: [MI165] La scarpa giusta
14pale star wrote: Che la storia sia scritta e articolata in modo molto convincenteGrazie infinite
Re: [MI165] La scarpa giusta
15ivalibri wrote: . E mi ha confusa anche l'idea che poi le scarpe finissero sul letto di luiSì, ho immaginato il ragazzo che si butta sul letto a fantasticare, vestito e con tutte le scarpe. Purtroppo molti ragazzi lo fanno.