bwv582 wrote: Quello che intendo - faccio un esempio a caso e non necessariamente corretto, ma rendo l'idea - è che quello che da noi costa 10, magari negli USA costa 100, in Polonia costa 4 e in Russia costa 5. Quando si citano cifre, soprattutto a livello economico, ho sempre il sospetto che non si rapportino mai al potere d'acquisto in modo da avere dati "assoluti". È stata specificata questa cosa? (ci parto prevenuto: per me sono cifre e basta)Ciao @bwv582,
Hai perfettamente ragione. Ho citato solo la parte conclusiva dell'articolo. Nella parte iniziale si faceva riferimento proprio a quanto dici tu, ossia alle fluttuazioni dei costi. Il ragionamento era calcolato sulla percentuale del PIL di ogni singolo paese sul quale viene calcolata la spesa militare.
Purtroppo non è un articolo online e non posso riportarlo, né ho più il cartaceo sotto mano.
Ovviamente secondo me le spese militari di un solo paese, seppure imponente come la Russia, saranno inferiori a quelle dei paesi NATO, anche escludendo gli USA, tutti insieme. Dunque il ragionamento dell'autore, per me condivisibile, è che ha poco senso aumentare ancora la spesa. Anche perché si tratta di spese dilazionate nel tempo e i cui effetti si vedranno a posteriori. Con tali spese non è comunque possibile competere con una potenza nucleare come la Russia, a meno che non si vogliano prendersi rischi che non ci possiamo permettere. Il potenziamento militare sarebbe quindi rivolto ad aumentare i soldati e le armi tradizionali, che comunque non servirebbero a difenderci dalla Russia. Il risultato di queste spese sono alimentare l'industria bellica e impoverire le casse degli Stati. Con la differenza che fino a un mese fa l'opinione pubblica era abbastanza contraria a tali spese, mentre ora tende ad accettarle come inevitabili.
Silverwillow wrote: quel che ho letto io (parziale e non per forza migliore) la situazione è esattamente l'opposto: Zelensky sta cercando in ogni modo di trattare con Putin, rinunciando alla NATO e dicendosi disponibile a trattare sui territori contesi (pur cercando di non sbilanciarsi troppo per non perdere il consenso interno). Ma dall'altra parte c'è silenzio. Perché? Perché la Russia si sta affannando a conquistare un qualche obiettivo militare/politico importante, in modo da dominare qualunque trattativa (sempre che ci sia, perché finora Putin non ha mostrato alcuna volontà in tal senso). I 15 punti li ho letti, ma non sono una trattativa, sono un ultimatum. Non c'è nessun minimo cedimento nelle pretese russe, finora.Certamente la Russia non brilla in quanto a diplomazia, non volevo dare l'impressione di avere un'opinione positiva su Putin, assolutamente. Mi sarò espressa male perché per me sono entrambe le parti a non volere trattare, temporeggiando ognuna per i propri scopi, e gli scopi russi sono quelli di ottenere più territori.
Volevo sottolineare che anche da parte ucraina c'è poca volontà di trovare un compromesso e una via di uscita a questa situazione terribile. A me inquieta sentire ripetere in continuazione che vogliono la no fly zone. Se non hai sentito l'intervento della vicepremier da Lilli Gruber a cui accennavo prima ti invito ad ascoltarlo, si trova facilmente in rete.
Come fonte di informazione io leggo il resoconto quotidiano della rivista di geopolitica Limes, lo trovo approfondito e imparziale (non di certo filoputiniano, anzi, spesso la redazione è accusata di filoatlantismo).