[MI 162] Raffaele spacca robe e il mercatino di strane cose

1
viewtopic.php?p=29231#p29231

Traccia di mezzanotte: debolezze e virtù

"Non ci si comporta male" ripeteva Raffaele più volte durante la giornata.
Aveva la particolare abitudine di spaccare ogni tanto qualcosa: a calci la porta, una sedia per terra o altri oggetti contro il muro: “Non ci si comporta male” continuava con un sorrisino rivolto al suo interlocutore.
“Immagino che non volevi farlo apposta” diceva Massimo, come se non lo conoscesse.
“Invece l'ho fatto apposta, volutamente, proprio, sì,” rispondeva con lo sguardo di sfida e sempre quel sorrisino stampato.”
Suo fratellone ci provava sempre, con la speranza di ricevere una risposta diversa: “Continua pure, fracassa tutto quello che vuoi.”
“No, non si fa! Perché non si fa? Bisogna comportarsi bene. Mi spieghi perché non si fa?”
“No!” rispose secco Massimo e uscì di casa.
Attaccò con il pianoforte: Bach. Quello era sacro, lo strumento; lo lucidava con un panno di lana e nulla poteva valere di più. Le sue dita affusolate scorrevano armoniose: frutto di almeno cinque ore al giorno di studio, che a volte potevano raddoppiare. Uno studio metodico, ossessivo, ma soprattutto autodidatta; iniziato per caso guardando un video di Glenn Gould.
Rimase colpito, prima che dalla musica, dal trasporto emotivo del pianista, dalla mimica e dal movimento delle sue labbra che, quasi sussurrando, accompagnavano lo scorrere delle mani. Ne analizzava tasto per tasto, a rallentatore, i movimenti sulla tastiera. Una dote speciale. E dopo una suonata non era rara una spaccata.
Gli capitava anche per strada: lanciare un'arancia presa dal banco del fruttivendolo contro una macchina o versare a terra il vino di un calice poggiato sul tavolino all'ora dell'aperitivo, scatenando nell'avventore, se andava bene, male parole.
L'intelligenza sembrava sprecata, sembrava, ma il dono della musica no. Si propose Massimo, come investitore di tempo e passione. Lo portò in esibizione in una chiesetta sconsacrata di periferia: venticinque posti a sedere che dall'emozione sembravano tutti pieni, più altrettanti attaccati al soffitto e altri alle pareti come magneti. Ma nella realtà erano tre: suo fratello, un amico e un amico dell'amico.  Massimo filmava e in diretta sui social locali mandava, che in breve divennero nazionali e internazionali.
New York, Sidney, Johannesburg, il successo non cambiò di una virgola l'animo del ragazzo e la sua storia finì su tutti i giornali.
Le sue sfuriate non erano mai rivolte alle persone; la sua rabbia si scagliava solo contro oggetti, mai di alto valore, anche se la preoccupazione rimaneva sempre, anzi il terrore, soprattutto per chi non lo conosceva, considerato il suo metro e novanta e la robusta corporatura.
Capitò in un curioso mercatino d'artigianato dove la sua fama era nota, quella distruttrice: “Alla larga!” diceva un venditore di orrende bomboniere glitterate. Ma troppo tardi: due angioletti si ritrovarono amputati delle loro ali.
Partirono una serie di ingiurie alle quali Raffaele rispose: “Possiamo riattaccarle con la colla!”
“Tutte le volte la stessa storia! Devi sempre rompere le mie cose?”
“Non è una grande perdita; tieni, te le ripago io, ma lascialo un po' in pace” disse la signora del banchetto di fianco che faceva ai ferri sciarpe per cani.
“No! Non bastano due delfini; devi aggiungere anche due coccodrilli e due orsetti!”
“Prendi pure tutto il sacchetto, basta che la smetti”.
Chiamarono l'ambulanza e quando giunse sul luogo, il dottore si rivolse al venditore di statuette: “Stia tranquillo, salga con noi e andrà tutto bene”
“Non sono io, ma quel disgraziato che dovete prendere”
“Chi?”
Raffaele si era volatilizzato.
“Ehi, non te le mangiare tutte, fanno male ai denti” disse un tizio di un altro banchetto che vendeva  modellini di barche fatti con vecchie scarpe.”
“Quali, questi denti?” si sfilò una dentiera completa delle due arcate che faceva battere con il movimento della mano”
“Però! Potresti far parte di una band di samba” gli rispose l'artista di scarpevelieri.
“Molto originali, queste scarpe, si possono indossare?” chiese un passante.
“Certo! E sono anche molto utili.”
“Per che cosa?”
“Per camminare sulle acque!” 
Di fronte, isolato, c'era un banchetto con un bella scritta in vista: abiti usati; si faceva però fatica ad avvicinarsi, poiché un penetrante fetore aleggiava là intorno. Giuseppe, meticolosamente  suddivideva il vestiario in varie ceste segnalandone l'uso dopo l'ultimo lavaggio: un giorno, due giorni, una settimana, un mese. Qualcuno provò a fargli notare quel sottile odore da clochard, ma lui rispondeva: “Sono coerente e non voglio prendere in giro nessuno”.
Una ragazza magra e slanciata faceva gioielli con verdura essiccata; un cartello per attirare clientela segnalava: “Gioielli biodegradabili e biodigeribili, quando non li vorrete più indossare con una spaghettata li potrete mangiare.” 
Detto fatto: a fianco, Adamo, con fornello e padella pronto a preparare sughetti per chi dell'acquisto si fosse all'istante pentito. Il successo non mancò tra i senzatetto che affamati furono saziati e per di più vestiti con i capi vintage, dopo averli lavati alla lavanderia a gettoni di fianco.
Arturo era il re della carta velina, la inamidava e realizzava lampade, piatti, tavoli, sedie, valigie, automobili e case, per piccole principesse.
Tommaso scolpiva il legno ed aveva un'idea fissa: creare un guardaroba per Pinocchio
Jack il poeta, inattivo da anni, seduto su un tappetino elemosinava ispirazione. Una fila perenne davanti a lui sostava per prestargli consiglio senza effetto sortire, ma dando vita a una nuova preoccupante schiera di poeti.
Teresa regalava bolle di sapone; appena create le spruzzava con una bomboletta composta da una sostanza resinosa che ne manteneva la forma.
“Cozze di montagna! Cozze di montagna! Capesante! Vongole! Frutti di mare!” urlava Alfonso, con in mano dei fossili marini raccolti sugli appennini. Il suo figliolo intratteneva i passanti con una pianola posta al centro della piazzetta del mercato con la quale si cimentava in scombinate inascoltabili melodie. Quel suono non sfuggì a Raffaele, che nel frattempo si era perso a leggere gli ingredienti di scatolame di un Market di prodotti asiatici lì vicino.
Notò la pianola e chiese al bambino se poteva provarla. Un oggetto di plastica con diversi tasti rotti e un suono stonato da Bontempi anni ottanta, ma che al tocco di Raffaele, per magia, si trasformò in uno Steinway a coda. Partì un mirabile allegro di Bach e Jack ebbe un sussulto, riconobbe il prodigio di fama mondiale; si alzò dalla posizione a gambe incrociate per ammirarlo da vicino, e il suo taccuino riprese vita dopo anni di attesa. Mary offrì a tutti le sue torte dietetiche: senza burro, senza uova, senza latte, senza zucchero, senza lievito; delle mattonelle, ma che inzuppate nelle tisane di vari fiori che metteva a disposizione, dopo mezz'ora, risultavano anche gradevoli.
Egisto, venditore di profumi, inaugurò il suo nuovo prodotto: essenza di futuro roseo.
Raffaele suonava con le labbra che accompagnavano la musica alla Gould; tutti intorno ad ascoltare in religioso silenzio, in un'atmosfera sospesa, familiare; qualcuno si teneva per mano. All'improvviso un'assordante sirena: era Jimmy, produttore di suoni. Raffaele interruppe il concerto e si diresse minaccioso verso il signore, alla ricerca dello strumento che emetteva quel fastidioso suono.
Ma Jimmy era senza banchetto, seduto su una sedia con un microfono, un piccolo amplificatore e la sua voce che imitava suoni di ogni genere.
Raffaele lo osservò, puntò i suoi occhi scintillanti sull'altoparlante... per poi deviarli sullo sguardo di Jimmy, e fu molto soddisfatto di sentire di non dovere fare nulla.

Re: [MI 162] Raffaele spacca robe e il mercatino di strane cose

4
Ciao @Kasimiro ,
come di consueto, quando ti leggo, resto rapito dal ritmo che sai dare ai tuoi scritti, un ritmo quasi ipnotico, che ti invoglia a leggere. Anche questo tuo non fa eccezione. 

Frasi come queste, in rigoroso ordine sparso
Kasimiro ha scritto: Una ragazza magra e slanciata faceva gioielli con verdura essiccata; un cartello per attirare clientela segnalava: “Gioielli biodegradabili e biodigeribili, quando non li vorrete più indossare con una spaghettata li potrete mangiare.”
Kasimiro ha scritto: Arturo era il re della carta velina, la inamidava e realizzava lampade, piatti, tavoli, sedie, valigie, automobili e case, per piccole principesse.
Tommaso scolpiva il legno ed aveva un'idea fissa: creare un guardaroba per Pinocchio
Jack il poeta, inattivo da anni, seduto su un tappetino elemosinava ispirazione. Una fila perenne davanti a lui sostava per prestargli consiglio senza effetto sortire, ma dando vita a una nuova preoccupante schiera di poeti.
Kasimiro ha scritto: Rimase colpito, prima che dalla musica, dal trasporto emotivo del pianista, dalla mimica e dal movimento delle sue labbra che, quasi sussurrando, accompagnavano lo scorrere delle mani.
Kasimiro ha scritto: Ma Jimmy era senza banchetto, seduto su una sedia con un microfono, un piccolo amplificatore e la sua voce che imitava suoni di ogni genere
valgono il prezzo del biglietto.
Braf
Alla prossima

Re: [MI 162] Raffaele spacca robe e il mercatino di strane cose

5
Kasimiro ha scritto: "Invece l'ho fatto apposta, volutamente, proprio, sì,” rispondeva con lo sguardo di sfida e sempre quel sorrisino stampato.”
Simpaticissimo questo Raffaele!
Ti segnalo qui sopra le virgolette alte dopo 'stampato', da eliminare in quanto il discorso diretto si è chiuso prima.
Il racconto parte in modo originale e divertente, ma mi pare che via facendo perda un po' il focus: mi sembrano eccessive, seppur pittoresche, le divagazioni relative ai venditori del mercatino. Peccato, perché Raffaele è un personaggio accattivante. Per mio difetto, inoltre, non mi è molto chiara la conclusione. 
Hai sempre, però, una penna fantasiosa e gradevole. 
Ciao e grazie, @Kasimiro.
https://www.amazon.it/rosa-spinoZa-gust ... B09HP1S45C

Re: [MI 162] Raffaele spacca robe e il mercatino di strane cose

6
@Kasimiro  Benritrovato  :)

Confesso di avere avuto qualche problema nel seguire il filo delle vicende di questo eccezionale musicista che spacca le cose e
mi sono un po' persa nel mercatino delle cose strane. Salvo capire, nel finale, che c'è del metodo in Raffaele, che, quando
è in sintonia con gli altri e con la sua musica, non spacca nulla.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 162] Raffaele spacca robe e il mercatino di strane cose

7
Ciao @Kasimiro  
Sai quella canzone di De André? Parlando del naufragio della London Valour? Ecco il tuo racconto me l'ha fatta ricordare.
Ho trovato immagini e pensieri bellissimi, ma alla fine mi sono resa conto di essermi persa qualcosa e l'ho dovuto rileggere.
E l'ho riletto, e ho capito che, forse alla fine, Jimmy l'ha scampata perchè è un'artista; crea suoni col fiato, la bocca e le sue labbra, ma dico forse perchè in mezzo a quel mercatino ci sono molte cose da decifrare.
Complimenti e buon contest.

Re: [MI 162] Raffaele spacca robe e il mercatino di strane cose

8
@Kasimiro ciao!
Anch'io mi sono perso, ma devo dire che è stato un perdersi "buono", coerente con il caos del mercatino da te decritto. E dopo tutto quel guardarsi intorno è stato piacevole trovare Raffaele che suonava in mezzo alla gente.
Ho apprezzato il finale poetico, anche se mi son fatto convinzione che adesso Raffaele non suonerà più bene come prima. Mah...

Re: [MI 162] Raffaele spacca robe e il mercatino di strane cose

9
@Almissima@Alex82,@m.q.s. @Ippolita@Poeta Zaza@Alba359@L'illusoillusore
Che dire, grazie per la lettura e i commenti. Avete ragione, mi sono perso anch'io nei meandri del mercatino, ma mi è venuto naturale. Ci credete che quasi tutte le situazioni descritte hanno un'ispirazione molto vicina alla realtà?
Raffaele ha un animo sensibile e alla fine lo dimostra verso chi gli trasmette anche una sorta di fragilità.
Alba359 ha scritto: Sai quella canzone di De André? Parlando del naufragio della London Valour? Ecco il tuo racconto me l'ha fatta ricordare.
Sono lusingato, per me è un capolavoro!
Ciao, alla prossima

Re: [MI 162] Raffaele spacca robe e il mercatino di strane cose

11
@Kasimiro ciao

Un mio punto fisso per valutare un racconto non è tanto la forma- il registro- la trama, ma anche quello che nasconde intrinsecamente e che spesso, l'autore, non riesce a rendere chiaro al 100%.. insomma, si vuole esporre un fatto o una realtà suggestiva e seminare solo quel piccolo embrione che riesce a crescere in chi ha l'intuito di coglierlo e farlo partorire. Questo io penso... nel tuo racconto vi è questa incompiuta in odore di genialata...
spero di essermi spiegato... ciao @Kasimiro e a presto
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI 162] Raffaele spacca robe e il mercatino di strane cose

12
Ciao @Kasimiro 
Viene proprio voglia di trovarsi in questo fantasmagorico mercato delle meraviglie, una profusione di colori e odori e Raffaele che si muove a suo agio e dopo qualche piccola "spaccata" iniziale entra a far parte di quel mondo fino a farsi sommergere da quella profusione di cose, di vita e di personaggi.
Un bellissimo quadro che fa bene all'anima. Bellissime immagini, bella scrittura.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI 162] Raffaele spacca robe e il mercatino di strane cose

13
paolasenzalai ha scritto: sono felice tu non abbia scelto la mia traccia così hai potuto scrivere questo racconto dolcissimo, pieno di immagini e tenerezza. Grazie.
Grazie di cuore @paolasenzalai, la tua traccia me la riservo per scrivere con tutto il tempo necessario a disposizione.
bestseller2020 ha scritto: Un mio punto fisso per valutare un racconto non è tanto la forma- il registro- la trama, ma anche quello che nasconde intrinsecamente e che spesso, l'autore, non riesce a rendere chiaro al 100%.. insomma, si vuole esporre un fatto o una realtà suggestiva e seminare solo quel piccolo embrione che riesce a crescere in chi ha l'intuito di coglierlo e farlo partorire. Questo io penso... nel tuo racconto vi è questa incompiuta in odore di genialata...
spero di essermi spiegato...
Ti sei spiegato benissimo @bestseller2020 e concordo con ogni singola parola che hai detto.

Grazie @Alberto Tosciri, molto lieto delle tue parole

Re: [MI 162] Raffaele spacca robe e il mercatino di strane cose

14
Kasimiro ha scritto: "Non ci si comporta male" ripeteva Raffaele più volte durante la giornata.
Aveva la particolare abitudine di spaccare ogni tanto qualcosa: a calci la porta, una sedia per terra o altri oggetti contro il muro: “Non ci si comporta male” continuava con un sorrisino rivolto al suo interlocutore.
Ciao @Kasimiro ! Ho letto con interesse il racconto e i commenti seguiti. Onestamente sono d'accordo con Ippolita quando dice che a un certo punto si perde un po' il focus sul protagonista, ma il racconto è divertente, piacevole e offre spunti interessanti. Poiché oggi vorrei postare uno dei miei racconti, cerco di fare un commento che risulti tanto approfondito quanto, spero utile. Partiamo dall'incipit, allora: devo dire che è accattivante. Mi piacciono le storie che, senza cercare un'entrata ad effetto, iniziano con una linea di dialogo, che ti catapulta dentro l'azione. Qui poi abbiamo una contrapposizione deliziosamente ironica fra quello che uno dice e uno fa, un po' come me quando mi dico: "Okay, per oggi ho mangiato a sufficienza, stasera non aprirò più il frigo." So bene che l'azione conseguente sarà ben diversa... perciò il tuo protagonista ci cattura sempre con questa differenza fra il dire e il fare. Inoltre trovo interessante il fatto che abbia sfoghi di rabbia e, da subito, mi chiedo se questi sfoghi saranno spiegati nel corso della storia.
Kasimiro ha scritto: Attaccò con il pianoforte: Bach. Quello era sacro, lo strumento; lo lucidava con un panno di lana e nulla poteva valere di più. Le sue dita affusolate scorrevano armoniose: frutto di almeno cinque ore al giorno di studio, che a volte potevano raddoppiare. Uno studio metodico, ossessivo, ma soprattutto autodidatta; iniziato per caso guardando un video di Glenn Gould.
Bene, ora abbiamo scoperto che il protagonista ha un fratello un po' strano (intuiamo che la sua famiglia è un po' bizzarra) e che, da autodidatta, ha imparato a suonare divinamente Bach. Non è facile un'impresa del genere. Intuiamo che forse il protagonista è un genio e, come dicono siano i geni, è un po' bizzoso. Da qui quindi gli scoppi di violenza, forse. Continua l'ironica contrapposizione: spacca le cose, ma accarezza il pianoforte. Qui devo correggerti leggermente: non è esatto dire che Gould quasi mormorava quando suonava Bach: mormorava eccome! Se si ascoltano, per esempio, le Variazioni Goldberg incise dal grande pianista, possiamo sentire il suo sommesso mormorare che accompagna le note del grande musicista barocco.
Kasimiro ha scritto: L'intelligenza sembrava sprecata, sembrava, ma il dono della musica no. Si propose Massimo, come investitore di tempo e passione. Lo portò in esibizione in una chiesetta sconsacrata di periferia: venticinque posti a sedere che dall'emozione sembravano tutti pieni, più altrettanti attaccati al soffitto e altri alle pareti come magneti. Ma nella realtà erano tre: suo fratello, un amico e un amico dell'amico.  Massimo filmava e in diretta sui social locali mandava, che in breve divennero nazionali e internazionali.
La svolta del racconto è interessante e direi schiettamente favolistica. Penso sia molto difficile che un autodidatta possa giungere a certi livelli (anche se non sono sicuro, non conosco molto bene il settore della musica classica). Però di qui in poi a me sembra di leggere una sorta di favola, quasi un racconto d'avventura che mi ha ricordato Robert Stevenson. Se volessi usare il tuo spunto per una storia con una trama "forte," potresti inserire un'azione che spinge fortemente la storia, come ad esempio la risoluzione di un mistero sul passato del protagonista. Solo un suggerimento.
Kasimiro ha scritto: Arturo era il re della carta velina, la inamidava e realizzava lampade, piatti, tavoli, sedie, valigie, automobili e case, per piccole principesse.
Tommaso scolpiva il legno ed aveva un'idea fissa: creare un guardaroba per Pinocchio
Jack il poeta, inattivo da anni, seduto su un tappetino elemosinava ispirazione. Una fila perenne davanti a lui sostava per prestargli consiglio senza effetto sortire, ma dando vita a una nuova preoccupante schiera di poeti.
Teresa regalava bolle di sapone; appena create le spruzzava con una bomboletta composta da una sostanza resinosa che ne manteneva la forma.
Qui introduci nella storia una serie di personaggi molto fantasiosi e originali, non ci è difficile capire perché il protagonista entra a far parte della loro "gang". Sono chiaramente personaggi fantastici, da sogno, che non potrebbero in qualche modo "farcela" nel mondo reale, ma leggiamo storie anche per farci trasportare in terreni lontani da quelli della realtà. Questi personaggi peculiari cominciano una sorta di teatrino piuttosto divertente che ci trascina fino a quando il protagonista non si riprende la scena col suo Bach. Non è ancora chiaro perché spacchi le cose: forse fa parte del suo carattere di musicista. Mi chiedo se tu abbia tratto ispirazione da quei rocker che (un tempo, almeno, lo facevano) alla fine del concerto spaccano i loro strumenti. Ecco, un suggerimento: dovendo trovare un finale alternativo per il racconto, potresti fare che alla fine il protagonista, dopo aver suonato alla grande, finisce per spaccare il suo piano, unendo il suo spirito rocker a quello di raffinato musicista di musica classica.

Nel complesso, un racconto gradevole, ben ritmato, che perde un po' il suo focus sul protagonista lasciandosi trascinare dalla fantasia e dall'invenzione, ma che, alla fine, lascia un buon retrogusto. Lo stile non mi è spiaciuto, anche se potresti arrotondarlo utilizzando più metafore e descrizioni sensoriali.

Grazie per averlo condiviso e spero il mio commento ti sia utile nella tua ricerca letteraria! Alla prossima!



 
https://domenicosantoro.art.blog/
Rispondi

Torna a “Racconti”