[MI 164] Come porcellini d'India

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Traccia di mezzanotte

Blush e rossetto leggero. Mascara e eyeliner - no, non così, ho sbavato... Sinistra, destra; okay, ci siamo. Infilo gli anfibi neri. Uscendo passo davanti alla gabbietta di Ozzy, il porcellino d'India, e gli faccio un grattino. Il cuore mi si stringe in petto ripensando a quando io e Giorgio l'abbiamo comprato; ero contentissima, e Giò non faceva altro che ripetermi quanto fossi carina, e fuori dal negozio mi diede un bacio sulla punta del naso.
Sulla soglia spengo la luce e mi volto a guardare l'appartamento silenzioso. Vuoto. Ho trentacinque anni e sto per andare al mio primo appuntamento. Non penso di essere una brutta ragazza (o donna? che età difficile), è solo che è complicato.
Luca mi sta aspettando in strada, spostando il peso del corpo da un piede all'altro. Quando mi vede si stringe nelle spalle e sorride. Mi avvicino, lo saluto, e - come ci si comporta adesso? Una stretta di mano, un abbraccio, un bacio sulla guancia? O due?
Mi porge un singolo fiore. Una rosa nera. È molto bella, non so come reagire. È la prima volta che qualcuno che non sia Giò mi regala un fiore. La metterei in borsa, ma ho paura di rovinarla, dico. Salgo un attimo in casa e-
Non preoccuparti, la tengo io in macchina, okay?
Mette via la rosa e ci avviamo a piedi. Quando entriamo al pub un'ondata di calore mi investe le guance gelate. Spero che il trucco non si rovini. Mi troverebbe attraente lo stesso? Mi trova attraente, giusto? Altrimenti non sarebbe uscito con me, no?
Tutto sommato Luca sembra un tipo a posto. L'ho conosciuto a un concerto di una cover band dei Ramones. Volevo andarci con Giò, poi hanno iniziato a rimandarlo per via del covid, e dopo il divorzio ho finito per andarci da sola. Ci stavamo spingendo come dei dannati durante Blitzkrieg Bop, sul prato sotto al palco, e ho rovesciato la birra di Luca. È così che ci siamo conosciuti.
Quindi, a parte i Ramones, che musica ti piace? Chiede lui, giocherellando con il cubetto di legno col numero del tavolo.
Un po' qualsiasi genere, rido, e mi sento stupida. I Clash, i Misfits, i Pere Ubu. Tu invece?
Anche io, risponde, e i suoi occhi luccicano per l'entusiasmo. È un po' un altro genere, ma una delle mie band preferite sono i Rainbow.
Li amo anch'io! Esclamo, a voce forse un po' troppo alta. Quando ero piccola, avevo un'oca di nome Ronnie James Dio.
Lui scoppia a ridere, e quando il cameriere arriva con gli hamburger stiamo ridendo entrambi.
Quindi hai avuto un'oca?
Sì, mi sono sempre piaciuti gli animali.
Anche a me piacciono parecchio. Sono un ricercatore in erpetologia.
Davvero?! Chiedo. Che figata, penso.
Lui annuisce. Tu invece cosa fai?
Niente di che. Mando giù un boccone dell'hamburger. Al momento-
Ti è rimasta un po' di maionese sulla guancia, mi interrompe.
Dove? Prendo un tovagliolo.
No, dall'altra parte, aspetta... Afferra il tovagliolo e fa lui. Lo ringrazio e arrossisco. Mi sento come una ragazzina al primo appuntamento; anzi, lo sono.
Parliamo tutta sera, anche di attualità, politica, la guerra, una birra dopo l'altra. Mi sento a mio agio, con lui. È normale? Credo di no, le mie amiche mi hanno avvertito che ci vuole un po' per trovarsi così bene con un ragazzo.
Finisco per rivelargli anche che è il mio primo appuntamento. Sono fatta così, non riesco a tenere queste cose per me se mi sto aprendo con qualcuno. Io e Giorgio eravamo amici di infanzia, perciò non ne abbiamo mai avuto bisogno; è stato naturale per noi metterci assieme e poi sposarci. Quando si è innamorato di un'altra, io sono rimasta così. Non ho neanche mai fatto l'amore con un'altra persona, o mai baciata. Questo a Luca ovviamente non lo dico.
Usciamo dal pub, ti va di salire da me, gli chiedo? È uscito un nuovo film horror su Netflix, sembra interessante ma non ho ancora avuto tempo di guardarlo.
Sicuro, dice lui, ci incamminiamo. Quando passiamo davanti ai cancelli del cimitero mi fermo. Oggi mi sento nostalgica. Sono strana io? Forse non dovrei darlo a vedere subito; d'altronde però sarebbe come prenderlo in giro, e non mi va. Perciò, quando mi chiede, va tutto bene?, io gli dico quello che mi passa per la testa.
Sì, è solo che mi piacciono i cimiteri. Sono luoghi affascinanti, non trovi? Quando ero una ragazzina io e i miei amici venivamo qua a farci un paio di birre e cazzeggiare. Saranno passati almeno dieci anni.
Sembra divertente, non ho mai provato. Bere sotto le stelle ha tutto un altro fascino, vero? Ogni tanto mi faccio una birretta o una canna coi colleghi, quando finiamo tardi, in un bosco o altro.
Ho un'idea, seguimi.
Cambio di piani? Sta al gioco.
Arriviamo sotto casa. Ti va di entrare al cimitero?
Come due ragazzini? Be', ci sto, mi fa l'occhiolino.
Ti spiace entrare al Carrefour a prendere un paio di birre? Indico il supermercato davanti a casa. Arrivo subito.
Salgo all'appartamento, recupero cartine, filtri e l'erba. Ozzy squittisce, chiedendo attenzioni, ma non lo guardo neanche. Quando torno giù, Luca ha già comprato le birre, e sta prendendo qualcosa dalla Clio. La custodia di una chitarra.
Torniamo al cimitero e scavalchiamo l’inferriata. Camminiamo tra lapidi e mausolei di marmo. Fa freddo ed è buio, ma è in qualche modo magico. Solo i passi di noi due sulla ghiaia, sotto la luce della luna e delle stelle. Ci sediamo sotto la statua di un grande angelo con la spada. Stappiamo le birre e andiamo avanti a chiacchierare e a ridere. Proprio come due adolescenti.
Quando accendo la canna, lui prende la chitarra e inizia a suonare. Fa strano sentirla sull'acustica, ma conosco questi accordi, e inizio a cantare: Under the arc of a weather stain boards...
Chiudo gli occhi, e oscillo leggermente la testa, presa dal ritmo. I don't want to be buried-
La chitarra si interrompe. Apro gli occhi e mi sta baciando. Quasi la canna mi cade dalle dita. Le sue labbra sono morbide, calde; diverse da quelle di Giò, più carnose. Sento per la prima volta il suo odore e non mi dispiace.
Scusami, abbassa lo sguardo. Eri così presa, ho pensato che fossi bellissima, e quindi-
Lo bacio io. Una, due volte. Ci metto la lingua, stringo il suo corpo. Cade sulla schiena, e con le labbra scendo al suo collo, e la mia mano gli carezza la camicia, e va giù ai pantaloni.
Lui sospira; mi sento la testa leggera come un palloncino. È duro, è la prima volta che sento quello di un altro uomo. A questo punto Giò avrebbe mi avrebbe toccato i fianchi, slacciato la cintura, e allora ci saremmo fermati per toglierci i pantaloni, continuando a scambiarci baci; lui mi avrebbe infilato una mano sotto le mutande, prima di toglierle. Le lacrime iniziano a cadere e bagnano il volto di Luca. Per me il sesso non è mai stato altro che Giò, non esiste slegato da lui.
Che succede? Luca si ferma, mi prende il viso tra le mani, e singhiozzo più forte.
Scusami, balbetto.
No, non devi, scusami tu. Tieni, rimettiti la giacca.
Annuisco e tiro su col naso.
Non c'è bisogno che me ne parli se non vuoi, okay? Torniamo a casa, portiamoti a dormire. Direi che come primo appuntamento è stato abbastanza avventuroso, che dici?
Mi accompagna all'appartamento. Fa un sacco di grattini ad Ozzy, dice che è adorabile. Lo sapevi che in Svizzera è illegale tenere un porcellino d'India da solo perché soffrono di solitudine?
Mi guardo allo specchio, il trucco è completamente colato, mi gira la testa, sembro un mostro. Luca mi dà un buffetto su una guancia. Tutto bene? Posso lasciarti sola o preferisci che resto?
Vorrei dormire un po', dico. Ci rivediamo? Domando con una punta di paura, paura di averlo spaventato, di aver rovinato il mio primo appuntamento esattamente come ho rovinato il matrimonio.
Annuisce e mi fa l'occhiolino. Ci rivediamo. Ora ti lascio tranquilla, buonanotte. Si chiude la porta alle spalle e do un giro di chiave.
Mi strucco e do da mangiare a Ozzy. È così carino. Non fa poi così male coccolarlo; sì, ci sono dei ricordi legati a Giò, e allora? Quasi quasi si merita una Sharon.
Mi infilo a letto, e solo ora mi torna in mente che ci siamo completamente dimenticati della rosa nera. Dobbiamo proprio rivederci.
Last edited by Mina on Mon Mar 07, 2022 12:04 am, edited 1 time in total.

Re: [MI 164] Come porcellini d'India

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Bentornato  :) 
Fin dalle tue prime apparizioni al WD ho sempre pensato che tu avessi la stoffa del narratore, come si diceva un tempo, e noto con piacere che non mi sbagliavo. Hai acquisito tecnica senza snaturarti e adesso possiedi uno stile tuo, in grado di sviluppare un racconto quasi esclusivamente attraverso i dialoghi e i piccoli gesti che li accompagnano. E, come i "grandi", una volta apprese le regole, hai imparato a violentarle a tuo uso e consumo. 
Nel racconto breve sei perfetto, ora mi piacerebbe vederti all'opera in una narrazione di più ampio respiro...  :rolleyes:
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Re: [MI 164] Come porcellini d'India

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Ciao @Mina
Bentornato al MI.
Ho iniziato a leggere i racconti dal tuo, attratta dal titolo. Io adoro i porcellini d'india, ne ho due, due femmine, e sono i miei tesorini. Va beh la smetto di parlare dei miei porcellini è passo al tuo bel racconto. 
Mi è piaciuto come hai condotto la storia, in presa diretta, ti è riuscita molto bene. Si segue tutto ed è scorrevole. I personaggi sono tridimensionali, veri. Bello anche come hai reso naturali alcune cose un po' bizzarre come la visita al cimitero. 
Mina wrote: Torniamo a casa, portiamoti a dormire. Direi
Qui c'è un refuso.
Mina wrote: Fa un sacco di grattini ad Ozzy, dice che è adorabile. Lo sapevi che in Svizzera è illegale tenere un porcellino d'India da solo perché soffrono di solitudine?
Vero. Meglio tenere una coppia.
Mina wrote: Mi strucco e do da mangiare a Ozzy. È così carino. Non fa poi così male coccolarlo; sì, ci sono dei ricordi legati a Giò, e allora? Quasi quasi si merita una Sharon.
Mi infilo a letto, e solo ora mi torna in mente che ci siamo completamente dimenticati della rosa nera. Dobbiamo proprio rivederci.
Bello l'happy end. Fa piacere leggere una bella storia che finisce bene.
Ottima prova!

Re: [MI 164] Come porcellini d'India

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Mina wrote: Ho trentacinque anni e sto per andare al mio primo appuntamento. Non penso di essere una brutta ragazza (o donna? che età difficile), è solo che è complicato.
Luca mi sta aspettando in strada, spostando il peso del corpo da un piede all'altro. Quando mi vede si stringe nelle spalle e sorride. Mi avvicino, lo saluto, e - come ci si comporta adesso? Una stretta di mano, un abbraccio, un bacio sulla guancia? O due?
Mi porge un singolo fiore. Una rosa nera. È molto bella, non so come reagire. È la prima volta che qualcuno che non sia Giò mi regala un fiore. La metterei in borsa, ma ho paura di rovinarla, dico.
Un primo appuntamento amoroso di una ragazza "matura" che trova delicatezza e comprensione. Scritto con la solita maestria. Piaciuto!

Lieta di ritrovarti al MI, @Mina   :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 164] Come porcellini d'India

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Mina wrote: e gli faccio un grattino.
Oh, che simpatico il grattino.
Mina wrote: Quando si è innamorato di un'altra, io sono rimasta così.
Mi ha colpito questa frase, perché l'ho messa in relazione a quest'altra:
Mina wrote: Domando con una punta di paura, paura di averlo spaventato, di aver rovinato il mio primo appuntamento esattamente come ho rovinato il matrimonio.
Lui la lascia, e lei si sente in colpa di aver rovinato il matrimonio. In poche battute hai delineato alla perfezione la personalità della ragazza. Bravissimo.
Mina wrote: Sì, è solo che mi piacciono i cimiteri. Sono luoghi affascinanti, non trovi?
Non ho potuto fare a meno di sorridere, perché ho scritto una poesia proprio sul desiderio di fare un pic-nic al cimitero, con tanto di chitarra.
Mina wrote: Fa un sacco di grattini ad Ozzy
Con tutti questi grattini, Ozzy dev'essere un porcellino sereno e felice.
Racconto dallo stile delizioso: sembra che tu ti muova tra le righe come una ballerina sulle punte. 
Bentornato e complimenti, @mina.
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Re: [MI 164] Come porcellini d'India

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Mina wrote: Blush e rossetto leggero. Mascara e eyeliner - no, non così, ho sbavato... Sinistra, destra; okay, ci siamo. Infilo gli anfibi neri. Uscendo passo davanti alla gabbietta di Ozzy, il porcellino d'India, e gli faccio un grattino. Il cuore mi si stringe in petto ripensando a quando io e Giorgio l'abbiamo comprato; ero contentissima, e Giò non faceva altro che ripetermi quanto fossi carina, e fuori dal negozio mi diede un bacio sulla punta del naso.
Sulla soglia spengo la luce e mi volto a guardare l'appartamento silenzioso. Vuoto. Ho trentacinque anni e sto per andare al mio primo appuntamento. Non penso di essere una brutta ragazza (o donna? che età difficile), è solo che è complicato.
Perfetto, mi piace il tuo stile. Dettagli significanti, senza trasudo o parole inutili.
Infilo gli anfibi neri: ho afferrato il suo carattere, sicuramente le piace il metal.
Giò non faceva altro che ripetermi quanto fossi carina: Vive sola e si è lasciata col suo ragazzo, o compagno
Ho trentacinque anni e sto per andare al mio primo appuntamento: non ha mai avuto nessuno tranne Giò.
Sappiamo tantissimo in poche parole. Il suo problema è chiaro: ha paura di uscire con Luca.
Avanti nella lettura la vediamo trasformarsi, è questo l bello della storia, veder crescere il nostro protagonista. Mi sembra di aver notato, in un altro tuo racconto, questa tua abilità.
 Sei davvero bravo @Mina  complimenti per l'ottima storia.

Re: [MI 164] Come porcellini d'India

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Vi ringrazio tutti tantissimo per il passaggio, sono più che lusingato  :arrossire:
Marcello wrote: ora mi piacerebbe vederti all'opera in una narrazione di più ampio respiro...  :rolleyes:
Ci sto lavorando  :love:
ivalibri wrote: Io adoro i porcellini d'india, ne ho due, due femmine, e sono i miei tesorini.
Bellissimi  :love3: anche a me piacerebbe, prima o poi
Ippolita wrote: ho scritto una poesia proprio sul desiderio di fare un pic-nic al cimitero, con tanto di chitarra.
Ma fantastico  :lol: si può leggere? :arrossire:

Grazie ancora, i vostri commenti fanno bene all'autostima  :rosa:

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