Invisibili

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*Racconto eliminato su richiesta dell'utente*
Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
tutti quanti gettammo
l’arma e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
il suo nome. Una donna
ci aspetta alle colline.

Re: Invisibili

2
Louca c. ha scritto: ché
non l'accenterei. Mi sembra una forma vetusta
Louca c. ha scritto: parlotta con Freddy
:grat: ho un paio di ipotesi del perché tu possa aver scelto questo nome

Vabbé, questa è poesia.

Ciao caro amico, mi fa molto piacere tornare a leggere un tuo racconto. Scrivi molto bene e credo che solo tu te ne debba convincere: è evidente. 
O magari mi sbaglio e semplicemente condividiamo una certa sensibilità e un anelito per i cavalli con le ali che salvino i dannati della terra.
Ma scrivi bene.
Non capisco perché non vieni mai al MI: come se non te ne sentissi degno, mi sembra, talvolta. Non è così per nulla. E comunque è una palestra e mi piacerebbe sfidarti non solo sul piano del cazzeggio (certo, lì siamo due campioni).
Asta la perditoria della kastaff siempre, compagno di data di nascita  :sù:
Scrittore maledetto due volte

Re: Invisibili

3
@Edu ciao, carerrimo, passo più tardi, intanto grazie, compañero de merendas... 
Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
tutti quanti gettammo
l’arma e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
il suo nome. Una donna
ci aspetta alle colline.

Re: Invisibili

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Eccomi, caro @Edu.
Chissà perché con te mi viene da iniziare dal fondo.
Ecco, non lo so neanch'io, ma so che è giusto, mi dà più l'idea di un'ascesa :asd:

Dunque 
Edu ha scritto: compagno di data di nascita 
E non solo, caro, non solo. Noi siamo gemelli veri, dello stesso grembo: quello di Basaglia :D
Edu ha scritto: solo sul piano del cazzeggio (certo, lì siamo due campioni).
Appunto che siamo campioni dovremmo darne prova. Adesso è un pezzo che abbiamo mollato. Non so se ti ricordi i finti rapimenti, i bombardamenti su AndC :asd: il funerale a Niko.
Eh, che te lo dico a fare: manca, manca tanto quel tipo di cazzeggio.
Edu ha scritto: Non capisco perché non vieni mai al MI
Edu, sai il lavoro che faccio. Io a mezzogiorno (o giù  di lì) nel momento in cui danno le tracce, vado a dormire, dunque per me la domenica è una giornata impossibile. Oltretutto non amo i contest, anche se a quello di Natale ho partecipato con una ciofeca (ciò nonostante ha anche preso voti...).

I nomi dei personaggi (Freddy incluso) li ho tirati totalmente a caso. Ora sei tu con le tue due ipotesi a dovermi dare una risposta :asd:
Comunque mi fa piacere che tu abbia gradito. Grazie. Anche se ad essere sincero in parecchi passaggi non mi convince già più. Cambierei. Forse avrei dovuto essere un po' più ruvido (a parte il finale che per i miei gusti è perfetto).
Vabbuono, pupazzetto da strapazzo, io la accetto anche la sfida con te: essere preso a legnate da un amico fa sempre bene :asd: però dobbiamo trovare una via diversa dal MI
Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
tutti quanti gettammo
l’arma e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
il suo nome. Una donna
ci aspetta alle colline.

Re: Invisibili

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Ciao @Louca c.
permettimi di strapazzarti un po' il racconto perché voglio partecipare al contest di poesia e mi serve un commento di senso compiuto.
Ho ancora quasi un'ora e mezza, dovrei  farcela  :D
Il tuo racconto mi è piaciuto molto, come tutte le cose che scrivi del resto, Ovviamente toglierei alcune cose e modificherei di pochissimo altre. Posso?
Comincio?
Allora: "Invisibili" e già partiamo con il piede giusto. 
Gli invisibili io li vedo e sono contenta li veda anche tu.
Louca c. ha scritto: da lì il tuo occhio prende la mira per guardare il mondo:
Splendida immagine. Non ci avevo mai pensato ma in effetti è questo che facciamo, prendiamo la mira e guardiamo. Alcuni con dolcezza, altri  hanno anche il mirino.  ;)
Louca c. ha scritto: Questo vedi, mentre intorno i tombini fumano di gas putridi, e ratti marroni dai baffi elettrizati ci passano attraverso e ti puntano.
Questa descrizione io la trovo perfetta, mi fa capire dove siamo, in che mondo viviamo, ma proprio per questo io toglierei e direi solo così:

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Questo vedi, mentre intorno i tombini fumano di gas putridi, e ratti marroni dai baffi elettrizati ci passano attraverso e ti puntano.[/font]
Louca c. ha scritto: Tu e loro, muso contro muso.
Bellissimo! Tu e loro. Bellissimo.

Louca c. ha scritto: La gente ti farà credere che ti ci sei messo da solo, lì, nel mezzo delle rogne.
Anche questo mi piace moltissimo, ma io non direi rogne, mi sembra gergale, forse non lo è, ma ha un brutto suono, meglio grane.

Louca c. ha scritto: Ti ci frusti, sulla schiena, con bordate lancinanti che ti dai per rimetterti in piedi.
Ma ci andrebbe uno slancio diverso.
Bisognerebbe prendere una bella rincorsa e darci di reni, senza pensarci su, ché i pensieri sono zavorre che ti inchiodano dove sei.
Ci va l'istinto. Quando è il momento di tuffarsi, farlo.
Ci va volontà.
Bello, bellissimo.

Louca c. ha scritto: Nel frattempo bevi una birra di quelle "super strong",  corroborante per non perdere l'intensità d'animo che senti crescere dentro.
Toglierei super strong... che per quanto possa essere forte una birra non sarà mai super strong, secondo me, ma io bevo grappa, per cui non faccio testo.  :D Invece trovo che "non perdere l'intensità d'animo" sia una espressione molto felice. Bravissimo!

Louca c. ha scritto: Sul piatto devi buttarci una motivazione che sia tosta.
Che sia tosta stona, io cercherei un sinonimo. Tutto il tuo modo di scrivere lo trovo molto musicale, per cui ogni parola che non lo sia sufficientemente,  ai miei "occhi" stona.

Tu ricerchi la perfezione della frase, e allora la frase dev'essere perfetta.
Lo sai che a me piace molto quando scrivi "sporco", quando non vai a cercare le cose sofisticate, ma se le cerchi devi essere perfetto, se no tanto vale fare lo scaricatore come faccio io.  ;)
Louca c. ha scritto: una bambola tutta curve e occhioni svolta e viene verso di te.
questi sono i cliché che adoro.  :love:

Louca c. ha scritto: C'è da capire se emanate le stesse frequenze o se magari tra voi funziona meglio la lingua della carne per la carne.
Allora, questa frase io la trovo sublime, ma se posso permettermi, se tu avessi scritto "la carne nella carne", per me sarebbe stato il top. Quel "carne nella carne" contiene, secondo me, tutte le promesse dell'erotismo. Invece carne per la carne mi fa pensare ad uno scambio, un affare di macelleria. Lo so che sono solo inutili sfumature, ma io mi innamoro delle parole, di alcune immagini e tra "nella" e "per" vince "nella" 1000 a zero.

Louca c. ha scritto: Un boa di piume rosa le ondeggia sulle spalle, in sincronia coi suoi boccoli castani.
Ah, una signorina elegante, raffinata dal gran cuore ho pensato e invece...

Louca c. ha scritto: Servivano istinto e volontà: te le devi meritare, le cose.
Ah beh, questa è una frasona. Da tatuaggio addirittura!  :D

Louca c. ha scritto: rocedi, strisciando sul piscio tiepido di un mastino e riempiendoti delle merde lasciate da quel gatto randagio senza un occhio e con mezzo orecchio in meno
toglierei.

Louca c. ha scritto: Il tuo nervo ottico è più veloce del cervello e scarta in automatico il superfluo.
Bellissimo. Quattro parole per raccontare una vita.

Louca c. ha scritto: bar pullulano di vita veloce, mentre nei ristoranti vige una quiete distaccata e trasognante.
Arranchi ai bordi della piazza. A un certo punto ti sembra di guadare un lago che riflette il tramonto.
I tuoi vestiti si tingono del celeste del velo della Vergine, e il madonnaro ti guarda dall'alto dei tre gradini che vi separano, tira giù un sacco di bestemmie e ti si lancia addosso.

Louca c. ha scritto: Fottetevi!" pensi, "Preso a calci in culo da uno che vive di Madonne e minacciato da un soldatino di piombo. Fanculo!"
E intanto ridi ancora
e ti passi il dorso della mano sulla bocca. 
Louca c. ha scritto: Ti riposi un po' e ti guardi intorno.
Ecco, da qui in poi è la sorpresa: da qui in poi hai svoltato e sei arrivato lontano.

Non so cosa sia successo, ma è come se la storia avesse messo le ali. Intanto non me lo aspettavo, ero immersa in questa atmosfera cupa, quasi post nucleare, o semplicemente da bassifondi americani e ora... la svolta.
L'assenzio... già mi porta da un'altra parte. E poi il cavallo bianco.
Finalmente una speranza, mi dico.
Louca c. ha scritto: È lo stesso che da piccolo sognavi quasi ogni notte e che ti portava in mondi incantati.
Ha le stesse lunghe ali bianche.
Qui comincio a capire, l'assenzio sta facendo effetto anche a me, evidentemente :-)

Louca c. ha scritto: rrivi dal parapetto, e con uno slancio gli salti incontro, sotto il firmamento spruzzato di stelle.
Poesia.

Il firmamento spruzzato di stelle è poesia.
Bellissimo racconto, Luca. Bellissimo davvero.
Si vede che lo hai curato, pulito, sistemato, ricercato, trovato e coccolato.
E ci sono i tuoi guizzi, quelli che a me piacciono tanto.
E si vede che sai scrivere. Se tu riuscissi a rinunciare a qualche piccola descrizione, che secondo me è  superflua, saresti perfetto. Inoltre, ho notato che in questo racconto non c'è giudizio che è una cosa che amo al di sopra di ogni altra. Quando leggo non mi piace mai sentire il parere dello scrittore. Il parere ce lo voglio mettere io, che poi il mio e il tuo coincidano non fa alcuna differenza, non voglio leggerlo, voglio pensarlo io. E in questo racconto, dove sarebbe stato molto facile cadere in tentazione, tu ti sei totalmente astenuto.
Notevole!
Spero di rileggerti presto, più presto, prestissimo e tanto. Spero tu ritorni ad essere quello che eri in WD. Io ero una pivellina appena arrivata, ma me li ricordo i tuoi giochi, le tue boutade e a dire il vero, mi ricordo anche il tuo avatar ;-)
Ora vado che se no non faccio in tempo a postare il commento.
Complimenti Luca, grazie per la bellissima lettura e arrivederci a prestissimo, spero.
Ciao.
:love:
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: Invisibili

8
@paolasenzalai  Commento super!
Grazie davvero. Ti vorrò rispondere punto per punto perché merita farlo. 
Solo il tempo di archiviare (a livello di commenti) il contest LP e poi sarò qui.
Ciao, Paola  
:love:
Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
tutti quanti gettammo
l’arma e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
il suo nome. Una donna
ci aspetta alle colline.

Re: Invisibili

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paolasenzalai ha scritto: Questa descrizione io la trovo perfetta, mi fa capire dove siamo, in che mondo viviamo, ma proprio per questo io toglierei e direi solo così:

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Questo vedi, mentre intorno i tombini fumano di gas putridi, e ratti marroni dai baffi elettrizati ci passano attraverso e ti puntano.[/font]
Sono d'accordo con questa "prosciugatura", risulta più fluido e netto.
paolasenzalai ha scritto: Anche questo mi piace moltissimo, ma io non direi rogne, mi sembra gergale, forse non lo è, ma ha un brutto suono, meglio grane.
Infatti, sono d'accordo anche su questo. Alla prima stesura infatti era "grane" ed era meglio, sì.
paolasenzalai ha scritto: Toglierei super strong... che per quanto possa essere forte una birra non sarà mai super strong, s
No no, in questo caso le birre super strong esistono (fanno 10/13 gradi, e per una birra è molto) e addirittura ne riportano la dicitura su lattine e bottigliette.
paolasenzalai ha scritto: sai che a me piace molto quando scrivi "sporco", quando non vai a cercare le cose sofisticate, ma se le cerchi devi essere perfetto, se no tanto vale fare lo scaricatore
Sì, in effetti mi si confà più il lavoro da minatore che non la penna. Onesta e giusta osservazione. 
paolasenzalai ha scritto: Allora, questa frase io la trovo sublime, ma se posso permettermi, se tu avessi scritto "la carne nella carne", per me sarebbe stato il top. Quel "carne nella carne" contiene, secondo me, tutte le promesse dell'erotismo. Invece carne per la carne mi fa pensare ad uno scambio, un affare di macelleria. Lo so che sono solo inutili sfumature, ma io mi innamoro delle parole, di alcune immagini e tra "nella" e "per" vince "nella" 1000 a zero
Alla prima stesura era esattamente così "carne nella carne", ma obbiettivamente se carne per la carne sa di scambio (ma l'amore non è anche uno scambio? E non tutti gli scambi sono mercificazione) carne nella carne potrebbe "suonare" di una certa violenza. 
Poi ognuno ha la propria sensibilità, eh. Chi 1000 e chi zero
paolasenzalai ha scritto:
Bellissimo. Quattro parole per raccontare una vita.
Sono d'accordo col depennare in automatico. È praticamente inutile, la frase dice già tutto da sé.
Grazie per questo appunto.
paolasenzalai ha scritto:
Lì invece lo lascerei. È il  momento in cui si esprime (certo non lo fa con francesismi, però...)
paolasenzalai ha scritto: Si vede che lo hai curato, pulito, sistemato, ricercato, trovato e coccolato.
Mah, nemmeno tanto , ma il fatto che sembri di sì non è male.
paolasenzalai ha scritto: Inoltre, ho notato che in questo racconto non c'è giudizio che è una cosa che amo al di sopra di ogni altra.
Grazie. In questo senso può essere che sia stato agevolato dall'uso della seconda persona, ma non bisogna dirlo in giro...
paolasenzalai ha scritto: Spero di rileggerti presto, più presto, prestissimo e tanto

Oh beh, nel giro di poche ore ho postato due poesie, e per domani ne ho un'altra. Il materiale non manca, insomma.

@paolasenzalai   Grazie per il commento articolatissimo e... al prossimo incrocio   (y)



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Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
tutti quanti gettammo
l’arma e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
il suo nome. Una donna
ci aspetta alle colline.

Re: Invisibili

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Luca C. ha scritto: Può essere un bel grattacapo la vita, se sei in un angolo, sprofondato tra le cartacce e i mozziconi ammucchiati dal vento.
Ciao @Luca C.  
credo sia il primo racconto dei tuoi che leggo, farò del mio meglio per esserti utile per migliorare la mia scrittura.
Bell'incipit, suggestivo e poetico. Solo un picco suggerimento: leggendo la prima volta il racconto, non mi è stato subito chiaro che trattasse di un senza fissa dimora. Poi ho letto il titolo (invisibili) e ho capito. Magari puoi rendere un po' più esplicita questa premessa, anche se forse è un problema dovuto alla mia difficoltà di concentrarmi a dovere.
Luca C. ha scritto: La tua casa è a fil di strada, e da lì il tuo occhio prende la mira per guardare il mondo: file di finestrelle rotte incastrate su scantinati bui, strati di ragnatele che crescono una sull'altra e che a guardarle te le senti in faccia; poi un grido che proviene da una di quelle case annerite.
Questo vedi, mentre intorno i tombini fumano di gas putridi, e ratti marroni dai baffi elettrizati ci passano attraverso e ti puntano.
Il proseguo è sullo stesso tenore. Trovo che il testo sia più vicino alla poesia che alla prosa, e di questo ti faccio i miei complimenti. Non è facile impastare bene poesia e prosa, ma quando uno riesce ottiene sempre ottimi risultati.
Luca C. ha scritto: La gente ti farà credere che ti ci sei messo da solo, lì, nel mezzo delle rogne.
Terminato il passaggio sulla parte stilistica, passiamo a quella contenutistica. Personalmente, penso che il senso del tuo racconto sia di portarci a farci molto immedesimare con un protagonista che, con ogni probabilità, è molto diverso da noi. Però, e questo è uno dei miracoli della vita che cerchiamo di perpetuare con la letteratura, le persone, per quanto diverse fra di loro per vissuto e per psicologia, conoscono tutte gli stessi sentimenti e le stesse emozioni di base, pertanto possiamo arrivare ad immedesimarci anche col tuo personaggio della storia: anche noi, per certi versi, siamo, o "diventiamo" lui.
Luca C. ha scritto: Ci va l'istinto. Quando è il momento di tuffarsi, farlo.
Ci va volontà
Abbiamo parlato dello stile e del contenuto. Passiamo alla trama. Da questa svolta, è chiaro che il protagonista vuole cercare, probabilmente con uno scatto di volontà qualcosa che lo riscatti: vedremo in seguito come. Anche questo, però, dopo la tua prosa molto sostenuta dei primi paragrafi, può essere reso meglio, prendendoti tempo, "spiegando" un po' al lettore (per me, e qui vado controcorrente, uno spiegozzo ben inserito non è un male), rilassando un po' il ritmo.
Luca C. ha scritto: Si chiama Jean, e con lui percorri tutto il centro. Mentre ti porta a braccetto hai l'impressione di risplendere della sua luce.
Il coprotagonista della storia. Personaggio potenzialmente interessante ma che, ti confesso, non mi è "arrivato," quasi fosse un po' troppo stereotipato. Magari qui puoi trovare una soluzione più originale o, semplicemente, delineare meglio il personaggio e la sua psicologia. Sembra un po' funzionale alla storia, anziché vivere di vita propria. Magari, però, non c'è proprio bisogno di questo Jean. Pensavo che il protagonista potrebbe impossessarsi di una bottiglia di "puro assenzio" in altro modo. Magari qui puoi lavorare un po' d'immaginazione.
Luca C. ha scritto: — È assenzio, di quello puro. Lo assaggi.
Qui cominciamo a intuire che la storia, il "riscatto" del protagonista, può avere una svolta tragica, anche se non è ancora esplicitato. E' più una sensazione che dài al lettore. A volte è piacevole indovinare dove ci vuole portare lo scrittore, ma questo non dev'essere, a mio avviso, mai troppo banale. Secondo me è bello quando uno scrittore trova una soluzione per una storia a un tempo inaspettata, ma al contempo "naturale," che calza bene. A volte anche la vita è così: nelle nostre vite ci sono "finali" che non ci saremmo aspettati, ma che ci sembrano comunque perfetti. A ogni modo, mi sembra che il rilascio delle informazioni sia ben dosato da parte tua.
Luca C. ha scritto: rrivi dal parapetto, e con uno slancio gli salti incontro, sotto il firmamento spruzzato di stelle.
Finale tragico, a mio avviso ben calibrato, con solito stile immaginifico che ha caratterizzato tutto il racconto. Per riassumere, racconto intenso, scritto con uno stile molto accattivante, con un buon intento e una felice esecuzione. Ti ho segnalato quelli che (a mio avviso) sono dei difetti nella speranze che le critiche risultino costruttive e ti aiutano a migliorare la storia. Concludo dicendo che fare un'ulteriore stesura di un racconto è (quasi) sempre un'ottima idea. Grazia per l'interessante lettura, alla prossima, Domenico.
https://domenicosantoro.art.blog/

Re: Invisibili

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Ciao @Domenico S.
Io ero già sul Wd (ci sono stato dal 2014 fino alla chiusura) e se tu sei quel Domenico che penso io (che sempre sul Wd riportava anche il cognome - che finisce per "o") allora ci siamo letti più di una volta.
Ti ringrazio per tutti gli appunti sia contenutistici che tecnico/strutturali/formali: qualche dritta l'ho già fatta mia e in fase di revisione spero di farla fruttare.
Solo un paio di considerazioni: innanzitutto questo racconto voleva essere una metafora, dunque il personaggio principale (che, sì, è dipinto come un senzatetto, ma per rendere l'idea di invisibilità) rappresenta tutti noi, vittime di un sistema neoliberista selvaggio, che viviamo con una sorta di forte senso di precarietà e inadeguatezza.
Anche il personaggio che s'infila a metà racconto è una metafora (giustissimo che ci vedi degli stereotipi) e rappresenta l'illusione (vana) di potersi inserire in un mondo che in realtà non esiste (se si considera il sistema economico mondiale,  tutta fuffa) e che può portare i più impreparati a compiere un salto nel vuoto.

Mi ha fatto davvero piacere il tuo commento.
Ci leggeremo presto  ;)  
Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
tutti quanti gettammo
l’arma e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
il suo nome. Una donna
ci aspetta alle colline.

Re: Invisibili

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Mio esimio @Luca C. 

Mi è piaciuto molto questo tuo racconto, lo definirei una “fiaba pulp”
scritta con uno stile “hard boiled”.

Lo stile che hai usato è quello ruvido e cinico dell’ hard boiled, introducendo elementi più crudi che tratti con mano pulp all’interno della storia

Intendo cose come questa:
“Procedi, strisciando sul piscio tiepido di un mastino e riempiendoti delle merde lasciate da quel gatto randagio...”

La fiaba, intesa come favola senza appy end, sta sia nella voluta esasperazione della condizione esistenziale di questo clochard, che vive una vita costellata di stenti e brutali, umilianti, difficoltà.

Il tuo personaggio lascia intuire una sua storia pregressa di uomo che ha conosciuto tempi migliori: il successo e il benessere dei “vincenti” che ora lo emarginano come un rifiuto che degrada il decoro urbano della città.
Come un appestato o un ratto, si avventura al tramonto fra le strade rutilanti di luci, ricchezza, animata di un’umanità tanto più fortunata e lontana dal mondo degli “invisibili”, della quale anche lui un tempo lontano faceva parte.

Il gusto fiabesco del racconto sta nell’eccesso crudismo delle condizioni di vita descritte, le disgrazie che lo affliggono sono tali e tante da apparire improbabili, quindi esulando da un ritratto realistico per entrare in quello della rappresentazione volutamente grottesca.

Il finale risulta sorprendente, inaspettato, la situazione descritta diviene improvvisamente onirica, qui si entra realmente in una dimensione fiabesca.
Ho trovato, belle, delicata e commovente la conclusione del tuo racconto: un uscire da una realtà brutale attraverso le ali di una fantasia di bambino.
Un suicidio che ha il sapore trionfante di una rivincita su un mondo cinico e crudele, un congedandosi da esso con un gesto di liberazione, di speranza e riscatto.

Complimenti amico mio.

Re: Invisibili

14
È la prima volta che scrivo un commento su questo forum. Preferisco seguire uno schema:
  • Trama, contenuti e personaggi: È interessante l'immagine che piano piano viene mostrata al lettore.  Il racconto tuttavia mi dà un senso di ripugnanza, e certe immagini sono particolarmente crude.  Questa ripugnanza rappresenta anche la disperazione del protagonista e dunque fa ben comprendere non soltanto la situazione fisica ma anche il suo stato d'animo e ciò trasmette un senso di pietà. Mi piace il gesto di aiuto fatto da Jean, e si nota qual è la differenza di ceto tra i due, uno estremamente povero e l'altro ricco e benestante. Non mi piace tuttavia il finale (forse perché amo i lieto fine), e speravo che al protagonista davvero gli si prospettasse un "bel futuro", invece si butta giù dal ponte. Il protagonista aveva avuto un'occasione di riscatto (forse Jean era capace di aiutarlo di più), ma l'ha rifiutata. Tutto sommato poiché aveva bevuto assenzio (in accordo con la leggenda) era in preda al delirio e alle allucinazioni e quando ebbe quella visione non era in sé. Tale allucinazione insieme allo stato di vita del protagonista sono coerenti con il titolo "Invisibili": i senzatetto appunto sono invisibili alla società e vengono emarginati, altrettanto le allucinazioni non sono viste dagli altri che non le provano. Se per il protagonista l'allucinazione è causa di morte, l'invisibilità dei senzatetto altrettanto è causa di morte se nessuno li aiuta.
  • Stile: L'utilizzo della seconda persona è interessante, non avevo mai pensato fosse possibile scrivere un racconto in questo modo. La seconda persona permette al lettore di identificarsi con il protagonista che dunque entra nella storia e prova gli stessi sentimenti. Il tempo presente rende la scena "in diretta", e rende dunque il lettore ben presente in quel momento. Da una prima lettura non capivo tutti quei punti e accapo, poi ho compreso che essi hanno lo scopo di creare suspense e quando il lettore arriva alla fine della frase è costretto a fermarsi un po', riflettendo se necessario.
  • Giudizio finale: Il mio giudizio non è né positivo né negativo, pertanto è neutro: non mi sono mai piaciute storie permeate da negatività e ripugnanza, ma ci sono elementi che fanno riflettere.
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