Traccia di mezzanotte: Amputazione.
La parabola della fede
Padre Beniamino perse la fede una mattina, appena sveglio.
Rimase un mistero come ciò fosse avvenuto. Fatto sta che il padre si era coricato la sera prima, come tutte le sere, dopo la cena e le preghiere, con la fede intatta e al mattino questa non c'era più.
Ciò che lasciava perplesso il sacerdote è che non fu solo la vocazione a sparire. Quello lo avrebbe anche capito. In fondo non l'aveva mai sentita veramente. Veniva da una famiglia di proprietari terrieri, né ricca né povera. I genitori avevano spartito l'eredità tra i figli maggiori, preoccupandosi di sistemare tra doti e lasciti, solo i primi quattro. Per gli altri la strada era segnata: il sacerdozio per lui e il convento per sua sorella minore. Questo, oltre ad evitare grane con la spartizione dei beni, avrebbe assicurato un posticino in Paradiso ai genitori. Un figlio prete e una figlia suora erano un'ottima riserva di preghiere.
Beniamino non si era mai ribellato al suo destino. Aveva un'indole bonaria e remissiva e inoltre la prospettiva di un lavoro tranquillo e ben remunerato non gli dispiaceva.
Ma quella mattina non fu solo la vocazione, o quel minimo sindacale di senso del dovere che gli aveva fatto prendere i voti, a dileguarsi. Fu la stessa fede in Dio.
Padre Beniamino non ne aveva mai messo in dubbio l'esistenza. Dio era un'entità forse un po' lontana dalle preoccupazioni di tutti i giorni, ma la sua esistenza era scontata. Tanto quanto quella della Terra che gira intorno al Sole. Una di quelle cose a cui magari si pensa poco ma che ci sono e che, senza di esse, nulla avrebbe più motivo e modo di essere.
Scese dabbasso a fare colazione. Ida, la sua perpetua, era già sveglia, come al solito. Gli preparò una tazza di latte caldo con i biscotti. Mentre lo serviva gli disse, come tutti i giorni: "Buongiorno, padre Beniamino. Come sta? Ha dormito bene?"
Il prete non rispose subito. Preferì concentrarsi su come un biscotto si disfacesse immerso nel latte. Fosse successo questo alla mia fede, lo capirei, pensava. La materia del biscotto, la farina, lo zucchero e le uova, rese solide dalla cottura, si stanno annacquando a contatto con un ente diverso da sé. Ma alla mia fede cosa è successo? Non è stata a contatto con nulla di diverso dal solito.
Della materialità della sua fede non aveva alcun dubbio. Essa era solida più del biscotto. Era sempre esistita, dapprima che lui nascesse, e gli era stata trasmessa dai genitori come una granitica certezza. La Fede si era passata così di generazione in generazione, intatta. Senza che nulla di esterno potesse corromperla.
Beniamino sapeva dell'esistenza degli atei, naturalmente, mica era uno sprovveduto. Ma non aveva avuto contatti con tali individui, tanto meno la sera prima.
Ida, nel vederlo così taciturno, insistette a parlargli:
"Padre Beniamino, sta bene?"
Il prete la guardò un momento. Gli passò per la mente di dire qualcosa a Ida, ma cambiò idea quasi subito. Escluse che fosse una buona iniziativa confidarsi con lei.
"Bene, bene. Non si preoccupi".
Dopo colazione andò in bagno. Si lavò la faccia più volte. Si guardò allo specchio per vedere se nel suo viso pulito scorgesse una risposta al mistero, ma non vide nulla.
Cercò di distrarsi un poco. Dedicò la mattinata alle solite commissioni. Pranzò con lo stesso stato d'animo della colazione e al pomeriggio si dedicò al giardinaggio, un'attività che gli aveva sempre giovato allo spirito.
Quando fu il momento di coricarsi, decise di farlo e basta. Magari la fede, così come se n'era andata senza spiegazioni, sarebbe ritornata intatta l'indomani.
Il mattino seguente Beniamino si svegliò e, non appena aprì gli occhi e svanì la nebbia dell'incoscienza, si rese conto che la fede non era ricomparsa.
Passarono i giorni e decise che avrebbe affrontato la questione. Sarebbe andato dal monsignore e gliene avrebbe parlato.
Il monsignore non si scompose.
"È una cosa che può succedere, caro Beniamino", gli disse. "Non è la prima volta che accade, né sarà l'ultima".
"A lei è mai successo?" domandò.
"Anche a me è successo. Lo posso confessare. Ma poi la fede è tornata. Ho pregato e Dio mi ha concesso la grazia di credere ancora in lui".
"Il mio caso è diverso, monsignore. La fede mi è stata tolta come se mi avessero amputato un braccio. Non c'è più, semplicemente e non potrà mai tornare. Sento ancora la sensazione di averla, anche il dolore, ma non c'è più. Proprio come accade a chi ha perso un braccio o una gamba. Rimane la sensazione, forse, ma la materia è svanita".
"E come mai è sparita? Si è fatto un'idea a proposito?"
"Se credessi ancora, penserei che è stato il diavolo a togliermela. Penserei che il demonio è venuto di notte e me l'ha amputata".
"Il demonio... Potrebbe essere".
"Ma io non credo, monsignore. Né in Dio né nel diavolo".
"Devi pregare, Beniamino. L'unica soluzione è la preghiera".
Beniamino tornò a casa. Pregò, pregò tanto, come gli era stato detto. Ma la fede non tornava.
Passarono gli anni. Padre Beniamino continuò la sua vita di sempre. In fondo non era cambiata molto. Diceva la messa, preparava i sermoni per battesimi e funerali. Con o senza fede, la vita andava avanti. Non gli rimase che aspettare il momento estremo per capire se la fede sarebbe tornata. Si diceva che anche gli atei, prima del momento del trapasso, trovassero la fede. Quando fu il momento, c'era Ida accanto a lui, la compagna di tutta una vita a cui non si era mai confidato.
Le prese la mano e cercò i suoi occhi.
"Ida..." riuscì a dire. La fede, pensò. Provò a sentire se c'era. Ma non fece a tempo, il momento era già passato.
Re: [MI 163] La parabola della fede
3Un racconto molto interessante, scritto in modo impeccabile. Mi ha ricordato nello stile l'asciuttezza di certe favole, densissime nella loro semplicità. Concorre alla sensazione della favola l'atemporalità: ho pensato all'età medievale, permeata di Dio, ma l'accenno alla Terra che gira intorno al Sole lo impedisce. Non so se hai letto, di Miguel de Unamuno, San Manuel Bueno, martire: vi si narra di questo prete che perde la fede, ma non lo dice a nessuno e continua a fare tutto come prima. Un po' come don Beniamino.
Immagino, inoltre, che tu abbia anche voluto introdurre un dotto riferimento alla "notte oscura" di San Giovanni della Croce.
Insomma, la fede mi interessa sempre moltissimo come tema, seppur in absentia. Grazie, @ivalibri.
Immagino, inoltre, che tu abbia anche voluto introdurre un dotto riferimento alla "notte oscura" di San Giovanni della Croce.
Insomma, la fede mi interessa sempre moltissimo come tema, seppur in absentia. Grazie, @ivalibri.
Re: [MI 163] La parabola della fede
4ivalibri wrote: La parabola della fedeHo dimenticato di chiederti un'altra cosa che mi ha interessato molto, vale a dire l'accezione che hai dato al termine "parabola": escluso il significato evangelico, l'hai intesa genericamente come "novella", oppure vi è un riferimento al moto parabolico?
Di nuovo grazie, @ivalibri.
Re: [MI 163] La parabola della fede
5Ciao @Ippolita,
Intanto grazie per la tua attenta lettura e per i riferimenti letterari a cui hai accennato. Unamuno, in particolare, è un autore che amo molto.
Sono contenta che tu abbia colto l'intento favolistico del testo, era proprio quello che volevo far intendere.
Volevo sottolineare la natura quasi "paradossale" della fede. L'assenza di fede è in qualche modo una fede stessa. Non so spiegarlo bene, ma è come se i due opposti, quasi coincidessero.
Grazie ancora!
Intanto grazie per la tua attenta lettura e per i riferimenti letterari a cui hai accennato. Unamuno, in particolare, è un autore che amo molto.
Sono contenta che tu abbia colto l'intento favolistico del testo, era proprio quello che volevo far intendere.
Ippolita wrote: parabola": escluso il significato evangelico, l'hai intesa genericamente come "novella", oppure vi è un riferimento al moto parabolico?Ho proprio pensato al moto parabolico, esatto.
Volevo sottolineare la natura quasi "paradossale" della fede. L'assenza di fede è in qualche modo una fede stessa. Non so spiegarlo bene, ma è come se i due opposti, quasi coincidessero.
Grazie ancora!
Re: [MI 163] La parabola della fede
6ivalibri wrote: Volevo sottolineare la natura quasi "paradossale" della fede. L'assenza di fede è in qualche modo una fede stessa. Non so spiegarlo bene, ma è come se i due opposti, quasi coincidessero.Scusami se entro nel tuo commento anziché nel brano, per cominciare.
Il paradosso è supporre la fede come qualcosa che si possa perdere.
Se la si chiamava fede e poi la si perde, vuol dire che non la si possedeva.
Come un amore vero. Se finisce, tale non era.
Ciò non toglie che tu abbia scritto un bel pezzo. Brava, @ivalibri

Re: [MI 163] La parabola della fede
7Ciao @Poeta Zaza
Si potrebbe dibattere molto sulla natura della fede e sicuramente non ne ho le competenze. Posso però dire che io personalmente non la percepisco come qualcosa di così assoluto (e magari sbaglio, data anche la mia esperienza a proposito). Interessante infatti il paragone che fai con l'amore. Anche in quel caso non ho una percezione così netta. Per me l'amore, così come l'atto di credere, è quasi una lotta, una continua oscillazione (da lì il movimento di parabola del titolo).
Naturalmente rispetto la tua opinione, anzi, ti ringrazio per l'appunto che mi hai fatto. Occasione in più per riflettere...
Grazie per il passaggio e per il commento!
Poeta Zaza wrote: paradosso è supporre la fede come qualcosa che si possa perdere.Interessante questa tua osservazione.
Se la si chiamava fede e poi la si perde, vuol dire che non la si possedeva.
Si potrebbe dibattere molto sulla natura della fede e sicuramente non ne ho le competenze. Posso però dire che io personalmente non la percepisco come qualcosa di così assoluto (e magari sbaglio, data anche la mia esperienza a proposito). Interessante infatti il paragone che fai con l'amore. Anche in quel caso non ho una percezione così netta. Per me l'amore, così come l'atto di credere, è quasi una lotta, una continua oscillazione (da lì il movimento di parabola del titolo).
Naturalmente rispetto la tua opinione, anzi, ti ringrazio per l'appunto che mi hai fatto. Occasione in più per riflettere...
ivalibri wrote: a me è successo. Lo posso confessare. Ma poi la fede è tornata. Ho pregato e Dio mi ha concesso la grazia di credere ancora in lui".Scusa l'autocitazione, qui c'è un elemento di paradosso, ad esempio.
Grazie per il passaggio e per il commento!
Re: [MI 163] La parabola della fede
8@ivalibri
Cara Ivana,
non vorrei averti lasciato un'impressione di supponenza
e per questo preferisco precisare.
Nessuno ha la verità in tasca, ma ognuno ha le proprie convinzioni, giuste o sbagliate che siano. E che possono cambiare, nella vita, ci mancherebbe.
Per intanto, mi preme aggiungere questo, collegato al mio pensiero sulla fede che hai citato dianzi col tuo,.
Riguardo a quest'ultimo, sul "ritorno" della fede, chi ti dice che, invece di una ricomparsa, non sia stata l'unica ed effettiva grazia di Dio ad arrivare a te in un secondo tempo?
Ma questo è solo il mio modesto pensiero, a mio modo di vedere, insomma.
Che bello dibattere con naturalezza di questi argomenti, come amiche. Grazie, Ivana!

Cara Ivana,
non vorrei averti lasciato un'impressione di supponenza

Nessuno ha la verità in tasca, ma ognuno ha le proprie convinzioni, giuste o sbagliate che siano. E che possono cambiare, nella vita, ci mancherebbe.
Per intanto, mi preme aggiungere questo, collegato al mio pensiero sulla fede che hai citato dianzi col tuo,.
Riguardo a quest'ultimo, sul "ritorno" della fede, chi ti dice che, invece di una ricomparsa, non sia stata l'unica ed effettiva grazia di Dio ad arrivare a te in un secondo tempo?
Ma questo è solo il mio modesto pensiero, a mio modo di vedere, insomma.
Che bello dibattere con naturalezza di questi argomenti, come amiche. Grazie, Ivana!

Re: [MI 163] La parabola della fede
9@ivalibri ciao. Ma che bell'argomento che ne sta venendo fuori.. e pure tra donne..
Prima cosa di poco conto:
Alla fine del racconto ho pensato che era Ida la causa della perdita della fede... ma così non è stato, anche se quel nome pronunciato sul letto di morte potrebbe alludere. per un attimo mi hai fatto rivivere il tormento interiore del prete ( non ricordo il nome) di "Uccelli di rovo".
A riguardo della fede? io credo, anzi, ne sono certo, che la fede non è altro che la verità di quello che ci attende, e di cui una piccola parte riesce a uscire dal nostro senno, appunto, dov'è custodita per il tempo stabilito. la fede insomma, è l'anticamera della nuova vita che custodiamo a nostra insaputa... ciao cara...

Prima cosa di poco conto:
ivalibri wrote: Padre Beniamino perse la fede una mattina
ivalibri wrote: Fatto sta che il padre si era coricato la sera prima,aver usato la parola padre mi ha creato confusione in quanto leggendo parli dei genitori di Beniamino e quando parli di padre non si capisce a chi alludi.
Alla fine del racconto ho pensato che era Ida la causa della perdita della fede... ma così non è stato, anche se quel nome pronunciato sul letto di morte potrebbe alludere. per un attimo mi hai fatto rivivere il tormento interiore del prete ( non ricordo il nome) di "Uccelli di rovo".
A riguardo della fede? io credo, anzi, ne sono certo, che la fede non è altro che la verità di quello che ci attende, e di cui una piccola parte riesce a uscire dal nostro senno, appunto, dov'è custodita per il tempo stabilito. la fede insomma, è l'anticamera della nuova vita che custodiamo a nostra insaputa... ciao cara...

Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio
Re: [MI 163] La parabola della fede
10Cara @Poeta Zaza
Grazie per lo scambio di idee!
Ciao @bestseller2020
Grazie per il commento, Best!
Poeta Zaza wrote: Non vorrei averti lasciato un'impressione di supponenzaNo, no, affatto.
Poeta Zaza wrote: quest'ultimo, sul "ritorno" della fede, chi ti dice che, invece di una ricomparsa, non sia stata l'unica ed effettiva grazia di Dio ad arrivare a te in un secondo tempo?Vero anche questo!
Grazie per lo scambio di idee!
Ciao @bestseller2020
bestseller2020 wrote: parola padre mi ha creato confusione in quanto leggendo parli dei genitori di Beniamino e quando parliHai ragione. Avrei dovuto usare la parola prete al posto di padre.
bestseller2020 wrote: riguardo della fede? io credo, anzi, ne sono certo, che la fede non è altro che la verità di quello che ci attende, e di cui una piccola parte riesce a uscire dal nostro senno, appunto, dov'è custodita per il tempo stabilito. la fede insomma, è l'anticamera della nuova vita che custodiamo a nostra insaputa...Bellissima definizione!
Grazie per il commento, Best!
Re: [MI 163] La parabola della fede
11Nemmeno io ho una risposta sull'eternità o meno della fede. Forse è come certe amicizie che sembrano finite e poi, ad anni di distanza, rifioriscono, ma ci sono sempre state, non so. Di certo posso dire che il racconto di @ivalibri è scritto in modo impeccabile ed equilibrato, che ho trovato spunti interessanti di lettura (mai letto niente di Unamuno, mi informerò) e che la discussione che avete intavolato è molto stimolate. Non credo di avere altro da aggiungere per ora.
Ah, no, dimenticavo: @bestseller2020 , il nome è padre Ralph. ;-)
Ah, no, dimenticavo: @bestseller2020 , il nome è padre Ralph. ;-)
Tanto la notte capirà: http://www.argentovivoedizioni.it/scheda.aspx?k=capira
"Anna, non fare come quelle band che mi parlano del loro secondo disco quando devono ancora pubblicare il primo!" (cit.)
"Anna, non fare come quelle band che mi parlano del loro secondo disco quando devono ancora pubblicare il primo!" (cit.)
Re: [MI 163] La parabola della fede
12Ciao @ivalibri
Un bel racconto, Una novella un pò paradossale, ma mi è piaciuta e l'ho letta con interesse. Anche a me il tema religioso intriga parecchio.
La cosa che mi ha fatto pensare un pò è che Baniamino perde la fede così, come si perde un portafogli, e lui s'immagina che possa sparire al solo contatto con un ateo. Hai usato questo pensiero per comunicare qualcosa? Insomma, la fede non è così precaria e quando si perde il motivo dovrebbe essere noto a chi viene a mancare. Credo chela storia di Beniamino volesse insegnarci qualcosa, come un proverbio, o quelle storie che si raccontavano ai bambini per metterli in guardia sulle difficoltà della vita.
Ok, per me è un'ottima storia.
PS. ma non doveva esserci un arto zaccagnato per davvero? io l'ho messo all'inizio del racconto con la dovuta truculenza, potevo evitarlo? Mannaggietta.
Un bel racconto, Una novella un pò paradossale, ma mi è piaciuta e l'ho letta con interesse. Anche a me il tema religioso intriga parecchio.
La cosa che mi ha fatto pensare un pò è che Baniamino perde la fede così, come si perde un portafogli, e lui s'immagina che possa sparire al solo contatto con un ateo. Hai usato questo pensiero per comunicare qualcosa? Insomma, la fede non è così precaria e quando si perde il motivo dovrebbe essere noto a chi viene a mancare. Credo chela storia di Beniamino volesse insegnarci qualcosa, come un proverbio, o quelle storie che si raccontavano ai bambini per metterli in guardia sulle difficoltà della vita.
Ok, per me è un'ottima storia.
PS. ma non doveva esserci un arto zaccagnato per davvero? io l'ho messo all'inizio del racconto con la dovuta truculenza, potevo evitarlo? Mannaggietta.
Re: [MI 163] La parabola della fede
13Grazie @pale star
Per il commento e
A presto...
Grazie @Alba359
Ciao, alla prossima!
Per il commento e
pale star wrote: , dimenticavo: @bestseller2020 , il nome è padre Ralph. ;-)Giusto, padre Ralph!
A presto...
Grazie @Alba359
Alba359 wrote: Credo chela storia di Beniamino volesse insegnarci qualcosa, come un proverbio, o quelle storie che si raccontavano ai bambini per metterli in guardia sulle difficoltà della vita.Esattamente, come in una favola.
Alba359 wrote: non doveva esserci un arto zaccagnato per davvero? io l'ho messo all'inizio del racconto con la dovuta truculenza, potevo evitarlo?In una risposta che Almissima ha dato nel topic ufficiale c'era scritto che poteva essere anche un riferimento o un paragone... quindi sì, forse potevi evitarlo. Anche se secondo me è andata benissimo come hai fatto, visto che hai scritto un'ottimo racconto.
Ciao, alla prossima!
Re: [MI 163] La parabola della fede
14Ciao @ivalibri
Interessante questo racconto sulla fede, sulla sua perdita, anche se credo che padre Beniamino non l’abbia mai avuta. Mi pare di intuirlo dalla sua storia familiare, lui e sua sorella sono stati costretti dalla famiglia alla carriera religiosa, per motivi di spartizione ereditaria.
ivalibri wrote: Della materialità della sua fede non aveva alcun dubbio. Essa era solida più del biscotto. Era sempre esistita, dapprima che lui nascesse, e gli era stata trasmessa dai genitori come una granitica certezza. La Fede si era passata così di generazione in generazione, intatta. Senza che nulla di esterno potesse corromperla.
La fede credo sia impossibile tramandarla nelle generazioni, perché è una grazia. Si può nascere certamente in una famiglia molto religiosa, anche ai limiti della santità, è successo, seguire fin da bambini precetti, dettami e dogmi, finire anche di conseguenza per abbracciare la vita religiosa convinti di avere la fede, come Beniamino, ma la fede penso non sia acquisibile per educazione, studi, esempi di vita o per via ereditaria genetica, bensì per grazia divina imperscrutabile. È Dio che sceglie i suoi uomini deputati a servirlo.
Padre Beniamino è però consapevole di aver perso questa “granitica certezza”.
ivalibri wrote: Dio era un'entità forse un po' lontana dalle preoccupazioni di tutti i giorni, ma la sua esistenza era scontata. Tanto quanto quella della Terra che gira intorno al Sole. Una di quelle cose a cui magari si pensa poco ma che ci sono e che, senza di esse, nulla avrebbe più motivo e modo di essere.
Mi ha dato da pensare. Questa “granitica certezza” è tale da poco meno di 500 anni circa e ancora agli inizi del Novecento in USA dei giornali scrivevano come curiosità scandalosa che alcuni maestri insegnassero ai bambini che la Terra girasse intorno al sole, segno che c’erano ancora dubbi e penso sussistano ancora in minoranze che non credono alla narrativa e agli studi ufficiali, considerando che spesso i cattedratici non è detto che dicano sempre la verità e non è detto che gli si debba credere.
Io personalmente mi fido della Genesi.
Padre Beniamino va poi dal suo superiore per confidarsi e fa bene, doveva farlo, ma il monsignore non mi sembra molto più sicuro di lui, anche perché gli dice di affidarsi solo alla preghiera per ritrovare la fede. Ma a questo punto la preghiera appare come un rimedio sterile, non si può pregare se non si ha fede, non serve a niente. Beniamino può fare finta di pregare per i fedeli, quando dice la messa, ma non può fingere nei confronti di sé stesso; sarebbe stato più opportuno un periodo sabbatico o un ritiro in un monastero anche se credo che molti preti moderni impazzirebbero se conoscessero veramente la vita claustrale.
Alla fine ho trovato commovente che Beniamino cerchi di confidarsi con la sua perpetua, l’unica donna che gli sia rimasta al fianco per tutta la vita. L'unica certezza direi.
Una storia molto umana, devotamente umana e un po' solitaria; una grande illusione.
Mi è piaciuta.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
(Apocalisse di S. Giovanni)
Re: [MI 163] La parabola della fede
15Quando la fede viene imposta da qualcuno non mi stupisce che possa essere perduta, anzi, forse non era mai stata interiorizzata.
Racconto interessante @ivalibri, stimolante, che apre a molteplici riflessioni come ho letto sopra.
A presto
Racconto interessante @ivalibri, stimolante, che apre a molteplici riflessioni come ho letto sopra.
A presto
Re: [MI 163] La parabola della fede
16Mi é piaciuta molto l'interpretazione della traccia.
Scvegliarsi all'improvviso e rendersi conto che qualcosa manca, esattamente come se fosse stato eliminato con un taglio netto.
Racconto molto, molto bello e altrettratanto delicato.
Scvegliarsi all'improvviso e rendersi conto che qualcosa manca, esattamente come se fosse stato eliminato con un taglio netto.
Racconto molto, molto bello e altrettratanto delicato.