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Traccia di Mezzogiorno: Lei
Sulla litoranea vi è un gran movimento di mezzi meccanici. Le ruspe avanzano sull'arenile sotto gli occhi incuriositi di alcuni passanti. C'è chi appare soddisfatto quando il primo casotto di legno si accartoccia sotto il peso della pesante benna. “Era ora di finirla con questa sconcio in riva al mare, baracche per le vacanze di gente rozza e maleducata, che vanno a fare i bisogni in giro per gli arenili e tra gli stessi casotti”. Forse è una punta d'invidia quella che muove tali pensieri. D'altronde, con appena 300.000 lire di canone comunale si poteva avere la casa al mare. La mancanza di corrente elettrica e di acqua faceva della vita del casottista, una sorta di vita al naturale senza pretese, a contatto del mare notte e giorno, migliore di altre soluzioni come il campeggio. La stagione estiva iniziava già ad aprile e terminava a settembre inoltrato, quando le spiagge si spopolavano. Non mancavano le feste e i pranzi organizzati a ferragosto, con gli immancabili tornei di calcio a squadre. E la piccola Patrizia, detta Patty, era cresciuta dentro questa realtà. Diceva sempre che si era accorta di diventare grande quando le erano comparsi i primi peli sul pube, dato che girava nuda in spiaggia quando non c'era nessuno, nonostante la madre la sgridasse. Ma lei era già a quella età una ribelle e amante della natura. I momenti più belli erano quelli in cui poteva fare pipì in piedi di fronte al mare in piena libertà. I suoi genitori che avevano la concessione sul mare di Ostia, dopo l'acquisto di una vera casa al mare, l'avevano lasciato a lei, oramai maggiorenne e incline a portarsi appresso uno stuolo di amici chiassosi e bevitori di ogni sorta di liquido al limite dell'infiammabile.
Anche Patty, ora venticinquenne, osserva i casotti andare giù uno alla volta e pensa ai suoi cinque amici con cui si era data appuntamento sull'arenile per bloccare la demolizione, ma che data l'ora, mai arriveranno: “Traditori infami, fin quando c'è stato da divertirsi andava bene”.
Disillusione e delusione l'accompagnano, mentre girandosi di spalle si avvia per l'ultima volta verso il suo adorato casotto. Le sue zeppe affondano sulla sabbia resa scura dalla passata mareggiata di novembre del giorno prima. Patty ora si ritrova lì, di fronte a esso. Le pareti fatte a tavole orizzontali pitturate di bianco. Le finestrelle con le persiane colorate di un blu intenso.
Le scritte variopinte fatte a bomboletta spray dai suoi amici che rendono quella sorta di ritrovo per sbandati e non. E poi, la sua poltrona di pelle posta sul terrazzo coperto, buona per tutte le occasioni. Già! Patty ricorda ancora cosa tutto non ci ha fatto lì sopra.
Rassegnata, si è seduta su di essa: di fronte a lei il mare di questo 10 novembre 1970. “ Maledetto sindaco! Adesso che demolisci i nostri casotti ci potrai speculare dando in concessione l'arenile agli stabilimenti”.
Com'è foriera di pensieri la risacca di quelle onde che stanche, ma forti, s'infrangono sulla battigia, smuovendo l'animo e i ricordi di Patty sulla sua gioventù. Il fuoco che arde sulla spiaggia nelle sere d'estate, tutti gli amici a cantare dietro gli accordi della chitarra di Mario. Erano tutti amici di liceo, con cui condivideva la libertà, la spensieratezza, idee politiche, l'amore libero e tanta buona erba. Quella non mancò mai nel periodo in cui si era unito al gruppo anche due militari americani di stanza alla base navale, e i quali avevano a disposizione, attraverso i contatti di alcuni di loro in Vietnam, dell'hashish di ottima qualità.
Patty ripensa a quelle notti di musica al ritmo di “come on come on and take another little piece of my heart nov, baby.!”. Quanto si sentiva affascinata da Janis Joplin. Per questa passione si era iscritta a canto e appena era stata notata era finita per cantare i suoi pezzi nei pub romani accompagnata dal gruppo con cui collaborava. Aveva la stessa voce roca ma possente. La voglia di gridare ed esternare la rabbia che aveva dentro. Aveva la stessa ribellione a ogni forma di imposizione che provenisse dai governi. Era per l'amore libero, la sperimentazione di droghe, culture mistiche: per la Beat generation .
Anche lei era caduta in una vita sregolata e senza progetti: le voleva assomigliare in tutto. Aveva preso ad andare in giro a cantare con un gruppo di amici con cui divideva ricavi, stupefacenti e letto. Inutili le lacrime di sua madre: non erano servite a farla cambiare strada. Questa invece era cambiata il giorno in cui si era ritrovata senza voce durante una esibizione. Aveva cercato di sforzare la voce sino al punto di accusare un dolore acuto. Portata in ospedale il responso dei medici era stato implacabile: tumore alle corde vocali; la sua carriera era terminata lì. Non le era rimasto che sei mesi di terapia con cui si era ristabilita, ma che l'avevano costretta a lasciare il gruppo, riprendendo a frequentare gli amici di sempre. Ma la vita non era più come prima.
Già! A ottobre è morta di overdose la sua Janis Joplin e tale perdita la sta facendo riflettere. Lei non può gettare via la sua vita in quel modo. Intanto il rumore delle ruspe che si avvicinano la distoglie dai pensieri. Alcuni operai la invitano ad andare via. Patty si è sollevata per l'ultima volta dalla sua poltrona vista mare e si è allontanata quanto serve per assistere al crollo del suo casotto; la cui caduta rovinosa le appare come quella che è stata la sua vita. Ma nonostante il fallimento, il suo cuore lo ha spezzato per darlo a tante persone in condivisione: questo le ha insegnato Janis.
Voglio che tu ti smuova, smuova, smuova, smuova e lo prenda
Prendilo!
Prendi un altro piccolo pezzo del mio cuore, tesoro!
Oh, oh, rompilo!
Rompi un altro po' il mio cuore adesso, caro, sì, sì, sì
oh, oh, prendi!
Prendi un altro piccolo pezzo del mio cuore, tesoro
Lo sai, puoi averlo se ti fa sentire meglio.
Peace of my heart. Janis Joplin.
Re: [MI162] Vivere come Janis Joplin
2bestseller2020 wrote: Già! Patty ricorda ancora cosa tutto non ci ha fatto lì sopra.da sistemare.
Ma non ti devo fare altri appunti, caro @bestseller2020 , in questo tuo racconto sullo sfondo della Beat generation.

Che è bello e in traccia. Anzi, di Lei ce ne sono due!

Re: [MI162] Vivere come Janis Joplin
3ciao @Poeta Zaza e grazie del passaggio.
Poeta Zaza wrote: da sistemare.hai ragione... mi è scappato in seconda lettura... come mi è anche scappato di segnalare il proverbio a @paolasenzalai ( spero che basti)
Ma non ti devo fare altri appunti, caro @bestseller2020 , in questo tuo racconto sullo sfondo della Beat generation.![]()
Che è bello e in traccia. Anzi, di Lei ce ne sono due!
bestseller2020 wrote: fin quando c'è stato da divertirsi andava bene”. ( dovevo sistemarlo meglio anche questograzie a tutte voi...)
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio
Re: [MI162] Vivere come Janis Joplin
4Poeta Zaza wrote: Anzi, di Lei ce ne sono due!Volevo rimarcare una cosa bella, non una svista di scrittura, qui sopra, @bestseller2020
Re: [MI162] Vivere come Janis Joplin
5Complimenti Bestseller, davvero un bel racconto!
Mi é piaciuto molto il mood, come l'hai costruito e anche i due personaggi paralleli.
Complimenti!
Mi é piaciuto molto il mood, come l'hai costruito e anche i due personaggi paralleli.
Complimenti!
Re: [MI162] Vivere come Janis Joplin
6Un racconto e anche un atto d'amore, in un certo senso. Ma un racconto è anche un atto d'amore, in un certo senso
Mi sono piaciuti molto l'ambientazione groove, il ritmo quasi jazz, il ricordo di una vera e propria icona bruciata troppo rapidamente.
Bello e appagante il finale

Bello e appagante il finale
Re: [MI162] Vivere come Janis Joplin
7ciao @Poeta Zaza ma sì che l'ho capito 

Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio
Re: [MI162] Vivere come Janis Joplin
8@bestseller2020 ciao!
Mi spiace assai ma devo dire di aver trovato il racconto piatto, quasi asettico.
L'ho riletto più volte per cercare passaggi che trasmettessero l'emozione di "lei" ma non ne ho trovato traccia. Forse la parte:
In altre parti scrivi cosa sta provando la protagonista ma non mi arriva il vissuto del sentimento. Un po' come tutta la storia, in verità, che ribadisce temi già trattati senza che io ne percepisca alcun phatos.
Forse era proprio il tuo obiettivo, in realtà, ma, come dicevo, non mi ha convinto nell'insieme.
Anche perché ho trovato alcuni passaggi un po' gratuiti. Ne cito un paio.
Come sempre, tieni le parti del mio commento che ritieni utili (se ne trovi) e getta tutto il resto!
A rileggerti!
Mi spiace assai ma devo dire di aver trovato il racconto piatto, quasi asettico.
L'ho riletto più volte per cercare passaggi che trasmettessero l'emozione di "lei" ma non ne ho trovato traccia. Forse la parte:
bestseller2020 wrote: La voglia di gridare ed esternare la rabbia che aveva dentro. Aveva la stessa ribellione a ogni forma di imposizione che provenisse dai governi. Era per l'amore libero...ma mi suona di tremendamente già sentita, letta. Quasi abusata.
In altre parti scrivi cosa sta provando la protagonista ma non mi arriva il vissuto del sentimento. Un po' come tutta la storia, in verità, che ribadisce temi già trattati senza che io ne percepisca alcun phatos.
Forse era proprio il tuo obiettivo, in realtà, ma, come dicevo, non mi ha convinto nell'insieme.
Anche perché ho trovato alcuni passaggi un po' gratuiti. Ne cito un paio.
bestseller2020 wrote: Diceva sempre che si era accorta di diventare grande quando le erano comparsi i primi peli sul pube, dato che girava nuda in spiaggia quando non c'era nessunoMa quindi chi non va in giro nuda in spiaggia, non si accorge che compaiono i peli? O volevi alludere ad altro?
bestseller2020 wrote: I momenti più belli erano quelli in cui poteva fare pipì in piedi di fronte al mare in piena libertà.Però, che infanzia magra di felicità, se quelli erano i momenti più belli

Come sempre, tieni le parti del mio commento che ritieni utili (se ne trovi) e getta tutto il resto!
A rileggerti!
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Re: [MI162] Vivere come Janis Joplin
9ciao @L e grazie per il passaggio e le tue impressioni di cui non getterò via nulla.

L wrote: Forse era proprio il tuo obiettivo, in realtà, ma, come dicevo, non mi ha convinto nell'insieme.proprio così: cosa c'è di più asettico nel trarre il resoconto di un certo tipo di vita?

Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio
Re: [MI162] Vivere come Janis Joplin
10Ciao @bestseller2020
Ecco-MI!
l'inizio mi ha preso, poi l'attenzione è calata un po' nella parte centrale, a causa di qualche spiegone di troppo e frasi contorte, ma del resto il MI non lascia scampo, sicuramente con più tempo a disposizione avresti revisionato e corretto.
Mi è piaciuto. Hai costruito attorno al personaggio anni '70 della foto una storia che, pur non essendo originale, hai reso in modo non banale (scusa la rima).
A rileggerti!
Ecco-MI!

l'inizio mi ha preso, poi l'attenzione è calata un po' nella parte centrale, a causa di qualche spiegone di troppo e frasi contorte, ma del resto il MI non lascia scampo, sicuramente con più tempo a disposizione avresti revisionato e corretto.
Mi è piaciuto. Hai costruito attorno al personaggio anni '70 della foto una storia che, pur non essendo originale, hai reso in modo non banale (scusa la rima).
A rileggerti!
Già.
Re: [MI162] Vivere come Janis Joplin
11Eccomi socio @bestseller2020 !
Povera Patty, che storia triste la sua. Triste ma realistrica, la voce poi è uno strumento così delicato che può bastare un attimo per rovinarsela, anche senza malattie.
Comunque, la cosa che mi ha colpito di più è stata proprio la malinconia generale, che fa da filo conduttore a suon di rimpianti, ricordi del passato e un futuro che sembra non avere sbocchi. In questo, secondo me, hai centrato in pieno uno degli aspetti della scrittura della Beat Generation, di Kerouac in particolare, che nella stessa pagina era capace di passare dall'euforia alla disperazione anche più di una volta. Ho ritrovato più lo spirito da beatnik in questo che nella voglia di libertà, che alla fine è un sentimento che unisce tanti di noi indipendentemente dalla summer of love e da quei decenni.
Lo sviluppo della traccia mi è sembrato originale, anche per il collegamento fra la canzone citata alla fine e il modo in cui la protagonista ha vissuto la canzone su di sè. Mi viene da augurarle che qualche amico alla fine si faccia vedere, perchè una persona che dà così tanto si meriterebbe molto di più.
Povera Patty, che storia triste la sua. Triste ma realistrica, la voce poi è uno strumento così delicato che può bastare un attimo per rovinarsela, anche senza malattie.
Comunque, la cosa che mi ha colpito di più è stata proprio la malinconia generale, che fa da filo conduttore a suon di rimpianti, ricordi del passato e un futuro che sembra non avere sbocchi. In questo, secondo me, hai centrato in pieno uno degli aspetti della scrittura della Beat Generation, di Kerouac in particolare, che nella stessa pagina era capace di passare dall'euforia alla disperazione anche più di una volta. Ho ritrovato più lo spirito da beatnik in questo che nella voglia di libertà, che alla fine è un sentimento che unisce tanti di noi indipendentemente dalla summer of love e da quei decenni.
Lo sviluppo della traccia mi è sembrato originale, anche per il collegamento fra la canzone citata alla fine e il modo in cui la protagonista ha vissuto la canzone su di sè. Mi viene da augurarle che qualche amico alla fine si faccia vedere, perchè una persona che dà così tanto si meriterebbe molto di più.
Tanto la notte capirà: http://www.argentovivoedizioni.it/scheda.aspx?k=capira
"Anna, non fare come quelle band che mi parlano del loro secondo disco quando devono ancora pubblicare il primo!" (cit.)
"Anna, non fare come quelle band che mi parlano del loro secondo disco quando devono ancora pubblicare il primo!" (cit.)
Re: [MI162] Vivere come Janis Joplin
12@bestseller2020
grazie per aver scelto la mia traccia, anche se mi pare di aver capito che quello non sia affatto il tuo mondo preferito
Non fa niente, l'importante è che tu ne abbia scritto.
L'idea a me piace, mi piace questa lei ribelle anche se è un po' troppo triste per i miei gusti. E poi:
Non ci credo che una così non abbia progetti. Ne ha, ha sogni è che poi si scontrano con la realtà e allora o sei fuorissimo o ti adegui e vivi sul filo. Ma... scusa, questa sarebbe la mia Lei, non la tua.
Grazie ancora Best e alla prossima.
grazie per aver scelto la mia traccia, anche se mi pare di aver capito che quello non sia affatto il tuo mondo preferito

Non fa niente, l'importante è che tu ne abbia scritto.
L'idea a me piace, mi piace questa lei ribelle anche se è un po' troppo triste per i miei gusti. E poi:
bestseller2020 wrote: anche lei era caduta in una vita sregolata e senza progetti:Mi oppongo! Minimo minimo il suo progetto era quello di cambiare il mondo.

Non ci credo che una così non abbia progetti. Ne ha, ha sogni è che poi si scontrano con la realtà e allora o sei fuorissimo o ti adegui e vivi sul filo. Ma... scusa, questa sarebbe la mia Lei, non la tua.
Grazie ancora Best e alla prossima.

Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.
Re: [MI162] Vivere come Janis Joplin
13@paolasenzalai ciao... hai ragione sul fatto che avesse dei progetti... ma io da vecchio bacucco ho ragionato in sintonia del comune pensare
grazie e ciao...
@pale star ciao socia e grazie anche a te e a @Ilaris


grazie e ciao...
@pale star ciao socia e grazie anche a te e a @Ilaris

Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio
Re: [MI162] Vivere come Janis Joplin
14La traccia chiedeva di narrare la donna della foto e tu lo hai fatto con cura, presentando inoltre, in parallelo, un'altra "lei" indimenticabile. Suggestiva l'atmosfera dei casotti in riva al mare e dell'infanzia libera della bambina, e ben resi i sentimenti di rabbia e nostalgia di Patty ormai adulta.
Nonostante la presenza in controluce della Joplin e l'irruenza di Patty, il racconto ha un tono di fondo di pacato disincanto, quasi a voler rappresentare come la malattia e la morte spengano ogni entusiasmo.
Ciao e grazie, @bestseller2020 .
bestseller2020 wrote: Sun Feb 06, 2022 7:33 pmmancanza di corrente elettrica e di acqua faceva della vita del casottista, una sorta di vita al naturale senza preteseNo virgola dopo "casottista".
bestseller2020 wrote: Sun Feb 06, 2022 7:33 pmI suoi genitori che avevano la concessione sul mare di Ostia, dopo l'acquisto di una vera casa al mare, l'avevano lasciato a leiQui andrebbe aggiunta una virgola dopo "genitori", per aprire l'inciso; espliciterei inoltre, più avanti, l'oggetto, vale a dire il "casotto", troppo lontano per essere immediatamente percepito: "dopo l'acquisto di una casa al mare avevano lasciato a lei il casotto".
bestseller2020 wrote: Sun Feb 06, 2022 7:33 pmPatty ricorda ancora cosa tutto non ci ha fatto lì sopra.Va eliminato il termine "tutto".
bestseller2020 wrote: Sun Feb 06, 2022 7:33 pmmai nel periodo in cui si era unito al gruppo anche due militari americani"si erano uniti".
Nonostante la presenza in controluce della Joplin e l'irruenza di Patty, il racconto ha un tono di fondo di pacato disincanto, quasi a voler rappresentare come la malattia e la morte spengano ogni entusiasmo.
Ciao e grazie, @bestseller2020 .
Re: [MI162] Vivere come Janis Joplin
15@Ippolita ciao.. ecco una bella correzione con i fiocchi.... meno male che non mi costano niente perché diversamente mi dovrei vendere la casa per pagarle... a fare l'ultima lettura non mi va mai bene; sono troppo frettoloso! grazie e dolce come sempre
grazie del passaggio..

Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio
Re: [MI162] Vivere come Janis Joplin
16Ciao @bestseller2020
Sono cresciuto con in casa un sosia di Janis Joplin, mia sorella maggiore la adorava in tutto. Apprezzo molto la tua idea. Il racconto scorre bene, senza grossi slanci e con una sottile vena amara. Mi è piaciuto nella sua semplicità.
Però il tumore alle corde vocali per una ragazza così giovane...mi è sembrata una leggerissima forzatura.
I giovani d'oggi che cercano d'imitare quel periodo con gli smartphone in mano mi sembrano così ridicoli.
Leggendo il tuo racconto mi ha ricordato il raduno di parco Lambro a Milano del 1976, che ho visto in un video. (però conosco chi ci è stato)
Ciao
bestseller2020 wrote: I momenti più belli erano quelli in cui poteva fare pipì in piedi di fronte al mare in piena libertà.Lo trovo bellissimo! Pensavo lo facessero solo gli uomini.
Sono cresciuto con in casa un sosia di Janis Joplin, mia sorella maggiore la adorava in tutto. Apprezzo molto la tua idea. Il racconto scorre bene, senza grossi slanci e con una sottile vena amara. Mi è piaciuto nella sua semplicità.
Però il tumore alle corde vocali per una ragazza così giovane...mi è sembrata una leggerissima forzatura.
I giovani d'oggi che cercano d'imitare quel periodo con gli smartphone in mano mi sembrano così ridicoli.
Leggendo il tuo racconto mi ha ricordato il raduno di parco Lambro a Milano del 1976, che ho visto in un video. (però conosco chi ci è stato)
Ciao
Re: [MI162] Vivere come Janis Joplin
17@Kasimiro ciao e grazie del passaggio e del gradito commento..
Qualcosa ci dobbiamo inventare caro amico...
grazie ancora @Kasimiro

Kasimiro wrote: Però il tumore alle corde vocali per una ragazza così giovane...mipresumo che il tumore fosse la conseguenza di fumo e droghe... comunque la voce roca poteva essere un segnale di malattia...
Qualcosa ci dobbiamo inventare caro amico...

grazie ancora @Kasimiro
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio
Re: [MI162] Vivere come Janis Joplin
18Ciao @bestseller2020
Ho apprezzato molto le descrizioni di questa vita libera, del personaggio, mi è piaciuta l'ambientazione.
Ero ragazzino all'epoca e pure dove abitavo veniva la risacca di quella mentalità, vedevo qualche cambiamento, sentivo qualche idea e sin da allora convenni con me stesso che quel mondo nuovo al quale si auspicava non era il mio mondo, non lo volevo, non lo desideravo. Avevo un grande rispetto e fiducia nell'autorità costituita, nella religione, nella morale e bla bla bla ma per me non era bla bla bla e anche se con gli anni ho cambiato moltissimo le mie idee, ora posso dire che non avrei combattuto per quel nuovo mondo. Coloro che ci hanno creduto e che oggi sono anzianotti spero che guardandosi intorno si rendano conto che razza di mondo hanno contribuito a creare. Ci stanno bene? Penso che ci stanno bene. Il problema è che vogliono farci stare, con le buone o con le cattive, anche chi non ne vuole sapere. Ecco vedi, questo è per me un motivo per combattere.
Ciao o frà...
Ho apprezzato molto le descrizioni di questa vita libera, del personaggio, mi è piaciuta l'ambientazione.
Ero ragazzino all'epoca e pure dove abitavo veniva la risacca di quella mentalità, vedevo qualche cambiamento, sentivo qualche idea e sin da allora convenni con me stesso che quel mondo nuovo al quale si auspicava non era il mio mondo, non lo volevo, non lo desideravo. Avevo un grande rispetto e fiducia nell'autorità costituita, nella religione, nella morale e bla bla bla ma per me non era bla bla bla e anche se con gli anni ho cambiato moltissimo le mie idee, ora posso dire che non avrei combattuto per quel nuovo mondo. Coloro che ci hanno creduto e che oggi sono anzianotti spero che guardandosi intorno si rendano conto che razza di mondo hanno contribuito a creare. Ci stanno bene? Penso che ci stanno bene. Il problema è che vogliono farci stare, con le buone o con le cattive, anche chi non ne vuole sapere. Ecco vedi, questo è per me un motivo per combattere.
Ciao o frà...

Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
(Apocalisse di S. Giovanni)
Re: [MI162] Vivere come Janis Joplin
19@Alberto Tosciri ciao e grazie del passaggio... però un po di sano e moderato 68 ci vorrebbe nuovamente in Italia... 

Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio
Re: [MI162] Vivere come Janis Joplin
20bestseller2020 wrote: però un po di sano e moderato 68 ci vorrebbe nuovamente in Italia...Sarebbe lunga da discutere... Io non posso essere con il 68, anche se avevo solo 10 anni all'epoca e gli effetti li ho visti dopo... che bel mondo che hanno creato. E continuano, con la felicità di quasi tutti.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
(Apocalisse di S. Giovanni)