[CN2021/R] Canto di Natale

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Traccia 2



Nella nebbia cammino.
Avanzo perso in una coltre così spessa, così densa, che solo i piedi sanno trovare il senso del terreno. Tutto il resto è lattiginosa assenza.
Non mi chiedo nemmeno più da quanto tempo sto vagando qui fuori.
L’umido gelo è divenuto brina sui miei vestiti, i muscoli del viso sono irrigiditi. Il fiato è così freddo che neppure condensa.
Non ho una meta. Non più.
E se pure riuscissi a crearmene una, perso in questa nebbia così assoluta, così perfetta, non troverei la via.
Eppure, avanzo.
Gli occhi non trovano appigli nella bianca barriera e con essi la mente. Scivola verso pensieri incoerenti. Scivola come una lacrima lungo il viso. Come la stilla calda che dall’occhio mi riga la guancia. Scende, indugia, poi si ferma. E si perde con le mille altre gocce di questa nebbia.
La mente scivola e perde memoria del perché io sia qui fuori.
O lo farebbe, se le dita intirizzite non stringessero la carta. Liscia e talmente pesante d’avermi trascinato qui.
Questa lettera d’inchiostro infantile che una mano sconosciuta mi ha porto.

Dalla finestra osservavo il mondo a mani in tasca. Il pomeriggio ancora terso. Le persone passare con gran da fare. Con l’utile sensazione d’essere utili.
Un tempo anch’io.
È squillato il campanello.
Un poco. Timido.
Caro Babbo Natale,
Che lo so che sei tu e sono una bambina fortunata a vivere vicino a Babbo Natale. Ma forse non mi conosci anche se tu sicuramente conosci tutti i bambini.
Sua figlia l’ha infilata nella mia buca, dice l’uomo alla porta. Con il suo ventre gonfio e la barba sudiciamente bianca.
Afferma d’essere un vicino.
Mi passa il foglio e mi lascia lì, sull’uscio aperto e sull’orlo della lettera.
Che leggo. Con la verità dietro cui non posso più nascondermi.
Poi ho fatto solo un passo, e sono stato in strada.
Un altro e la nebbia era con me.
E da allora vago.

I denti battono inarrestabili, mentre da qualche parte il sole s’abbassa e s’ingrigisce il bianco.
Sotto le suole terreno sconnesso dei campi.
Mi fermo e il silenzio è assoluto. Nemmeno il rumore di un pensiero.
No, un suono c’è.
Un ritmato scattare metallico che non sentivo da tanto, tanto tempo.
Mi volto nella sua direzione. Un passo e trovo una stanza. Piccola. Ingombra di pezze, stoffe, ritagli.
E le spalle di mia nonna, curva sullo sferragliare della macchina da cucire.
È come era allora.
Non come sul letto dell’ospedale, quando, piegato sul suo guscio incosciente, le ho sussurrato che era il mio compleanno. Che il regalo sarebbe stato il suo risveglio o il suo trovare la pace; che avrei capito in ogni caso.
Ma da allora non riesco più a festeggiare, nonna, le dico.
Lei ferma la macchina e si volta verso di me. Il volto olivastro, gli occhiali spessi e il contorno canuto dei capelli. Nel suo sguardo quell’adorazione assoluta, quell’amore immotivato che nessun altro mi ha mai donato.
Sorride. Non dice nulla.
Accanto a lei lo sgabello da cui la osservavo, bambino. Come allora mi seggo e, come spesso, la sua mano m’accarezza il viso. È calda di conforto.
La trattengo per godere quanto più di quel gesto dimenticato.
Io mi impegno sempre a fare la brava e mi lavo i denti tutte le sere anche se non mi va e faccio tutti i compiti e solo qualche volta quando c’è il minestrone allora dico che ho il maldipancia per non mangiarlo. Ma poi se ci mettono il formaggino lo mangio piano piano.
Però prometto che sono una bambina buona.
È buona davvero, dico, lei è una bimba… Mi fermo. Per un attimo la nebbia s’intrufola tra di noi, velando le forme della stanza, ma la dissipo con parole vere. Perché non si tratta di mia figlia, qui. Non di Aurora. No, si tratta di me.
Non meritavo la tua fiducia, nonna. Vedi? Ingrigisco anch’io, adesso. E ho fallito.
Non ho più un lavoro da quasi due anni e mi sono illuso che ce l’avrei fatta, che sarei ripartito. Finora.
Adesso so che le mura dell’indifferenza sono invalicabili come quelle di Gerico. E il settimo giorno non c’è stato alcun miracolo, per me.
Non conto nulla per chi potrebbe darmi un lavoro.
Ho tradito la fiducia della mia famiglia, nonna. Sono solamente un peso per loro.
Di nuovo la sua immagine sbiadisce. Sono le mie lacrime, ora, non la nebbia.
Le poso il capo sul grembo. Tienimi qui con te, ti supplico.
Ma il sole è ormai scomparso e le dita dell’oscurità strappano i contorni delle cose, lasciandomi di nuovo solo, oltre il mio passato.
Senza sapere dove andare, nel buio assoluto che mi circonda.

Avanzo nella claustrofobica notte.
Non so quanto tempo ci voglia, prima che una piccola, tenue, luce mi regali la direzione.
Un passo verso di essa, e sono accanto a un’auto color crema.
I vetri appannati. Il motore acceso e un’ovattata musica al suo interno. Mi brucia il cuore. Riconosco questa vecchia, scomoda macchina.
È stata la nostra fuga, la nostra alcova.
Apro lo sportello e sono dentro. I sedili reclinati come tante sere. Nel calore dell’abitacolo, le candide curve di mia moglie mi attendono nude.
Non le ossute forme di noi ragazzi, ma la matura sensualità d’oggi.
È il presente in cui la amo. Ora come allora.
Mi aspetta per accogliermi, impudica. Ma trattengo l’impulso di sfiorarle il seno.
Ci sono tante cose che vorrei per Natale, però io sono solo una bambina e sono sicura che tu conosci tantissimi regali che io nemmeno mi immagino. Allora per Natale vorrei una sorpresissimissima di quelle che mi lasciano a bocca aperta. Tanto tu hai i poteri magici di Babbo Natale.
Mi dispiace amore. Non posso darti nemmeno il regalo per nostra figlia. Non posso comprarti un vestito nuovo. Nemmeno portarti fuori a cena. Darti un futuro.
Sono crollato, amore, sputato via dal mondo che volevo conquistare. E sto trascinando voi giù con me.
Non vi meritate questo. Non lo meriti tu.
Lei si mette seduta e con un dito mi sfiora le labbra.
Ancora una volta mi chiedo cosa l’abbia spinta a legarsi a me. Anche adesso. Anche ora che sono uno scarto.
Guardo i suoi occhi profondi. Il riflesso di trent’anni sognati assieme.
Il mio significato sarà nel non esserci più, amore. Lasciarti libera di me.
Non in un futuro, non un domani, ma oggi. Adesso.
Liberare te e Aurora della mia inutilità.
Ti amo, sussurro, e sono fuori dall’auto.

Adesso la campagna è così oscura che non capisco nemmeno se vi sia ancora la nebbia.
Non vedo nulla. E non importa.
Ho talmente freddo che non sento più le mani. Talmente che quando mi siedo, le ginocchia quasi non si piegano. Talmente che, supino, il terreno mi sembra caldo.
Tengo lo sguardo dritto sul nulla.
Penso che a morire congelati nel sonno non si provi dolore.
Va bene così.
Tolgo il disturbo.
Vorrei che ci fossero i due soldati con il fucile a guidarmi (1),  ma alla fine si muore soli.
Non compare nemmeno il fantasma del futuro. Ho una tale paura del domani che non riesce a prendere alcuna sembianza.
Ho nostalgia di speranza e felicità.
Prometto che poi mi impegnerò a mangiare sempre tutto il minestrone.
Davvero ho creduto che bastasse impegnarsi. Essere onesti. Buoni. Che alla fine i conti sarebbero tornati. Una sorta di equilibrio della vita dove ogni bene è ripagato.
Ora so che era illusione.
Nessuno ti ripaga. È solo menzogna.
Abbasso le palpebre, rigide di gelo. E stringo la lettera.

La stringo e non muoio, Aurora mi desta.
Salta sul letto, illuminata dall’idea della sorpresissimissima.
Mi siedo sul bordo. Dalla finestra solo il bianco della nebbia.
Accanto litigano già.
Mia moglie resta sul fianco, di schiena, nel suo terzo di letto. Finge di dormire.
Accendo la stufetta, poi guardo Aurora, che all’angolo della stanza ora salta giuliva.
Accanto all’alberello, la sagoma incartata d’una bicicletta.
La guardo incredulo.
Quasi non bado alla mia piccolina che mi spiega d’averlo visto. D’aver spiato il vicino portare il regalo, vestito di rosso e con il sorriso bonario.
Penso all’uomo dal ventre gonfio e la barba sudicia. Penso alla notte. Al mio disperato presente.
Forse questo è il regalo che la mia mente si fa in punto di morte.
Aurora mi porge una busta con il mio nome.
Dice che viene da lui.
Dentro, solo un cartoncino con una breve frase su ogni lato:
La realtà è illusione.
e
Buon Natale.


(1) Haruki Murakami: Kafka sulla spiaggia
Chi ha ucciso Vania Bennett https://amzn.eu/d/87cxhrQ

Re: [CN2021/R] Canto di Natale

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ciao @L'illusoillusore ... felice di ritrovarti...

A sangue freddo mi verrebbe da dire che questo racconto è l'apoteosi dello sconforto... ma a leggere bene tra le pieghe criptate devo fermarmi e arrendermi...




Nella nebbia cammino.
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Frase che apre già carica di tensione. Penso che la scelta di far esternare lo stesso protagonista questa lunga camminata sulla neve sia stata dettata dalla tua idea di farne un racconto sullo stato d'animo e niente più.
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Avanzo perso in una coltre così spessa, così densa, che solo i piedi sanno trovare il senso del terreno. Tutto il resto è lattiginosa assenza.
Non mi chiedo nemmeno più da quanto tempo sto vagando qui fuori.
L’umido gelo è divenuto brina sui miei vestiti, i muscoli del viso sono irrigiditi. Il fiato è così freddo che neppure condensa.
Non ho una meta. Non più.
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questo elencare tutte le fasi di questa gelida camminata  appare  a questo punto quasi una via crucis: solitudine-amarezza- di un uomo allo sbando.
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E se pure riuscissi a crearmene una, perso in questa nebbia così assoluta, così perfetta, non troverei la via.
Eppure, avanzo.
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insomma, calchi proprio la mano sullo stato d'animo di quest'uomo... 
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Questa lettera d’inchiostro infantile che una mano sconosciuta mi ha porto.
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sinceramente mi sono perso: 
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Dalla finestra osservavo il mondo a mani in tasca. Il pomeriggio ancora terso. Le persone passare con gran da fare. Con l’utile sensazione d’essere utili.
Un tempo anch’io.
È squillato il campanello.
Un poco. Timido.
Caro Babbo Natale,
Che lo so che sei tu e sono una bambina fortunata a vivere vicino a Babbo Natale. Ma forse non mi conosci anche se tu sicuramente conosci tutti i bambini.
Sua figlia l’ha infilata nella mia buca, dice l’uomo alla porta. Con il suo ventre gonfio e la barba sudiciamente bianca.
Afferma d’essere un vicino.
Mi passa il foglio e mi lascia lì, sull’uscio aperto e sull’orlo della lettera.
Che leggo. Con la verità dietro cui non posso più nascondermi.
Poi ho fatto solo un passo, e sono stato in strada.
Un altro e la nebbia era con me.
E da allora vago.
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mi sento perso come il tuo personaggio al freddo e in balia di una illusione...
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Accanto a lei lo sgabello da cui la osservavo, bambino. Come allora mi seggo e, come spesso, la sua mano m’accarezza il viso. È calda di conforto.
La trattengo per godere quanto più di quel gesto dimenticato.
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pensieri, ricordi struggenti, passato e presente in conflitto, allucinazioni e l'eco di momenti felici, felicità e tristezza che si scontrano... mamma mia che connubio di sensazioni difficili persino da scindere e mettere in ordine..
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Io mi impegno sempre a fare la brava e mi lavo i denti tutte le sere anche se non mi va e faccio tutti i compiti e solo qualche volta quando c’è il minestrone allora dico che ho il maldipancia per non mangiarlo. Ma poi se ci mettono il formaggino lo mangio piano piano.
Però prometto che sono una bambina buona.
È buona davvero, dico, lei è una bimba… Mi fermo. Per un attimo la nebbia s’intrufola tra di noi, velando le forme della stanza, ma la dissipo con parole vere. Perché non si tratta di mia figlia, qui. Non di Aurora. No, si tratta di me.
Non meritavo la tua fiducia, nonna. Vedi? Ingrigisco anch’io, adesso. E ho fallito.
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non riesco a entrare nel dialogo tra lui, il vicino, un ipotetico Babbo Natale. Come se fossero tutti nascosti e giocassero a creare questa sorta di cortina di ferro, o di nebbia, se preferisci.
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Non ho più un lavoro da quasi due anni e mi sono illuso che ce l’avrei fatta, che sarei ripartito. Finora.
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mmmmhhhh!!!!!!!!! questo compatimento non mi piace... questo piangersi addosso stona con questa misteriosa rappresentazione di una gelida vigilia di Natale...
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La stringo e non muoio, Aurora mi desta.
Salta sul letto, illuminata dall’idea della sorpresissimissima.
Mi siedo sul bordo. Dalla finestra solo il bianco della nebbia.
Accanto litigano già.
Mia moglie resta sul fianco, di schiena, nel suo terzo di letto. Finge di dormire.
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a questo punto pare di capire che lui sognasse... ma tutto questa disperata rappresentazione del suo stato d'animo all'interno di un sogno? domanda!!!
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Dice che viene da lui.
Dentro, solo un cartoncino con una breve frase su ogni lato:
La realtà è illusione.
e
Buon Natale.

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sicuramente la chiave di lettura la si coglie con la indicazione con cui indirizzi alla soluzione... mi spiace, ma io non la conosco e andrò volentieri a guardarla. Però come lettore mi chiedi di informarmi a priori di una tua idea che nasce da questa citazione ( o se è un dipinto... non so!) quando la chiave di lettura dovrebbe essere nelle mani da subito nel lettore... perché si rischia di rendere veramente difficile la comprensione del testo.. magari sono io che non riesco a fare di questa lettura una ricerca profonda in quello che hai voluto manifestare, ma che comunque colgo con tanta potenza, ma però allo stato brado, in quella prateria di troppi e conflittuali sentimenti... miiiii!!!!!! che complicato che sono in questo commento  :P però te la sei cercata... chiudo nel farti i più sinceri apprezzamenti per l'impegno che hai manifestato, oltre per la bella scrittura... ciao a presto
L wrote: Mon Jan 03, 2022 4:53 pm) Haruki Murakami: Kafka sulla spiaggia
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [CN2021/R] Canto di Natale

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Non mi aspettavo un racconto così triste ispirato alla tracccia n 2
il protagonista riceve la lettera che aurora ha scritto al vicino, dal vicino stesso che ha ricevuto la letterina di Aurora.

È chiaro che quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Da lì nasce un flusso di coscienza: lui, da bambino, vicino a sua nonna vive la stessa povertà. Si rivede piccolo e l'immagine gli rimanda quella di sua figlia.  Dici che non muore, ma come fa a tornare a casa? Come fa a vedere Auroa e la bici che il vicino le ha regalato? Non è subito molto chiaro ma…
Magari si è alzato ha fatto la strada a ritroso e si è messo a letto. Oppure quel cartoncino gli ha fatto vivere una realtà che non è accaduta, Come nel film La vita è una cosa meravigliosa, sì, io preferisco questa opzione, è Natale via! bisogna credere nei sogni. Magari quella notte un campanellino ha emesso le sue note e un angelo si è guadagnato le ali.
Che bella storia, Scritta molto bene, soprattutto le sensazioni della nebbia e del freddo, delle ginocchia che non si piegano.
Un buon lavoro, @Loscrittoreincolore  alla prossima

Re: [CN2021/R] Canto di Natale

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@bestseller2020 ciao! wrote: Mon Jan 03, 2022 6:59 pm@bestseller2020 ciao!
Non mi funziona il comando per citare le tue frasi, per cui vado di copia e incolla.
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Nella nebbia cammino.

Frase che apre già carica di tensione. Penso che la scelta di far esternare lo stesso protagonista questa lunga camminata sulla neve sia stata dettata dalla tua idea di farne un racconto sullo stato d'animo e niente più.

Sì, non è un racconto compiuto in senso tradizionale, ma un accumularsi di visioni, umori ed emozioni in chiave onirica. Volevo toccare la pancia, non la mente.

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Avanzo perso in una coltre così spessa, così densa, che solo i piedi sanno trovare il senso del terreno. Tutto il resto è lattiginosa assenza.
Non mi chiedo nemmeno più da quanto tempo sto vagando qui fuori.
L’umido gelo è divenuto brina sui miei vestiti, i muscoli del viso sono irrigiditi. Il fiato è così freddo che neppure condensa.
Non ho una meta. Non più.

questo elencare tutte le fasi di questa gelida camminata  appare  a questo punto quasi una via crucis: solitudine-amarezza- di un uomo allo sbando.

In effetti è il senso di vuoto che volevo trasmettere!

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non riesco a entrare nel dialogo tra lui, il vicino, un ipotetico Babbo Natale. Come se fossero tutti nascosti e giocassero a creare questa sorta di cortina di ferro, o di nebbia, se preferisci.

Sì, lo capisco, ho fatto anche apposta a non mettere alcun segno di dialogo (virgolette o trattino che sia) proprio per rendere indistinti dialoghi e pensieri. Come un flusso di coscienza ininterrotto e, in quanto tale, di difficile schematizzazione

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Non ho più un lavoro da quasi due anni e mi sono illuso che ce l’avrei fatta, che sarei ripartito. Finora.

mmmmhhhh!!!!!!!!! questo compatimento non mi piace... questo piangersi addosso stona con questa misteriosa rappresentazione di una gelida vigilia di Natale...

Diciamo solo che collaboro con un'associazione che supporta persone tra i 50 e i 60 espulse dal mondo del lavoro e che avrebbero invece bisogno di lavorare: questo racconto è dedicato alle loro sofferenze, nascoste e ignorate da una Società che tanto si riempie la blocca di parole come Diversity e Inclusione (ne avrei da raccontare, credimi!) e scarta senza pietà persone competenti e capaci

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a questo punto pare di capire che lui sognasse... ma tutto questa disperata rappresentazione del suo stato d'animo all'interno di un sogno? domanda!!!

La scelta di chi legge è se il sogno sia la notte o il mattino: dipende solo dal lettore. Io ho scritto la mia versione (una delle possibili versioni) del Canto di Natale di Dickens (Mr. Scrooge, fantasmi del Natale passato, presente e futuro)

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sicuramente la chiave di lettura la si coglie con la indicazione con cui indirizzi alla soluzione... mi spiace, ma io non la conosco e andrò volentieri a guardarla. Però come lettore mi chiedi di informarmi a priori di una tua idea che nasce da questa citazione ( o se è un dipinto... non so!) quando la chiave di lettura dovrebbe essere nelle mani da subito nel lettore... perché si rischia di rendere veramente difficile la comprensione del testo.. magari sono io che non riesco a fare di questa lettura una ricerca profonda in quello che hai voluto manifestare, ma che comunque colgo con tanta potenza, ma però allo stato brado, in quella prateria di troppi e conflittuali sentimenti...

Temo che non ci sia alcuna chiave di lettura, sicuramente non c'è una soluzione. La frase "Vorrei che ci fossero i due soldati con il fucile a guidarmi, ma alla fine si muore soli." era intesa solo come una espressione di un morente che desidera non essere solo in quel passo, ma mi rendo conto che la citazione può confondere le idee a chi non conosce il libro di Murakami (che in quanto a oniricità è imbattibile). Quanto alla prateria di troppi e conflittuali sentimenti [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif], a volte vorrei non trovarmici in mezzo![/font]

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Sono contento che tu abbia speso tempo per un commento, e devo ammetterlo, ancor di più di averti creato confusione, reazioni di pancia, dubbi e apprezzamenti. Era il mio scopo perché La realtà è illusione.

A rileggerti!
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Re: [CN2021/R] Canto di Natale

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Alba359 wrote: Mon Jan 03, 2022 8:37 pm Non mi aspettavo un racconto così triste ispirato alla tracccia n 2
il protagonista riceve la lettera che aurora ha scritto al vicino, dal vicino stesso che ha ricevuto la letterina di Aurora.

È chiaro che quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Da lì nasce un flusso di coscienza: lui, da bambino, vicino a sua nonna vive la stessa povertà. Si rivede piccolo e l'immagine gli rimanda quella di sua figlia.  Dici che non muore, ma come fa a tornare a casa? Come fa a vedere Auroa e la bici che il vicino le ha regalato? Non è subito molto chiaro ma…
Magari si è alzato ha fatto la strada a ritroso e si è messo a letto. Oppure quel cartoncino gli ha fatto vivere una realtà che non è accaduta, Come nel film La vita è una cosa meravigliosa, sì, io preferisco questa opzione, è Natale via! bisogna credere nei sogni. Magari quella notte un campanellino ha emesso le sue note e un angelo si è guadagnato le ali.
Che bella storia, Scritta molto bene, soprattutto le sensazioni della nebbia e del freddo, delle ginocchia che non si piegano.
Un buon lavoro, @Loscrittoreincolore  alla prossima
@Alba359 ciao!
Tu citi il film di Capra, ma l'ispirazione è il racconto di Dickens. In una certa maniera, il protagonista inizia perso come lo era mr. Scrooge (motivo opposto, in realtà) e come lui nella notte della vigilia incontra i suoi fantasmi del passato, del presente e del futuro per poi svegliarsi in un Natale inatteso e più felice.
Quindi sì, un  finale stile La vita è una cosa meravigliosa
O forse il sogno è il risveglio?
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Re: [CN2021/R] Canto di Natale

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L wrote: Mon Jan 03, 2022 4:53 pm Nella nebbia cammino.
Avanzo perso in una coltre così spessa, così densa, che solo i piedi sanno trovare il senso del terreno. Tutto il resto è lattiginosa assenza.
Non mi chiedo nemmeno più da quanto tempo sto vagando qui fuori.
L’umido gelo è divenuto brina sui miei vestiti, i muscoli del viso sono irrigiditi. Il fiato è così freddo che neppure condensa.
Non ho una meta. Non più.
E se pure riuscissi a crearmene una, perso in questa nebbia così assoluta, così perfetta, non troverei la via.
Eppure, avanzo.
Gli occhi non trovano appigli nella bianca barriera e con essi la mente. Scivola verso pensieri incoerenti. Scivola come una lacrima lungo il viso. Come la stilla calda che dall’occhio mi riga la guancia. Scende, indugia, poi si ferma. E si perde con le mille altre gocce di questa nebbia.
La mente scivola e perde memoria del perché io sia qui fuori. 
Bellissimo incipit! @L'illusoillusore  :)

Con un'inezia da correggere, secondo me, questa:

Nella nebbia cammino. 
Avanzo, perso in una coltre così spessa, così densa ecc.

Secondo me, la virgola fa capire meglio, con la pausa che fa fare al lettore, il procedere del personaggio.

L wrote: Mon Jan 03, 2022 4:53 pmSotto le suole terreno sconnesso dei campi.
Dopo le suole, meglio una virgola.


L wrote: Mon Jan 03, 2022 4:53 pmUn ritmato scattare metallico che non sentivo da tanto, tanto tempo
Preferirei: scandire metallico.


L wrote: Mon Jan 03, 2022 4:53 pmMa da allora non riesco più a festeggiare, nonna, le dico.
I discorsi diretti dovresti metterli almeno in corsivo, se non tra virgolette.


L wrote: Mon Jan 03, 2022 4:53 pmÈ calda di conforto.
È  bellissima questa espressione.
L wrote: Mon Jan 03, 2022 4:53 pmAccanto litigano già.
Questa frase mi sembra superflua o comunque fuori posto. I vicini che litigano? 


L wrote: Mon Jan 03, 2022 4:53 pmDentro, solo un cartoncino con una breve frase su ogni lato:
La realtà è illusione.
e
Buon Natale.
Una bella storia natalizia. A volte, anche nella realtà, vicende tristi vedono una luce " calda di conforto" a Natale.


Il finale mi ha commosso. Bravo, @L'illusoillusore   :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [CN2021/R] Canto di Natale

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Poeta Zaza wrote: Tue Jan 04, 2022 6:00 pm
@Poeta Zaza ciao!
Grazie del tuo commento, e grazie del TUO incipit: Bellissimo incipit! @L'illusoillusore  :)

Con un'inezia da correggere, secondo me, questa:
Nella nebbia cammino.
Avanzo, perso in una coltre così spessa, così densa ecc.
Secondo me, la virgola fa capire meglio, con la pausa che fa fare al lettore, il procedere del personaggio.
Sai una cosa? La virgola c'era! Ma il contatore mi dava 8001 e ne ho eliminate due o tre... :arrossire:

I discorsi diretti dovresti metterli almeno in corsivo, se non tra virgolette.
Lo so, lo faccio sempre, ma questa volta ho pensato di non farlo per aumentare il senso di estraniamento onirico nel lettore, come nel flusso del protagonista. Prendo nota che è da rivedere!

È calda di conforto.
È  bellissima questa espressione.
grazie!

Accanto litigano già.
Questa frase mi sembra superflua o comunque fuori posto. I vicini che litigano?
Questa frase è in effetti un inserimento finale (che è costato un po' di virgole :-) ). L'immagine è proprio quella dei vicini che litigano oltre un muro di cipolla e l'ho messa perché sentivo il bisogno di rafforzare un concetto: il protagonista non si è risvegliato in un mondo ideale o in un casa di lusso. Da qui questa frase così come:  nel suo terzo di letto (quindi dormono in tre), accendo la stufetta (il riscaldamento o non c'è o non funziona) e il fatto che l'alberello sia nella medesima stanza (tre persone che vivono in una singola stanza)

Una bella storia natalizia. A volte, anche nella realtà, vicende tristi vedono una luce " calda di conforto" a Natale.
E' vero, ma purtroppo le festività sono per tanti un periodo molto difficile da affrontare.

Il finale mi ha commosso.
Lezione numero 7, no?

Grazie davvero per i tuoi commenti! 
 
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Re: [CN2021/R] Canto di Natale

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@L'illusoillusore,
uff, adesso non ti commento perché devo finire di piangere. Però non vale così.
Ora protesto con la Direzione. Devono mettere dei cartelli luminosi: commovente, drammatico, ironico, schifo... almeno uno così si orienta. Beh, ciao, ti commento domani.
Trivi, che dolore però e quanta dolcezza e bellezza.  :rosa:
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [CN2021/R] Canto di Natale

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paolasenzalai wrote: Wed Jan 05, 2022 12:46 am @L'illusoillusore,
uff, adesso non ti commento perché devo finire di piangere. Però non vale così.
Ora protesto con la Direzione. Devono mettere dei cartelli luminosi: commovente, drammatico, ironico, schifo... almeno uno così si orienta. Beh, ciao, ti commento domani.
Trivi, che dolore però e quanta dolcezza e bellezza.  :rosa:
@paolasenzalai  grazie.
Un non commento che vale più di mille commenti!
E… Davide, non Trivi, please!
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Re: [CN2021/R] Canto di Natale

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@L'illusoillusore, piacere, LOuca C.
 Bel racconto davvero, delicato profondo e con una poetica intensa. Sul finale non mi esprimo: ognuno lo può interpretare alla sua maniera, e questo a me piace molto. Anzi, trovo che sia addirittura un punto di forza, perché obbliga il lettore a cercare una spiegazione che non può essere comunque banale. E non è poco, non è scontato.

Complimenti, e a rileggerti.
Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
tutti quanti gettammo
l’arma e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
il suo nome. Una donna
ci aspetta alle colline.

Re: [CN2021/R] Canto di Natale

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Louca c. wrote: Thu Jan 06, 2022 11:10 am @L'illusoillusore, piacere, LOuca C.
 Bel racconto davvero, delicato profondo e con una poetica intensa. Sul finale non mi esprimo: ognuno lo può interpretare alla sua maniera, e questo a me piace molto. Anzi, trovo che sia addirittura un punto di forza, perché obbliga il lettore a cercare una spiegazione che non può essere comunque banale. E non è poco, non è scontato.

Complimenti, e a rileggerti.
@Louca c.  ciao!
Grazie del passaggio e del commento.
Sono felce che ti sia piaciuto!
A riliggerti!
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Re: [CN2021/R] Canto di Natale

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Ciao Davide, @L'illusoillusore.
Siccome il tuo racconto mi è piaciuto molto e voglio postare un altro racconto, mi permetti di maltrattarti un po' il testo? 
... e invece no, perché più lo leggo più mi accorgo di quanto sia perfetto così, musicale, delicato, poetico.
Mi aveva colpito la prima volta per il sentimento, per ciò che era riuscito a muovermi e ora invece mi accorgo anche che è scritto benissimo.
Quasi fosse poesia.
Ci sono espressioni magnifiche che vorrei poterle dipingere ( se ne avessi la capacità, ovvio).
Vuoi che ti dica quali sono?
L wrote: Mon Jan 03, 2022 4:53 pmTutto il resto è lattiginosa assenza
...lattiginosa assenza... è perfetto. L'assenza è proprio così che la immagino. Ho davanti a me anche la sfumatura. Grazie per averla descritta così bene.
L wrote: Mon Jan 03, 2022 4:53 pmEppure, avanzo.
Io la virgola non ce la metterei (ma è risaputo che la punteggiatura non mi appartenga). Mi piace da morire quell'eppure perché
 dice tutto.
L wrote: Mon Jan 03, 2022 4:53 pmE si perde con le mille altre gocce di questa nebbia.
Che bello  :)
L wrote: Mon Jan 03, 2022 4:53 pmDalla finestra osservavo il mondo a mani in tasca
Non c'è espressione più bella, sembra una frase cantautorale. Non lo so... mi ha ricordato Bertoli quando cantava a muso duro... 
L wrote: Mon Jan 03, 2022 4:53 pmLpiegato sul suo guscio incosciente, 
lacrimuccia
L wrote: Mon Jan 03, 2022 4:53 pmMa da allora non riesco più a festeggiare, nonna, le dico.
Io non lo so, ma quanto bravo sei a metter giù le frasi, tu?
L wrote: Mon Jan 03, 2022 4:53 pmro lo sportello e sono dentro. I sedili reclinati come tante sere. Nel calore dell’abitacolo, le candide curve di mia moglie mi attendono nude.
Non le ossute forme di noi ragazzi, ma la matura sensualità d’oggi.
È il presente in cui la amo. Ora come allora.
Mi aspetta per accogliermi, impudica. Ma trattengo l’impulso di sfiorarle il seno.
Ma quanta dolcezza e sensualità.
L wrote: Mon Jan 03, 2022 4:53 pmIl riflesso di trent’anni sognati assieme.
Il mio significato sarà nel non esserci più, amore. Lasciarti libera di me.
Non in un futuro, non un domani, ma oggi. Adesso.
E ripiango di nuovo, porca miseria. Anche se conosco già il racconto. Sono le immagini a commuovermi, l'ordine in cui adoperi le parole. Ma chi sei? Il chirurgo delle emozioni? Ti dico la verità, mi stai anche un po' antipatico adesso perché ti invidio la capacità di scelta. I tempi, gli a capo, le carezze che sai fare tu senza farle sembrare carezze.
L wrote: Mon Jan 03, 2022 4:53 pmadesso la campagna è così oscura che non capisco nemmeno se vi sia ancora la nebbia.
Non vedo nulla. E non importa.
E da qui in poi è perfezione. Ora piango più dell'altro giorno perché noto anche la bellezza della scrittura oltre che quella del racconto-poesia-canzone. 
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Davvero incantevole. Davvero. E più lo leggo più vi trovo immagini, dolcezza... beh caro Davide, io non so cosa tu faccia nella vita, ma credo che toccare le corde dell'anima sia il tuo mestiere.[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Questo è uno di quei racconti che terrò tra le cose care e che a volte andrò a rileggere. Non voglio dimenticarmi di quest'uomo dimenticato che poi  per fortuna dimenticato non è. Un uomo capace di tali sentimenti e delicatezze dovrebbero farlo presidente se il mondo fosse reale e non un'illusione  :love: [/font]Buon tutto, spettacolare Davide. Ciao.




Ah, l'unica parte che io ometterei è questa. Magari spiega, non dico di no,  però visto l'aria poetica di cui è permeato tutto il racconto io lascerei al lettore lo spazio di queste considerazioni.
  wrote:Adesso so che le mura dell’indifferenza sono invalicabili come quelle di Gerico. E il settimo giorno non c’è stato alcun miracolo, per me.
Non conto nulla per chi potrebbe darmi un lavoro.
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [CN2021/R] Canto di Natale

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E come un segugio ti vengo a cercare e ti trovo e mi ricordo e capisco. Questo è il sesto senso: l'anima.  ;)
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [CN2021/R] Canto di Natale

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paolasenzalai wrote: Thu Jan 06, 2022 6:31 pm E come un segugio ti vengo a cercare e ti trovo e mi ricordo e capisco. Questo è il sesto senso: l'anima.  ;)
@paolasenzalai  tu mi lusinghi.
Qualche volta i racconti vengono bene, altre no. Questo l’ho scritto di getto perchè ero in una trance emotiva sul personaggio. La nebbia ha fatto il resto, non io.
Grazie ancora,  Paola
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Re: [CN2021/R] Canto di Natale

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L wrote: Mon Jan 03, 2022 4:53 pmsolo i piedi sanno trovare il senso del terreno.
molto bello riuscire ad affidarsi con questa totalità all'istinto del corpo.
L wrote: Mon Jan 03, 2022 4:53 pmDalla finestra osservavo il mondo a mani in tasca.
bella immagine, molto espressiva. 

Il tuo è davvero un racconto di sensazioni e ricordi che provoca altre sensazioni e ricordi. La nebbia e il freddo sono avvolgenti e mordenti e la tua scrittura poetica, quasi volatile. La sensazione finale è sconforto. È un dono riuscire a far sentire i lettori tramite le parole e la nebbia aiuta sempre, è una grande protagonista.
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Linda e la montagna di fuoco

Re: [CN2021/R] Canto di Natale

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@L'illusoillusore :
Nulla da dire. Gusto la sensazione, amara, forte e complessa, che mi ha lasciato la prima lettura.
Poi rileggerò, magari tornerò a commentare.
Non so.
Ma questo tuo è una buona approssimazione di ciò che io chiedo a un racconto: di portarmi via. Non importa se facendomi male, facendomi sognare, ridere o godere. Portarmi via. E basta.
Null'altro da dire.

Re: [CN2021/R] Canto di Natale

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Kikki wrote: Sat Jan 08, 2022 8:59 am Il tuo è davvero un racconto di sensazioni e ricordi che provoca altre sensazioni e ricordi. La nebbia e il freddo sono avvolgenti e mordenti e la tua scrittura poetica, quasi volatile. La sensazione finale è sconforto. È un dono riuscire a far sentire i lettori tramite le parole e la nebbia aiuta sempre, è una grande protagonista.
@Kikki ciao!
Grazie di avermi dato il tuo feedback sul racconto. Sono contento di aver suscitato sensazioni e ricordi.
A volte capita di riuscirci

A rileggerti!
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Re: [CN2021/R] Canto di Natale

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queffe wrote: Sat Jan 08, 2022 11:53 am @L'illusoillusore :
Nulla da dire. Gusto la sensazione, amara, forte e complessa, che mi ha lasciato la prima lettura.
Poi rileggerò, magari tornerò a commentare.
Non so.
Ma questo tuo è una buona approssimazione di ciò che io chiedo a un racconto: di portarmi via. Non importa se facendomi male, facendomi sognare, ridere o godere. Portarmi via. E basta.
Null'altro da dire.
@queffe grazie!

Sono felice che tu abbia gradito il racconto e concordo pienamente con i concetti che hai espresso nel tuo commento.
A rileggerti!
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Re: [CN2021/R] Canto di Natale

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Ciao @L'illusoillusore 

una prosa poetica molto bella ed evocativa; solo qualche segno di inturpunzione da correggere, come è stato già fatto notare.
Ti faccio un piccolo appunto, sicuramente inutile, visto che si tratta di un parere personale e anche di un'inezia.
Poiché il ritmo è uniforme in tutto il racconto (come dev'essere, visto lo stato d'animo del personaggio), modificherei la spaziatura in alcune parti, dove ad esempio parla della nonna o si rivolge alla moglie, togliendo gli a capo e rendendole più compatte, per staccarle visivamente.  

Complimenti davvero e buon contest :) 
Già.

Re: [CN2021/R] Canto di Natale

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Ciao @L'illusoillusore e Felice 2022!
Ci proponi un racconto denso e amaro in cui il protagonista - un uomo che ha perso il lavoro - non riesce più a sentirsi punto di riferimento per la propria famiglia. Che ci viene mostrato schiantato dal peso della sua percepita inutilità, impossibilitato, persino, a fare un regalo, anche se di minuscolo valore, alla figlia per il Natale ormai prossimo.
Natale. Se c'è un momento dell'anno in cui i soli si sentono più soli, gli emarginati più emarginati, quello è il Natale. L'ho sempre pensato. Del resto, si sa, "a Natale non soffrire più", proclama la canzone di quando eravamo bambini: è un imperativo, un comandamento che, da ultimo, si coniuga con un consumismo sempre più marcato. Se non puoi essere felice, se non puoi comprare nei negozi addobbati, nei centri commerciali sfolgoranti di lucine, allora non vali niente, sei un diverso, un paria.
Il finale sembra gettare una flebile luce di speranza sull'intera vicenda. Sembra.
Niente, non so cos'altro dire se non che, finito di leggere il tuo testo, mi sono sentito fortunato, io che non ho le ricchezze di Bill Gates e che non contribuisco a decidere i destini del Mondo. 
   

Re: [CN2021/R] Canto di Natale

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La nebbia. Può provocare diversi stati d'animo. Nel tuo racconto @L'illusoillusore riesci a trasmettere attraverso il protagonista il senso di vuoto, di rassegnazione, di solitudine  ma anche di calma, quasi ci si possa sentire a proprio agio. Non ha bisogno di trovare la luce. Sta bene nel suo profondo malessere e lo rendi molto bene. Mi hai fatto ricordare le mie origini, nato nella pianura padana, quando passeggiavo distratto e beato per la brughiera avvolta da nebbiolina. Ora, confesso, cammino tutti i giorni per affrontare la giornata, e la nebbia mi provoca un senso di angoscia, non vedere oltre pochi metri. Devo affrontare un percorso tra le colline al buio e decisamente preferisco quando il cielo è terso con la luce della luna e delle stelle. (Anche perché ho visto dei lupi e cinghiali e per ora l'istinto di sopravvivenza sta prevalendo)
Complimenti. Hai una facilità di scrittura nel rendere le emozioni davvero grande. A rileggerti

Re: [CN2021/R] Canto di Natale

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Ciao @L'illusoillusore.
Devo scusarmi perché non riesco a inserire per intero le citazioni al tuo brano, così le indico soltanto.

Racconto bellissimo. Così bello che trovo difficile commentarlo, come se i pensieri aggiunti fossero solo rumore dentro a un concerto.

"Nella nebbia cammino. Avanzo perso in una coltre così spessa..... Tutto il resto è lattiginosa assenza"

Incipit superbo.
Dici di averlo scritto in una specie di trance narrativa. Si sente. Perché le parole si annodano, le une alle altre, come dotate di volontà propria.
Poesia, che si stacca dalla prosa e diventa immagine, percezione, emozione.

"Gli occhi non trovano appigli..... Scivola come una lacrima lungo il viso"

Piccola incrinatura, cosa da niente, Bobby Solo dovrebbe ringraziare.

"Mi fermo e il silenzio è assoluto. Nemmeno il rumore di un pensiero"

Bello!

"Guardo i suoi occhi profondi. Il riflesso di trent'anni sognati assieme... 
...Ti amo, sussurro e sono fuori dall'auto"

Piani temporali che danzano tra pensiero e ricordo, lasciano indietro ogni legame razionale imponendo a chi legge lo stesso abbandono.
Ed è proprio per questa incantevole prepotenza che, secondo me, non trova il suo posto questo brano:

"Non ho più un lavoro da quasi due anni...
...Sono solamente un peso per loro"

Registro prosaico, a tratti retorico (le mura di Gerico) autocommiserativo.
Ma presto il volo riprende e il racconto recupera tutto il suo tetro splendore.

"Mia moglie resta su un fianco, di schiena, nel suo terzo di letto. Finge di dormire"

Nessuna speranza, nessun lieto fine. Solo quella caligine fredda che nasce da dentro, che il ridestarsi dal sonno non può dissipare.
Chapeau!
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Re: [CN2021/R] Canto di Natale

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Ilaris wrote: Sat Jan 08, 2022 3:34 pm Ciao @L'illusoillusore 

una prosa poetica molto bella ed evocativa; solo qualche segno di inturpunzione da correggere, come è stato già fatto notare.
Ti faccio un piccolo appunto, sicuramente inutile, visto che si tratta di un parere personale e anche di un'inezia.
Poiché il ritmo è uniforme in tutto il racconto (come dev'essere, visto lo stato d'animo del personaggio), modificherei la spaziatura in alcune parti, dove ad esempio parla della nonna o si rivolge alla moglie, togliendo gli a capo e rendendole più compatte, per staccarle visivamente.  

Complimenti davvero e buon contest :) 
@Ilaris ciao!
Grazie per il tuo commento e per l'interessante spunto sul ritmo degli a capo. Tendo a farli spesso per cercare più leggerezza nella lettura, ma il tuo suggerimento è molto sensato: ne farò tesoro!

A rileggerti!
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